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Autore: Atelo_Phobia    27/06/2011    1 recensioni
(Si schiarisce la voce arricciando le labbra in perfetto stile Rachel Berry - tanto amore per quella donna -)... Adoro Rachel - in caso non si fosse capito - alla FOLLIA. Lei è la ragione numero uno (e due e tre, almeno fino al dieci) per cui guardo Glee. Tra le altre ricorderei il Brittana [Santana = (unholy) love] e... rullo di tamburi... Quinn Fabray! Ok. Ho passato due anni a mandarla a quel paese non appena compariva sullo schermo, ma poi ho aperto gli occhi: il Brittana non si può toccare perchè è sacro, ma essendo Rachel e Quinn entrambe libere (No, Finn non lo considero. Può fare l'attaccapanni, se gli va)... Perchè non tentare una Faberry?? Anche perchè il nome spacca e io quelle due le adoro insieme...
Ok questa introduzione fa più schifo di tutte le mie altre messe insieme, il che è un bel risultato visto l'orrore considerevole delle altre. Ma oggi mi supero, perciò...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non Lasciarmi 








 

Rachel Berry camminava decisa lungo uno dei corridoi della Mc Kinley, indossando una gonna che aveva già provocato tre svenimenti presso le cheerios, e che possedeva un potenziale tale da, ci avrebbe scommesso, poter rischiare di mandare al tappeto una volta per tutte anche Sue Sylvester. Fortunatamente per coloro che non erano ancora incappati in quella deliziosa gonna da ultraottantenne color verde pistacchio, il corridoio in questione era semideserto, a eccezione di qualche povera vittima ormai condannata.
<< Brittany >> disse Rachel salutando l’eventuale vittima numero uno, che contrariamente ad ogni aspettativa, mantenne i nervi saldi.
Brittany si voltò salutandola allegramente. << Bello quel cespuglio... ma sta’ attenta, magari c’è nascosto un folletto >> la mise in guardia indicando la gonna. Ecco perché era uscita illesa da quell’obbrobrio: l’aveva scambiato per un alberello...
Rachel la ignorò << Sai per caso dov’è Quinn? >> le chiese
<< Veramente no, ma forse puoi chiedere a Sa... >>
In quel momento, con la sua aria più bitch comparve Santana, meglio nota come la vittima numero due, – << Parli del diavolo... e altro che corna, eccolo in persona >> disse Rachel non appena la vide – che prese subito per mano Brittany: << Dobby >> disse sorridendo come se le avessero appena fatto una plastica facciale << Guarda che se cerchi Harry hai sbagliato continente. Hogwarts è in Europa; in Inghilterra per la precisione. Molto lontano da qui. Be’, che dire? È stato bello conoscerti. Addio >>
Poi sbiancò all’improvviso, notando la gonna. Fortunatamente Brittany riuscì a sostenerla, e dopo qualche istante la latina si riprese.
<< Molto spiritosa >> disse Rachel infastidita. Accidenti, nessuna reazione degna di nota in Santana, notò con disappunto. Già sperava in un infarto. Restava ferma a quota tre!
<< Grazie, si fa quel che si può >> ribatté l’altra, più acida che mai, a testimonianza della sua completa ripresa << ma in effetti non c’è poi tanta concorrenza in questa scuola, Berry. Dovresti saperne qualcosa >> il suo sorriso si allargò.
<< Senti, mi puoi semplicemente dire dov’è Quinn? >>
<< Non saprei... prova in bagno... ultimamente ci passa un sacco di tempo... chissà a fare cosa >> continuò con malizia
Brittany si strinse nelle spalle << Magari le stesse cose che facciamo noi nello sgabuzzino >> propose ingenuamente.
Al suono di quelle parole Santana arrossì violentemente << Adesso dobbiamo proprio andare >> esclamò prendendo Brittany per mano e trascinandola lontano.
Rachel le fissò per un istante mentre si allontanavano, non del tutto certa di avere afferrato il senso delle parole di Brittany. Ma non aveva importanza, concluse, lei era Rachel Berry, futura stella di Broadway, e non aveva tempo da perdere in ciance. Aveva una carriera da costruire, lei. E tante altre da distruggere.
A questo proposito sospettava che quella gonna potesse ritornarle molto utile.


