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Autore: The Youngster    28/06/2011    1 recensioni
Ecco vi la versione estesa e rivista di una probabile one-shot.
Il protagonista è George Jackson,scrittore canadese,nemico della critica letteraria e fondamentalmente un fallito.
Come se il poco cibo in frigo non bastasse,tre donne diverse lo chiamano a trascendere le sue priorità.
Pensando a questo,George ha solo una piccola consolazioni:la sigaretta delle cinque.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un cielo grigio opprimeva un'altrettanto grigia Toronto.Quel periodo della stagione rendeva impossibile una vivace vita sociale,il clima canadese era molto duro e la voglia di festeggiare veniva meno.Era pur sempre una città bellissima e piena d'opportunità.
In fin dei conti il Canada era il posto perfetto per una mente piena di idee,libero dal bigottismo o dall'amore per gli eccessi statunitense.
Almeno questo aveva pensato un giovane britannico incappucciato al momento di scendere dal Boeing che gli aveva aperto questo nuovo orizzonte.
George Jackson accese la solita sigaretta delle cinque del pomeriggio,alcuni suoi amici la ritenevano un'abitudine mentre altri un'ossessione.Dipendeva dai punti di vista.
Cosa poteva offrire una giornata così grigia a uno scrittore incompreso?Solo un attimo di pace per fumare la sigaretta delle cinque.
Quel piccolo vizio lo rilassava,permetteva al tabacco e alla nicotina di mettere KO la sua mente a suo parere scoppiettante.
Non si sentiva una persona come tante né in positivo né in negativo.Sentiva solo di essere diverso.
Era questo forse l'oscuro motivo per cui i suoi libri non erano stati apprezzati:due bei libri che la critica aveva distrutto alla velocità della luce.Il primo era stato ritenuto scontato a seguito della morte del protagonista,era soldato in fin dei conti!L'altro troppo smielato perché basato su una storia d'amore.Insomma il genio di George Jackson passava inosservato ai più.
Il fan medio si aspetta sempre la figura dello scrittore preso dalle sue idee,che vive in un mondo dove il tempo non scorre,in una casa accogliente e con una bella moglie più giovane che gli porta il caffè la mattina.Il prototipo di uomo perfetto descritto dal sogno americano.
Oppure ci si immagina lo scrittore tenebroso,che vive in una casa tenebrosa con una moglie più grande altrettanto tenebrosa.E magari un'amante solare.Si,diciamo un uomo come Stephen King.
George reputava di fare parte della seconda categoria,escludendo la moglie tenebrosa, l'amante solare e i soldi di Stephen King!
In realtà il corso degli eventi lo aveva reso tale.Ma lui stesso riteneva che quella fosse un'altra storia.
Ogni pomeriggio,George dedicava una sigaretta a un problema in particolare.Non importava che fosse importante o futile.
E questa volta George non sapeva distinguere a quale delle due categorie appartenesse.
Erano loro la causa.Loro tre,tre donne diverse che senza conoscersi si facevano guerra a vicenda.
Mai viste delle persone tanto diverse ma che risultavano un terzetto armonioso nell'immaginario di uno scrittore fallito.
E così passavano i minuti e rieccolo lì a elencarle mentalmente.
Una bellezza glaciale:Lucy.Lucy Logan.
Una donna come poche canadesi,amante del lusso,dei vestiti e degli eccessi.Il suo lavoro era il suo gioco preferito:sfilare e più o meno inconsapevolmente sedurre.
Giornalisti,fotografi e stilisti osservavano i suoi corti capelli biondi illuminare la passerella mentre il suo esile corpo l'attraversava spandendo un profumo dolce.
Questi ricevevano dolci occhiate da due scaglie di ghiaccio,azzurre come il mare più profondo, e sorrisi provocanti da due labbra generose.
George aveva perso il conto di quante sue sfilate avesse visto e di quante fotografie le avesse fatto.
Il loro primo incontro era stato tutt'altro che casuale.

Un tocco,un flash.
Un altro tocco,un altro flash.
La fotografia lo appassionava e ne fece per un breve periodo un lavoro.Si sa,molti scrittori cominciano da reporter.Lui aveva un ruolo secondario,fotografava piccoli incidenti ed eventi mondani,in compenso il suo nome non compariva mai sotto le fotografie.
Un uomo in giacca e cravatta osservò con scrupolo il cartellino da giornalista di George e lo lasciò entrare nella sala dove si sarebbe tenuta la sfilata.
Fu una sfilata lunga,uno stilista filippino aveva profumatamente pagato delle modelle affinché lanciassero una nuova orrenda moda.
Avrà vita breve pensò George.
Fu allora che un bagliore giallo come l'oro aveva attirato la sua attenzione.Dei capelli corti in cima a un monumento alla bellezza.
Ne fu colpito,molto colpito.
Cominciò a scattare foto in maniera frenetica ed ecco che metà della memoria della potente macchina fotografica fu occupata.
Aveva appena ceduto a una banale bellezza da palcoscenico,ma cosa importava?
Finita la sfilata,un altro uomo in giacca e cravatta si avvicinò con un sorriso a trentadue denti e lo spinse con gioiosa violenza al cospetto del ridicolo stilista fillippino,vestito come un uomo delle caverne.Stilisti.Che gente strana.
Fu salutato in un inglese impeccabile da quest'ultimo che desiderava degli scatti con la sua modella migliore:lei.
Dopo qualche scatto e altri cordiali saluti,George fu congedato e gentilmente mandato a fanculo dallo staff di sicurezza.
Quando si stava allontanando soddisfatto del “bottino” una suadente voce femminile lo fece trasalire.
“Scappa di già,signor Jackson?”
Gli si fece incontro una donna riccamente vestita,protetta dal freddo da una lunga pelliccia di visone.Una donna che si trattava bene dunque.
Boccheggiò e rimase stupito a guardarla.Cosa ci poteva trovare una come lei in un perdente come lui?
“Non mi offre un caffè?”

