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Autore: ElfoMikey    26/06/2011    12 recensioni
"Stare insieme a una persona non è sempre rose e fiori come ci raccontano i romanzi rosa o le fiabe. Forse le prime tre settimane, o ancora meno, come due giorni scarsi, possono considerarsi momenti idilliaci che vorresti durassero per sempre.
Ma spesso devi combattere contro una calamità insostenibile chiamata, nel mio caso, insistenza.
Non che Blaine fosse quel genere di persona, volgare e tutto il resto, ma da un po’ di tempo i nostri discorsi capitavano sempre lì e per lì, intendo esattamente lì."STORIA KLAINE A QUATTRO MANI! POSSIBILI SPOILER
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa storia non è per scopi di lucro e i personaggi appartengono a Ryan Murphy e alla fox.

 

 

 

 

 

 

ChemicalLady: Blaine

ElfoMikey: Kurt

 

 

Ps: Il capitolo è ENORME ed entrambi i protagonisti descrivono le stesse situazioni, ma sempre con qualche particolare in più o in meno =)

Buona lettura!

Pps: il capitolo è narrato al presente, questa volta. ed è stato scritto prima della messa in onda della puntata 22 della seconda stagione, quindi ci sono dei cambiamenti!

 

 

 

 

Capitolo sesto

 

 

 

Blaine

 

Credevo che dopo il Prom, dopo quell’umiliazione pubblica che avevamo affrontato insieme a testa alta come a me non era mai nemmeno passato per la mente di fare, le cose tra noi due si sarebbero evolute di nuovo.

E infatti è successo.

Se avessi anche solo avuto un piccolo, inutile dubbio che Kurt non mi amasse per davvero e se anche lui si fosse mai posto il seguente problema beh…. Non era più una domanda da porsi.

Ho smesso di avere anche paura che non potesse funzionare.

Perché funziona, e bene.

E inizio seriamente a credere che Kurt abbia ragione: il sesso è solo un elemento marginale…. Non importa farlo se posso comunque addormentarmi accanto a lui e portare il suo profumo sulla camicia tutto il giorno.

“Posso portarle qualcosa, signore?”

Alzo gli occhi sull’hostess, che mi guarda ammiccante, ma io scuoto il capo piano “Niente che mi piaccia, grazie” rispondo educato, beccandomi un bel vaffanculo.

Non lo dice, ovvio, ma il suo sguardo lo urla.

Eh sì, sto volando a New York, per poter vedere il trionfo del mio ragazzo. Perché so che sarà un vero trionfo…

Appena scendo a JFK mando un sms a Rachel chiedendole dove si trovano, ma lei preferisce chiamarmi.

-Hey ciao! Sei atterrato?-

Sorrido “In questo momento” le dico a voce alta mente cammino nell’ingresso alla ricerca di un pullman o la metro… “Dove vi raggiungo?”

-Al Central Park… Jesse…-

Mi cruccio “Jesse?” poi capisco e ridacchio “Non dirmi che Kurt ti sta ascoltando!”

-Esatto Jesse! Allora non ci muoviamo e ti aspettiamo qui va bene?-

-Jesse?- Rido sentendo Finn –Che diavolo vuole quello la?!-

“Non voglio metterti nei guai Rachel!” dico quando sento che Finn chiede di parlare con me, credendomi Jesse “Arrivo, non muovetevi!”

-Siamo qui-

Non sono molto pratico delle grandi città ma ho parenti a San Francisco e quindi trovare la metro e capire dove andare non è poi così difficile.

Il Central Park è immenso e Rachel non mi ha dato molti appigli a cui aggrapparmi ma, grazie al cielo, li trovo facilmente. Impossibile non riconoscere Puck mentre salta da una fontana sulle spalle di Finn per finire a terra rotolando.

Mi avvicino nascondendomi dietro a una cabina telefonica e cerco di attirare l’attenzione di Rachel. Dio ci mancano solo i segnali di fumo!

Mercedes mi vede e prendendo la cantante solista si avvicinano velocemente.

Dio benedica quella donna!

“Sei arrivato!” Rachel mi abbraccia di slancio, seguita poi da una Mercedes più tranquilla.

“Appena Kurt ti vede…” mi dice sistemandomi il colletto della Polo “ti salta al collo!”

Rido “Allora… Ecco il piano” faccio segno alle due di avvicinarsi appena “Voi andate avanti e iniziate a intonare la canzone…. E io arrivo e prendo il ruolo di solista…. Pronte ad accompagnarmi?”

Rachel storce un po’ il naso “Non so…. Non ho mai fatto la corista di un cantante…. Acapella intendo…. Sembra difficile”

“Beh, Here with me è molto semplice come canzone..” Provo a dire, ma Mercedes mi blocca.

“Perché canti sempre canzoni da donna?” domanda un po’ stranita “Katy Perry, Pink… ora Dido…”

“Perché Blaine è un ragazzo molto dolce” sottolinea Rachel prima di appoggiarmi una mano sul petto e sorridermi “Voglio che tu sappia che io ti appoggio totalmente, e appoggio quello che fai per Kurt…. Sei davvero un fidanzato modello!”

Sorrido imbarazzato “Grazie Rachel, sei molto carina con me….” E m’imbarazzi mortalmente ogni volta che apri bocca.

“Va bene, ok” Mercedes alza gli occhi al cielo “Quindi noi siamo le due coriste…. Ma come si fa scusa?”

“Beh è molto semplice” dico ovvio “Segui il ritmo con la voce…. I Warblers l’hanno sempre fatto molto naturalmente….”

“Dobbiamo anche ballare?” chiede a quel punto Rachel, e mi fa venire il panico.

“Io…. Non so…. Non credo…. Cioè….” Perché improvvisamente tutto questo grande piano mi sembra una cazzata unica?! Perché ho chiesto a loro due?! Non potevo dirlo ad Artie, anche se ci ho parlato di sfuggita mezza volta pare serio!

“E perché, se posso permettervi, dovreste mettervi a ballare in mezzo a Central Park?”

La voce di Kurt mi coglie del tutto impreparato, facendomi sobbalzare mentre le mie ‘complici si voltano a guardarlo.

“K-Kurt? Che ci fai qui?” gli domando un po’ deluso: niente canzone, niente sorpresa.

Avrei dovuto capire che se rimanevo nascosto  con loro avrebbe capito qualcosa!

Lui mi guarda, inarcando il sopracciglio con la solita eleganza “In realtà dovrei fartela io questa domanda, non credi?” domanda pacato mentre io muoio di vergogna.

Letteralmente.

“Volevo farti una sorpresa ma…. Ho fallito miseramente” ammetto timido.

