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Autore: Something Rotten    28/06/2011    3 recensioni
« Non è ancora perfetta. Dovresti ascoltare il ritmo della chitarra, non puoi cantarla con l'ipod nelle orecchie. » aveva commentato offrendogli una delle due birre che teneva di fronte ai suoi piedi « Credi di riuscire a cantarla di fronte a me? »
Tom aveva fatto cenno di sì anche se in realtà non ci credeva neanche lui che fosse possibile farlo, c'era troppo di lui in quella canzone o forse di loro.
« Abbiamo sbagliato a metterla come singolo? Ce ne sono molte che sono più belle di questa, siamo ancora in tempo per cambiarla. » aveva commentato mentre il suo stomaco e la sua mente si aggrovigliavano nella solita sensazione di ansia che la vista di Sergio gli procurava da un po.
« Quanto ci sei legato a questa canzone? » aveva chiesto mentre stappava la bottiglia di birra e la sorseggiava il più velocemente possibile.
« Perché fai domande di cui conosci già le risposte? »
[Kasabian. Slash Tom\Sergio]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Slasha anche tu personaggi che nessuno conosce ù-ù
Il problema principale è che quando ho visto questo video (http://www.youtube.com/watch?v=E7eA9sl2bk4&feature=related)  e se andate all'ultimo ma proprio ultimo minuto lo sguardo che il cantante rifila all'altro è tipo "Ti spoglierei ora e ti farei tanto ma tanto urlare".
Quindi ho pensato che il mondo ha bisogno dei Kasabian e del loro slash *-*
Non so neanche se esistono altre fiction del genere, ma hey, sono anticonformista ù_ù
Farà schifo non so neanche se qualcuno la legga, ma eccola a voi *.*
La canzone che viene citata non è Underdog come nel video, ma Thick as Thieves, mi sono presa un paio di licenze poetiche che spero che non diano fastidio <3

.Thick as Thieves.


