Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: eldarion    28/06/2011    5 recensioni
Tsubasa e Sanae stanno per sposarsi. Sono felici. Tuttavia, la felicità a lungo sognata viene bruscamente spazzata via da una tragica fatalità.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non sono miei, appartengono a Yoichi Takahashi.

Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Note personali: non amo scrivere storie con più di un capitolo, perchè ho poca pazienza, ma ho voluto tentare. E’ una specie di sfida e spero di fare un buon lavoro!
Ringrazio coloro che dedicheranno del tempo alla lettura della mia storia e coloro che avranno la pazienza di recensirla.
Buona lettura!
  

Due ragazze molto diverse

 

Strane immagini cominciarono a defluire nel dormiveglia....
 
Tutto era privo di contorni precisi, come avvolto dalla foschia. Nel paesaggio rurale, quasi un paesaggio d'altri tempi, parole e fisionomie erano confuse e si distinguevano a fatica...
Un uomo, in lontananza, fermava il suo calesse e si dirigeva verso una ragazza che dormiva. Dormiva, sola, ai piedi di un albero. L'uomo cercava invano di svegliarla. Rassegnato, la prendeva dolcemente tra le braccia adagiandola poi sul calesse. Tornava sui suoi passi, su per la collina. Il calesse si fermava vicino a una casa semplice, una dimora di campagna immersa nel verde. L’uomo pareva chiamare qualcuno con uno strano nome...Davvero uno strano nome..."Fiona!... Fiona, cara fai presto!..." Una donna lo raggiungeva solerte esclamando sorpresa "Jervis!...Ma questa è quella ragazza straniera! Cosa fa ancora qui, è già mattina...” Lui rispondeva che non ne sapeva nulla, l’aveva solo trovata per caso e poi, preoccupato, aggiungeva "Dorme, ma non è un sonno normale: non riesco a destarla..." Fiona  accarezzava la giovane e, con disappunto, constatava che aveva la febbre. Mentre si avviavano verso una scala di pietra l'uomo spiegava... "l'ho trovata che dormiva sotto un tiglio, avrà passato la notte all'aperto e avrà preso freddo. Coraggio portiamola di sopra..." La donna sembrava molto triste e pensosa..."Oh!...Questa ragazza doveva sposarsi, la sua amica  non c'è? Come mai non sono rimaste insieme? C’era un pozzo buio e profondo dentro  gli occhi dell'altra, nessuna luce, ricordi?...Questa fanciulla  soffrirà molto al risveglio...Lo sai..." L'uomo, con un filo di voce rispondeva sconsolato "Lo so, non possiamo fare nulla, ci prenderemo cura di lei e la aiuteremo ad andare avanti...Il tempo medicherà le ferite...Tu per caso ricordi il suo nome, io non lo ricordo, forse... Forse...S..."...
 