Quanti uomini poteva dirsi tanto fortunati?Be' escludendo quelli con barche traboccanti di soldi e i politici!
A una bellezza così scontata si opponeva il particolare fascino della dottoressa diligente e sempre attenta a non aprirsi troppo con gli altri:Holly.Holly Smith.
I suoi lunghi capelli corvini circondavano un volto serio,una piccola ruga si faceva strada sulla sua fronte nonostante l'età.
Quanti erano ormai i pazienti che si erano innamorati di lei?Anche George era stato un suo paziente e nonostante questa fosse meno bella della fredda Lucy le sue forme prorompenti lo avevano colpito subito.
George si persuase che a volte i proverbi dicevano il vero:non tutti i mali vengono per nuocere.

Un sole tenue,carezzevole,scaldava una giornata piacevole.Poco vento,nessuna nuvola.
George accusava da tempo forti dolori alla gamba e difficoltà a camminare.
Era stata quella corsa folle per salutare Lucy prima della sua partenza in Europa?
Forse.Mai un uomo aveva attraversato a tale velocità un aeroporto internazionale.
Lucy era fatta così:l'aveva avvertito la mattina stessa.George finì di divagare e si concentrò sul dolore.
Lo studio di radiologia Smith gli era stato consigliato da alcuni amici.Si trattava di un padre e una figlia che svolgevano insieme un efficientissimo servizio.
Entrò e una voce fresca trillò “Salve!Io sono Giudy Parker,la segretaria.Aveva un appuntamento?”
George fece un cenno di assenso e si accinse a sistemare le formalità.
“L'indirizzo qui e il recapito qui!Prego, da questa parte!” concluse allegra la ragazza.
Lo studio era candido e pulito,un assistente fece accomodare l'infortunato sotto un'impressionante macchinario.
“Buonasera signor...Jackson,giusto?” esordì la dottoressa al suo ingresso.E che dottoressa pensò il paziente.
Soffocò quest'apprezzamento e annuì.
“Non è un tipo di molte parole,eh?Non importa,stia fermo e le dirò cosa c'è che non va” disse quella gentilmente.
George non aveva mai incontrato una persona tanto deliziosa come Holly Smith.Lucy lo intimidiva e lo affascinava ma quella donna gli faceva sentire una piacevole sensazione di calore alla bocca dello stomaco.Sapeva che non era vero amore,infatuazione forse.
Fatto stava che la sua gamba sarebbe stata sanata e che una donna dall'incredibile potenziale,una femme fatàle,reclamava il suo posto nel suo immaginario.

Sempre nello stesso studio medico conobbe un'altra donna,la più giovane delle tre.
Si sono conosciuti in maniera diversa dalle altre due,nulla che fosse dettato dalla necessità.
E' vero,si erano scambiati uno sguardo di curiosità nello studio degli Smith ma niente di più.
Questo fu l'ennesimo evento che stupì George.

Fuori pioveva a dirotto,il cielo sputava il suo carico senza pietà sul centro della capitale canadese.
Poco importava,George era al riparo e al caldo in una caffetteria.Leggeva.
Era stata la solita giornata piatta ma dopo le cinque e la solita sigaretta,la priorità principale divenne una passeggiata in centro,nonostante il cielo non promettesse nulla di buono.
Salì sulla sua vecchia ma indistruttibile Chevrolèt Camarro del '68.Una bella bestia,un po' intrattabile ma non lo aveva mai tradito.
Si diresse nella zona del centro spandendo un fumo nero come la notte,si sorprese che non lo fermassero con una simile minaccia per l'ambiente.
Quando si fermò decise di entrare nella caffetteria Godric's,il solito locale dopo la solita sigaretta d'altronde.
Mentre era intento a leggere,qualcosa nella sua tasca vibrò.Il vibracall si fermò subito:un messaggio.
George si aspettava la solita promozione superconvenientissima,invece con suo grande stupore un numero sconosciuto gli aveva scritto queste parole:

Buonasera signor Jackson,
non so perché le sto scrivendo,forse ho bisogno di incontrare gente nuova.
Sono Giudy Parker,la segretaria,ricorda?
Mi farebbe molto piacere se domani sera mi accompagnasse a una festa,se non ha niente da fare e se il suo tasso alcolico supera gli standard,è ovvio.
Giudy

Chiuse il libro,allibito.Ordinò una birra fortissima.

Poco più di una diciottenne,Giudy aveva un corpo acerbo,non era ancora una vera donna.
Sotto dei ribelli capelli rossi si presentava un volto all'apparenza docile e spensierato,sempre sorridente.Era forse del suo sorriso che George si era invaghito,un sorriso luminoso e perfetto:la gioia dei dentisti.
Nonostante la sua apparente spensieratezza e amore per il divertimento,cosa che faceva di lei una festaiola,i suoi occhi,neri come la notte,lasciavano presagire tutt'altro.
Quando si innervosiva un'ombra di tristezza piombava aggressiva sulle due gioiose perle,un'ombra che solo una donna vissuta poteva avere.
Com'era possibile che una contesa simile gli avesse impedito di avere successo?Era davvero così influenzabile?
Ogni volta,George si rispondeva di sì:la sua carriera era andata a finire nel cesso tra le foto delle sfilate di Lucy,le visite allo studio di Holly e le feste di Giudy.
Finì la sigaretta delle cinque e sbuffò.

  
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