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Autore: crazyhorse    04/07/2011    0 recensioni
Sam, come se si stesse muovendo in un orribile incubo dove lui si trovava in un mondo privo di gravità, si avvicinò lentamente al nuovo Dean studiandolo incredulo con gli occhi sgranati e con la bocca aperta. Quando gli fu accanto, alzò le mani e cominciò a toccargli il viso come se non credesse ai propri occhi ed avesse bisogno di toccare quello che aveva di fronte. Quando vide nello speccio la propria immagine riflessa, e cioè il volto di suo fratello Sam, prese a toccarsi il viso per vedere se il tatto e la vista fossero in accordo con la realtà. Sì, lui era proprio suo fratello Sam. Non disse niente.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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HOME AGAIN 5 BIS NOTA: Questo capitolo e anche il successivo, saranno una deviazione rispetto a "Supernatural", e mi permetteranno di approfondire un po' la storia di Allison. Spero che non me ne vogliate se ho deciso di abbandonare per un poco Sam e Dean.

SO I WAIT FOR THE MOMENT WHEN I'LL BE WITH YOU....I'LL BE HOME AGAIN(1)

Nello stesso istante in cui Allison strinse con forza le morbide e piccole mani di bambina di Jade, si sentì travolgere da un vortice potente e tutto intorno a lei cominciò a girare velocemente mentre la terra sotto i suoi piedi scompariva come per magia. Chiuse gli occhi.
Tutto finì in pochi secondi ed Alison si trovò distesa a terra in mezzo ad una fitta foresta. Faceva freddo, il cielo era coperto di nuvole e a giudicare dalla luce che filtrava fra gli alberi doveva essere mattina.
La cacciatrice si rialzò e con un gesto si ripulì gli abiti dalla terra umida che era rimasta su di essi, poi alzò lo sguardo e vide Jade immobile davanti a lei.
-Dove siamo?- chiese.
Jade la guardava ma senza rispondere.
Allison trasse un profondo respiro, più che altro per cercare di calmarsi ed evitare di saltarle addosso ed ucciderla immediatamente; quella bambina aveva lo strano potere di trasformare un sentimento come una sconfinata pena in un'altrettanto sconfinata collera nel giro di un nanosecondo. Per non pensare a Jade, Allison si concentrò sugli alberi attorno a lei e, insiprando profondamente, riconobbe all'istante quell'odore umido e fresco che aveva annusato per tanti anni e che voleva dire solo una cosa per lei: casa. Fin da quando era piccola aveva passeggiato con i suoi cavalli così tante volte nelle fereste intorno ad Afton che conosceva ogni millimetro di quel paesaggio. Aveva sempre avuto la sensazione che quei pini, abeti, aceri e querce erano come dei grandi angeli custodi che la proteggevano premurosamente.  In effetti il bosco era leggermente diverso da come lei se lo ricordava, ma non aveva dubbi:
-Siamo ad Afton. Questo è il parco del Bridger National Forest.- disse più che altro a se stessa.
A quel punto, sempre senza dire una parola, Jade si voltò e si incamminò lentamente seguendo un sentiero stretto. Allison, contando fino a cento per reprimere ogni istinto omicida, la seguì pazientemente.
Camminarono per un quarto d'ora, Jade davanti ed Allison dietro che la seguiva, tuttavia non c'erano segni di civiltà, anzi non c'erano segni di nessun tipo per la verità, ed Allison cominciò a chiedersi se avesse fatto bene a fidarsi di quella creatura che in effetti poteva benissimo averle teso una trappola; mise in allerta tutti i suoi sensi.
Finalmente, dopo un paio di minuti di cammino ancora, Allison scorse, al centro di una radura non molto spaziosa a pochi metri da lei, una grande costruzione in muratura ricoperta di intonaco bordò e con un tetto spiovente verde, come le imposte.  Sembrava molto grande. Avanzò cautamente e rallentò quando si accorse che gli alberi si stavano diradando sempre di più; vide che di fronte alla prima costruzione ce n'era una seconda, più alta della prima, ma costruita nello stesso modo: intonaco bordò ed imposte e tetto spiovente verdi. Allison si fermò un istante al limitare della radura e studiò attentamente i due edifici: senza possibilità di errore quella più alta doveva essere una casa, mentre l'altra aveva tutta l'aria di essere una scuderia. Ne ebbe la conferma, quando sentì dei nitriti provenire dall'interno di quest'ultima.
-Ma allora questa è la scuderia di mio...- disse piano senza riuscire a finire la frase perchè improvvisamente le mancò il respiro. Jade l'aveva davvero portata dove abitava suo padre?
