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Autore: Dhialya    28/06/2011    1 recensioni
[Sequel di "Gelida Perfezione"]
Un passo. Due passi. Tre passi.
Tanti passi. Da quando stava muovendo le gambe?
Camminava a fatica tra gocce di pioggia color vermiglio vivo e pozzanghere di tenebra.
La vista le diveniva sfuocata, e una stretta ferrea intorno ai polmoni la faceva respirare a singhiozzi.
Non era quello il tipo di inferno che aveva desiderato di trovare per potersi scaldare dal suo gelo perenne.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Gelida Imperfezione'
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Infernale Imperfezione


{Prequel: Gelida Perfezione}



Batteva la luce del sole sul suo corpo di porcellana ormai pronta allo scioglimento: le ustionava gli occhi, le polverizzava la pelle, le inceneriva il capo, le seccava il cuore.

Appoggiandosi ad un albero bianco ancora cristallizzato, la cui corteccia liscia e dai riflessi ghiacciati rifletteva luce azzurrina, fece leva per sostenersi ad un capogiro.
Urlò di dolore quando la linfa fredda e gelata che non vi scorreva più all'interno prese a pulsare e sciogliersi, divenendo lava incandescente che le ustionò la pelle quando fuoriuscì dallo strato di ghiaccio.

Un urlo che le fece tremare le membra, che le dilaniò l'anima e accrescette il numero di crepe che le martoriavano l'involucro di un corpo ormai privo di vita.

Un passo. Due passi. Tre passi.

Tanti passi.

Da quanto stava muovendo le gambe?

Non lo sapeva, non se lo ricordava più. Non ci voleva nemmeno pensare, non ci riusciva, poiché sentiva la testa pulsare di un groviglio di pensieri sconnessi.

Ma percepiva che era da tanto.

Camminava a fatica tra gocce di pioggia color vermiglio vivo e pozzanghere vibranti di tenebra.
La vista le diveniva sfuocata a tempi sempre più ravvicinati, e una stretta ferrea intorno ai polmoni la faceva respirare a singhiozzi.

Il suo mondo di mezzo era stato risucchiato dalle fiamme infernali, ed ora si ritrovava a vagare tra cenere e morte, lava corrosa dal sangue e piogge di veleno.

Non ce la faceva più.

La sua maschera personale si stava dilaniando, il suo corpo si stava annullando insieme al suo mondo non più perfetto.

Non poteva finire così.

Non aveva richiesto lei l'intervento d'un aiuto.

Non
doveva andare così.

Il suo mondo stava svanendo, le scivolava via come acqua tra le dita, portandole via anche la sua stessa vita. Quella non era l'esistenza che aveva scelto per se stessa, piena di abrasioni e ferite.
Rivoleva indietro il suo personale mondo perfetto, cristallizzato nella sua gelida perfezione, cosparso di lame appuntite al sapore d'indifferenza. In cui anche il dolore assumeva una nota di dolce piacere prima di venire congelato.

Non doveva finire così.

Non era quello il tipo di inferno che aveva desiderato di trovare per potersi scaldare dal suo gelo perenne.

















   
 
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