“Meglio così” dice Mercedes prendendo Rachel per un braccio, per allontanarsi “La canzone faceva schifo”

“No!” la solista delle ND però non è della stessa idea dell’amica infatti si attacca alla mia polo, per impedire a Mercedes di portarla via e lasciare a me e Kurt l’intimità che a dire il vero mi farebbe piacere “Visto che siamo qui tutti e quattro… Facciamo un giro per la Grande Mela insieme! Blaine ci sei mai stato?”

“A dire il vero no ma…”

“Allora deciso!” lei sembra parecchio contenta e di certo non le smorzerò io l’entusiasmo “A te va bene, vero Kurt?”

“Ma certo che no, Rachel cara” dice lui con un tono decisamente falso mentre le sue gote si tingono di rosso e io vorrei solo sapere il perché “se permetti, però, vorrei salutare il MIO ragazzo, perché il MIO ragazzo è venuto apposta da Lima per vedere me, ovvero il SUO ragazzo!” dice togliendo la mano di Rachel dal mio petto, prima di voltarsi verso di me e lasciarmi un bacio sulla guancia “Sono felice che tu sia qui…” mi sussurra in un orecchio, arrossendo appena. Lo trovo davvero tenerissimo.

Lascio che porti un braccio attorno alle mie spalle mentre sorrido e gli circondo a mia volta i fianchi.

“Allora, pronti a scoprire le meraviglie della Grande Mela?” chiede lui ed io fingo un certo entusiasmo, visto che sì mi ero immaginato la mia visita turista…. Ma solo con Kurt.

Non che disprezzi Rachel e Mercedes…. Anzi!

Solo che sì…. Insomma….

Merc però trascina subito Rachel più avanti, così da lasciare noi indietro a parlare “Allora… Dimmi…. Com’è andata in questi due giorni? Non ci siamo sentiti molto perché avevo già pianificato di raggiungerti…” dico poi, mettendo le mani avanti. Conoscendo Kurt ci sarà rimasto un po’ male…

Lui mi guarda un istante e poi col solito sarcasmo pungente dice “Credevo fossi stato rapito dalla regina delle fate, sodomizzato e stordito dalle sue proposte indecenti!”

Quando fa così io posso fare solo una cosa…

Sgranare gli occhi e ponderare parola per parola quello che mi ha detto perché con Kurt una risposta sbagliata alla sua irritazione potrebbe mandare all’aria tutta una giornata.

Ed io non sono venuto fin qui per nulla.

“A dire il vero ti ho pensato tutto il tempo, mentre fremevo di eccitazione all’idea di incontrarti” dico sorridendogli.

Direi che ci sono riuscito, a salvarmi…

Mi prende  la mano, deciso, con un’espressione soddisfatta sul viso che mi fa capire che per una volta ho detto la cosa giusta.

È bello tenersi per mano e passare del tutto inosservati, sembrare normali…

Anche perché noi siamo normali.

Circa…

Ogni tanto lui impazzisce e si butta dalle finestre ma non importa, lo amo ugualmente….

“Uhm… Senti… ti va di fuggire?” mi dice guardando le due ragazze, appostate davanti a una vetrina in nostra attesa “potremmo rifugiarci in un bar o da qualche altra parte!"

Io annuisco “Non che mi disturbi stare con loro ma l’entusiasmo di Rachel mi spaventa un pochino” ridacchio “Possiamo passare in albergo da te? Magari appoggio questa” gli mostrò la tracolla “E faccio la doccia, di fianco a me un signore un po’… uhm… un po’ più che robusto, puzzava un sacco in aereo e mi pare di sentire ancora l’odore di quel panino schifoso che si  è mangiato sotto al naso” gli spiego disgustato mentre lui ridacchia “Senza contare che io non ho nemmeno un posto in cui alloggiare! Anche se una bella doccia mi preme maggiormente….”

La sua espressione cambia velocemente, da allegra e felice a totalmente sconvolta.

Ora non ha le gote appena tinte di vermiglio, ma tutta la faccia incandescente e sembra sul punto di prendere fuoco drammaticamente.

“Okay fuggiamo ora.” mi dice velocemente, troppo velocemente . “Scappiamo in albergo, staremo lì.”

Ora sono un tantinello…. Confuso.

I casi sono due…. O sta facendo lo scemo per farmi ridere (e non ci è riuscito molto bene) oppure il suo è un approccio ammiccante mal riuscito.

Nel dubbio fingo di ridacchiare “Dici che posso dormire da te? Non preferisci che prenda un’altra stanza?”

Ma lui è irremovibile e nonostante il suo solito palpabile imbarazzo mi dice, sicuro “Tutto quello che voglio è stare con te! E dormire insieme è incluso nel pacchetto.”

Sorrido, avvicinandomi e abbracciandolo “Allora andiamo” gli sussurro all’orecchio “Fammi strada! Già pregusto il bagno caldo…. Dopo possiamo uscire di nuovo se vuoi…”

“No, preferisco te, il bagno caldo e un letto comodo e non necessariamente in questo ordine. New York può aspettare.” E da qui inizia a trascinarmi fra la folla come si fa col vecchio nonno, veterano di guerra, mezzo cieco, totalmente sordo e un po’ storpio.

Per poco uccido un bambino con una ginocchiata.

Provo a chiamarlo, a chiedergli di rallentare, ma la sua decisione militare non me lo permette.

Arrivare in albergo è una fucilata, e in ascensore decido di porgli la domanda che mi ronza in testa da più  o meno quando ha iniziato a comportarsi in modo ambiguo “Piccolo sei sicuro di stare bene? sei….. strano…”

“Certo che sto bene, anzi benissimo” Mi guarda attentamente prima di farsi coraggio con un respiro profondo e avvicinarsi a me, accarezzandomi lentamente la cucitura della maglietta. “Ho solo bisogno di stare con te. Tutto qui! È così strano?” 

Crack.

Il mio cervello si è inceppato, probabilmente è stato hackerato.

“Kurt…. Cosa stai cercando di dirmi?”

Lui mi guarda un istante prima di alzare gli occhi al cielo e sbuffare un “Non posso credere che tu sia seriamente così tardo.” Prima di sporgersi verso di me e baciarmi.

Ma è un bacio diverso dal solito….

Non è il classico bacio di Kurt, dolce, con un accenno di lingua solo alla fine, leggero come battiti di ali sulle labbra, con tanto di sussurro di qualche frase dolce.

Assolutamente no.

Mi ha spinto di violenza contro la parete dell’ascensore, infilandomi tutta la lingua in bocca e iniziando a strusciarsi su di me con la flemma di una ballerina di lap dance sul palo.

Ok….

Calma…

CALMA.

Quando si stacca, guardandomi negli occhi, io sono più confuso di prima.

Perché è Kurt! Cazzo è Kurt! Non può davvero…. Insomma…

Se fosse stato chiunque altro magari…. Ma Kurt.

