Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: JunJun    11/03/2006    14 recensioni
(ex "Il potere del cuore")(ipotetico sequel dell’anime)[FANFIC IN REVISIONE, revisionati i capitoli dall'1 al 46]
Non ci sono scuse: Pai, Kisshu e Taruto hanno fallito la loro missione, ed è inaccettabile che gli esseri che hanno tradito Profondo Blu e il loro popolo restino in vita. Riusciranno i tre fratelli a salvarsi dalla pena capitale? E frattanto, a Tokyo, chi sono i tre nuovi avversari contro cui dovranno combattere le nostre eroine? Tra scontri, misteri e nuovi e vecchi amori, storie parallele di umani e alieni si inseguono ed infine si intrecciano perché tese verso uno stesso obiettivo: impedire la distruzione della Terra, il Pianeta Azzurro.
-- Strambo elenco di alcune delle cose che è possibile trovare nella fanfic (non necessariamente in ordine di elencazione): Kisshu, Pai e il suo passato, Ichigo, Ryo, storie d'amore probabili e improbabili; nuovi personaggi, assurdità e amenità varie, cristalli, Minto e l'Amleto a caso; Nibiru, Zakuro e i suoi fan, Retasu, dark!Retasu, Platone, sofferenza; teorie sugli alieni, ooparts, complotti vari ed eventuali, enigmi, labirinti, chiavi mistiche (ora anche in 3D), Purin e Taruto; umani e/o alieni psicopatici, atlantidei, sorpresa!, sofferenza. --
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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45
14/03/2017: Se avessi dovuto scrivere questo capitoloda zero  lo avrei unito al precedente, perché secondo me vanno insieme. Ma devo sottostare alla suddivisione che avevo fatto in passato, per cui ecco qui il capitolo 44!
Con la revisione ho rivisto la posizione di Chris e aggiunto sia il flashback iniziale (che colloca poco prima degli eventi del, uh, capitolo 28 "Zeitnot") che la scena finale (rip Paitasu). Ho soppresso le parti di Ai e di Kisshu, sistemato e ampliato un po’ tutti i dialoghi. Baci~!



- Capitolo 44: Ragione o sentimento -


Solo poche ore prima, nell’area Recupero Antiche Tecnologie del Pianeta Nero, il Dottor Kell stava percorrendo a grandi passi il corridoio che portava dal suo studio al laboratorio principale. In genere, quando c'era un problema nel Laboratorio, Kell si limitava ad attivare una connessione video fra i due locali per comunicare, ma questa volta voleva andare a vedere di persona chi era l’idiota che gli aveva fatto ricevere quattro volte di seguito la notifica automatica ESPERIMENTO IN CORSO.
Non c’era alcun esperimento in programma per quel giorno; in compenso, lui aveva pochissimo tempo per terminare la montagna di lavoro che gli era stato richiesto e non poteva permettersi alcuna distrazione.
Spalancò la porta del Laboratorio e andò dritto verso il pannello di controllo principale. «Ora mi spiegate quale immondo demone del sottosuolo vi ha insegnato a-» cominciò, ma il resto del rimprovero gli morì in gola quando si accorse che a premere quell’interruttore era stata Chris.
«Ciao Ally!» gli sorrise lei, fresca come una rosa. «Penso che tu voglia abbassare la voce. Non vorrai disturbare i nostri colleghi! Stanno lavorando su tecnologie così delicate… sarebbe un peccato se qualcosa andasse storto.»
Kell deglutì, ma rimase fermo al suo posto. Era diventato improvvisamente ancora più pallido del normale.
Gli scienziati intorno a loro erano tutti affaccendati sui loro calcoli ed elaborazioni e non si accorsero di niente.
«Ti consiglio di sorridere,» continuò intanto l’aliena. «Se qualcuno ha dei sospetti, non potrà più uscire da qui.»
«Come hai fatto ad entrare?» mormorò Kell, cercando di mantenere il sangue freddo. «No, non è importante. Ormai so tutto di te: hai finto di essere un’altra persona per sfuggire all’Ordine, ma sei stata scoperta: mentre eri via, Shiroi è venuto da me e mi ha raccontato tutto! Mi ha risvegliato e ho ricordato chi eri nel passato. Ora abbiamo già predisposto un piano per fermarti, per cui credo proprio che dovresti arrenderti!»
