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Autore: crazyhorse    27/06/2011    0 recensioni
Sam, come se si stesse muovendo in un orribile incubo dove lui si trovava in un mondo privo di gravità, si avvicinò lentamente al nuovo Dean studiandolo incredulo con gli occhi sgranati e con la bocca aperta. Quando gli fu accanto, alzò le mani e cominciò a toccargli il viso come se non credesse ai propri occhi ed avesse bisogno di toccare quello che aveva di fronte. Quando vide nello speccio la propria immagine riflessa, e cioè il volto di suo fratello Sam, prese a toccarsi il viso per vedere se il tatto e la vista fossero in accordo con la realtà. Sì, lui era proprio suo fratello Sam. Non disse niente.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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GOTCHA! 5 GOTCHA!(1)

Sam ed Allison avevano setacciato palmo a palmo l'intera casa, ma avevano respirato solo aria stantia e trovato solo polvere, quintali di ragnatele, un paio di mobili rotti e coperti con un lenzuolo, piccoli detriti e feci di ogni roditore che abbia mai camminato su questa terra. Mentre scendevano nouvamente al piano terra dopo aver perlustrato i piani superiori erano entrambi il ritratto della ripugnanza e del disgusto.
-Accidenti, penso che questa visita mi abbia permesso di espiare tutti i peccati che io abbia mai commesso in tutta la mia vita!- disse Allison schifata, mentre si toglieva una ragnatela dalla spalla destra.
-Già!- concordò Sam con una smorfia.
-Ed ora che facciamo? Come la rintracciamo Jade? Quasi quasi speravo che venisse lei da noi...ma siamo qui da più di un'ora e non si sono mosse neanche le foglie nel cortile!- constatò Allison delusa.
-Non lo so!- rispose Sam, anch'egli scoraggiato.
Mentre raggiungevano pigramente una stanza che doveva essere stata il salotto, ragionarono su quale sarebbe stata la migliore mossa successiva:
-Potremmo andare a trovare l'ostetrica che aiutò Powell nel parto, ho letto il nome sul file di Samantha in ospedale.- propose lei senza convinzione.
-Mah, non lo so! Potrebbe essere un'idea...- rispose Sam avvilito, poi: -Vado a vedere in cortile, magari...- concluse poi mentre, con indolenza, si avviava verso la porta sul retro.
Allison era stanca, sporca, demoralizzata e rivoleva indietro il suo Sam, l'originale. Per di più continuava a chiedersi in che cosa esattamente consistevano le facoltà celesti residue di Jade a cui  Castiel continuava a fare riferimento. Insomma era o no un demone qualunque? Che cosa dovevano aspettarsi da lei?
-Maledizione, potrei affrontare un esercito di vampiri incazzati neri...ma stare qui ferma senza sapere cosa fare mi fa impazzire!- mormorò chiudendo gli occhi per un secondo e stiracchiandosi le giunture irrigidite dalla tensione più che altro.
Come se quella fosse stata una preghiera, quando Allison riaprì gli occhi, si trovò di fronte quella bambina dall'aria innocente con il suo vestito azzurro ed il suo fiocco ancora più azzurro fra i capelli che aveva intravisto fuori dalla casa del dottor Powell:
-Ehy, da dove sei sbucata?- disse Allison d'istinto immobilizzandosi dov'era.
-Io non ho bisogno di porte per andare dove voglio, Allison Carter.- disse Jade con tono lievemente minaccioso.
Sentire quella voce cristallina ed innocente pronunciare il suo nome sorprese enormemente la cacciatrice, che però sapeva perfettamente cosa doveva fare quindi, con l'intenzione di rimandare a dopo la spiegazione sul come mai un serafino punito sapesse come si chiamava, disse:
-Senti Jade, abbiamo scoperto la tua storia, è terribile e nessun bambino su questa terra dovrebbe soffrire come hai sofferto tu. Ma non è giusto ammazzare la gente solo per vendetta, capisci?- le disse comprensiva come se stesse rimproverando un bambino che ha rubato il giocattolo ad un amichetto.