“Non penso che quello che abbia capito sia possibile….” A rompere le mie parole è la porta dell’ascensore che si apre, regalando a una signora anziana la panoramica del mio ragazzo stampato su di me.

Almeno siamo al nostro piano e possiamo scappare a nasconderci.

Appena entriamo in camera, butto la tracolla sul primo ripiano disponibile andando poi a sedermi sul letto, distrutto. Kurt si volta verso di me con lo sguardo pieno di malizia “Per rispondere alla tua domanda, Blaine, direi che quello che pensi stia succedendo sia possibile, eccome se è possibile.” Mi dice provando a fare il sensuale e riuscendoci, finalmente, benissimo….

Lo guardo mordicchiarsi il labbro mentre i miei pantaloni si fanno già più stretti dopo solo una frase di Kurt….

Non ci sono speranze per l’avvenire….

“Vuoi dire che tu sei pronto per affrontare quel… discorso?” chiedo davvero stupido –ed incredibilmente eccitato- mentre guardo il mio ragazzo avanzare lentamente verso di me con il pathos di un vero attore teatrale.

“Totalmente pronto…” mormora arrivando fino al letto, mentre io mi spingo fino in fondo a esso, sino a che il muro mi blocca. “inoltre, siamo al settimo piano e non scapperò tentando di imitare uno scoiattolo volante”

Lo guardo appuntellare il ginocchio al letto guardandomi con quella strana luce negli occhi, fino a che non si accorge del mio disagio, allora smette di gattonare verso di me guardandomi stranito “Che c’è? Perché sei così teso?” domanda quindi, preoccupato.

Che c’è?! C’è che se abbassi gli occhi sui miei pantaloni vedi il monte Rushmore, Hummel!

“No, è tutto ok” mormoro poco convinto, spingendomi appena in avanti e verso di lui per rassicurarlo “Solo che…. Mi cogli alla sprovvista…”

Dannatamente alla sprovvista….

Mi sarei fatto la doccia nella fontana del Central Park se l’avessi saputo prima!

Lui mi guarda con la sua classica espressione da Bambi (falsa, perché quando è innocente per davvero, cioè quasi mai, lo noto) e poi battendo gli occhi mi dice “Avevi detto che non avresti mai più tirato fuori il discorso…” mi sussurra vicinissimo al viso “Me l’avevi anche promesso…. Però io non ho promesso…” mi bacia, e io non riesco nemmeno a chiudere gli occhi per la sorpresa  “e ora voglio farlo…”

A questa frase sussulto con violenza, cadendo da letto e infilando mici sotto “Kurt cosa vuoi fare di preciso?” domando da li sotto, sentendomi un idiota “Si insomma…. Così mi preparo un attimo psicologicamente e poi…. Kurt cosa vuoi da me?!”

Sembro un po’ isterico forse?

Sarà che sto facendomi dei film porno in testa, cosa che con Kurt capita spesso ma sht….

“B-Blaine” Lo sento chiamarmi con un po’ di incertezza “a cosa stai pensando esattamente?! Io voglio parlare! Mi riferisco al discorso, non alla parte pratica!”

Non so se esserne felice o scocciato da quest’ultima rivelazione…

Nel dubbio sospiro, così almeno riprendo a respirare…

Solo ora realizzo che sono ancora sotto al letto, così con lentezza, striscio fino all’orlo del materasso affacciandomi solo con la testa e le spalle mentre sto steso a pancia in su…

“Oh” mormoro “Non avevo capito bene…” sorrido imbarazzato “Scusa….”

Lui sbuffa incrociando le braccia “Potrei offendermi, sai? Insomma è come se pensassi che ti voglio molestare” inizia a diventare isterico, la voce si acutizza. Si alza e si mette a camminare per la stanza come un’anima in pena, mentre io continuo a fissarlo “E poi vuoi uscire da li?!”

Sussulto un po’ spaventato dal suo tono acuto e poi con lentezza mi alzo, sbattendo via la polvere dai pantaloni “Ecco, Kurt, io non ho pensato che tu mi volessi molestare…. Solo…. Mi ha colto alla sprovvista” mi avvicino, appoggiandogli una mano sul braccio “Mi sono fatto prendere un po’ dal panico…”

Sorrido un po’ di circostanza, sperando di non averlo ferito.

“Tu dal panico? Ah!” Sbraita sempre più alterato puntandomi contro un dito“ Hai passato mesi a molestarmi verbalmente! Se forse tu non te lo ricordi, ma quello costantemente preso dal panico ero io! “

Mi allontano di un paio di passi, un po’ perché mi sta riempiendo di sputi un po’ per mi spaventa, poi alzo le mani in segno di resa “Hai ragione” ammetto “Ma esageri un po’, non ti pare?” mormoro insicuro.

Ora mi rovina.

“ESAGERARE?!” urla con tutto il fiato che ha in gola “Quello che esagera sei tu! Tu hai una vaga idea della fatica che ho fatto per organizzare fughe lastminute?” Arretro lentamente guardandolo negli occhi e, per un istante, mi sento come se mi trovassi solo in un bosco con davanti un grislee  “E ora, che sono pronto, tu mi dici che…. ESAGERO!?”

Mi appoggio alla parete, scuotendo il capo “No! No! È solo che…. Un po’ si…. Voglio dire!” mi affretto a dirgli, guardando preoccupato una vena sul suo collo che pulsa moltissimo “Io non ti ho mai spinto troppo… cioè… alla fine ho sempre lasciato perdere. No?”

“Lasciat- Oh dai! Non fare il santarellino Anderson!” mi da una spinta “ Ho dormito in un auto una notte intera per colpa tua” inizia ad elencare, furente “Ho attraversato un condotto di aereazione stretto e sporco…. E pieno di topi! Sono scappato dal finestrino di un’auto e mi sono rifugiato in un cesto di palle da football rischiato il linciaggio” si stacca da me e riprende a misurare la stanza a grandi passi mentre io lo osservo attonito “sono finito in un tombino, capisci? Un lurido e schifoso tombino! E non vogliamo dimenticarci della lezione sul sesso omosessuale! IMBARAZZANTE!”

“Kurt io non ti ho costretto a fare nulla di tutto questo!” sbotto un po’ irritato “Se tu avessi avuto la maturità di ascoltarmi e parlarne….. allora non avresti perso sei delle tue sette vite!” mi porto le mani al viso, frustrato “Non ti ho spinto ne dalla finestra, ne nel tombino, ne ti ho chiuso in auto… io cercavo un dialogo! D-I-A-L-O-G-O, Kurt!”

Mi mordo la lingua immediatamente, consapevole che ho appena firmato la mia dipartita.

La sua reazione però non è come quella che mi aspettavo, non ero pronto sinceramente a vederlo piangere a causa mia.