«Ally… questa specie di confuso riassunto non interessa a nessuno. Ah, e
ti tremano le mani.»
Notando la titubanza del suo interlocutore, Chris curvò le labbra in un sorriso ancora più largo e spaventoso del precedente. «Facciamola semplice: ora tu mi consegni la Croce e io, in nome della nostra vecchia amicizia, non ti farò nulla, così potrai trascorrere il resto della tua solitaria esistenza cercando inutilmente un modo per farmela pagare. Che ne dici? A me sembra un buon accordo.»
Kell serrò i pugni, mettendo da parte la sua paura. Venire a patti con Chris era l’ultima cosa che Kell avrebbe voluto fare… ma, in quel momento non aveva altra scelta: nonostante fosse proprio davanti a lui, quella donna era fuori dalla sua portata e se lui l’avesse contrariata, lei avrebbe distrutto in un attimo l’intero Laboratorio e con esso il lavoro di tutta la sua vita.
Fu solo per questo motivo che Kell estrasse dalla giacca la Croce e la depositò con riluttanza fra le mani di Chris.
«Non riuscirai ad ingannare ancora a lungo Pai,» le disse però lo scienziato con frustrazione. «Lui non farà mai quello che vuoi.»
«Oh, Pai sta già facendo esattamente quello che voglio,» replicò lei. «Mi dispiace Ally – ma vedi, lui ama me
Nell'ascoltare quelle parole, Kell sentì qualcosa spezzarsi dentro di lui. Ma non ebbe il tempo di reagire: un urlo terrorizzato dall’altra parte della sala attirò la sua attenzione: qualcosa che non riusciva a vedere aveva appena afferrato, sollevato e scaraventato contro una parete ricolma di attrezzature uno degli scienziati, causando un corto circuito. Le luci si spensero, le porte si sigillarono automaticamente e all’interno della stanza si scatenò il panico. Un attimo dopo, un altro dei presenti venne letteralmente fatto a pezzi sotto gli occhi di tutti, e dopo di lui un altro.
Le pupille scure dello scienziato si dilatarono per l’orrore. «Chris, che cosa hai…? Perché?!»
Lei scrollò le spalle. «Loro non erano compresi nell’accordo o sbaglio?»
Maledicendola, Kell corse verso il fondo del laboratorio, nel disperato tentativo di salvare i suoi collaboratori dal massacro.
«Ehi, io la mia promessa l’ho mantenuta! Non prendertela con me se per fare l’eroe finirai per farti male!» gli gridò dietro l’aliena, ridendo.

*
*
*

Chris, in lacrime, chinò la testa e gemette sonoramente. «Ascoltami, Pai. Io…Io non so cosa ti sia successo dopo che ci siamo separati, ma temo che Shiroi ti abbia fatto il lavaggio del cervello. Ora t-ti ha messo solo contro di me, ma presto troverà una scusa per convincerti a fare del male anche alla tua famiglia e ai tuoi amici, e questo… questo non posso sopportarlo! Nessuno ha il diritto di farti questo, Pai!» singhiozzò. «E’ vero, ci sono state delle occasioni in cui non ti ho detto tutta la verità, ma… ero terrorizzata! Credevo che i terrestri fossero barbari e violenti, ma ora che li ho visti con i miei occhi e che ho combattuto con loro, ho capito che per tutto questo tempo hai avuto ragione tu! Per cui ti prego, non fare qualcosa di cui ti pentirai per il resto della tua vita. Io…sono tua amica, ricordi? Noi due….no, no, aspetta, Pai! Ehi, ehi, ehi, cosa vuoi fare? Ahi! Piano! Sei molto scortese, lo sai?!»
Mentre Chris parlava, un impassibile Pai si era chinato su di lei e le aveva frugato nei vestiti fino a trovare sia il ciondolo di zaffiro di Kassandra che quello di diamante di Imago: senza dire una parola, glieli aveva strappati via e li aveva messi al sicuro insieme a quello di rubino di Kassidiya.
