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Autore: Chibi Tantei    29/06/2011    3 recensioni
[Le sue gambe si muovevano velocemente lungo le strade di Crepuscopoli. La sua testa era coperta dal cappuccio che,  a causa della velocità della ragazza, piano piano scivolava, scoprendo ai tenui raggi del sole un piccolo caschetto nero...]
in quanto al titolo... beh, non sono nemmeno sicura che sia azzeccato....
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Xion
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Voglio iniziare l'introduzione di questo capitolo che è stato iniziato di primo pomeriggio per poi essere interrotto ed esser successivamente ripreso verso le dieci di sera.
Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, e in particolar modo, ringraziare la mia Maria, la mia Fay, la mia prof di matematica, che qui su questo sito è registrata sotto il nome di _kagura_kaze_ , per la sua recenzione kilometrica su un argomento a lei ignoto. Grazie <3
Buona lettura ^-^




Arrivata in fondo alla strada, vide che quel mercato che di solito era sempre vuoto, sempre silenzioso, in cui le uniche presenze erano lei, gli heartless e i suoi eventuali compagni, questa volta era pieno di banchi e di gente che girava incuriosita tra di essi.
Notò che erano suddivisi per categorie: davanti a lei si apriva la zona cibo e vicino la fermata dei treni, un po’ sulla sinistra, c’erano i banchi riservati all’oggettistica. E mentre si dirigeva verso essi per farsi un’idea su come arredare quest’ipotetica casa che ancora non aveva cercato di procurarsi, il suo sguardo cadde vicino allo spacco nel muro della città. Proprio quello che conduceva al bosco.
Quel bosco che, dietro di esso, nascondeva quella strana villa rosso mattone, nella quale si nascondeva una ragazza uguale alla corvina, se non fosse stato che si poteva definire il suo “negativo”: bionda e con un vestito bianco, mentre Xion aveva sia i vestiti che i capelli neri come la pece.
Il ricordo del suo volto fù come un lampo nella sua mente, che le causò una grande fitta, la quale la obbligò a piegarsi su se stessa mentre si portava le mani alla testa.
A causa del forte dolore momentaneo che piano piano andava alleviandosi, fuoriuscirono dalla bocca della ragazza dei lievi gemiti, che catturarono l’attenzione di un paio di persone accanto a lei, ma in particolar modo, di una ragazza che doveva avere più o meno la sua età, con capelli marroni tagliati in uno strano modo e con vestiti semplici, che tendevano tutti sull’arancione con qualche linea di verde. Le si avvicinò, e mettendogli una mano sulla spalla, si accucciò accanto a lei.
“Ehi, tutto a posto? Ti senti bene?”
Le sue parole inizialmente rimbombarono nella testa della giovane corvina, poi ebbero un effetto particolare, come un tranquillante. Non sapeva spiegarsi il perché, ma ora Xion si sentiva meglio.
“ Vieni, ti aiuto a tirarti su.”
Le tese l’altra mano, e Xion l’accettò volentieri. Si tirò su, ebbe un attimo di sbilanciamento, ma seppe resistere e riacquistò l’equilibrio in poco tempo.
“Grazie.”
“Tutto a posto?”
“Oh, si, grazie … solo un leggero giramento di testa. Tutto bene”
“Sicura? Eppure non sembrava … ti eri portata le mani sulle orecchie”
Non si era resa conto di come avesse messo le sue mani.
“Io … mi sono tappata … le orecchie?”
Era incredula lei stessa di fronte al suo gesto.
“Eppure … non ho sentito … nessun suono … “
“Stai tranquilla … forse ti è passato accanto un calabrone!”
La ragazza arancionata si mise a ridere in una tenera risata che fece sorridere anche Xion.
“Io sono …”
“Olette!”
Due ragazzi le si avvicinarono correndo, con una leggera preoccupazione dipinta sul viso.
“Olette! Si può sapere dove ti eri cacciata?”
“Non ti abbiamo vista più … eravamo in pensiero per te”
Il primo ragazzo, quello che aveva corso con più foga verso la giovane castana, sembrava più preoccupato del secondo che era arrivato dopo, forse per la poca preoccupazione o forse perché la sua corporatura …”piazzata” glielo aveva impedito.
“Hyner, Pence! State tranquilli! Sono sempre stata qui! Ho aiutato semplicemente questa ragazza a rialzarsi, perché sembrava che si sentisse poco bene …”
“Beh, potevi avvisarci!”
“Buono Hyner! Stai calmo!”
“E va bene Pence, mi calmo! Solo se mi offrite un gelato!”
“Cosa??”