“Perché tu non hai mai voluto ascoltare me, Blaine! Non ti è mai interessato il fatto che io davvero ancora pronto, eh?!” Mi dice mentre il suo sguardo si inumidisce, arrabbiato “Cosa pensi che mi sia piaciuto fare il maratoneta o lo scalatore? Pensi che io sia immaturo? Bene, non ho più niente da dirti”

Lo guardo scoppiare a piangere, voltandomi le spalle mentre una mano scivola sul suo viso, intenta a portar via qualche lacrima.

Ed io mi sento male….

Mi avvicino, abbracciandolo da dietro e lasciandogli un bacio dietro all’orecchio, sussurrando poi piano “Mi dispiace tantissimo, scusami per tutto…. Non so cosa mi sia preso….” Dondolo appena, come a volerlo cullare e vederlo calmarsi.

Sono stato uno stupido insistente, dovrei imparare a tacere.

“Non credere di incantarmi, Warblers” farnetica mentre io continuo a riempirlo di bacetti, cercando di essere distaccato mentre in realtà ho sentito il suo corpo rilassarsi un po’ nella stretta.

Faccio aderire meglio le sua schiena al mio petto poi, appoggiando il mento alla sua spalla, sussurro “Kurt…. Mi perdoni?” con voce piccola, quasi pigolante, sfarfallando appena le ciglia e sperando così di impietosirlo quanto basta per farmi perdonare “Lo sai che odio litigare con te” concludo poi, anche se sono ben conscio che non abbiamo mai litigato in questo modo….

Lui si gira verso di me, portando le braccia dietro al mio collo e unendo le nostre fronti. Posso sentire il suo respiro caldo sulle labbra… “Che cosa devo fare con te?” sussurra, falsamente affranto “Se non riesco nemmeno ad arrabbiarmi per più di un secondo…”

Io sorrido prima di appoggiare le labbra alle sue, poi mi chino appena, portandogli un braccio dietro le ginocchia per prenderlo in braccio. Soffoco un gemito per lo sforzo, ostentando un sorriso sicuro mentre mi pare di aver sentito una vertebra schizzarmi via.

Non intendo rovinare la scena, non mi parlerebbe più.

Lo appoggio piano sul letto prima di portarmi sopra di lui e sorridere sornione “Meglio così, no? Sei molto più bello quando sorridi, anche se le lacrime ti schiariscono ancora di più gli occhi”

Dico, cercando di suonare romantico quanto piace a lui e sorprendendomi ogni volta per quanto ci riesco.

Lui però non replica nulla, limitandosi ad attirarmi di nuovo a se per un altro bacio che di partenza è romantico, ma che poi io provvedo ad agitare, iniziando ad accarezzargli la bocca con la lingua.

Quando mi stacco, lui è piuttosto affannato, così scendo sul collo disegnando linee immaginare con le labbra su questa pelle nivea e profumata.

“Ora possiamo affrontare il discorso?” mi domanda imbarazzato, so che lo è e non ho bisogno di alzare il viso sul suo per vederlo.

Sorrido appena, aprendogli alcuni bottoni della camicia viola visto che la cravatta l’ho già cacciata via prima, mentre parlava. Gli bacio lentamente la clavicola mentre con una mano sollevo appena la sua camicia, per accarezzare la pelle del fianco.

“Certo…” dico alzando gli occhi nei suoi “Parliamone…”

Lui mi guarda perso, prima di annuire con lentezza “Sì, parliamo…”

Peccato che il discorso rimanga non verbale, nonostante l’abbondante uso di lingua di questo bacio passionale.

Le sue mani s’infilano furbe sotto alla mia maglietta, accarezzandomi lentamente mentre mi pare quasi di sentirlo fremere per l’eccitazione.

Io mi porto meglio sopra di lui, andando ad accarezzargli i capelli e passandogli le dita in mezzo, poco prima di abbassarmi e sussurrargli in un orecchio “Dobbiamo proprio parlare?” tra il divertito e l’eccitato, continuando a passare le dita, tremolanti d'aspettativa, fra le sue ciocche castane.

Lui mi guarda come se fosse un po’ fatto, prima di alzare il bacino scontrandolo col mio e allacciare una gamba appena sotto il mio sedere. Mi si mozza il fiato mentre lui mormora un “Di…. Di che cosa dobbiamo parlare?”

Io scuoto piano il capo prima di finire di aprirgli la camicia per accarezzargli tutto il petto e il ventre con le labbra e arrivando poi alla cintura. La guardo un istante prima di rialzare gli occhi su quelli di Kurt, ricolmi di piacere quanto i miei.

Così la slaccio.

Sta davvero per succedere….

 

 

 

Kurt

 

New York.

Oh New York.

È un po’ come un sogno che si avvera.

Sai, desideri follemente qualcosa e quando finalmente la ottieni, non ti sembra neanche vero.

Io e i ragazzi siamo piuttosto spaesati, ma mai così felici.

Sarà l’aria della grande mela o perché sono fermamente convito di aver incrociato lo sguardo di Madonna.

Era lei, ne sono sicuro.

Passeggiava tranquillamente per Central Park con una tutina rossa addosso.

I ragazzi fanno fatica a credermi e mio fratello continua a picchiettarmi la spalla in una sorta di compassione.

Davvero irritante.

Ammetto che mi manca un po’ casa, soprattutto papà e Carole, per non parlare di Blaine.

Nonostante le poche ore di fuso orario, ci siamo sentiti solo una volta e solo per dirgli che ero arrivato sano e salvo.

Poi più nulla.

Sembrava essersi volatilizzato e il suo cellulare risultava spento.

Aveva cambiato numero? Identità e residenza per non potermi più vedere? Magari aveva incontrato capelli di fata e lui gli aveva fatto una proposta indecente.

Oh diamine.

Lo sapevo che dirgli di no troppe volte lo avrebbe portato a quello! Ed io avrei dovuto dare più ascolto al diavolo Santana che alberga nel mio cervello cercando di spodestare la casta e pura parte della mia coscienza chiamata Rachel.

Però credevo stesse andando tutto bene.

Insomma, avevamo passato una serata magnifica al Prom, nonostante l’umiliazione subita e tutto il resto.

Mi aveva accompagnato a casa e mi aveva baciato dolcemente sotto il portico e nulla mi era sembrato più romantico di quel gesto.

Forse sono solo io che mi riempio di paranoie e idee strane, ma non posso farci niente.

L’idea di perderlo non mi piace per nulla.

Sarebbe come perdere un pezzo di me stesso.

Calcio maldestramente una pietra, mentre passeggiamo a vuoto per il grande parco di New York e per un momento, sento la felicità scivolarmi addosso e sostituirla con una strana sensazione.

Non so dire se bella o brutta, solo… strana.

“Tutto okay, amico?” mi chiede Finn, con un cipiglio preoccupato.