«Sto perdendo colpi,» commentò a quel punto Chris, piantandola con il finto piagnucolio. «Va bene. Vuol dire che non appena mi libererò, Pai, mi divertirò a distruggerti, esattamente come ho fatto con Ally,» sorrise con aria sognante. «Ti guarderò contorcerti nel dolore e poi ti ucciderò.»
Pai sollevò un sopracciglio e mosse la mano come per evocare un'arma.
«Dunque sono queste le tue ultime parole?»
«Cosa sono in realtà quei monili che le hai rubato?» gli domandò però Ryo, distraendolo.
«Le gemme al loro interno sono fonti di energia,» rispose lui conciso. «La più pura e primitiva che esista nell’intero universo.»
«Energia?!» Kisshu si girò verso Chris, stringendo rabbiosamente i suoi tridenti. «E’ per questo che hai ucciso Imago? Per rubare dell’energia?!»
Lei roteò gli occhi. «Stava già male e lo sai benissimo. Ho solo accorciato la sua sofferenza, le ho fatto un favore. Inoltre, tecnicamente non ho ucciso nessuno, dato che lei non era reale.»
Mew Zakuro superò Pai e si avvicinò a Chris. «Sbaglio o hai detto lo stesso di Kassandra?» domandò.
«Cosa significa?»
Pai sospirò, realizzando che non sarebbe riuscito a portare a termine il suo compito se prima non avesse dato a tutte quelle persone una motivazione convincente. «Capisco. In segno di rispetto nei vostri confronti, vi spiegherò tutto io dall’inizio,» dichiarò alle mew mew. «Vedete, l’Ordine di cui vi parlavo prima si chiama Ordine di Ra-Hu. E’ nato molti secoli fa, quando il nostro popolo era già sul Pianeta Nero, a seguito di una profezia che preannunciava l’arrivo di un’entità demoniaca in grado di distruggere tutto ciò che la vita era riuscita a costruire. I membri dell’Ordine hanno da sempre impiegato tutte le loro forze per evitare che ciò avvenisse. Ma la voce sulla venuta di questo essere si era comunque sparsa fra la popolazione e in molti si erano convinti che fosse un Messia che ci avrebbe permesso di tornare sul Pianeta Azzurro. Queste persone credevano che i membri dell’Ordine fossero dei traditori, e quindi li sterminarono. I pochi sopravvissuti furono costretti a nascondersi ed operare in segreto fino ad oggi,» spiegò.  «Io stesso, nel passato, ho creduto che Profondo Blu fosse il fantomatico Messia di cui parlavano le storie antiche, e che volesse davvero aiutarci,» aggiunse poi con una vaga nota di vergogna nella voce.
«Detto in breve, queste tre gemme sono il geniale metodo ideato dagli antichi membri dell’Ordine per fermare il Messia: raccolgono al loro interno energia positiva, energia negativa ed energia base, la scintilla della vita. Per evitare che tutto questo potere cadesse in mani sbagliate, quegli idioti gli hanno dato la forma di tre esseri che avevano creato artificialmente, che sarebbero tornati nella loro forma originale non appena fosse stato il momento,» continuò Chris, intromettendosi nella discussione. «La profezia aveva una data di scadenza, ed è esattamente quest’epoca. Tutto qui.»
«M-Ma quindi…Imago e quella Kassandra erano fatte di energia?» chiese Mew Mint.
«Non posso farcela con voi,» sospirò Chris. «Sì, tesoro. Non lo sapevano, ma lei e la loro terza sorella erano esseri viventi finti, programmati per assomigliare il più possibile a quelli veri, in modo da passare inosservate. Erano tecnicamente immortali, avevano una loro coscienza, un metabolismo invidiabile ed erano in grado di usare delle capacità del tutto peculiari basate perlopiù sul tipo di energia che custodivano. Avrebbero dovuto essere dei semplici pupazzi, ma hanno finito per agire di testa loro e seguire le loro inclinazioni. L’Ordine le ha lasciate fare perché i suoi membri sono degli imbecilli. Ma ad ogni modo, più l'ora della profezia si avvicinava, più la loro forma fisica si indeboliva, in accordo con lo schema originario di programmazione: le loro funzioni fisiche erano programmate per spegnersi del tutto una volta che l’energia di cui erano composte si fosse completamente riversata all’interno di appositi contenitori, ovvero le gemme che portavano sempre con loro.»