Anni che suonavano, forse anche troppi, e combinavano ancora casini del genere. Avevano fatto uscire il loro secondo singolo "Thick as Thieves" così denso dei sentimenti di Tom da far quasi male ogni volta che lo sentiva alla radio oppure nel bar dove, solitamente faceva colazione, erano stati chiamati in una trasmissione radiofonica, una di quelle che non hanno un maledetto studio da poter contenere quattro persone e tutte le loro attrezzature e l'unica soluzione plausibile era una versione acustica.
Nessuno di loro aveva ipotizzato una versione acustica di quella canzone - come invece era successo con Fire, ma l'avevano già più volte suonata in quell'emittente radiofonica, volevano qualcosa di nuovo- e non era una cosa facile farla in meno di dieci ore.
« Siamo nella merda. » aveva commentato Ian entrando nel piccolo soggiorno dell'abitazione di Sergio, dove spesso si rifugiavano per incidere o per passare un po di tempo in tranquillità « No aspetta, il mio strumento non centra in quella piccola saletta. Quindi voi tre siete nella merda! »
« Ti faccio suonare il tamburello se non la smetti. » aveva commentato acido Sergio posando sul tavolino di legno la sua birra ancora fredda « Ci siamo tutti e quattro nella merda, indipendentemente da chi si deve esibire. Quindi non vi muovete di qui fino a quando non avremo la versione acustica! »
« Sinceramente non ho mai visto una versione acustica con l'accompagnamento di un basso, quindi no, la colpa è vostra e ve la spicciate fra di voi! Sempre se non volete sempre suonare la versione acustica di Sweet Escape di Gwen Stefani! » aveva commentato esuberante Chris « Ergo fate come volete io me ne torno a casa, anzi... Ian che ne dici di una birra? »
Tom non aveva parlato per tutto il tempo di quella stupida discussione, era ovvio che alla versione acustica dovevano pensarci lui e Sergio, ma sperava che Ian conoscendo la loro "situazione" si prodigasse per lui accettando di usare il tamburello così da non dover far altro che scuoterlo senza pensare agli accordi o alle cose simili, invece non gli era balenato minimamente quel pensiero, anzi se ne era andato via da quella casa il prima possibile. Forse l'aveva fatto apposta, forse lo aveva fatto per farli tornare insieme, ma era possibile quanto che un T-rex fosse sopravvissuto al meteorite e fosse ancora vivo al centro della terra tra il magma e tutta quella roba lì.
« Pezzi di merda. » aveva commentato Sergio a denti stretti mentre si dirigeva verso la sua chitarra « Tu canta fai quello che vuoi. Io vado in giardino a cercare di arrangiare qualcosa. »
Tom aveva fatto cenno di sì con la testa, mentre raccattava dal borsello l'ipod e se ne andava verso il bagno, aveva la stupida convinzione che quella fosse l'unica stanza con l'acustica migliore, ma anche perché era la stanza più lontana, quella dove Sergio non l'avrebbe né sentito né visto.
Si era messo a terra tra il lavandino e la vasca da bagno, la porta chiusa a chiave e la musica ad alto volume nelle orecchie. Non sapeva quanto tempo era rimasto seduto a cantare nel miglior modo possibile, anche senza musica come accompagno. Forse era pronto ad uscire da lì, ma non aveva alcuna voglia di farlo, non voleva incontrare gli occhi cattivi e forse acidi del suo chitarrista, non voleva neanche sentire quello che aveva prodotto, voleva che fosse tutta un'improvvisazione, non voleva e non poteva sentire gli accordi uscire dalla chitarra di Sergio e non voleva cantare solo con lui quella canzone che, tra l'altro, era solo ed esclusivamente per lui. Era già difficile cantarla in uno studio circondato solo da apparecchi tecnologici e microfoni, figuriamoci in un piccolo studio radiofonico vicino a Sergio, a stretto contatto con lui. Dopo quell'esperienza avrebbe dovuto seriamente cambiare lavoro, magari darsi all'agricoltura oppure alla piantagione di caffè nel Brasile.
Aveva guardato l'orologio al polso, era abbastanza tardi da poter tornare nella sua abitazione, la sua parte l'aveva fatta, riusciva a cantare quella canzone senza l'accompagnamento della batteria, diventata ormai una delle poche cose che ascoltava sul palco, l'unica cosa che lo guidasse nelle sue stesse canzoni. Aveva girato più volte la chiave fino a quando non aveva sentito la serratura della porta fare il classico rumore ,aveva perto la porta e si era ritrovato di fronte Sergio, non molto di fronte per la verità, era seduto con la sua chitarra tra le mani e con le spalle alla porta del bagno.
« Non è ancora perfetta. Dovresti ascoltare il ritmo della chitarra, non puoi cantarla con l'ipod nelle orecchie. » aveva commentato offrendogli una delle due birre che teneva di fronte ai suoi piedi « Credi di riuscire a cantarla di fronte a me? »
Tom aveva fatto cenno di sì anche se in realtà non ci credeva neanche lui che fosse possibile farlo, c'era troppo di lui in quella canzone o forse di loro.
« Abbiamo sbagliato a metterla come singolo? Ce ne sono molte che sono più belle di questa, siamo ancora in tempo per cambiarla. » aveva commentato mentre il suo stomaco e la sua mente si aggrovigliavano nella solita sensazione di ansia che la vista di Sergio gli procurava da un po.
« Quanto ci sei legato a questa canzone? » aveva chiesto mentre stappava la bottiglia di birra e la sorseggiava il più velocemente possibile.
« Perché fai domande di cui conosci già le risposte? »
« Perché se eri davvero così legato a questa canzone l'avresti messa come primo singolo e non come secondo ed ora non avresti tutti questi pensieri negativi sulla sua uscita! Ci hai messo tutto di te qui dentro, di noi e sembra che ora non te ne importi più nulla, come se anche questa canzone fosse uno sbaglio, come la nostra storia d'altronde. C'è qualcosa di buono che ti ho lasciato? »
Non l'aveva mai vista da questo punto di vista, non l'aveva mai vista come una cosa a due, come se a soffrire o a farsi del male fosse stato solo lui, come se quella canzone appartenesse solo a lui e non a loro due.
« Allora cantiamola, no? » aveva chiesto riprendendosi e sedendosi al suo fianco.
Sergio aveva sorriso, o meglio aveva stirato le labbra fino a formare un piccolo sorriso. Tom aveva preferito guardare la chitarra e le sue mani che vi correvano veloci provocando un paio di suoni. Non era venuta perfetta, l'avevano provata fino alle cinque del mattino, dopo di che si erano addormentati sul divano come ai vecchi tempi. A svegliarli era stato Ian, ormai abituato a quei due abbracciati o aggrovigliati - anche se erano sei mesi che non succedeva più-. Forse Tom non si era mai sentito così pieno di vergogna, un tempo era l'abitudine, ma ora non era nient'altro che un qualcosa che non succedeva da tempo.
« Non fare quella faccia, non abbiamo fatto nulla. » aveva commentato Sergio rivolto verso Ian che aveva annuito poco convinto « Vuoi controllare il mio sedere? »
Ian si era lasciato andare in un verso schifato mentre usciva dal salotto per fumarsi una sigaretta. Tom aveva dato la precedenza a Sergio per la doccia, era sempre casa sua in fin dei conti, doveva prenderla lui tutta l'acqua calda che la caldaia poteva contenere. Senza neanche fare colazione o bere qualcosa di caldo si era diretto verso Ian sfilandogli dalle labbra una sigaretta, già accesa.
« Hey, devi mangiare prima. » aveva urlato Ian cercando invano di riprendersi la sigaretta, ma Tom era sempre stato più veloce ed intelligente di lui, non era una novità che non riuscisse a riprendersi quell'ammasso informe di tabacco e cartina.
« Io sono abituato a non fare colazione, lo sai. Comunque brutto bastardo, come è andata la serata? »
« Abbiamo rimorchiato due che sembravano la fine del mondo, ma sai che quando l'alcol finisce il suo effetto... le cose appaiono come sono realmente. Ci ho messo tre ore a lavarmi perché avevo paura che quella cosa informe avesse la rabbia. »
Tom aveva riso fino a quando non si era quasi strozzato con il fumo della sigaretta.
« Siete gli essere più stupidi che io abbia mai visto sulla faccia della terra, ne sei cosciente? »
« Si vede che non ti sei mai visto nello specchio. Quello non era un risveglio da amici, lo sai, e soprattutto quello che state per fare oggi è un grande passo, vedi di giocare le tue carte e non farlo per noi o per la band, ma per te stesso. »
« è un discorso chiuso, lo sai benissimo. »
Ian aveva scrollato le spalle, mentre si girava un'altra sigaretta.