Io sorrido e annuisco.

Niente piagnistei Kurt Hummel, non ora.

Ci sediamo in alcune panchine libere lungo il sentiero e le nostre chiacchiere vengono interrotte dalla suoneria del cellulare di Rachel.

Defying Gravity.

“Ehi ciao, sei atterrato?!” la sento esclamare e la cosa attirò non poco l’attenzione.

Finn si abbassò verso il mio orecchio per sussurrare: “ma chi è?”

“Non lo so Finn, non sono dotato di un orecchio bionico!” sbotto irritato. Rachel si volta per guardarmi e la sua espressione diventa ancora più indecifrabile.

“Al Central Park… Jesse…”

Un momento, chi?!?!

Sento Finn rilasciare un ringhio.

Ah, ultime novità: se io sono diventato la reginetta del ballo, il mio adorato fratellone ha brutalmente scaricato Quinn e si è riscoperto follemente innamorato di Rachel.

Solo a me da l’ impressione di qualcosa di già visto?

Non fraintendetemi voglio molto bene a Finn, ma alle volte è così… così… tardo.

Mi ricorda Blaine e tutto il tempo che ci ha messo per accorgersi di provare qualcosa per me.

Sempre se prova ancora qualcosa.

Sono certo che Jeremiah l’ha incantato con il suo esercito di fate.

Pensare troppo mi fa male e così guardo Rachel e Mercedes che chissà perché si sono messe a correre verso la cabina telefonica a pochi metri da noi.

“Cosa diavolo stanno facendo?” commenta Puck, seduto scompostamente sulla panchina.

Mi hai tolto le parole di bocca Puckerman.

Quelle due stanno… parlando con la cabina telefonica?

Oddio non posso credere di averlo detto seriamente, perché suona davvero strano.

Eppure loro sono lì, che chiacchierano felici e allegre.

Con la cabina telefonica.

“Vado a vedere che combinano” dico, incamminandomi velocemente verso le mie amiche, che in questo momento tutto hanno tranne che la sanità mentale.

Probabilmente hanno in mente qualcosa.

Quando si comportano in questo modo c’è sempre qualcosa sotto.

E mi sento piuttosto offeso per essere stato tagliato fuori.

Riesco finalmente a scorgere nitidamente le loro figure e di certo non stanno parlando con la cabina telefonica.

Oh Gaga.

 

Statura da elfo, capelli fossilizzati, una polo, un viso bellissimo e occhi da bambi.

Blaine.

Se questo è una specie di visione Kurt, l’aria di New York ti fa proprio male.

Porto le mani alla bocca e inizio a saltellare sul posto, convinto di attirare la loro attenzione, lanciando strilli eccitati.

Smetto di saltellare quando mi accorgo che sono troppo occupati a discutere su balletti e coretti per accorgersi di me e così porto le mani ai fianchi, schiarendomi la voce.

Ma nulla.

E mentre Rachel tesse tele di ammirazione per il MIO fidanzato, la mia pazienza finisce con l’esaurirsi.

“Dobbiamo anche ballare?” chiede Rachel, mandando nel panico Blaine non esattamente abituato all’esuberanza della diva Barry.

“Io…. Non so…. Non credo…. Cioè….”

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. Anche se non ci sto capendo molto della situazione, decido d’intervenire, prima di tutto per potermi fiondare addosso a Blaine e in secondo luogo per salvarlo da un esaurimento certo.

“E perchè, se posso permettermi, dovreste mettervi a ballare in mezzo a Central Park?”

Mercedes e Rachel si voltano di scatto verso di me, abbozzando sorrisetti colpevoli, mentre Blaine si porta la mano sul petto, spaventato.

“K-Kurt! Cosa ci fai qui?!” chiede.

Il mio sopracciglio destro s’inarca lentamente. “In realtà dovrei fartela io questa domanda, non credi?”

Blaine ridacchia e si porta una mano dietro al collo, colto dall’imbarazzo.

Non posso evitare di sorridere della sua impensata timidezza.

“Volevo farti una sorpresa ma…. Ho fallito miseramente” dice, mentre il mio cuore fa scherzi, iniziando a battere forte.

Oh mio dio vorrei baciarlo.

Ma è strana la voglia che ho perché è del tutto… inaspettata.

È un’emozione nuova che mi cresce nel petto e ancora non riesco a darle un nome.

“Meglio così” ribatte Mercedes, quasi rincuorata e prendendo Rachel per un braccio, inizia ad allontanarsi “La canzone faceva schifo” e la sua fretta di andarsene mi fa ridacchiare.

È bello che voglia lasciarci soli.

“No!” esclama Rachel, e figurati se non dove dire ribattere, la signora del dramma.

“Visto che siamo qui tutti e quattro…. Facciamo un giro per la Grande Mela insieme! Blaine ci sei mai stato?” continua, facendo gli occhi dolci al, ripeto, MIO ragazzo.

Quando capirà che Blaine è troppo omosessuale e spaventato da lei per poterlo conquistare?

“A dire il vero no ma…”

“Allora deciso!” esclamò Rachel e Blaine è troppo buono per poter ribattere. “a te va bene, vero Kurt?” mi chiede poi, con quello sguardo da finta santarellina e vorrei solo saltarle al collo e farle togliere quelle manacce ancora appoggiata sul petto di Blaine.

Solo io posso toccarlo.

Aspetta.

Cos’ho appena detto?

Che vorrei toccare Blaine, in quel modo?

Arrossisco e cerco di distrarmi, sorridendo. “Ma certo che no, Rachel cara.”  Dico, avvicinandomi. “se permetti, però, vorrei salutare il MIO ragazzo, perché il MIO ragazzo è venuto apposta da Lima per vedere me, ovvero il SUO ragazzo.” metto in chiaro, afferrando la mano di Rachel e staccandola, con un po’ di fatica, da Blaine.

Mi accosto a lui e lascio un leggero bacio sulla guancia, arrossendo. “sono felice che tu sia qui.” Gli sussurrò all’orecchio, portando un braccio sulle sue spalle.

Blaine sorride tutto contento e compiaciuto e mi circonda il fianco con un braccio.

“Allora pronti per scoprire le meraviglie della Grande Mela?!” esclamo e mentre Blaine esulta, Mercedes trascina Rachel più avanti prendendola a braccetto.

Blaine aspetta giusto un po’ prima di parlare.

“Allora…. Dimmi…. Com’è andata in questi due giorni? Non ci siamo sentiti molto perché avevo già pianificato di raggiungerti…” mi chiede.

“Credevo fossi stato rapito dalla regina delle fate, sodomizzato e stordito dalle sue proposte indecenti!” ribatto sarcastico.

Ammetto di essere stato un pochino fuori controllo quando non rispondeva alle mie chiamate, ma questo non vuol dire che sono geloso o paranoico.

