Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Panda_chan    28/06/2011    11 recensioni
A causa di varie circostanze prevalentemente legate al lavoro, da quando gli esami avevano confermato che Sakura aspettava un bambino Sasuke non aveva mai potuto accompagnarla ad una visita, né vedere un’ecografia; la sua conoscenza di quanto avveniva dentro di lei si basava unicamente sull’osservazione del profilo della sua pancia, che di giorno in giorno, di mese in mese, aveva visto crescere.
Sapeva a grandi linee come avveniva un’ecografia, naturalmente: adesso, come aveva spiegato la specialista, quel monitor si sarebbe animato, e avrebbe mostrato ciò che rilevava l’ecografo.
Assolutamente semplice.
Forse.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ehm.
Salve! ^^’
Non so come mi sia venuto quello che state per leggere (scappate, finché siete in temp-COFF COFF) ma… Visto che da stamattina mi vorticava in testa, ho deciso di scriverlo.
Forse è meglio che vi procuriate dell’insulina per il diabete; poi non dite che non vi avevo avvertito.
Buona lettura!

(Legato a Heir, ecc ecc)

[Dedicato ad Emmevi: grazie! =)]

 

Piedino

 

“…Ando, Sas’ke?!”
Sasuke Uchiha alzò lo sguardo dal giornale, assumendo un cipiglio elegantemente seccato.
, Sakura, ti sto ascoltando. E troverei difficile non farlo, dal momento che mi stai trapanando i timpani da tre quarti d’ora.”
“Ma sei lì svaccato sul divano a leggere e l’appuntamento è alle tre!”
“Sono le due e mezza. Ci vogliono dieci minuti per arrivare all’ospedale.”
“Non hai nessuna voglia di venire!”
“Stai vaneggiando. Ti ho già detto che ti accompagno.”
“Ma fai di tutto per farci ritardare!”
“Quando arriveremo chiederò alla dottoressa di controllarti gli ormoni e il cervello. Altro che pancia.”
Sasuke posò il quotidiano e si alzò, sbuffando appena e poi accennando un sorriso lieve davanti all’espressione di Sakura che pareva a metà tra la furia assassina e divertimento represso.
Aggirò la moglie e uscì dal salotto, diretto all’ingresso della casa, ove calzò le scarpe.
“Io sono pronto, cara. Vogliamo andare?”

 

Se per Sakura l’ospedale era un luogo non allegro ma perlomeno familiare, che le permetteva di realizzarsi a livello professionale e personale, Sasuke aveva sempre odiato quel posto, che automaticamente collegava ai momenti più tristi della sua vita: al risveglio dopo il massacro, alla degenza in seguito al suo incontro con Itachi , quando era ricomparso al Villaggio, al lungo ed estenuante ricovero dopo il suo ritorno a Konoha.
Generalmente non ci entrava mai, se non era strettamente necessario, nemmeno quando doveva per qualche motivo parlare a Sakura mentre lavorava; ma quel giorno, la ragione che li portava in un ambulatorio era talmente lontana da qualunque idea di sofferenza che si sentiva quasi rilassato, mentre varcava le porte a vetri dell’entrata.
Sakura lo trascinò, tenendolo per mano, al piccolo ufficio di accettazione in fondo all’ampio atrio, e sorridendo chiese alla segretaria di annunciare il loro arrivo alla specialista, poi salirono in ascensore diretti da lei.

 