«Sta dicendo il vero,» concordò Pai. «Stranamente.»
Taruto assunse un’aria sospettosa. «Pai, ma tu come fai a sapere tutto d’un tratto tutte queste cose sull’Ordine?»
«Davvero non ci arrivi?» esclamò Chris. «Adesso il tuo fratellone lavora per Shiroi, il Grande Capo dell’Ordine. Tra le altre cose, da come si comporta, credo che quel vecchio l’abbia convinto di essere la reincarnazione di  un qualche decrepito membro del passato.»
«Non mi ha convinto,» la corresse duramente Pai. «Me lo ha mostrato.»
«Ah, beh! Allora sei sicuramente speciale,» sbottò l’aliena con ironia. «Oh, no, aspetta, prode cavaliere: anche io ho dei ricordi del passato! E guarda un po’, io sono stata colei che ha visto per la prima volta il Messia. Io ho scritto quella profezia!» sillabò con forza, digrignando i denti. «Fra tutti gli esseri viventi dell’intera galassia e di tutte le epoche, lui ha scelto me, ed è solo grazie a lui che sono qui adesso, ancora viva dopo secoli. Potete imprigionarmi, torturarmi o farmi a pezzi, ma anche se avessi l’intero sistema solare contro, non smetterò mai di aiutarlo.»
«Dubito fortemente che al Messia interessi qualcosa di te,» commentò Pai, gelido.
Le labbra di Chris si incresparono. «Sei così spavaldo solo perché hai i tuoi amici dalla tua parte. Ma non appena scopriranno il resto della storia, scommetto che saremo in due ad essere legati.»
Ryo guardò Pai con sospetto. «Cosa intende dire per ‘il resto della storia’?»
«Non ascoltatela,» rispose lui. «Vuole solo guadagnare tempo.»
«Oh, andiamo Pai. Lo sa praticamente tutto il Pianeta Nero ormai!» esclamò Chris, tornando di colpo a sorridere. «Glielo dici tu o glielo dico io?» soggiunse minacciosa.
Fu in quel momento che Kisshu, collegando tutti i pezzi di quel nuovo puzzle, sgranò gli occhi. «Ah. Dannazione, mi ero dimenticato di questa cosa.»
«Che cosa, Kisshu?!» incalzò Mew Ichigo, iniziando a preoccuparsi.
«Ne parlava l’amico di Pai, e se non ricordo male quello Shiroi...»
«Il…Grande Capo dell’Ordine? Che cosa vuole da noi?»
Pai si morse leggermente il labbro inferiore, pentendosi di aver lasciato parlare Chris. «Lui… non vuole che il Messia distrugga questo pianeta,» ammise. «E questo perché… mira a conquistarla e a riportare qui la nostra gente.»
A seguito delle parole di Pai, un silenzio colmo di realizzazione scese fra il gruppo di mew mew: avevano appena capito di aver impiegato gli ultimi mesi a sconfiggere un gruppetto di alieni per proteggere il loro mondo, ma adesso si trovavano in una stanza con una psicopatica che voleva portarci sopra un demone distruttore, ed un loro ex avversario al diretto servizio di un tizio che voleva scatenare una guerra per riconquistare il pianeta.
In altre parole, erano appena finite dalla padella all’inferno.
«Questo non ce lo avevi detto, Pai,» osservò con estrema calma Mew Mint.
«Solo perché è un problema secondario,» replicò lui.
Chris, alle sue spalle, gonfiò le guance trattenne a stento una risata.
«Perdonami, ma a me non sembra tanto secondario!» protestò la mew mew alata.
Ryo fu decisamente meno diplomatico. «Tu!» gridò all’alieno, afferrandolo per il colletto del vestito.
