Fanfic su artisti musicali > Mika
Segui la storia  |       
Autore: LadyOrlando    27/06/2011    1 recensioni
Allora in questa storia sono presenti alcune celebrità, prima fra tutte Mika e Jamesa Franco- come personaggio secondario-.
Dal primo capitolo:
"“Voglio dire che potremmo contattare qualche cantante famoso per scrivere una canzone, così poi potrebbe lanciarla come singolo e tutti direbbero : “Oh questa è la canzone del film the intellectuals”. Cosa ne pensi?”.
“Ho capito, ma sai è difficile trovare un cantante o una cantante adatto al nostro film. Noi parliamo di… disadatti, nerd, ragazzi che non sono propriamente cool, di certo non puoi chiamare Britney Spears!”.
“Infatti io ho già chiamato il manager di un altro cantante e fidati è quello giusto”. [...]
 Negli ultimi mesi Michael Holbrook Penniman Jr non aveva avuto un attimo per respirare: da quando era uscito il suo terzo album si trovava catapultato da ogni parte. Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti. Tutti volevano sapere tutto su di lui. Sempre le stesse domande. 
commentate, anche se la storia non vi piace per niente.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccoci finalmente con il secondo capitolo. non ho molto da dire quindi vi lascio subito alla lettura.

Capitolo secondo

La prima cosa che pensò Mika quando entrò nel ristorante fu che non aveva mai visto un posto più anonimo di quello, la seconda che tale ristorante si trovava in un hotel di  lusso, la terza che era perfettamente in orario. Il cameriere li fece accomodare al tavolo dove erano seduti i produttori Patrick Jens e Kevin Nibov. Alla vista del giovane si alzarono. Jerry Blair, il suo manager si presentò ai due.
“Salve, io sono Jerry Blair e questo è il signor Penniman  meglio conosciuto come Mika”.
“Salve, mi chiamo Patrick Jens”
“Io sono Kevin Nibov. Siamo i due principali produttori di questo film e parlando anche a nome del signor Franco e della signorina Harris siamo davvero onorati di poter collaborare con un cantante così bravo, un musicista di indiscutibile bravura”. E si sedettero.
“Io non avrei saputo trovare parole migliori, mi complimento con lei signor Nibov. Signor Penniman è un piacere rincontrarla” disse James arrivato velocemente; Violet lo seguiva a qualche passo di distanza.
Quando lo raggiunse riuscì a vedere finalmente la seconda sorpresa di quella giornata. Non aveva pensato minimamente che il cantante scelto fosse Mika, ma quando lo scoprì le sembrò che non poteva essere altrimenti. Lui era perfetto: creativo, originale, giovane, fuori dagli schemi. Sicuramente avrebbe fatto un ottimo lavoro. Dopo le parole di James, lo sguardo del libanese si era sposato verso loro due. Violet sentiva i suoi occhi posarsi su di lei, la stavano esaminando; si sentiva in soggezione. Ma tutto durò pochi secondi.
“Me perché non ci diamo del tu?” disse gentilmente il cantante.
“Certamente” replicò James offrendole la sedia e poi sedendosi a sua volta. Bene adesso erano seduti uno di fronte all’altra. Lui sorridendole le chiese: “Non ci siamo mai incontrati prima, dico bene?”.
“Si, hai ragione. Ma io ti conosco di fama, naturalmente. Se posso permettermi le tue canzoni sono bellissime e proprio per questo io sarei davvero felice se tu collaborassi al nostro progetto”. La tensione si stava sciogliendo. “Vedo che sei una che arriva subito al punto” disse Jerry.
“Sono fatta così e poi negli ultimi mesi mi sono abituata a questi tipi di incontri” rispose Violet. James si lasciò scappare un risolino che sfuggì a tutti tranne a Mika. Guardò i due: tra loro c’era un incredibile sintonia, erano venuti insieme; che la loro unione non fosse soltanto professionale? E un pensiero fugace lo colse e sperò con tutto se stesso che non fosse vero. Scosse la testa cercando di cacciar via quel pensiero, ma il suo sospetto non si affievolì. Parlò nuovamente: “ Io trovo molto interessante la vostra proposta, ma vorrei sapere prima dettagliatamente di cosa parla il film”.
“Mi sembra giusto, io e Patrick ne abbia discusso e credo che la soluzione migliore sia che legga la sceneggiatura integralmente e poi deciderà. Solo, pur essendo sicuri della sua professionalità, siamo costretti a farle firmare un accordo di segretezza; è una procedura che abbiamo utilizzato anche con gli attori che abbiamo contattato” disse Kevin Nibov.
“Va bene, quando potrò avere la sceneggiatura?”.
“Anche subito. Ecco un cd su cui c’è tutto.” disse James tirando fuori il piccolo disco.
Mika vide Violet sussurrargli qualcosa nell’orecchio, lui sorrise e fece finta di niente. Poi lei si alzò dicendo: “Scusate devo fare una telefonata”. Kevin lanciò uno sguardo di intesa ai presenti e sarcasticamente disse: “E tu James, non vai a fare una telefonata?”. Allora Mika cogliendo la palla al balzo chiese con tono non curante: “Ah ma allora state insieme?”.
“No, no e ancora no: non stiamo insieme. Siamo amici, lei è una bravissima ragazza, ma io non sono innamorato di lei e lei non lo è di me. È inutile che tutti cerchino di vedere oltre, perché questa è semplicemente la realtà”. Ma Kevin non ne era convinto. “Andiamo, vuoi forse dirmi che non c’è mai stato niente fra di voi? Tra l’altro non ho mai capito bene come vi siete conosciuti; io e Patrick sappiamo solo che prima di lei non avevi una storia, neanche uno straccio di idea ed adesso stanno per partire le riprese. Ammettilo: lei è la tua musa inspiratrice.”. James sorrise amaramente: nemmeno una sillaba del suo discorso era vera; quell’uomo era insopportabile, soprattutto in quel momento. Sicuramente se Violet non fosse arrivata in quel preciso momento, non sarebbe servito più il lavoro di Mika perché le parole che James stava per pronunciare lo avrebbero fatto sicuramente licenziare e sostituito da qualcun altro.