“Sakura Uchiha, giusto? Si metta pure comoda sul lettino, e scopra l’addome.” Esordì la dottoressa, accendendo il monitor di un ecografo.
Aprì la cartelletta sulla sua scrivania, scorrendola velocemente con lo sguardo, poi riprese: “Dunque, è qui per l’ecografia di routine del sesto mese, se non erro.”
“Infatti” confermò Sakura estasiata, osservando Sasuke, in piedi accanto a lei, che pareva estremamente impaziente e imbarazzato al tempo stesso.
“La gravidanza procede bene, non ha avuto problemi di sorta…?”
“Nessuno.”
“Perfetto, allora procediamo.”
Il medico si alzò e prese una bottiglietta dal mobile accanto al lettino, per poi versarne parte del contenuto sul ventre arrotondato di Sakura, che sussultò ridacchiando quando il gel, freddo, le toccò la pelle.
“Appena appoggerò l’ecografo, potrete vedere il bambino sullo schermo.” Spiegò la dottoressa all’indirizzo di Sasuke.
Questi assentì con un cenno del capo, in silenzio.
Per qualche strano motivo non aveva voglia di parlare.
A causa di varie circostanze, prevalentemente legate al lavoro, da quando gli esami avevano confermato che Sakura aspettava un bambino non aveva mai potuto accompagnarla ad una visita, né vedere un’ecografia; la sua conoscenza di quanto avveniva dentro di lei si basava unicamente sull’osservazione del profilo della sua pancia, che di giorno in giorno, di mese in mese, aveva visto crescere.
Sapeva a grandi linee come avveniva un’ecografia, naturalmente: adesso, come aveva spiegato la specialista, quel monitor si sarebbe animato, e avrebbe mostrato ciò che rilevava l’ecografo.
Assolutamente semplice.
Talmente semplice che quando lo schermo prese vita Sasuke spalancò di meraviglia gli occhi, e il suo respiro si mozzò, inconsapevolmente trattenuto, in fondo, nel diaframma.
E poi, guardò.
Il bambino era un cosino ancora piccolo, minuscolo; non era ancora nato, non poteva vedere, poteva solo, forse, avvertire ciò che accadeva fuori, da dentro il suo angolino protetto e caldo.
“Vedete, questo è il profilo della testa… La colonna vertebrale, le braccia…”
Lo sguardo di Sasuke seguì febbrilmente tutto ciò che la dottoressa indicava sullo schermo, ogni minimo dettaglio di quello che era già suo figlio; il resto del mondo sembrava lontano, eccezion fatta per la mano di Sakura, che sentì distintamente infilarsi con dolcezza nella sua.
All’improvviso, forse sollecitato dalla lieve pressione dell’ecografo sul rifugio vivente che era la pancia di Sakura, il bimbo parve svegliarsi come da un sonnellino; e sotto lo sguardo ormai rapito del padre, lentamente, quasi pigramente, si allungò, come se si stesse stiracchiando.
“E quello… Quello è…” biascicò Sasuke, aprendo bocca per la prima volta e cercando, comunque, di mantenere il suo usuale distacco.
“Ah, quello è il piedino, signor Uchiha.”
“Oh. Capisco.”
Guardando suo marito, Sakura trattenne una risatina, conscia del fatto che lui non avrebbe apprezzato la sua ilarità; ma ormai lo conosceva molto bene, forse meglio di tutti, Naruto a parte, ed era certa che a scapito di quanto desse a vedere fosse rimasto incantato.
Quando la visita fu terminata Sakura si rivestì mentre Sasuke ringraziava la dottoressa con la consueta formalità; ritornarono poi verso casa, passeggiando lentamente.

 