Pai lo lasciò fare. «Adesso non è questa la priorità,» disse in tono fermo. «Il nostro problema è Chris. Una volta che lo avremo risolto, giuro che farò il possibile per-»
«Mi prendi in giro?!»
«Io gli credo.»
La voce cristallina di Mew Lettuce lasciò Ryo di stucco. «Perdonami, Ryo. Io.. Io mi fido di Pai,»  disse accorata la guerriera. «Non è uno sciocco e so che non permetterebbe mai che ci venisse fatto del male.»
«Mew Lettuce…!» Ryo rimase fermo, non sapendo cosa ribattere.
Allo stesso tempo Pai, sinceramente sorpreso, si voltò a guardare la ragazza che con timida decisione aveva appena preso le sue difese, andando contro tutto il suo gruppo. Sin da quando era entrato nella chiesa, la sua razionalità non aveva fatto altro che ripetergli di ignorarla, ed ora l’alieno aveva capito perché: gli era bastata una sola occhiata a quella creaturina all’apparenza così fragile, eppure così tenace e risoluta, per sentire il muro gelato nel suo petto sciogliersi ed il battito del cuore accelerare. Deglutì. Per il bene di entrambi, non poteva mostrare la sua debolezza.
«Quindi lascerai che Pai mi uccida, anche se non ho fatto niente?»
La cinica osservazione di Chris fornì a Pai un’ottima scusa per distrarsi dalla mew mew.
Esitante, Mew Lettuce strinse un pugno e se lo portò d’istinto al petto. Pai però le rubò la possibilità di rispondere.
«Niente?!» gridò, colmo d'ira. «Ci hai mentito per anni. Hai mentito a queste ragazze per farle fare il tuo gioco e stavi per sterminarle!»
«Ma non le ho neanche toccate, mi sembra. E’ un processo all’intenzione il tuo?»
«Hai ucciso il mio migliore amico,» le ricordò allora Pai con voce instabile. «Hai fatto massacrare dai tuoi chimeri lui e tutti gli scienziati che lavoravano con lui.»
L'animo dell'alieno traboccava di rabbia, ma non era per Chris: lui ce l’aveva con sé stesso perché, ancora una volta, aveva dato la sua completa fiducia ad un essere che mirava solo a sfruttarlo per i suoi scopi.
«Ma questi scienziati…stavano studiando il modo per conquistare la Terra…?» osservò con cautela Mew Pudding.
«Finalmente qualcuno che ragiona!» esclamò Chris. «Esatto! Quelle persone lavoravano tutte per Shiroi. Lui ha paura di me; è per questo che ha portato dalla sua parte Pai, il mio amico d’infanzia, e lo ha mandato qui per uccidermi prima del suo arrivo. Shiroi ha un’intera armata di fanatici al suo servizio, che vuole usare per invadere questo pianeta. Ha preparato decine di astronavi per portarli tutti qui e quando accadrà, rimpiangerete di non avermi lasciato invocare il Messia.»
Il rombo di un tuono fece tremare l’intera chiesa dalle fondamenta, facendo sussultare le mew mew, già visibilmente agitate a causa della piega che stava prendendo la situazione.
«Tra l’altro,» continuò la ragazza aliena, «questo tempaccio è causa sua. L'ora della profezia sta arrivando e se non gestisco bene il rituale, lui potrebbe non riuscire ad arrivare qui tutto intero.»
Mew Mint, l’espressione accigliata, si portò due dita al mento. «Credo di aver capito la situazione,» commentò dopo alcuni secondi con un tono che voleva suonare il più possibile pacato. «Ho solo un ultimo dubbio: Chris, quando questo Messia è entrato in contatto con te per la prima volta, ti ha regalato degli strani poteri e mi sembra di capire che ciò ti ha fatto leggermente montare la testa. Ma, a parte questo…  perché vuoi portarlo qui? Se ho ben inteso, stiamo parlando di un essere proveniente da un altro piano dimensionale, così potente da poter distruggere l’intero pianeta. Vuoi davvero questo?»