Bussò alla porta del bagno.
<< Quinn, sei tu? >> chiese.
Nessuna risposta. << Quinn? >> ritentò.
Al diavolo, pensò. E aprì la porta.
<< Quinn >> sussurrò debolmente, vedendo la ragazza seduta per terra, con le braccia che circondavano le gambe raccolte l’aria abbattuta << v-va tutto bene? >> chiese dolcemente
ma conosceva la risposta, perchè il volto di Quinn brillava. E aveva gli occhi rossi. E scintillanti.
<< Sì >> disse con un filo di voce.
<< Alzati, dai. Dev’essere sporco lì >>
<< Non importa. Puoi andare, io sto bene >>
<< Al diavolo. Dai, fammi posto, così mi siedo >> Quinn si scostò appena, e Rachel si sedette accanto a lei << Non posso credere che lo sto facendo... Sporco è un eufemismo... che schifo >>
Quinn sorrise.
Mentre si sedeva, Rachel sfiorò con la mano quella dell’altra, ritraendo la propria immediatamente.
<< Scusa >> disse fissandola intensamente. Ma la bionda abbassò lo sguardo, scoprendosi incapace di reggerlo. Arrossì, per un istante solo, ma Rachel se ne accorse.
<< Dai, dimmi che cosa c’è >>
<< Niente >>
<< Sì, e Britney Spears è gay come una finestra, come no >>
<< Shh, non dirlo ad alta voce, che è il sogno d’infanzia di Santana; e francamente non credo ci abbia mai rinunciato del tutto... Anche se in effetti non mi ha mai convinto... tutta la faccenda del bacio con Madonna... forse Santana ha ancora qualche possibilità di vedere il suo sogno realizzarsi >> disse Quinn sorridendo.
Stavolta fu il turno di Rachel di arrossire << Hai un bellissim... >> stava per dire sorriso, ma qualcosa la trattenne << denti... hai dei bellissimi denti >> Quinn la guardò sorpresa.
<< Senti Rachel >> iniziò poi sentendo la campanella suonare << credo che la pausa sia finita. Andiamo, dai. Non mi va di arrivare tardi >> Si alzò e prese per mano Rachel, aiutandola a tirarsi su.
<< Io ho matematica >> disse poi. Sembrava ancora un po’ triste, osservò Rachel. Poteva imparare a ridere anche quando le faceva male, se voleva, ma a quel sorriso sarebbe sempre mancato qualcosa, perché non si estendeva agli occhi.
<< Letteratura >> annunciò Rachel
<< Be’, allora ci vediamo in giro >> la salutò aprendo al porta
<< Aspetta Quinn >
> la fermò Rachel
<< Dimmi >>
<< Se ne vuoi parlare, qualsiasi cosa sia... insomma, puoi farlo con me se ti va, perché >> inspirò a fondo << lasciando stare i denti, per un attimo, Quinn ha un bellissimo sorriso... >> cominciò a balbettare, si sentiva il viso in fiamme << m-ma a me piace di più quello di Lucy >>
Quinn la guardò intensamente << Non credo che tu l’abbia mai visto >> disse tristemente
<< Forse l’ho solo immaginato >> insistette Rachel << ma ho l’impressione che esista davvero >>
<< Magari una volta. Ora non più. L’ho cercato >>
<< Forse non nel posto giusto >>
<< E quale sarebbe il posto giusto secondo te, sentiamo? >> disse Quinn seccata. La sua voce tremava, di rabbia.
Rachel rimase in silenzio, guardandola.
<< Lasciami in pace Berry. Non sai niente – niente – di me. Non m’importa quello che hai da dire. Tu non mi conosci. Quindi gioca alla psicologa con qualcun altro, e non mi venire a dire come mi devo comportare. Non mi serve il tuo aiuto. >> Rachel vide una lacrima scivolare lungo la guancia << Non mi conosci >> ripeté senza più alcuna decisione.
Rachel le si avvicinò, lentamente. Quinn la osservava, interdetta, senza riuscire a muoversi << Che stai... ? >> ma si bloccò quando Rachel le sorrise. Deglutì faticosamente, mentre il cuore martellava nel petto.
Chiuse gli occhi quando avvertì sulla sua guancia le labbra di Rachel. La sfiorarono, solo un istante, e poi non le sentì più. Le aveva asciugato la lacrima. Solo in quel momento si accorse che la stava tenendo per mano. Forse avrebbe dovuto farlo, ma non riuscì a lasciarla andare.
<< Perché l’hai fatto? >> le chiese riferendosi al bacio.
<< Per lo stesso motivo per cui tu continui a tenermi per mano >>
Quinn arrossì violentemente rendendosi conto solo in quell’istante che le stava ancora stringendo la mano. La lasciò andare subito.
<< E sarebbe? >>
Rachel si strinse nelle spalle. Non ne era sicura. Aveva a che fare con il cuore, che batteva forte, o forse con il calore della mano di Quinn. Con la sua guancia, così morbida, o il suo profumo. O forse soltanto con lei, e quella lacrima, che le scivolava lungo il volto, e che riusciva a brillare più di tutti i sorrisi che lei avrebbe potuto esibire.
Sospirò << Non lo so >> disse con semplicità << Non ti conosco >>
Rimase per qualche attimo ad osservarla, in silenzio, forse cercando le parole giuste, sempre che esistessero, o forse semplicemente fingendo di esserne alla ricerca, per avere una scusa per fissarla ancora, anche solo per un altro istante.
Poi si avviò lungo il corridoio non più semideserto, pronta a mietere altre vittime con la sua gonna, mentre Quinn, immobile, non riusciva a smettere di fissarla.
<< Però conosci lei >> disse piano portando una mano sulla guancia su cui Rachel le aveva asciugato una piccola, invisibile lacrima, con quel bacio.
Sì, conosceva Lucy.
Non avrebbe dovuto lasciare la sua mano, pensò in quell’istante. Non avrebbe voluto.
  
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