Vero?

Blaine ci mette più del solito a trovare una risposta, sgranando gli occhi. “A dire il vero ti ho pensato tutto il tempo, mentre fremevo di eccitazione all’idea di incontrarti” dice, ed io non posso essere più felice di così.

Ah, mi conosce troppo bene, sa che parole del genere mi mandano in orbita.

Ricambio il sorriso e afferro la sua mano con energia, intrecciando le nostre dita fermamente.

È bello poterlo fare in pubblico.

A Lima tutti ti fissano come se fossi un asteroide caduto dal cielo. O peggio t’indicano come un animale da circo.

Qui invece alla gente non importa o neanche ti vede.

“uhm.” Rispondo. “senti… ti va di fuggire?” propongo osservando Mercedes e Rachel che si sono fermate ad aspettarci qualche metro più avanti. “potremmo rifugiarci in un bar o da qualche altra parte!”

 Blaine annuisce “Non che mi disturbi stare con loro ma l’entusiasmo di Rachel mi spaventa un pochino” ammette.

E io vorrei solo dirle che è una mangiauomini… senza offesa Rachel.

Le voglio bene, ma a volte è talmente insopportabile e appiccicosa!

“Possiamo passare in albergo da te? Magari appoggio questa” mi chiede mostrandomi la tracolla che indossa.

“e faccio la doccia, di fianco a me un signore un po’… uhm…  un po’ più che robusto, puzzava un sacco in aereo e mi pare di sentire ancora l’odore di quel panino schifoso che si  è mangiato sotto al naso” io rido alla sua espressione disgustata “senza contare che io non ho nemmeno un posto in cui alloggiare! Anche se una bella doccia mi preme maggiormente... “.

Okay Kurt, calma e respira profondamente.

Le immagini che mi sono apparse in testa alla parola “doccia” e “non hanno un posto dove alloggiare” non è propriamente, come dire, pulite.

Arrossisco così violentemente ancora prima che riesca a formulare un pensiero coerente.

Blaine, nudo, nella doccia.

Sbatto le palpebre violentemente come a togliere la sua immagine dalla mia testa, ma quando parte la colonna sonora di “nove settimane e mezzo”, sono spacciato.

Non posso credere che io, Kurt Elizabeth Hummel, abbia appena fatto dei pensieri a luci rosse fluorescenti. Ero appena entrato in un filmino porno senza la capacità di uscirne.

E il pensiero dell’acqua calda che scorre sul suo corpo e sui suoi capelli mi uccide.

Letteralmente.

Oh, vorrei mettermi ad urlare e scappare.

Mi volto a guardare Blaine che, probabilmente avrà notato il passaggio dal pallido al rosso porpora sul mio viso.

E ho veramente voglia di fuggire.

Ma con lui e rintanarci in camera e…

“Okay fuggiamo ora.” Dico, mentre Mercedes e Rachel, distratte dai vestiti esposti in vetrina, non ci danno attenzione. Mi fermo di colpo e lo guardo intensamente. “scappiamo in albergo, staremo lì.” Aggiungo, ammiccando palesemente.

Ma forse lui non ha capito le mie vere intenzioni.

“Dici che posso dormire da te? Non preferisci che prenda un’altra stanza?” Mi chiede ridacchiando.

Ah, perfido! Sta cercando di mettermi in difficoltà.

Deglutisco più volte e mi costringo a guardarlo negli occhi, con espressione decisa. “Tutto quello che voglio è stare con te!” ribatto. “e dormire insieme è incluso nel pacchetto.”

Poi, troppo imbarazzato per poterlo guardare oltre, distolgo lo sguardo, arrossendo un altro po’.

È strano come questo disagio a poco a poco si stia trasformando in desiderio.

Lui mi sorride e mi abbraccia e un po’ di tensione scivola via. “Allora andiamo” gli sussurro all’orecchio “Fammi strada! Già pregusto il bagno caldo…. Dopo possiamo uscire di nuovo se vuoi…”

“No, preferisco te, il bagno caldo e un letto comodo e non necessariamente in quest’ ordine. New York può aspettare.” Così, comincio a camminare nella direzione opposta, abbandonando definitivamente le ragazze, ancora ignare della nostra fuga.

Blaine mi sta dietro a fatica e quasi lo trascino.

È tanta la fretta di salire in camera che quasi mi dimentico la strada.

Appena mettiamo piede in albergo, con una certa fretta chiedo la chiave della camera, situata al settimo piano.

In ascensore mi ritrovo lo sguardo di Blaine puntato addosso.

“Piccolo sei sicuro di stare bene? Sei… strano…” mi porge questa domanda con un cipiglio preoccupato e io tento di sorridergli in mezzo a tutta quell’agitazione.

“Certo che sto bene, anzi benissimo.” Prendo un bel respiro e mi avvicino a lui, passandogli un dito sulle cuciture della polo, in una languida carezza. “ho solo bisogno di stare con te. Tutto qui! È così strano?”

“Kurt…. Che cosa stai cercando di dirmi?” chiede con un’espressione stupida.

Stupida davvero. Tanto quanto quelle di Finn.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo.

Che cosa devo fare e per farglielo capire?

Capire cosa poi? Che voglio lui? In tutti i sensi?

Già, proprio così.

“Non posso credere che tu sia seriamente così tardo.” Mormoro prima di sporgermi e baciarlo.

Al diavolo le mezze frasi e le occhiate eloquenti, passare all’azione è il modo migliore per svegliare Blaine Anderson.

Così metto tutta la passione possibile in un bacio che nemmeno io riesco a capacitarmene.

È…wow.

Non ho mai baciato Blaine in questo modo, troppo spaventato delle mie sembianze di un cucciolo di pinguino, dalla mia totale mancanza di sex appeal e malizia.

Questa volta invece ci metto tutto me stesso, voglio fargli capire cosa provo e che voglio lui, solo lui al mio fianco.

In tutti i sensi possibili.

“Non penso che quello che abbia capito sia possibile….” Borbotta affannato e decisamente sorpreso.

Non faccio in tempo a rispondergli perché le porte dell’ascensore si aprono, rivelando la nostra, sconveniente e poco casta, posizione a una anziana signora vestita di tutto punto.

Scappiamo letteralmente dalla situazione con qualche scusa mal piazzata e una volta richiusi in camera, rilascio un lungo sospiro.

Blaine appoggia la sua tracolla sulla scrivania di fianco alla porta e si siede sul letto a una piazza e mezzo che sta al centro della stanza.

“Per rispondere alla tua domanda, Blaine, direi che quello che pensi stia succedendo sia possibile, eccome se è possibile.” Cerco di ammiccare in modo sensuale, mordicchiandomi d’istinto il labbro inferiore.