“Adesso può entrare.”
Era ora, avrebbe tanto voluto rispondere Sasuke: aspettava da due ore e mezza ormai, e tutto ciò che era riuscito ad ottenere dalle infermiere le uniche due volte che ne aveva viste uscire dalla sala era stato ‘deve avere pazienza’.
Ora, lui era paziente; ma bisognava ammettere che dopo che Ino gli aveva telefonato trafelata durante la riunione con Naruto e Kakashi dicendogli che Sakura era in preda alle doglie, dopo che aveva corso come mai in vita sua rischiando di uccidersi tre o quattro volte nel tentativo di raggiungere l’ospedale, e dopo, infine, che essendovi giunto quasi in fin di vita si era sentito dire che era meglio che aspettasse fuori perché ormai le cose si erano avviate, dopo tutto questo, insomma, non era tanto sicuro che gli fosse rimasta pazienza sufficiente a non fare molto male a qualcuno.
Senza rispondere si alzò, veloce, e si diresse spedito verso la camera da cui era uscita l’infermiera che lo aveva chiamato.
Sentiva il cuore rombare nelle orecchie e l’impazienza era tale da renderlo certo che, probabilmente, altri cinque secondi di attesa lo avrebbero ucciso.
Varcò la soglia della stanza senza quasi rendersene conto; lì si arrestò, attonito, e incontrò per prima cosa lo sguardo di Sakura.
“Come… Stai?”
Lei gli sorrise, con il viso segnato dalla fatica. “Stanchezza a parte, tutto bene. Mi è dispiaciuto che non ti abbiano permesso di entrare.”
Sasuke si avvicinò, sedendosi con cautela di fianco a lei nel letto, e scostandole i capelli sciolti dalla fronte vi posò un bacio impacciato, con una tenerezza che non era da lui.
“Non… Non fa nulla. Non è colpa tua.”
Poi si guardò intorno, con un certo nervosismo.
Sakura indovinando i suoi pensieri, indicò il fagottino che un’infermiera stava portando da loro proprio in quel momento.
“È lì” precisò, “Appena reduce dalla visita di controllo. Su, avvicinati, io ho già potuto vedere prima.”
Sasuke, con la strana sensazione di avere del piombo nelle viscere, si avvicinò alla donna che teneva il piccolo involto di coperte.
Dapprima lo guardò, incerto, poi, vedendo che l’intenzione era quella darlo in braccio a lui, allungò le mani con estrema circospezione, assolutamente certo che il minimo movimento sbagliato avrebbe mandato in pezzi una creatura così piccola.
Infine si decise a prenderlo tra le braccia, con delicatezza.
“È un maschio o una femmina?” chiese, rivolto all’infermiera.
“Mi è stato detto che il suo nome dovrà essere Itachi” rispose lei, un po’ criptica.
Dopo quella replica il piombo nelle viscere di Sasuke si sciolse e lui si sentì assurdamente leggero, ma dato che a quel punto non era certo di potersi reggere stabilmente in piedi tornò con calma verso il letto di Sakura e si sedette nuovamente di fianco a lei, che gli poggiò le testa sulla spalla mentre insieme osservavano, per la prima volta, il loro bambino.
Dalle copertine che lo avvolgevano spuntavano buffi ciuffi di capelli indubitabilmente neri, come le lunghe ciglia che dagli occhi chiusi si incurvavano sulle guance paffute; la punta del nasino guardava all’insù e le piccole labbra erano chiuse.
“Tutta questa fatica e guarda, è uguale a te” borbottò Sakura, fingendo indignazione. “È talmente… Perfetto” sussurrò subito dopo, prendendogli una manina.
“Naturale. Lo hai appena detto tu, è uguale a me” replicò ironicamente Sasuke, sostenuto.
“Due Uchiha, adesso. Mi sfinirete.”
“Ma piantala” ribatté lui, tappandole la bocca con un altro bacio.
“Sei particolarmente incline al contatto umano, oggi. Forse dovrei partorire più spesso.”
“Lo prenderò come un invito per il futuro.”
“Sas’ke…!”

 

Seduto sulla poltrona nella stanza di corsia, più tardi, Sasuke teneva ancora in braccio Itachi, mentre Sakura poteva finalmente riposare.
Il bimbo era sveglio, ora; certo, essendo un neonato non poteva ancora essere particolarmente reattivo, ma Sasuke era comunque rapito da come quelle piccole mani si richiudevano sulle sue dita, e dal modo in cui quegli occhi chiari sembravano già passare al vaglio il mondo.
Mentre muoveva piano le gambette, una delle calzine scivolò a terra, lasciando scoperto il piedino nudo; guardando le minuscole dita del bimbo Sasuke ricordò quando l’aveva visto la prima volta, dal monitor di un ambulatorio.
E sorrise, guardando negli occhi la sua felicità.

 

 

*************

 

 
OK, probabilmente è uno sclero post esami scritti e pre esame orale.
Chiedo perdono.
Spero che comunque il pubblico abbia gradito; altrimenti, mi rassegnerò a schivare i pomodori marci.
Eventuali giudizi/considerazioni/recensioni saranno come sempre ben accetti.
Alla prossima!
Panda

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Panda_chan