-Non m'importa! Loro devono capire quello che ho passato!- rispose la piccola d'impeto e fissando Allison negli occhi. Alla cacciatrice sembrò agghiacciante quella situazione: mentre il corpo di quella bambina ispirava tenerezza, i suoi occhi facevano paura, in essi traspariva una durezza ed una cattiveria che le provocarono un sussulto. Riuscì comunque a ricacciare indietro lo sgomento da dove era venuto e continuò:
-Senti, ma non c'è stato neanche un momento in cui sei stata felice in questa casa con gli Hidding?- mentre faceva questa domanda pregò di non scatenare in Jade un'ira ancora maggiore di quella che aveva letto prima nei suoi occhi di ghiaccio. Fu fortunata:
-All'inizio, prima che Jerry cominciasse a stare sempre a casa!-
-Cos'è successo Jade? Vuoi raccontarmi?- chiese Allison cercando dentro di se la comprensione di poco prima ma facendo un po' fatica a trovarla.
-Ad un certo punto Jerry ha smesso di uscire di casa alle 8 tutte le mattine e se ne stava sempre lì...- si voltò ed indicò una parete di quella stanza vuota -seduto sul divano e con un bicchiere pieno di qualcosa di marrone. Beveva sempre quella roba. Però poi diventava cattivo e mi picchiava!-
Mentre ascoltava quella storia Allison sentì vacillare le proprie gambe: era vero, nessun bambino dovrebbe mai passare quello che aveva passato Jade. In quel momento provò di nuovo una compassione immensa per quella bambina, e sentì un impulso che le comandava di confortarla ed abbracciarla, ma resistette. Allison non sapeva che fine avesse fatto questo Jerry Hidding, ma gli augurò di aver raggiunto le fiamme dell'inferno da molto tempo.
-Mi dispiace tanto Jade!- disse a fatica mentre richiamava a raccolta le sue forze per fare mente locale sui suoi compiti.
-Non ti dispiacere! Se non mi lasciate in pace a finire quello che ho cominciato vi ucciderò tutti e quattro...compreso quell'inutile angelo che c'è la fuori!-
Queste parole scaraventarono la mente di Allison di nuovo dove si trovava prima dell'arrivo di Jade: in quella casa maleodorante e con un solo scopo che doveva essere raggiunto a qualunque costo.
-Senti Jade, perchè non mi fai vedere dov'era la tua stanza?- chiese la ragazza per cambiare discorso.
-E' al piano di sopra.- rispose semplicemente la bambina.
-Mi accompagni?- la invitò Allison.
Senza dire una parola Jade si avviò tranquillamente su per le scale, seguita a ruota da un'Allison trepidante. Raggiunto il ballatoio del primo piano, Jade si diresse spedita verso l'ultima porta  a sinistra e l'aprì:
-Ecco- disse semplicemente rimanendo sulla soglia.
Allison la raggiunse: si trattava di una stanzetta di circa venti metri quadri e luminosa, nonostante fosse già quasi sera e la luce del giorno stesse piano piano scemando lasciando il posto al tipico colore rosso arancio del cielo durante il tramonto. Ovviamente era sporca, impolverata e spoglia come tutte le altre stanze della casa, ma una volta pulita, tinteggiata ed arredata Allison pensò che doveva essere graziosa:
-Beh, mi sembra spaziosa, doveva essere una bella cameretta!- sentenziò mentre feceva un rapido giro all'interno del locale. Si fermò solo per guardare il panorama fuori dalla finestra, poi, scostandosi  una ciocca dei capelli castani dalla fronte,  si voltò e si trovò nuovamente in corrispondenza della porta: -Ehy, guarda! C'è un altro piano sopra questo! Cosa c'è? Una mansarda?- chiese con nocuranza uscendo dalla stanza.
-No, ferma, non poui salire!- la voce di Jade adesso era autoritaria.