“Vuoi dire che tu sei pronto per affrontare quel… discorso?” domanda e mi pare di vedere che non è totalmente lucido e i suoi occhi caramello diventarono di una tonalità più scura e ammaliante.

Qui c’è qualcosa che non va!

O l’aria di New York è immersa in un bagno al profumo di feromoni o sono io che non riesco a spiegarmi questo mio comportamento.

“Totalmente pronto…” sussurro, avvicinandomi a lui che per qualche strano motivo arretra, fino a toccare la tastiera letto con la schiena. “inoltre, siamo al settimo piano e non scapperò tentando di imitare uno scoiattolo volante.” Lo assicuro portando il ginocchio sul letto e cominciando a gattonare verso di lui.

Lo guardo in viso e sembra piuttosto… impaurito?

Okay, faccio così schifo? Ho davvero la sensualità di un cucciolo di pinguino? O peggio… di un astice?

“Che c’è? Perché sei così teso?” chiedo, un po’ preoccupato.

“No, è tutto ok” tenta di rassicurarmi, sorridendomi appena e avvicinandosi, forse per non dettare sospetti del suo PALESE disagio nei miei confronti. “Solo che…. Mi cogli alla sprovvista…” aggiunge e non posso essere che d’accordo con lui.

Insomma chi l’avrebbe mai detto? Kurt Hummel che si atteggia a sembrare sexy è quasi un’utopia.

E non solo per Blaine, ve lo assicuro.

Decido, però, di giocarmi la carta dell’innocenza, nei film l’ho visto fare un sacco di volte, e sporgo il labbro in un’espressione rammaricata, sfarfallando le ciglia. “avevi detto che non avresti mai più tirato fuori il discorso…” inizio, avvicinandomi un po’ di più a lui. “me l’avevi anche promesso…” le mie parole sono diventate un sussurro a pochissimi millimetri dalle sue labbra. “però io non ho promesso…” gli lascio un lieve bacio senza staccare gli occhi dai suoi, nonostante stia morendo di vergogna.  “e ora voglio farlo…”

Sussulta, scandalizzato e senza nemmeno rendermene conto, scappa come un gatto impaurito e si rifugia sotto il letto.

Sotto il letto capite?!

Chi crede di avere davanti? Rebecca Black nuda e allupata?!

“Kurt cosa vuoi fare di preciso?” sento chiedere, mentre mi siedo composto sul letto, rilasciando un sospiro. “Si insomma…. Così mi preparo un attimo psicologicamente e poi…. Kurt cosa vuoi da me?!”

Sgrano gli occhi e il mio viso raggiunge tonalità di rosso impensabili, lo so perché lo specchio sulla parete di fronte a me mi restituisce la mia immagine.

Ed è totalmente sconvolta.

“B-Blaine! Cosa a cosa stai pensando esattamente?!?” urlo. “io voglio parlare! Mi riferisco al discorso, non alla parte pratica!”

L’avevo detto di avere un fidanzato idiota?

Ah sì, ricordo, forse nel capitolo precedente.

Mi porto una mano nei capelli, cercando di non arrabbiarmi o almeno, evitare di urlare.

Lentamente vedo che sguscia fuori dal letto, permettendomi di vedere la sua faccia imbarazza e lievemente rossa in viso.

“Oh” dice, spalancando quegli occhioni “non avevo capito bene… scusa…” borbotta. Rilascio un sospiro e incrocio le braccia al petto.

“Potrei offendermi, sai? Insomma è come se pensassi che ti voglia molestare!” esclamo, alzandomi in piedi e percorrendo il pavimento della stanza a passi veloci. “e poi, vuoi uscire da lì?!” aggiungo, notando come la mia voce diventa sempre più acuta man mano che perdo la pazienza.

Sussulta, forse non del tutto abituato alla mia voce acuta e di solito non urlo con lui.

Infatti, si diverte un sacco quando lancio i miei strilli a mio fratello o a papà quando diventa inopportuno.

Lui si limitava a fissarmi, divertito e ora deve subirli.

Comunque finalmente esce dal suo nascondiglio e si ripulisce i jeans dalla polvere. Faccio una smorfia infastidita e mi si avvicina.

“Ecco, Kurt, io non ho pensato che volessi molestarmi… solo… mi hai colto alla sprovvista” mi posa una mano sul braccio come a rassicurarmi. “mi sono fatto prendere un po’ dal panico”

“Tu dal panico? Ah!” esclamo sarcastico. “hai passato mesi a molestarmi verbalmente! E forse tu non te lo ricordi, ma quello preso costantemente dal panico ero io!” strillo, enfatizzando la frase puntandogli il dito contro.

In questi casi, il tocco da Drama Queen non guasta mai.

Arretra, come se volesse scappare, e non gli do torto, scapperei anche io se stessi litigando con me stesso.

Porta le mani avanti, assumendo quell’espressione colpevole che un po’ mette fine alla mia rabbia.

Forse non dovrei urlargli contro in questo modo…

“Hai ragione, ma esageri un po’, non ti pare?” dice con una vocetta piccola, piccola come se non volesse farsi sentire.

“ESAGERARE?!” urlo, tanto che la voce mi gratta la gola in un modo fastidioso. “quello che esagera sei tu.” Mi avvino a lui di qualche passo, mentre continua ad arretrare, intimidito. “tu hai una vaga idea della fatica che ho fatto per organizzare fughe lastminute? E ora, che sono pronto, tu mi dici che… ESAGERO?!”

La sua fuga finisce quando la sua schiena incontra il muro e io non posso che esserne felice.

È in trappola.

“No! No! È solo che… un po’ sì… voglio dire!” cerca di rimediare, permettendo solo al mio nervosismo di raggiugere picchi mai pensati “io non ti ho mai spinto troppo… cioè… alla fine ho sempre lasciato perdere. No?”

Le mie mani, stretta a pugni s’irrigidiscono e perdo ogni segno di lucidità. “ Lasciat-oh dai non fare il santarellino Anderson!” ringhio, rifilandogli un piccola spinta. “ho dormito in auto una notte intera per colpa tua, ho attraversato un condotto di areazione stretto e sporco… e pieno di topi! Sono scappato dal finestrino di un’auto e mi sono rifugiato in un cesto di palle da Football, rischiando il linciaggio!” strillo, allontanandomi per ritornare a girovagare per la stanza. “sono finito in un tombino capisci, un lurido e schifoso tombino! E non vogliamo dimenticarci della lezione su sesso omosessuale? IMBARAZZANTE! ”

Non posso crederci che stiamo seriamente affrontando la nostra prima e seria litigata da fidanzati.

Non ero preparato a tutto ciò.