[...]

Si poteva dire che ormai erano grandi amici dello Speaker di quella radio, era la quarta o quinta volta che si esibivano in diretta nazionale, ormai conoscevano i trucchi del mestiere e soprattutto sapevano quello che potevano o non potevano dire.
Le telecamere dell'emittente erano troppo vicine ai loro volti, sicuramente si sarebbe vista qualsiasi ruga o qualsiasi imperfezione della loro pelle. Tom si chiedeva sempre se lo facessero apposta per fargli apparire più umani o fosse un errore dovuto al poco spazio della saletta. Lo speaker aveva interrotto i  suoi pensieri annunciando il titolo del loro nuovo singolo. Sergio aveva cominciato a suonare la chitarra tenendo gli occhi fissi sul microfono che si trovava di fronte a lui, mentre lui alternava lo sguardo dalla figura di Sergio a quella del microfono, sembrava leggermente psicopatico, ma non riusciva a tenere i suoi occhi troppo a lungo lontani dal ragazzo ricurvo sulla sua chitarra.
«And hey oh, where did it go? When did we lose our sight?» aveva cantato guardando Sergio che aveva scrollato le spalle come se fosse realmente rivolta a lui quella domanda. Rispondendo a suo modo, anticipando la strofa successiva.
« I  Gave  you all the high skies but you gave me night. »
E Tom come previsto dalla canzone aveva sospirato
« Let the lights sing again. »
Sergio gli aveva sorriso, la telecamera gli aveva ripresi, ma nessuno conosceva veramente la vera stesura del testo, nessuno poteva permettersi di giudicare la loro licenza poetica della performance e nessuno avrebbe mai saputo la reale valenza di quelle parole.
Quando la musica era finita ed anche le parole da "dirsi", Sergio aveva guardato tom nell'unico modo che gli era concesso, quello sguardo innamorato e perso che non vedeva da fin troppo tempo, del quale aveva persino pensato di esserselo sempre immaginato. Non era ancora abbastanza, ma era pur sempre un inizio per tornare magari "amici per la pelle".

   
 
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