L'angoscia procurata dalla visione o la paura di conoscere quel nome svegliarono Tsubasa. Il treno della metropolitana si era fermato ma lui non era ancora giunto a destinazione. Decise comunque di scendere, non mancava molto alla spiaggia della Barceloneta e a lui piaceva, quando si serviva dei mezzi, scendere sempre un po’ prima per fare due passi...Adesso poi doveva meditare...
Quella specie di visione non era chiara: non era riuscito a capire chi fosse la ragazza, men che meno chi fossero coloro che l'aiutavano. Riguardava Sanae? E se sì, in che modo? Purtroppo non aveva sentito il nome della giovane e nemmeno l'aveva vista bene...Il suo cuore peró gli diceva che era lei, ma dov'era? Si era svegliata? Era guarita? Cosa faceva? Era l’ennesima illusione dettata dalla speranza che fosse viva e che qualcuno si stesse prendendo cura di lei?
”Di questo passo perderò la ragione” Pensò.
Ripassó mentalmente il sogno, per fissare bene le immagini nel suo cuore: forse un giorno avrebbero acquisito un senso.
Era giunto alla spiaggia.
Kumiko lo aspettava trepidante. Agitava le braccia per salutarlo mentre gli correva incontro. Lo abbracciò schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia.
“Ciao capitano! Grazie per avermi raggiunta qui per il pranzo, anche se è un po’ presto e poi...So bene che non ami la confusione...” Sorrideva.
Tsubasa non si scompose e tacque.
Lei continuò “...Mi piace questa spiaggia. Che bello: d'estate dev'essere piena di gente!...Ho letto che di notte qui è molto animato...Potremmo venirci...Mi ci porti?" Lo punzecchiava mentre continuava a guardarsi intorno incuriosita.
Ci era già stata parecchie altre volte lì alla spiaggia, eppure ogni volta le sembrava diversa e interessante.
Tsubasa alzò le spalle ...”Così dicono...Io non faccio vita notturna, lo sai. Ti ho portata a La Barceloneta perchè immaginavo l’avresti apprezzata e poi non è ancora estate: in maggio è meno affollata e posso apprezzarla anch’io..” Lo disse convinto, non era la spiaggia che preferiva ma era ancora vivibile.
“Comunque grazie!” Continuò lei...” Sei una guida fantastica, Yukari aveva ragione...”
Tsubasa la buttò sul ridere...“Beh!...Se mi andrà male col calcio potró sempre rifarmi con il turismo!"
Rideva ma solo per sdrammatizzare.
Ciò che conosceva di Barcellona e dei dintorni lo aveva esplorato con Sanae. Ed era più che altro frutto delle ricerche e della curiosità della sua fidanzata. Era bello ascoltarla. Sanae sapeva rendere tutto molto interessante, non era per niente noiosa e lui aveva imparato ogni cosa di Barcellona e di buona parte della Spagna grazie a lei.
C’era ancora molto da vedere insieme...Purtroppo però, gli erano rimaste solo le magnifiche parole e gli appunti di Sanae. Ogni tanto prendeva quei libri e gli appunti e, mentre li leggeva, immaginava di vedere tutte quelle cose insieme a lei. Fantasticava su quello che avrebbero fatto, su cosa si sarebbero detti, avvertiva persino le emozioni che avrebbero provato, poteva vedere distintamente le espressioni di Sanae e sentire la sua voce cristallina...
“Che fame!”...L’esclamazione squillante di Kumiko lo precipitò nuovamente nella realtà.
Condusse la ragazza verso una zona piena di locali. Ne scelse uno che sapeva essere nuovo, uno di quei locali alla moda, ultimo grido, come piacevano a Kumiko.
Entrarono.
Il cameriere li guardò e si fece loro incontro. Gli mancò il fiato quando realizzò chi aveva davanti agli occhi... “Buongiorno signor Ozora...per due vedo...Prego da questa parte: qui starete tranquilli e lontani da occhi indiscreti, lei e la sua ragazza...”
Tsubasa aveva sentito bene  e ci tenne a precisare “Grazie, io e la mia Amica staremo benissimo...”
Il cameriere lo guardò con un mezzo sorriso e sottolineò in tono allusivo “La sua amica certo...."
Tsubasa lo fulminò con gli occhi ma lasciò cadere il discorso, era inutile contraddirlo: non gli avrebbe creduto, anzi, negare poteva anche essere peggio, meglio lasciar perdere. Sperò solo che non ci fossero giornalisti, non aveva nessuna voglia di finire su una rivista in compagnia di una ragazza, anche se si trattava di Kumiko.
Odiava quando frugavano nella sua vita privata, lui voleva starsene in pace e giocare a calcio, ecco tutto...Era chiedere troppo?! Sospirò scuotendo il capo.
