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Autore: Le_Allegre_Comari    28/06/2011    2 recensioni
Dimitrij, Emma e Adam: tre caratteri completamente differenti, tre storie diverse, tre diversi punti di vista. Cos'hanno in comune? Dei canini innaturalmente lunghi per essere umani.
Cosa accadrà quando si uniranno ai Cullen? Per saperlo basta leggere.
Long-fic scritta a sei mani che saprà stupire, divertire ed appassionare. Parola delle Allegre Comari di Windsor.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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FanFiction Tualait
Pioggia, pensieri e presentazioni


º{Emma}º

Canzone suggerita durante la lettura: Tears and Rain - James Blunt



"All pleasure's the same: it just keeps me from trouble.
Hides my true shape, like Dorian Gray."






La pioggia cominciò a tamburellare sul parabrezza con una costanza snervante: era fitta, anche se leggera, ed Emma pensò subito a quella insistente pioggerella inglese che, anche se penetrante e fredda, talvolta le mancava. Pioveva anche quando...
Scacciò via il pensiero con decisione e si costrinse a guardare Forks scorrerle intorno, la fronte appoggiata contro il finestrino.
La pioggia ricopriva tutto come un manto sollevando, fra gli svettanti abeti che costeggiavano la strada, una nebbiolina che semprava voler inghiottire anche loro.
«Ma che ridente cittadina», disse Adam in tono sarcastico dal sedile posteriore.
«era quello che cercavamo, mi sembra», sibilò Dimitrij che era alla guida e in quel momento rivolgeva lo sguardo ad Adam dallo specchietto retrovisore.
«Sì, Dimitrij», riconobbe Emma, che continuava a guardare distrattamente fuori, «ma decisamente da queste parti non vivono di turismo», aggiuse in un sospiro.
«Vorrà dire che non apriremo un bed&breakfast», concluse Dimitrij con un tono leggermente irritato che li mise a tacere.
Aveva ragione, pensò Emma. Non avevano forse cercato un posto in cui nuvole e pioggia fossero la regola? Non erano stati entusiasti di trovarlo? E allora perchè ora che vi aveva messo piede era ben lontana dal provare entusiasmo e un velo di tristezza sembrava averla avvolta in modo così tenace, così profondamente resistente? Forse perchè, semplicemente, era stanca di questi continui trasferimenti, cambi di residenza, di identità. Si sentiva come se vivesse eternamente nell'ambito di un programma di protezione testimoni.
E poi quella pioggia...
No, per la seconda volta la sua mente era tornata indietro ad un tempo ed un luogo che non potevano più appartenerle, se non nei ricordi, e per la seconda volta si costrinse a ritornare all'uggioso, umido presente.
Il ritmico tamburellare della pioggia sulla vettura era ininterrotto e tale rimase per la successiva mezz'ora, risultando essere l'unico suono a riempire l'abitacolo.
Avrebbe dovuto ricominciare daccapo, pensò Emma. Stavolta tanto per cambiare, si sarebbe spacciata per liceale: il suo aspetto di eterna dicannovenne glielo permetteva senza suscitare troppi dubbi o sospetti. Ne aveva invece suscitati abbastanza nel suo ultimo camuffamento, visto che si era appena laureata in Economia.
Prima ancora era stata una giovane e brillante segretaria in uno studio medico. Prima ancora liceale, il ruolo che aveva interpretato più spesso. E prima di quello, nel pieno di una crisi di identità, semplicemente aveva rifiutato qualsisasi maschera e s'era limitata a rinchiudersi in casa. Per il mondo, per la società, per quella singola, popolosa cittadina, lei non era nemmeno esistita.
Nel periodo della sua "non-esistenza", sul quale ora si scherzava in famiglia, era stata a metà fra un criminale latitante che andava a rifugiarsi nel ripostiglio ogni volta che qualcuno suonava alla porta e una pantofolaia per la quale fare zapping fra i canali in tv era praticamente un dovere morale. Anche aprire il frigo, dare una pigra occhiata e richiuderlo subito dopo fu uno degli sport più praticati in quel periodo.
Stava giusto ripensando a quello, quando Adam spezzò il filo dei suoi pensieri e il silenzio che aveva finora regnato incontrastato.
«Quanto manca per arrivare da Carlisle?»,  chiese, apparentemente annoiato a morte.
«Poco», rispose Dimitrij laconico.
Lo sguardo di Emma si spostò sul fascio di fogli di carta che teneva sulle ginocchia. Dispiegò il foglio più esterno e lesse:


Caro Dimitrij,
non posso nascondere il piacere che provo nel sapere che avete accettato il nostro invito. Di persone che, pur essendosi rese conto della loro natura, non rinunciano ad essere socialmente accettabili, e così pure utili agli altri, ce ne sono pochi fra "quelli come noi".
Siete, come noi, una rarità ed è per questo che qui fervono già i più entusiastici preparativi per accogliervi ed ospitarvi degnamente (giochiamo sempre d'anticipo con Alice e le sue visioni).
Non ho ancora conosciuto i componenti della tua famiglia acquisita, Emma ed Adam, ma so già immaginare quale piacevole compagnia saranno -e questo non grazie ad Alice, ma ai tuoi racconti.
Sono convinto che Forks vi piacerà: come ti dicevo nella mia ultima e-mail, il sole è un lusso che gli abitanti del luogo non possono permettersi, l'area boschiva è estesa, il che favorisce la caccia (Emmett mi prega di dirvi di lasciare gli orsi a lui, sono i suoi preferiti), abbiamo siglato un quasi centenario accordo con i licantropi della vicina riserva, accordo adesso reso più saldo dalla circostanza delle ultime, strette collaborazioni che ci hanno unito. I tuoi giovani fratelli potranno facilmente inserirsi nella scuola locale, mentre avrò l'onore di averti quale specializzando all'ospedale.
Adesso devo chiudere: Alice dice che sta arrivando un temporale. E temporale da queste parti, come imparerete, vuol dire baseball.
Vi aspettiamo il 4 di questo mese, come concordato.