Chris studiò Mew Mint con aria stupita. «Ma certo che no,» rispose. «Il Messia non distruggerà il mondo  – lui lo purificherà, sradicando ogni forma di vita, permettendo così il ripristino dell’antico equilibrio naturale. Anche io in fondo lo trovo un tantino esagerato, ma se ci pensi bene non è diverso dal cancellare un calcolo sbagliato su una pergamena e ricominciare a scrivere daccapo.»
«No, non capisco! Perché mai vorresti portare qui un folle che vuole fare una cosa del genere?»
«Perché me lo chiedi? Conosci già la risposta. In fondo, anche tu provi sentimenti per un essere più forte ed imprevedibile di te.»
Mew Mint arrossì appena, cosa che non sfuggì a Chris. «Mi dispiace, ma non provo sentimenti per nessuno del genere,» le disse.
«Vedremo,» commentò lei. Poi sorrise di nuovo e, con il suo solito tono vivace e quasi infantile, si rivolse al resto del gruppo. «Allora, vi alleate con me o no? Non c’è più molto tempo ormai.»
Pai aggrottò la fronte. «Non vorrete darle retta...!»
Mew Purin e Mew Ichigo, confuse, si guardarono fra di loro in cerca di un supporto reciproco. Mew Lettuce invece si strinse le braccia, fissando il pavimento.
«Ryo,» mormorò invece Mew Zakuro, attendendo la risposta del loro capo.
«Non collaboriamo con gli assassini,» mise subito in chiaro lui. «Oltretutto, visto che sei sul nostro pianeta, sei nostra prigioniera. Ti consegneremo viva a questo Shiroi in cambio di un accordo vantaggioso per noi terrestri.»
Le mew mew non trovarono nulla da ridire: in effetti, il piano di Ryo era la cosa più semplice e sensata che avevano sentito dire nell’ultimo quarto d’ora.
«Io una chance di sopravvivere ve l’avevo concessa,» commentò Chris, rimettendosi in piedi. Le funi che la tenevano legata, e che probabilmente aveva già allentato da tempo, si sciolsero e le bolas rotolarono a terra. «Non potete tenermi prigioniera, mi dispiace,» commentò.
Tutti i presenti si misero sull’attenti, assumendo una posizione da battaglia.
«Non fare un altro passo,» le intimò Ryo con voce dura. «Sei sola e circondata. E’ finita.»
«Sono esattamente dove dovrei essere,» replicò lei con un sorrisino, «avevo solo del tempo da perdere.» Incrociò le mani dietro la schiena e si esibì in una mezza piroetta per girarsi verso Pai, facendo ondeggiare la sua treccia e la sua tunica bianca. Lo indicò con un dito. «E’ tutta colpa tua, sai? Avresti dovuto uccidermi subito, senza neanche rivolgermi la parola.» Ma la rapidità e la furia con cui l’alieno le puntò contro il suo ventaglio fece intuire a Chris che aveva intenzione di rimediare al più presto a quell’errore.
«Ti propongo un ultimo accordo!» gli disse allora lei, mettendo le mani avanti. «Se mi darai le tre gemme entro i prossimi…diciamo tre secondi, ti restituirò la piccola, dolce e indifesa terrestre che si fida così tanto di te.»
Un lampo di terrore balenò negli occhi sottili di Pai. «Non osar-» cominciò, ma venne bruscamente interrotto da un boato forte ed improvviso, più simile ad un’esplosione che ad un tuono, che fece saltare la corrente e gridare di paura le ragazze nella chiesa.
Il terreno sotto i loro piedi iniziò a vibrare con estrema violenza, facendo tremare e crollare parti dell’edificio. Un'onda di energia forte come una marea investì l'area e in pochi istanti si ritrovarono tutti scaraventati a terra in uno stato di semi-incoscienza. Era difficile capire se tutto questo fosse stato opera di Chris o se si fosse trattato di una coincidenza; fatto sta che, quando la terra smise di tremare e le luci di emergenza si accesero con uno sfarfallio, Pai fu il primo a riprendersi. Scattò in piedi e recuperò la sua arma, ma solo per scoprire che Chris aveva approfittato della confusione per afferrare Mew Lettuce alle spalle ed immobilizzarla.