Con prudenaza si inoltrò nella radura, verso la scuderia. Si paralizzò quando sentì una voce provenire dall'interno dello stabile:
-George!! George dove sei? Vieni dobbiamo festeggiare!-
Allison riconobbe all'istante la voce di suo padre: lei se la ricordava più rauca in realtà, ma il timbro e la cadenza non li avrebbe confusi neanche in mezzo alle cento voci di un coro gospel. Con la mente vuota da ogni pensiero e precauzione e lo stomaco annodato dalla tensione, corse dentro la scuderia e vide suo padre, con venticinque anni di meno rispetto a quando lei l'aveva visto l'ultima volta, che allegramente stava uscendo attraverso un grande portone che si trovava dalla parte opposta della costruzione insieme ad un ragazzo in abiti da lavoro.
Sempre senza pensare corse dietro ai due uomini, ma si fermò improvvisamente appena varcata la soglia della scuderia: di fronte alla casa si era riunito un capannello di persone, dovevano essere più o meno una dozzina, e tutti stavano festeggiano con un bicchiere di vino in mano. Sembravano molto felici, ridevano e scherzavano. Allison si avvicinò piano, non per precauzione però, ma perchè aveva realizzato che quella doveva essere la sua famiglia e lei si sentiva come in trance. Tuttavia si rese conto che nessuno le prestava attenzione.
-Allora ci siamo tutti?- chiese suo padre.
Un uomo che doveva avere un paio di anni in più di suo padre, ma gli somigliava come una fotocopia, disse:
-Dov'è Mal? Ehy, aspetta manca anche Isabel!- poi alzando la voce: -Isabel!! Dove sei?!- chiamò a voce alta.
A quel punto sulla porta della casa comparve un bambino piccolo di circa due anni che camminava insicuro sulle proprie gambe, ma era sorretto da una donna dietro di lui. Quest'ultima era della stessa corporatura di Allison, ma aveva una criniera di capelli ricci rossi e due occhi verdi e brillanti che si sarebbero visti a metri di distanza.
-Ehy, dov'eri?- le chiese suo padre, mentre l'uomo che l'aveva chiamata pochi secondi prima prendeva in braccio il bambino e gli diceva:
-Mal! Fra un po' farai delle belle corse eh?-
Libera dal compito di sorreggere il bambino la donna si drizzò ed Allison vide che era incinta. Ormai era a pochissimi metri dalla festosa compagnia, ma nessuno faceva caso a lei, per cui immaginò che nessuno potesse vederla. Si avvicinò ancora di più.
A quel punto suo padre prese la parola:
-Bene, ora che ci siamo tutti...la buona notizia è che Serena è incinta!- annunciò raggiante alzando un bicchiere pieno di vino rosso.
Tutti ebbero un'esclamazione di gioia e cominciarono ad abbracciare e baciare suo padre ed una donna bassa e minuta con i capelli neri e gli occhi scuri al suo fianco che teneva in mano un bicchiere riempito di qualcosa che sembrava succo di frutta.
Allison vacillò, sentì le ginocchia cedere per l'emozione e gli occhi riempirsi di lacrime. Le mancò letteralmente il respiro: sua madre!
Con in testa solo ed escusivamente l'immagine di sua madre che lei aveva sempre e solo visto in foto, Allison rispose ad un impulso naturale e si precipò verso di lei, incurante del fatto che per raggiungerla passò attraverso il corpo di un paio di persone; ancora non aveva ripreso a respirare e le lacrime agli occhi si facevano via via più invadenti. Doveva toccarla, anzi no doveva abbracciarla e doveva gridarle chi era lei e cosa avesse significato la sua presenza nella sua vita. Sì, perchè anche se lei era morta quando Allison era ancora in fasce, la ragazza sapeva che sua madre le era sempre stata accanto e quella presenza era diventata quasi vitale dopo che si era unita a Sam e Dean.
Con il cuore che le martellava in gola e non più nel torace, Allison allungò il braccio sinistro sfiorando la spalla della donna, per tutta risposta lei ebbe un brivido e si rivolse ad Edward:
-Hey, che freddo, si sta alzando un pò di vento!-
Lui le diede un bacio e rispose:
-Vuoi un maglione?-
-No grazie, sto meglio ora.- rispose lei sorridendo con immensa dolcezza.
Il cuore di Allison si appesantì improvvisamente: era a pochi centimentri dai suoi genitori ed avrebbe voluto abbracciarli, ma a quanto pareva lei per loro era solo un alito di vento. Si paralizzò mentre ormai non riusciva più a trattenere il pianto. Poter solo assistere a quella scena e non intervenire per stringere forte la sua famiglia era un'autentica tortura.
