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Autore: Floramoss    28/06/2011    7 recensioni
La storia si svolge a cominciare dall'inizio del 5 anno. Non ho tenuto conto di tutti gli avvenimenti originali che appartengono come i personaggi all'autrice. La vicenda ruota attorno alla relazione tra Piton ed Harry dopo la scoperta di un diario appartenuto a Lily. Il resto degli avvenimenti sono molto semplificati ovviamente rispetto alla saga. e' la mia prima pubblicazione. Ho letto molto riguardo questo tema e mi auguro che chi lo ama come me possa apprezzare anche il mio tentativo. Se in qualche occasione sono scaduto nel troppo sentimentale per la situazione trattata vorrei che mi venisse segnalato. Grazie a tutti quelli che mi leggeranno.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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QUANDO I GIGLI SONO IN FIORE

QUANDO I GIGLI SONO IN FIORE

 

[…] i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

verrà giorno, mia rosa, verrà giorno

che gli uomini si guarderanno l’un l’altro

fraternamente

con i tuoi occhi, amor mio,

si guarderanno con i tuoi occhi.

(Hikmet)

 

 

IL MARCHIO NERO

Il professor Piton manifestò i primi sintomi in aula, verso la fine della lezione. Del malore se ne accorse solo Hermione che attenta come sua abitudine aveva preso ad osservarlo già da diversi minuti. Con una gomitata invitò Harry a guardare nella sua direzione indicando l’insegnante con un lieve cenno della testa. Harry non colse immediatamente il suggerimento, la guardò  come per dire “che c’è?” poi finalmente lo vide. Si era appoggiato con una mano alla mensola delle ampolle ed era ancora più pallido del solito. Dopo qualche secondo andò a sedersi e notarono che si stringeva l’avambraccio destro cercando di non darlo troppo a vedere.  L’ora terminò e la classe cominciò a sfollare. Harry con voluta lentezza raccolse le sue cose; Ron sbuffava: perché era così lento? di solito schizzava fuori dall’aula come un boccino pur di lasciare al più presto i sotterranei. Anche Piton sembrava essersene accorto.

- Potter le ci vuole ancora molto?- La voce era la solita, profonda e piena di sarcasmo, ma con una sfumatura di sofferenza. Hermione prese coraggio.

- Si sente poco bene professore?-

- Hermione sei impazzita? Che ti frega?- disse Ron a denti stretti. Ormai scalpitava.

- Sto bene signorina Granger e starò ancora meglio quando avrete lasciato l’aula! -.

- Allora venite via o no? - Ron aveva già un piede in corridoio.

- Fuori ho detto! - gli occhi di Piton erano terribili tanto quanto la sua voce. Ron tirò Hermione per una manica. Harry uscì per ultimo dopo aver dato ancora un’occhiata al professore: appena chiusa la porta sentì un tonfo e il rumore di vetri in frantumi. Riaprì l’aula.

- Harry che fai, quello ti uccide. –

- Ron, Piton sta male! - . Hermione rientrò in aula con Harry trascinandosi dietro un Ron terrorizzato.

Il mago era in ginocchio, le mani sul pavimento, la testa fra le spalle. Soffocava inutilmente i conati di vomito. Accanto a lui i resti di alcune ampolle e liquidi oleosi che si allargavano sul pavimento.

- Professore lei sta male, posso fare qualco…-

- Potter le avevo detto di uscire maledizione perché deve sempre disobb…- non terminò la frase perché si piegò in due dal dolore, quasi lo avessero passato da parte a parte con una lancia. La fronte adesso toccava il pavimento ma si udì solo un lamento soffocato.

- Forse dobbiamo avvisare madama Chips…- Hermione guardò alternativamente i due compagni per cercare risposta.

- Granger non osi fare una parola con qualcuno di tutto questo o vi toglierò tanti di quei punti che non vi basteranno le prossime 20 coppe delle case per recuperarli -. Tentò di alzarsi in piedi mentre il sudore freddo lo faceva tremare. - Uscite immediatamente di qui - ma cadde nuovamente a terra, stavolta lasciandosi sfuggire un gemito violento . - Insonorizzate la stanza, insonorizza…-. Hermione lanciò un mufflato mentre Piton urlava una seconda volta e il suo corpo si accartocciava come un foglio di carta da gettare.

- E’… è sotto cruciatus? Ma chi è stato, non c’è nessuno qui! -.

- Non è sotto cruciatus Ron, io credo… credo che sia…- . Senza preoccuparsi di eventuali conseguenze si accostò al professore e si chinò accanto a lui.

- Potter non mi tocchi- . Con grande sforzo e la voce ridotta a un gemito Piton si era rivolto ad Harry pur sapendo che non avrebbe fatto quello che gli diceva. Quel ragazzino, testardo e stupido.

E infatti Harry aveva già sollevato la manica destra della giacca del professore che non aveva ormai più forza di fare nient’altro che restare a guardare. Hermione e Ron ebbero un moto di orrore. Il marchio nero si stava contorcendo come fosse un serpente sottopelle e sanguinava. Piton fissava Harry con astio misto a dolore.

 - Ron, Hermione, andate a chiamare Silente, presto -. Harry si rivolse agli amici con sicurezza, non sembrava spaventato, solo preoccupato.

- Potter  lei non…-.

- Il signore oscuro gli sta facendo del male, forza andate. Sto io con lui.-

- Sei sicuro Harry? Non hai paura… non hai paura che possa sentire la tua presenza? -

- Andate!-  Harry lo disse urlando stavolta, tra l’impazienza e la  l’inquietudine, ed Hermione e Ron uscirono di corsa.

- Potter.. Potter le costerà cara questa sua…- un altro terribile spasmo, la voce strozzata. Harry non aveva più visto nessuno stare così male da quando aveva assistito al ritorno di Voldemort e alla morte di Cedric. Si inginocchiò accanto a Severus.

- Non la lascio qui da solo professore, non la lascio in balìa di…-.

- Non-pronunci-il suo-nome…Cosa… cosa crede di fare Potter, è davvero così pieno di sé stesso da pensare di…-. Strinse improvvisamente la manica di Harry quasi fosse in cerca di un appiglio per non precipitare nel vuoto. Il ragazzo si sbilanciò per un attimo. Piantò il suo sguardo in quello di Piton e gli afferrò una mano.

- Io non la lascio solo -.

Piton aveva il viso contraffatto dal dolore, sudava e tremava ininterrottamente eppure Harry giurò di aver quasi notato del sollievo in quegli occhi neri come la notte che lo fissavano: non aveva incantesimi in grado di aiutarlo ma non mollò la presa. Iniziò a desiderare che Silente arrivasse presto perché la cicatrice iniziava ora a fargli male. Piton non parlava più, si era girato su un fianco e teneva gli occhi chiusi.Cercava visibilmente di mantenere regolare il respiro.  E a dispetto di quello che Harry si sarebbe aspettato non cercò di liberare la mano. Il Preside entrò all’improvviso seguito da Hermione e Ron proprio nel momento in cui Severus perdeva i sensi.

 

  
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