“Io non credo di essere mai stata una musa e sinceramente non ci tengo particolarmente ad esserlo. Ho conosciuto James alla Columbia University a New York; eravamo nello stesso corso. Ma non eravamo in rapporti molto stretti. Qualche tempo dopo è uscito il mio primo libro e lui mi ha chiamato per congratularsi e per chiedermi se mi andava di scrivere un film insieme. Così tutto è nato e siamo diventato grandi amici”. Disse Violet, dopo essersi seduta.
“Ottimi amici” aggiunse James rasserenatosi.
“Se lo dite voi” dichiarò Kevin. Così si chiuse il discorso.
 Mika tirò un sospirò di sollievo, poi si stupì di quello che aveva fatto. Quella ragazza lo incuriosiva troppo: come era vestita, come parlava, i suoi capelli. Ma mai avrebbe azzardato qualcosa: troppe volte si era esposto con le persone e sempre era stato ferito, abbandonato e preferito a qualcuno di più normale e meno celebre. Non aveva mai pianto, ma aveva sofferto. Aveva trovato un comodo rifugio tra le sue creazioni, così anticonformiste da sembrare reali. Le sue Lollipop girls non lo avrebbero mai abbandonato. Aveva semplicemente rinunciato a cercare qualcuno pronto ad accettare di vivere una relazione segreta. Per questo Violet sarebbe stata semplicemente una collaboratrice, niente di più.  Prima di congedarsi stabilirono gli ultimi dettagli: il cantante avrebbe letto il testo e poi avrebbe deciso; la canzone sarebbe dovuta essere lanciata un paio di settimane prima dell’uscita nelle sale del film, data ancora da stabilirsi. Si salutarono tutti con una stretta di mano. I due produttori presero un taxi, così come Mika e Jimmy;  Violet e James montarono sulla moto e furono presto inghiottiti dalla folla.
Quando arrivò a casa, il libanese disfece la valigia e la riempì di abiti puliti, poi prese uno zaino e ci ficcò qualcosa per il viaggio in aereo: la sceneggiatura  appena stampata, il suo i-pod.Si sedette: aveva pochi minuti e poi suo fratello Fortunè lo avrebbe accompagnato alla stazione. Uscì di casa lasciando un biglietto sullo zerbino della sua vicina, senza prestare nemmeno attenzione al nome sul citofono.
Il suono dell’altoparlante giungeva ovattato attraverso le sue cuffie. Ma lui non prestava attenzione nemmeno alla canzone che stava ascoltando, cercava tra gli scaffali un libro, quello di Violet. Poi i suoi occhi furono colpiti da una copertina bianca: lo aveva trovato.
Rientrando a casa, Violet trovò una sorpresa ad aspettarla: un piccolo biglietto. Lo aprì: lettere incerte erano scritte su un foglio di carta pregiata, sembrava la pagina di un taccuino moleskine. Le piaceva quella grafia così minuta, rannicchiata in sé, sospesa tra quelle righe, su di un lato c’era una piccola sbavatura: il biglietto doveva essere stato scritto in fretta.
“Sono il suo nuovo vicino, mi dispiace non salutarla di persona: sono appena tornato e questa sera parto nuovamente per la Germania. Non si preoccupi: non sono né un agente dei servizi segreti né un terrorista. Viaggio solo spesso. Per quanto riguarda lo scantinato può prendere tutto lo spazio disponibile. A presto, Michael”. Che strano: si era firmato solo con il cognome. Uscì: voleva vedere se fosse ancora in casa. Suonò tre volte: niente. Tornò in casa rigirandosi tra le mani il biglietto. Si sedette sul divano. Accese la televisione. MTV stava mandando in onda alcuni videoclip. Il telefono squillò.
“Grazie per oggi”. Era James.
“Oh di niente. Grazie a te”. Mise la tv sul muto.
“Per cosa? Quello stava mettendo in discussione la mia opinione su di te come se l’amore mi accecasse e io non fossi in grado di pensare lucidamente.”
“Perché so che mi avresti difesa a costo di farti sostituire come regista”.
“Te lo saresti meritato. Avrei detto solo la verità”.
“E qual è?”.
“Che tu sei davvero la migliore e lo sappiamo entrambi che la maggior parte è opera tua. Non puoi negarlo. Inoltre avrei aggiunto che io sono onorato di esserti amico e che...prometti di non sentirti offesa?”.
“Prometto”.
“Che mai, nemmeno quando ci siamo conosciuti, volevo portarti a letto. Con questo non voglio dire che tu non sia attraente, solo che io ti ho sempre vista come una sorella”.
“Lo stesso è per me. Sei un bravo fratello. E comunque lo sappiamo entrambi che sei innamorato di un’altra con cui hai presentato la serata degli Oscar”.
“Io ed Anne siamo soltanto amici”. Perché continuava a negare?.
“Come lo siamo io e te?”.
“Si vede tanto?”.
“No, ma io ti conosco come le mie tasche, mio caro Mr. Franco”. Sorrise.
“Secondo te Mika accetterà?”.
“Io spero di sì, mi sembrava interessato”.
“Cosa ne pensi di lui?”.
“Che è diverso da come lo immaginavo: è più uomo, non sembra gay”.
“Sai come l’ho conosciuto?”.
“No, prima di oggi non sapevo nemmeno che lo conoscessi”.
“Ero ad una festa a casa di un comune amico. Mentre cercavo il bagno sono entrato in una camera da letto e lì lo trovo con una bionda bellissima; e non erano molto vestiti. Il giorno dopo l’ho incontrato in un bar, gli ho offerto un caffè ed abbiamo parlato un po’. Io già avevo in mente di fare un film e lui mi ha detto che sarebbe stato molto felice di poter scrivere una canzone. Per questo l’ho contattato.”
L’attenzione di Violet si spostò sul televisore: c’era Mika che ballava in mutande nella sua camera da letto. Era il video di “We are golden”, sorrise tra sé. Salutò James e mise l’audio alla televisione. L’aria fu invasa da un’ondata di allegria. Il video finì.