Con fatica ricacciò da dove era venuto il magone che le stringeva la gola  e cominciò ad osservare attentamente le persone che stavano festeggiando i suoi genitori....e lei.
-Ehy, dov'è la mia sorella preferita?! Rach!!- chiamò suo padre.
Una donna biondissima e con due occhi intelligenti color nocciola gli si avvicinò e l'abbracciò dicendogli, senza smancerie ma con voce decisa:
-Per forza, sono l'unica sorella che hai!!-
A quel punto si avvicinò anche la donna con i capelli rossi che si chiamava Isabel ed Allison notò che non solo i suoi occhi erano così verdi da sembrare i fari che indicano alle navi l'ingresso del porto, ma avevano uno sguardo sicuro ed altezzoso.
Edward abbracciò anche lei e scherzando le  disse:
-Ehy, quanto sei grossa!?! Non riesco neanche ad abbracciarti tutta!!!-
-Beh, vorrei vedere te al mio posto!! E poi è tutta colpa di tuo fratello se sono in queste condizioni!!- disse lei ironica, poi si rivolse a Serena e le chiese: -Senti ma come hai fatto a sposare quell'idiota di Edward?-
Sua madre sorrise e rispose: -Dovevo essere ubriaca!-
Gli occhi di Allison si riempirono ancora di lacrime: adesso aveva capito da chi aveva preso il suo sarcasmo. Avrebbe voluto gridare, ma tanto nessuno l'avrebbe sentita per cui sarebbe stato inutile. Si concentrò nuovamente per fare il punto della situazione: suo padre aveva un fratello sposato con la donna di nome Isabel. I due avevano un bambino di circa due anni ed un'altro in arrivo. Edward aveva anche una sorella, che probabilmente si chiamava Rachel, più giovane, cioè la donna bionda. Allison aveva notato che portava la fede all'anulare sinistro, quindi anche lei era sposata e, a giudicare dal comportamento affettuoso che aveva nei confronti di un uomo alto con i capelli castani, quello doveva essere il marito. Per cui aveva quattro zii e sicuramente due cugini. Il magone tornò insistente, ma fu protamente ricacciato indietro. A quel punto fece mentalmente un paio di conti: se i suoi genitori avevano appena scoperto di aspettare lei, in quel momento doveva essere il 1980, a cavallo fra settembre e ottobre a occhio e croce. Una sensazione di panico ed orrore allo stato puro le contorse le viscere: Sam le aveva detto che la scuderia della sua famiglia era andata a fuoco  nel 1980.
Capì all'istante quello che sarebbe successo: lei era stata portata lì per assistere alla distruzione della sua famiglia.
Al panico ed all'orrore si affiancò una sconfinata sensazione di impotenza, inutilità e di conseguenza frustrazione, perchè per come stavano le cose nessuno l'avrebbe sentita se avesse cercato di avvertirli.
Tuttavia lei non poteva stare lì a guardare mentre la sua famiglia e tutto quello per cui avevano lavorato e combattuto venivano annientati. Non poteva permetterlo, doveva trovare una soluzione. Avrebbe voluto gridare a tutti di fuggire il più lontano possibile per salvarsi; avrebbe voluto spingere ognuno di loro fuori da quella radura che, ne era sicura, dì lì a poco si sarebbe trasformata in un inferno.
"Ma come faccio?! Nessuno mi sente e nessuno mi vede!" pensò nervosamente.
Si guardò intorno per farsi venire un'idea qualsiasi e vide che Jade era di fianco a lei. Era talmente sconvolta da quello che stava succedendo che quasi si era dimenticata della presenza di quella creatura. La fissò per un istante; aveva disegnato sul visino di bambina un sorriso sadico che assomigliava più che altro ad un ghigno.
-Come faccio?- le chiese disperata -non posso permettere che muoiano tutti!-
Pacificamente e quasi con piacere Jade le rispose:
-Non c'è niente che tu possa fare. Tu sei qui solo per assistere all'inizio della scomparsa della tua famiglia, non puoi intervenire in alcun modo.-
-Maledizione!!- gridò Allison che non sopportava quella sensazione straziante di impotenza.
Guardò nuovamente quella compagnia allegra ed in festa davanti a lei, ma la sua attenzione fu attratta da una figura al di là dei suoi, vicino all'angolo della casa: Jade. Aveva lo stesso ghigno spietato e crudele che le aveva visto in faccia pochi secondi prima. Un brivido freddo corse lungo la schiena di Allison.
-Ehi, ma tu sei qui, non puoi....- si girò ancora verso il punto dove Jade era un istante prima e....dove era ancora.
Capì subito che la responsabile di quello che era successo era stata lei.

(1) Da "Home Again" - Bryan Adams
  
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