Olette e Pence rimasero a bocca aperte, fintamente increduli della normale reazione dell’amico che, in fondo, si aspettavano. Dopo tutto, lo conoscevano da tempo.
Xion li guardava, e più li guardava, più faceva caso che in certi momenti la ragazza vestita d’arancione, Olette, le ricordava i giorni passati insieme ad Axel e Roxas … uno che assomigliava più al ragazzo moro, a Pence, l’altro più ad … Hyner. Già.
Uguali.
Entrambi con un livello di preoccupazione elevato alle stelle.
Era assorta in questi pensieri quando la voce di Olette gli arrivò alle orecchie.
“Dove ti stavi dirigendo di bello?”
“ Ho visto che facevano un mercato, così ho deciso di venirci a dare un’occhiata, nella speranza di trovare anche qualche vestito nuovo … “ abbassò lo sguardo diretto al suo manto nero e con una mano afferrò un suo lembo”… ma a quanto pare dovrò tenerlo ancora per un po’”
“Ma allora non hai visto tutto il mercato! Dai, vieni che ti ci porto io.”
La corvina si rese conto della figura che aveva fatto: si era sentita male quasi davanti ai banchi dei vestiti che iniziavano poco dopo lo spacco del muro. Arrivati davanti ai banchi, la ragazza si ritrovò davanti ad una marea di vestiti colorati di tutte le forme e tutte le taglie.
I suoi occhi erano estasiati e si spalancarono per accogliere meglio la gioia di tutti quei colori brillanti che le si paravano davanti. Gli occhi gli caddero su un vestitino corto verde chiaro, con le spalline larghe e l’orlo ondulato che arrivava si e no a metà coscia. Le piaceva, ma era troppo corto. Voleva trovare qualcosa da poter mettere sotto. E lo trovò. Un paio di jeans a zampa di elefante attirarono l’attenzione. Vide l’abbinamento e le piacque.
Ma sentiva che mancava comunque qualcosa.
“Che carini! Anche se io lo preferirei arancione, quest’abbinamento mi piace! Dimmi, hai intenzione di metterci degli accessori?”
Accessori? Stai dicendo che qui li posso trovare per il mio Keyblade?”
“Per il tuo … cosa?” Rise “No, intendevo per i vestiti che vuoi comprarti!”
“Scusa la domanda, allora … in che senso accessori per i vestito?”
La castana rimase un attimo spiazzata dalla strana domanda. Ma non poteva certo sapere che fino ad allora, l’unico negozio che la corvina avesse visitato era quello di uno strano animaletto bianco fluttuante in aria che vendeva (o sarebbe meglio dire spacciava) pozioni e che gli unici accessori che vendeva, erano legati esclusivamente alla sua arma.
“Per accessori intendo bracciali, collane, cinte, bandane …!”
“Eh?”
“Oh cavolo! Olette! Questa sta male! Sa meno di me!”
“Hyner, tu stai zitto! E poi si è sentita poco bene! Abbi un minimo di tatto!”
Xion si sentiva in imbarazzo. In fondo questi ragazzi l’avevano appena incontrata, eppure sembrava che di dessero tante pene per lei …
“Tieni, vedi un po’ se questo ti piace! Io ce lo vedo come abbinamento.”
Dalle mani di Olette passarono a quelle di Xion un paio di scarpe da ginnastica grigio argentato ed una cintura semplice con una piccola fibbia, anch’essa tendente al grigio.
“Non conosco il tuo numero, come nemmeno il tuo nome, ma ho provato ad ipotizzare che questo ti possa star bene …”
“ …”
E’ vero. Lei ora conosceva, almeno di nome , i tre ragazzi, ma essi non sapevano niente di lei. Per loro era ancora una sconosciuta, una persona qualunque che si incontra così per caso, tutti i giorni. Per loro forse era semplicemente la ragazza corvina con il mantello nero , o forse nemmeno quello. Si sentiva quasi obbligata a dirgli il suo nome. E Olette gliel’aveva gentilmente fatto notare, spronandola in qualche modo a farle spicchicar qualche parola riguardo alla sua misteriosa identità.
Ma con il suo nome, Xion, lei si sentiva legata al suo passato, ad un passato che aveva deciso di rimuovere dalla mente. Aveva deciso di ricominciare da capo, e lo avrebbe fatto. In quel momento decise che la sua vita sarebbe svoltata in modo drastico ed elegante. Almeno lei lo considerava tale. Questo cambiamento di “classe” avveniva in quel momento, con la decisione di mentire. Menire per ricominciare. Mentire riguardo al suo nome.
“ … Allison”
“Eh?”
“Mi chiamo Allison. Piacere”









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Ok, e con questo ho finito anche il secondo capitolo! l'ho allungato un pò di più, ma spero piaccia lo stesso!
Grazie a tutti ^-^


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