“Kurt io non ti ho costretto a fare proprio nulla di tutto questo!” sbotta, facendomi fermare al centro della stanza. “Se tu avessi avuto la maturità di ascoltarmi e parlarne… allora non avresti perso sei delle tue sette vite! Io non ti ho spinto né dalla finestra, né nel tombino e né ti ho chiuso in auto… io cercavo un dialogo. D-I-A-L-O-G-O, Kurt!”

Spalanco la bocca e gli occhi diventano umidi. “Perché tu non hai voluto ascoltare me, Blaine! Non ti è mai interessato il fatto che io davvero non ero ancora pronto, eh?” strillo. “cosa pensi che mi sia piaciuto fare il maratoneta o lo scalatore? Pensi che io sia immaturo? Bene, allora non ho più niente da dirti.”

Quando mi accorgo di essere esploso in un pianto, gli do le spalle e velocemente cerco di asciugarmi le lacrime, ma quelle continuano a scendere.

Non pensavo che essere feriti dalla persona amata potesse fare così male.

Oh, adoro tutta questa drammaticità.

Onestamente però, tutto speravo fuorché essere ferito da lui.

Sbatto le palpebre per scrollare le ultime lacrime appese sulle ciglia, mentre le sue braccia mi cingono in un caldo e inaspettato abbraccio.

“Mi dispiace tantissimo, scusami per tutto… non so cosa mi sia preso…” mi lascia un tenero e piccolo bacio dietro l’orecchio e ogni cosa, anche la più cattiva che ho detto in quei pochi minuti di discussione, mi scivola via e vorrei solo ricambiare la stretta e farmi coccolare fino ad esserne soddisfatto.

Però, cercando di resistere, non mi volto, anche se la mia postura ha perso tutta la sua rigidità. “Non credere d’incantarmi, Warbler” borbotto, totalmente assuefatto da quel buon profumo e dai continui e lievi baci che Blaine continua a darmi dietro all’orecchio, scendendo poi, verso il collo.

Sento le sue mani calde attirarmi maggiormente verso il suo petto e il suo mento pungermi lievemente la spalla.

“Kurt… mi perdoni? Lo si che odio litigare con te.”

Posso sentire i battiti del suo cuore da qui, quasi all’unisono con i miei.

È un pensiero sdolcinato e da diabete, ma è così bello rendermi conto di quanto ci amiamo.

Rilascio un sospiro e sorrido un po’, finchè non decido di rigirarmi nell’abbraccio e portargli le mani dietro il collo, unendo le nostre fronti. “Cosa devo fare con te?” sussurro, a portata di bacio. “se non riesco nemmeno ad arrabbiarmi per più di un secondo?”

Lui mi sorride, baciando le mie labbra e senza che possa replicare, porta un braccio dietro le mie ginocchia sollevandomi da terra.

Oddio, un gesto come questo è da Musical! Quasi squittisco deliziato, nonostante abbia notato l’espressione, non propriamente tranquilla, del mio ragazzo.

Questa è la prova del nove, se fa una battutaccia sul mio peso, lo mollo qui con un calcio negli stinchi.

Ma, constato con piacere, la sua forza di volontà nel trattenersi.

Mi poggia sul letto delicatamente, giusto al centro e con naturalezza allargo lievemente le gambe per fargli posto e stendersi su di me.

“Meglio così, no? Sei molto più bello quando sorridi, anche se le lacrime ti schiariscono ancora di più gli occhi.”

Dischiudo le labbra, compiaciuto e gli porto una mano dietro al collo per attirarlo verso la mia bocca e baciarlo, proprio come era successo in ascensore.

Mi stacco da lui ansimante, mentre Blaine scende di nuovo a baciarmi il collo, questa volta con più passione.

“Ora possiamo affrontare il discorso?” chiedo, rosso in viso e quasi fatico a respirare.

Mi sfila con precisione la cravatta e apre un paio di bottoni della mia camicia, baciando la clavicola e facendomi perdere il controllo.

Sussulto un po’, quando la sua mano fresca s’insinua sotto la camicia per accarezzarmi con sensualità il fianco. Ringrazio Gaga per essere sorretto da un sostegno come il letto o sarei già caduto a terra dopo un attacco di vertigini.

All’improvviso si blocca, alzando lievemente il busto per fissarmi negli occhi, senza smettere di accarezzare la pelle scoperta del fianco. “Certo… parliamone…”

Lo guardo con occhi quasi vitrei, dimenticandomi quasi di quello che dovevamo affrontare.

“Sì,” annuisco lievemente, senza però esserne convinto. “parliamo…”

Non so come, ma le nostre labbra s’incontrano con violenza e passione e le mie mani, mai state così curiose, vagano sul tessuto liscio della polo che indossa, fino a raggiungere la pelle calda al di sotto di essa.

È la sensazione più esaltante che abbia mai provato.

Le sue mosse, lente, ma passionali, non riescono a intimidirmi.

Non questa volta.

Sento che preme il bacino contro il mio e le mie cosce lasciano ancora più spazio al corpo meravigliosamente caldo di Blaine.

Ritrovo i suoi occhi dritti nei miei, mentre con un sorrisetto beato, mi passa una mano nei capelli, prima di sussurrarmi all’orecchio: “Dobbiamo proprio parlare?” il soffio del suo respiro sulla pelle mi fa rabbrividire di piacere e senza rendermene conto alzo un poco il bacino, per scontrare il suo, accavallando una gamba appena sotto il suo sedere.

“Di… di che cosa dovevamo parlare?” chiedo confuso.

Blaine scuote lentamente il capo e la luce sicura ed eccitata che si scorge nei suoi occhi è la stessa riflessa nei miei, almeno per una volta.

Finisce di liberare le asole dai bottoni e quando la camicia è finalmente aperta, inizia, con baci passionali e lievemente umidi a percorrere tutto il petto e l’addome fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni.

La fissa consapevole di quello che sta succedendo fra noi, infine mi guarda, chiedendo conferma delle sue azioni e quando non nota nessuna insicurezza, prende a slacciarla.

Oh mio Dio, non posso credere che questo sia succedendo davvero…

 

 

 

 

*****

 

Okay, che dire Gleeks, siamo un po’ emozionate a presentarvi questo ultimo capitolo, spero non ci vogliate male per come è finito quindi vi metto subito il cuore in pace: dovrete sopportarci per un altro po’ perché…. C’E’ IL SEGUUUITO!!!

Pensavate che vi lasciassimo a bocca asciutta? xD

Ora ne approfittiamo per prendere un po’ di spazio e ringraziare tutti:

 

allora le 10 e straordinarie persone che hanno recensito dal primo all’ultimo capitolo, spronandoci sempre a continuare!

Le 18 persone che hanno messo questa storia fra i preferiti!

Le 50 persone che l’hanno messa fra le seguite!

E le 2 persone che hanno messo la FF fra le ricordate.

 

GRAZIE MILLE! :,D

 

Grè e Jessy <3

  
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