In vostra febbrile attesa,

Carlisle
 
Emma ripiegò il foglio, ormai sgualcito dalle numerose letture, e sospirò.
Oggi era il 4 di Settembre e, a sentire Dimitrij, mancava poco all'incontro,  anche se non si poteva mai esser certi della veridicità delle sue parole.
La naturale cordialità di Cralisle la intimidiva: non aveva forse aspettative troppo alte su di lei? D'altra parte lei non aveva poteri particolari, come molti membri della famiglia Cullen potevano vantare.
Si sforzava di credere di poterli ricambiare di quella incredibile cortesia, ma la verità era che temeva di essergli inutile. Dimitrij s'era raccomandato almeno mille volte perchè non creassero problemi ai loro gentili ospiti, che erano riusciti a fermarsi per molto tempo in quella cittadina, a ambientarsi persino in quella ristretta società, senza particolari problemi. In effetti loro tre si muovevano con una frequenza infinitamente maggiore, per un motivo o per un altro.
Gli occhi ambrati si mossero in avanti, scorgendo una strada che risaliva un'altura, tagliando per un folto bosco, fino ad una lussuosa villa di vetro.
«Eccoci
», c'era un pizzico di soddisfazione nella voce di Dimitrij quando parlò.
Emma tossicchiò nervosamente.


                                          *                         *                         *

«Questa casa è pazzesca», le sussurrò quella sera stessa Adam.
Si trovavano in veranda, un venticello fresco scuoteva gli alberi e le loro cime ondeggianti proiettavano ombre incostanti sulla casa. D'intorno, regnava un'atmosfera onirica mentre la luna donava a tutto un bagliore lattescente.
Aveva smesso di piovere solo mezz'ora prima e, qua e là, riluceva il fulgore di mille gocce superstiti, che ornavano come preziosi pendenti rami e foglie.
Emma poggiò lo sguardo su un vicino arbusto, che sembrava cristallizzato, e sorrise.
«Davvero. E i Cullen sono proprio brava gente», gli diede ragione lei.
Avevano passato l'intero pomeriggio e la serata a parlare: Esme e Carlisle erano stati squisiti con loro, Alice certamente la più simpatica ed Emmett ispirava, con la sua imponeneza, quel vago, violentemente giocoso senso di pericolo che ti fa desiderare di averlo sempre al tuo fianco come bodyguard, ma non troppo vicino nell'eventualità che ti polverizzi un piede pestandolo accidentalmente. Jasper ti metteva subito a tuo agio ed in più sfoggiava un bizzarro taglio di capelli che suscitò l'immediata ammirazione di Emma. Rosalie le era parsa un po' più diffidente, ma si comportò ugualmente molto educatamente.
Gli ultimi due appartenenti alla famiglia, Bella ed Edward, erano, a quanto aveva capito lei, in una specie di ritiro da qualche parte a sud dell'equatore.
«Roba da innamorati», aveva farfugliato Adam.
I Cullen, in ogni caso, sprizzavano amore da tutti i pori: tanto per cominciare erano tutti in coppia. Emanavano anche quel senso di garbata apertura mentale che solo la sicurezza delle tue opinioni può darti. Avevano fatto una scelta, la rispettavano tuttora e della suprema giustizia di questa erano ancora convinti.
Carlisle si comportava con Dimitrij come un vecchio, affiatato amico, anche se ad Emma non risultava che si fossero mai visti negli ultimi venticinque anni, da quando cioè lei era al suo fianco.
Sentì distintamente una lepre muoversi da qualche parte al limitare del bosco e, in un improvviso guizzo d'istinto, sollevò il capo. Poi guardò Adam: non sapeva dire se l'aveva avvertito anche lui. Se anche fosse, non lo diede a vedere.
Per un attimo parve ripensare a tutto quello che le era accaduto fino a quel momento, a tutte le vicende, gli ostacoli, i bivii. Credeva di aver vissuto di più e molto più intensamente rispetto a qualsiasi umano, ma sapeva che non era nulla comparato a quello che aveva vissuto Dimitrij, il più vecchio dei tre vampiri e, in generale, il più vecchio vampiro che avesse mai conosciuto.
Si chiese, come tante volte le accadeva, se non avrebbe mai assunto un senso, tutto ciò. Se non ci fosse, da qualche parte un filo rosso connettore degli eventi che le avrebbe permesso di capire che tutto quello che aveva fatto finora, e anche quello che non aveva fatto, l'aveva portata qui, a questo presente. Se, insomma, tutti i viaggi e gli spostamenti cui era stata costretta non fossero stati casuali e privi di senso come le parevano.
Il filo rosso però non era ancora emerso, fra le frattaglie di un trentennio speso fra inutili scrupoli, ingiustificati pentimenti e perplesse domande.
Prima o poi l'avrebbe trovato, no?
In questo sperava.
Come si dice? Domani è un altro giorno.
Sì, il suo sedicimilasettecentocinquantottesimo.
  
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