Kumiko, dal canto suo, rimase delusa per la precisazione di Tsubasa ma fu felice delle implicazioni romantiche che il cameriere aveva notato tra loro. Cominció a pensare che, senza rendersene ancora conto, Tsubasa aveva finito con l’assumere nei suoi confronti un’atteggiamento che poteva far pensare a un ragazzo innamorato.
La sua fantasia voló sulle ali dell’entusiasmo e il pranzo passó piacevolmente parlando del più e del meno.
Kumiko lasciò Tsubasa per raggiungere il suo agente e il ragazzo si diresse verso casa. Aveva qualche giorno di libertà ed era un po' teso.
Non gli era mai capitato di sentirsi così.
Appena varcata la soglia dell'appartamento puntò immediatamente verso la sua stanza.  Aprì la porta e si guardò intorno: tutto era immobile e silenzioso. Entró. Prese una foto incorniciata che era sul mobile e rimase lì a fissarla, in piedi, assorto...
"Accidenti che situazione!"  
Si rimproverò mentre guardava la foto che lo ritraeva insieme a Sanae.
Nemmeno lui sapeva come aveva fatto a farcisi trascinare.
Kumiko stava ancora lì da lui.
Le aveva mostrato la città nei ritagli di tempo, come aveva promesso. Lei ne era rimasta entusiasta. Soprattutto l’aveva estasiata andare su e giù per le Ramblas e dentro e fuori dai negozi. La sua ospite adorava lo shopping, anche Sanae, ma kumiko lo amava in maniera spasmodica, sembrava una droga per lei.
Era stato divertente e diverso, ma un po' frenetico, quella frenesia che lui non amava troppo.
Le aveva mostrato  tutto ció che conosceva di Barcellona e dei dintorni,  tranne un posto, quello no era solo suo e di Sanae.
Quello era un luogo insolito, insolitamente calmo, insolitamente silenzioso. Quando lo avevano scovato, lui e Sanae, si meravigliarono che vicino a Barcellona, così traboccante di gente e così cosmopolita, ci fosse un sito tanto raccolto e selvaggio. In effetti, nelle loro esplorazioni avevano poi capito che luoghi tranquilli e riparati se ne potevano ancora trovare...Quello era diventato il loro rifugio. Ci tornavano spesso, si respiarava la pace, la calma...Se ne stavano lì soli, lontani da tutto, cullati dal vento e dal piacere di godere l’uno dell’altra. Estranei al resto. Il mondo era fuori, quel mondo faticoso, che gli aveva tirato uno schiaffo in faccia, che gli imponeva di lottare  e dimostrare il suo valore era lontano...Lì era solo Tsubasa, un ragazzo che ama una ragazza e vuole essere riamato da lei.. Niente altro.
Il ricordo era nitido nella sua mente. La spiaggia vergine si estendeva pigra e tranquilla a perdita d'occhio... La sabbia dorata, la brezza sul viso, le acque pacifiche, le morbide dune sdraiate al sole, le risaie rigogliose. Il faro all’orizzonte, come un fantasma bianco, tra l’acqua e il cielo. Sembrava sospeso in un sogno...Quasi un miraggio nel deserto ...Un paesaggio di rara bellezza, pulito.*
A Kumiko sarebbe stato gradito ma non le sarebbe rimasto nel cuore, non era come Sanae.
Erano due ragazze molto diverse.  Entrambe interessanti, vivaci e allegre ma non avevano altro in comune...A cominciare dalla loro bellezza. La bellezza di Sanae era spontanea, fresca. Una bellezza che era il riflesso del suo cuore. Lei era trasparente, quando la si guardava negli occhi si poteva leggere nel cuore di lei, senza difficoltà. Sanae non nascondeva le sue emozioni, le lasciava fluire. Con lei era libero, si sentiva un'altra persona...Non aveva mai capito come facesse, ma Sanae sapeva tirare fuori il meglio da coloro che la circondavano. Sanae era quello che era, era pulita, niente di più e niente di meno. Le piaceva Barcellona per l’atmosfera, per i suoi colori e per la sua gente ma...Tutto a piccole dosi.
Lei amava anche la solitudine, amava il mare...Amava lui...
Niente a che vedere con la bellezza di Kumiko. Kumiko era estremamente bella, bisognava essere ciechi per non vederlo! Ma una bellezza un po' costruita, forse algida...Sempre pronta, impeccabile, perfetta...Probabilmente era in parte dovuto al tipo di lavoro che svolgeva.
Ciò che contava però era che l'affascinante modella abitava ancora a casa sua: pochi giorni prima della partenza il suo agente, vista la provvidenziale presenza della ragazza a Barcellona, l'aveva proposta come testimonial per noti stilisti spagnoli. L'ultimo lavoro la vedeva ancora impegnata al grande magazzino El Corte Ingles dove veniva proposta una nuova linea giovanile. Era piaciuta così tanto che la linea era stata ribattezzata con il suo nome.
