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Autore: Infinite Sky Driver    27/06/2011    2 recensioni
La razionalità delle persone, tende a sopprimere i loro sentimenti.
Finalmente tra di noi ci sono solo pochi metri, allungo un braccio per afferrare il tuo.[..]Cerchi di alzarti, ma ti blocco le braccia con le mani e ti stringo i fianchi con le ginocchia.
-Key, scusami!-
JongKey
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualcosa però cambia, sento che oggi è un giorno speciale, ma non so il perchè.

Decido che non costa nulla guardare una persona, apro la finestra e appoggio sul davanzale il vasetto di rose bianche che mi ha regalato la mia ex fidanzata per San Valentino. Amo i fiori, esprimono la bellezza interiore ed esteriore ai massimi livelli, con il loro profumo delicato e la loro raffinatezza nei particolari.

Sono li che accarezzo un petalo, quando la mia attenzione è richiamata da un gesto che vedo con la coda dell'occhio.

Sei davanti a casa, ancora con il pennello in mano intriso di vernice bianca; lo appoggi a terra, e passi il dorso dell'altra mano sulla fronte, alzando un poco i capelli che ricadono su di essa e asciugandoti piccole gocce di sudore.

Faccio fatica a mandare giù l'enorme quantità di saliva che mi si è formata in bocca, ma ne ho il bisogno, e quando ci riesco, la gola diventa secca in pochi secondi e sembra che non beva da settimane.

Per fortuna questa sensazione dura pochi istanti, dopodiché riesco a far tornare la situazione sotto controllo. Inizio a passarmi due dita tra i capelli, che cadono davanti all'orecchio destro cercando di dargli una forma ancora più geometrica di quella che hanno già. Il mio cervello però si ferma quanto ti giri verso di me e mi guardi.

Panico. Non so che fare, non riesco a muovermi e resto immobile a fissarti.

Alzi la mano e mi saluti, mostrando un sorriso spontaneo.

Cerco di ricambiare, ma mi esce solamente un sorriso strambo e imbarazzato, il contrario del tuo, così bello e solare.

Quella scena mi rimane impressa nella mente per molto tempo, le mie guance sembrano andare a fuoco, tutto in un colpo il mio corpo curato sembra uno schifo in confronto al tuo, e continuo a ripetere nella mia mente che tu sei l'essere perfetto.

I tuoi capelli corvini leggermente umidi sulla fronte per via del sudore, i tuoi occhi scuri, il tuo corpo muscoloso sembrano stregarmi; perchè mi fai quest'effetto?

I miei capelli sarebbero come i tuoi, forse leggermente più chiari, se non fosse per la mia tinta color miele scuro, i miei occhi non sono nemmeno paragonabili ai tuoi così limpidi, a causa di questi stupidi occhiali che porto. Inutile parlare del mio corpo liscio in via di sviluppo, con il tuo, ben allenato e forte.

Fin ora mi ero sempre vantato delle mie caratteristiche, trovandomi bello ogni volta che passavo davanti allo specchio della camera, ma ora inizio a calpestare la mia autostima, di fronte a te.

“Devo conoscerti”, l'unico pensiero che riesco a formulare. Scendo come una furia per le scale ripide andando a sbattere contro il muro e contro oggetti che incontro sulla mia strada, prendo la prima lattina che trovo in frigo, la apro, ne verso il contenuto in un bicchiere e metto al suo interno alcuni cubetti di ghiaccio.

“Avrà sete...”, non mi metto nemmeno un paio di scarpe, esco in ciabatte quasi di corsa e apro il cancelletto del giardino.

Mi giro, sei li a pochi metri da me, intento a dipingere l'ultimo pezzo di legno del tuo piccolo giardino, il pennello a mezz'aria che gocciola sulla ghiaia chiara e ti giri a guardarmi.

Anche io ti guardo, ma sembro un idiota. Sono li, ancora attaccato alla porta del basso cancelletto di ferro nero, con un bicchiere in mano e la condensa formatasi al suo esterno me la bagna lentamente. Cosa ho fatto? Ora è troppo tardi per tornare indietro, vorrei aprire la bocca per parlare, ma l'impulso non arriva nemmeno al cervello, e rimango li impalato, con una faccia sconvolta, mentre mi accorgo di avere ancora il fiatone per la corsa che ho fatto per le scale e per uscire dalla porta.

“Se non dico qualcosa finirà male, e non sarò nemmeno riuscito a conoscerlo”

Non riesco a pensare a qualcosa di sensato e la mia bocca si apre da sola.

-Ho pensato che......sete fa caldo..e...tu sudato fresco qualcosa vuoi?-

Strizzo gli occhi per capire cos'ho detto e soffoco una risata schizzata, volgendo lo sguardo alla mia mano tremante sul cancello.

-Ho....ho....p-pensato....vuoi qualcosa di fresco da bere?- “Incredibile...sono riuscito a parlargli”.

Appoggi il pennello e vieni verso di me.

Prendi il bicchiere, e nel gesto sfreghi la mano contro la mia provocandomi un brivido lungo la schiena.

-Non dovevi disturbarti....- sorridi di nuovo.

Prima di bere mi guardi, e sotto quegli occhi mi sembra di essere nudo. Di conseguenza abbasso lo sguardo imbarazzato.

-Oh...bella maglietta-

Avvampo, e torno a guardarti, poi mi massaggio il collo con una mano.

-Ah! G-grazie!- cerco di sorriderti decentemente.

Non capisco perchè, ma tu ridi e mi fai l'occhiolino, come per prendermi in giro. Volgo lo sguardo sulla mia maglia.

La mia bella maglietta bianca è attraversata da una macchia enorme color rosa....faccio mente locale in un millisecondo. Mentre prendevo la bibita ho urtato contro la scatola gel gelato che, ovviamente avevo lasciato aperta la sera prima. Non me ne ero nemmeno accorto, che figuraccia.

-Oh!!!!- Mi prendo un lembo della maglia e lo tiro in giù, come per vedere la gravità della macchia, e dico una parolaccia a bassa voce.

-Comunque io sono Jonghyun....ma puoi chiamarmi Jong- mi porgi la mano, sorridendo.

Rimango imbambolato ancora con le mani sulla maglia a guardarti, ho gli occhiali messi male, e mentre guardo la tua figura, vedo anche la striscia nera della montatura di questi.

Con una mano me li metto di nuovo bene e con l'altra stringo la tua.

-Kibum! Kim Kibum... anche detto Key! P-Piacere!-

Soffochi una risatina, probabilmente per il modo stupido in cui mi sono presentato, anzi, sicuramente per quello... e mi scompigli i capelli con una mano.

-Ciao Kibummie-

Mi porgi il bicchiere e lo afferro senza nemmeno rendermene conto, i miei occhi sono ancora fissi nei tuoi, ti avvicini di nuovo al barattolo di vernice e chinandoti riprendi il lavoro che avevi sospeso.

“Kibummie?”

Il mio cuore inizia a battere talmente forte che ho paura che tu riesca a sentirlo. Sono felice, forse il giorno più felice della mia vita.

  
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