Berlino.Il sole filtrava attraverso le tende. Due amanti giacevano addormentati tra le fresche coperte bianche, l’uno tra le braccia dell’altro. Si erano amati tutta la notte. Si conoscevano a malapena.
I morbidi ricci rossi della ragazza si erano posati sul petto dell’uomo. Non c’era visione più beata.
Sembravano felici, lo erano. Mika si svegliò, si guardò intorno. Incomincio a baciare la schiena della rossa.
“Dovresti svegliarti anche tu, non è giusto. È tardi”. Un bacio,due baci, tre baci. Violet aprì gli occhi e li puntò dritto nei suoi. Lo baciò e disse: “Non ho mai fatto una pazzia del genere in vita mia”.
“Cioè tu di solito non seduci poveri uomini indifesi spuntando all’improvviso nella hall dell’albergo dove essi alloggiano dopo che hanno pranzato quello stesso giorno in un’altra città?”.
“Non direi proprio, ma quando ci siamo lasciati mi è venuta l’irresistibile voglia di rincontrarti e vedo che tu eri della mia stessa opinione!”. Mika la baciò di nuovo, poi scese verso il colle e le sussurrò: “Come hai fatto a trovarmi?”. Violet tra un sospiro e l’altro disse: “Internet fa miracoli”.

Mika si svegliò di soprassalto. Si trovava sull’aereo diretto a Berlino.

Violet si svegliò di soprassalto. Si trovava nel suo appartamento a Londra.

Non ricordavano bene: immagini indistinte si susseguivano. Ma entrambi seppur a molti kilometri di distanza pensarono la stessa cosa.

“Che sogno assurdo! Ma chi era quella che baciavo?”. 

“Che sogno assurdo! Ma chi era quello che baciavo?”.

Entrambi voltarono la testa dall’altra parte: non c’era nessuno al loro fianco.
 
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: LadyOrlando