E così...
Kumiko gli aveva chiesto di poter prolungare la permanenza da lui, dicendo molto onestamente quello che pensava... "Un po' di compagnia non ti farà male!...Sarà bello, sarà come avere una coinquilina..."
Lui, restio, aveva ceduto. Probabilmente era vero: un po' di compagnia non gli avrebbe fatto male, senza contare che la sua amica non si era dimostrata invadente. Inoltre, pensò che se lui avesse aiutato Kumiko magari, qualcun’altro avrebbe aiutato Sanae.
E poi “Che ci si rimette a essere gentili?”  si rassicuró.
Tsubasa, comunque, continuó con la sua vita...Ma, da due mesi oramai,   aveva una coinquilina...E...No, non era affatto male.
Kumiko era amabile e divertente. Ma, al contrario di Sanae, era anche enigmatica e sfuggente. Raramente lo guardava negli occhi, e quando lo faceva era per poco tempo. Qualcosa la tratteneva. Non era timidezza...Chissà cos’era, non lo capiva proprio.
Comunque, nel modo in cui Kumiko si affacciava alla vita, c'era qualcosa di stonato.
Era irrequieta, una specie di anima in pena.
Aveva sempre mille impegni di lavoro e passava da una festa all'altra, da un'occasione mondana all'altra. Ogni spazio della sua vita era occupato da qualcosa. Amava la movida barcellonese, da quel punto di vista Barcellona era la città ideale per lei: era nel suo elemento. 
Aveva anche tentato di coinvolgerlo ma invano...In effetti non passavano poi molto tempo insieme, riflettè. Ciò lo sollevò.  
Anche il riposo della ragazza, ora che ci badava, era costellato di inquietudine.
Le volte che l'aveva trovata sul divano appisolata dormiva di un sonno agitato. Sicuramente fuggiva da qualcosa.
Non era felice, nella sua fitta vita c'erano delle mancanze. Eppure, chissà quanta gente la invidiava. Invidiavano la sua immagine di carta patinata, lei era bella, ammirata, corteggiata, strapagata e...Inquieta!
Anche lui, che finalmente stava avendo successo, probabilmente, suscitava l’invidia altrui. Di lui conoscevano solo un'immagine, un frammento di vita. Ignoravano il dolore sordo che pulsava nel suo intimo: avrebbe dato tutto, soldi, carriera, talento pur di riavere Sanae...
Tuttavia, col tempo, si era abituato alla  solitudine e un po' gli mancava, chissà quando l'avrebbe riavuta...
La presenza di Kumiko non era servita, contrariamente a ciò che aveva sperato, ad ottenere particolari nuovi sulla scomparsa di Sanae; anzi, sembrava che la modella non volesse ricordare.
Ogni volta che lui tentava di andare a fondo della questione lei si chiudeva, diceva che era successo tutto molto in fretta, aveva le idee confuse, non ricordava con chiarezza e così via. Si agitava sempre molto quando ne parlavano. Cominciava a domandarsi cosa potesse nascondersi dietro quella voglia di dimenticare l'accaduto, forse lei voleva solo seppellire il dolore.
Lui invece voleva ricordarlo e guardarlo in faccia, non aveva paura!
Ma se ci fosse stato dell'altro? Yukari non aveva mai creduto alla versione della ragazza!
Tsubasa non era portato a pensar male delle persone e nemmeno voleva perdersi dietro  intrighi tanto complessi quanto improbabili. Concluse, più semplicemente, che lei non voleva menzionare Sanae perchè era un ricordo spiacevole. Non c’era di mezzo solo una tragica fatalità, per Kumiko era diverso: Kumiko era pur sempre stata innamorata di lui e lui le aveva preferito Sanae.
Doveva stare attento, non doveva farla soffrire o ferirla. Ragione in più per riavere la sua solitudine! 
Tuttavia, non poteva ignorare che l'alone misterioso che caratterizzava Kumiko lo intrigava...Si sentiva colpevole: era la prima volta che gli capitava di confrontare Sanae con un'altra ragazza...
 
 
 

Continua...

 
 
 
*In questa descrizione mi riferisco a un luogo reale. Si tratta della Punta del Fangar.
 
N.B.
Lo spunto per questa storia mi è stato offerto da una novella tedesca “Germelshausen” scritta da Friedrich Gerstacker. Questa storia, nel 1954, ispirò un musical della MGM “Brigadoon”. Dal musical, Vincent Minnelli, trasse l’omonimofilm. Fu il suo primo film girato in Cinemascope. 

  
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