L’aliena stava stringendo forte un braccio intorno al suo collo con una presa d’acciaio mentre la mew mew, respirando a malapena, lottava con tutte le forze che le erano rimaste per liberarsi.
Lei non le stava prestando la minima attenzione. «Oh, bentornato fra noi, Pai. Non ho contato, ma credo che il tempo sia scaduto da un bel pezzo e io non vedo le mie gemme,» disse. «Hai scelto di dar retta alla tua testa, il che è decisamente in character da parte tua… ma visto che ciò mi contraria, credo che ucciderò la tua terrestre preferita.»
Chris spinse a terra Mew Lettuce, facendola cadere in ginocchio sul pavimento sporco e gelido. Lei si portò una mano alla gola e cominciò a tossire e tentare di respirare disperatamente più aria che poteva. «V-Va tutto bene,» riuscì a mormorare sofferente a Pai. «Non devi dargliele. Non lasciare che distruggano la Terra.»
Pai non capiva. Come poteva quella ragazza, persino in quel frangente, mettere con tale facilità gli altri al posto di sé stessa? Come poteva fargli questo?
Vide Chris prepararsi a trafiggere il petto della ragazza con la lancia che aveva già fatto comparire nella sua mano. Era veloce, molto più veloce di lui: non sarebbe mai riuscito a fermarla in tempo. Stava accadendo tutto così in fretta che non riuscì neanche a pensare. «Fermati!» gridò d’istinto a Chris, e prima di rendersene conto le aveva già lanciato il sacchetto che conteneva le tre gemme.
Lei lo afferrò al volo. «Ti sei davvero rammollito, Pai,» commentò. Gli regalò un occhiolino. «Non preoccuparti, non lo dirò a Shiroi.»
Un istante dopo, Chris colpì Mew Lettuce alle spalle. Spinse la punta della lancia al centro del suo petto e la lasciò lì, come se non le importasse nulla né di lei, né di quell’arma.
«RETASU!» urlò Pai, precipitandosi al fianco della ragazza. La sostenne per le spalle, cercando come poteva di non farla cadere a terra per non far muovere la lancia.
Mew Lettuce gli tossì addosso del sangue color rosso vivo. Il suo respiro era sofferente e irregolare e le impediva di parlare, e lacrime di dolore continuavano a scendere giù dai suoi occhi terrorizzati. «Devi…devi restare calma,» le disse Pai, pur non riuscendo ad esserlo neanche lui. In quel momento, il suo intero essere era un misto di dolore, rabbia e frustrazione. «Non è niente. Te la caverai.»
A giudicare dal punto in cui era stata colpita e dalla sofferenza che le causava ogni tentativo di respirare, Pai comprese che Chris le aveva perforato un polmone. Se avesse estratto dal suo corpo la lancia, Retasu sarebbe morta rapidamente, soffocata dal suo sangue; se però non avesse fatto nulla, avrebbe solo prolungato inutilmente il dolore lancinante che lei stava provando in quel momento. Impotente, l'alieno digrignò i denti. «Tu…» sibilò con odio in direzione di Chris, continuando a stringere Mew Lettuce.
«Che c’è? Te l’ho restituita, no?» gli rispose lei divertita, per poi mostrargli il sacchetto con le tre gemme. «Peccato non poter usare i poteri di queste per guarirla, vero? Ed ora ti chiedo scusa, ma ho un Messia da evocare.»
Chris si lasciò alle spalle Pai e Mew Lettuce, sicura che lui non l’avrebbe seguita: era troppo fedele per lasciar morire lì sola a terra la donna che amava. Si incamminò lentamente verso l’altare in fondo alla chiesa, ma Kisshu le sbarrò la strada dopo pochi metri. Annoiata, l’aliena poggiò una mano sul fianco e sospirò.
«Che cosa vuoi, Kisshu? Fossi in te, fuggirei il più lontano possibile da questo posto. Ma se proprio vuoi restare...» soggiunse con un sorrisetto, «…ti prometto che assisterai ad uno spettacolo che sarà la fine del mondo.»


  
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