Allison ignorò quella protesta, doveva raggiungere la mansarda al secondo piano e non poteva farsi fermare da Jade, almeno non quando le mancava così poco. Per cui, fuori dalla stanza corse velocemente verso le scale e salendo i gradini a tre a tre, per paura di verdersi piombare davanti quella bambina dal nulla come un quarto d'ora prima, in pochi secondi varcò la soglia della mansarda. In quello stesso istante sentì le manine di Jade toccarle il sedere e spingerla in avanti talmente forte da farle perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente a terra scivolando sul pavimento per diversi metri fino che non sbattè contro la parete nord della casa. Il contatto della mani di Jade sul proprio corpo le diedero la sensazione di essere attraversata da una scarica elettrica e, cosa che turbò ancora di più Allison, per un secondo le sembrò di vedere il viso dei suoi genitori. Mise quella visione accanto alle domande che voleva fare a Jade sul perchè conoscesse il suo nome, e si rialzò: era completamente ricoperta di polvere e dolorante in ogni punto del corpo, tuttavia con un tono di voce trionfante disse:
-Presa!-
Jade era al centro della stanza e, nel sentire quella parola, istintivamente cercò di muovere un passo verso Allison con un'espressione sul viso tutt'altro che amichevole: non ci riuscì, era immobilizzata. Il serafino non aveva più il controllo delle proprie azioni ed un'espressione di furia contrasse il suo volto angelico. Si guardò intorno e vide cinque figure intorno a sè, ciascuna coperta da un lenzuolo, poi abbassò lo sguardo e vide che sul pavimento, all'interno di un cerchio disegnato con della vernice spray arancione erano stati tracciati, sempre allo stesso modo, un pentacolo e dei simboli. Le punte della stella coincidevano con le cinque figure coperte dai lenzuoli. In quel momento capì di essere intrappolata e il terrore si unì alla furia sul suo volto che, ora, non aveva più nulla di angelico.
-Bene bene, ora sei in trappola!- mentre pronunciava queste parole Allison si avvicinò alla figura coperta che le era più vicina, afferrò il lenzuolo che le stava sopra e lo tirò indietro con forza: comparve un grande specchio lucente rivolto verso il centro del pentacolo e montato su un piedistallo con le ruote.
-Sta arrivando anche Dean...- continuò poi dirigendosi verso la seconda figura coperta. Afferrò il lenzuolo e tirò energicamente: secondo specchio.
-Quindi, fra poco sarai tu ad essere uccisa!- terza figura coperta, terzo lenzuolo, terzo specchio.
-Ma prima  dobbiamo fare una chiacchierata...- quarta figura coperta, quarto lenzuolo, quarto specchio.
-Coma fai a conoscere il mio nome? E come sei riuscita a farmi vedere i miei genitori?- quinta figura coperta, quinto lenzuolo, quinto specchio.
Un lampo di preoccupazione illuminò per un secondo gli occhi della bambina, che però rispose con apparente tranquillità:
-Io so un sacco di cose su di te e i tuoi genitori, Allison.- disse mentre la collera ed il terrore sul suo viso venivano sostituiti da una crudele bramosia di vendetta. Continuò: -se vuoi te le posso mostrare.-
Dicendo questo allungò le sue piccole mani candide verso Allison.
-No, no aspetta un secondo! Dovrei fidarmi di te? Hai appena cercato di uccidere Sam, ti ricordi? Come faccio a sapere che non cercherai di uccidere anche me?- ribattè Allison riluttante a stabilire un qualunque contatto fisico con Jade.
-Credo che dovrai fidarti. Vuoi sapere la verità? Se sei pronta a conoscere la storia dei tuoi genitori devo portarti dove tutto è cominciato.- rispose la bambina con la sua voce innocente ed allungando nuovamente le mani verso Allison.
Tuttavia non c'era niente di innocente in quella creatura, anzi Allison avrebbe scoperto di lì a poco e a proprie spese quanto odio, malvagità e perfidia covava quell'essere.


(1) Questa volta ho fatto un'eccezione alla regola: il titolo di questo capitolo non è il titolo oppure il verso di una canzone come al solito, ma è una battuta. Di sicuro milioni di telefilm o film avranno questa parola nel loro copione, magari ripetuta più volte, ma ovviamente io non mi riferisco ad un telefilm qualunque, ma a Supernatural, in particolare l'episodio 1x22 "Devil's Trap". Questa battuta è di Dean; quando Meg è trattenuta dalla trappola del diavolo disegnata sul soffitto della casa di Bobby, lui le dice "Gotcha!". La verità? Ok, dovrei rivedermi tutti gli episodi di tutte e 5 le stagioni, ma anche senza farlo posso dire con ragionevole sicurezza che questa è una delle battute più belle e meglio recitate di tutta la serie e quello che la rende tale è l'espressione di Jensen mentre parla. E' letteralmente esaltante. Ovviamente è un mio personalissimo parere. 
  
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