Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    30/06/2011    2 recensioni
"...La luna imbiancherà
gocce che rigano il viso
le raccoglierà
lucide e chiare
un mare senza onde è tanto grande, navigando senza vele..."
Una one-shot che rivive alcuni moementi d'infanzia del piccolo Gaara e come questi siano lentamente mutati grazie alla presenza delle persone a lui più care...
Spero di trasmettevi qualcosa ^.^
PS.Sono partita a scrivere questa breve ficcy dalle note della canzone "Raso" di Mina.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Avventure!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
QUESTA CANZONE, LA MUSICA E LE SUE PAROLE APPARTENGONO A MINA MAZZINI E A COLORO CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA CREAZIONE DI QUESTA CANZONE STUPENDA, CHE CONSIGLIO A TUTTI DI ASCOLTARE A QUESTO LINK:
http://www.youtube.com/watch?v=Al65qfY_H3U
 
 

Raso & Calore

“...Tu sei così,
frammento mio di quotidianità,
che puntualmente vivi la mia vita
che al primo freddo mi riscaldi l'aria intorno.
La notte fredda sarà
sotto un parato di stelle
la luna imbiancherà
gocce che rigano il viso
le raccoglierà
lucide e chiare
un mare senza onde è tanto grande, navigando senza vele.
Ecco è così
che riempio poche ore della vita…”

Raso (Mina)
 
 

Era una mattina di primavera, ma nel paese della sabbia non si potevano vedere né odorare i colorati fiori dalle mille sfumature, non si poteva ammirare la loro bellezza e spensieratezza, non si poteva godere di un angolo di paradiso regalato dalla natura.
Si poteva vedere soltanto la  sabbia, granelli di polvere marroncina e nera che svolazzavano liberi tra le strade di Suna portati da un venticello caldo ma sufficientemente tiepido, considerando il clima quotidiano del paese.
 
La luce accecante illuminava le case del Villaggio, facendo ombra su di una piccola figura che non riusciva nemmeno a godere di quella luminosità quantomeno apparente: era un bambino dai capelli rossi che camminava solo per quelle strade ormai deserte, considerata l’ora di pranzo, ma lui non aveva un posto dove andare.
 
Si aggirava per il Villaggio della Sabbia con la testa china ed una piccola anfora in ceramica sulla schiena, trascinando il proprio corpo per quelle vie che non sembravano appartenergli più di tanto.
Arrivò dinnanzi ad una piccola piazzetta e vide due bambini all’incirca della sua età che giocavano felici con una piccola pallina colorata: sorridevano e correvano allegri e così anche il piccolo si avvicinò a loro con cautela, mostrando sul volto un accenno di felicità.
 
- Posso giocare con voi? –
 
Disse con voce pacata ma che lasciava trasparire un poco di gioia, mentre i suoi occhi di un verde acqua limpido e puro ammiravano la bellezza della felicità impressa nel volto di quei bambini.
Questi gli sorrisero e fecero per passargli la palla con cui stavano giocando quando ad un tratto arrivò un ragazzo di qualche anno in più di loro, il quale lo squadrò con aria severa e quasi aggressiva mentre la sua fronte si corrugava ed assumeva una smorfia di disgusto.
 
- Ehi tu, vattene da qui! Non sei il benvenuto! -
 
Il suo tono di voce era aggressivo e imponente, quasi come avesse voluto ferirlo con le sole parole ed il bimbo dai capelli corti e rossicci si lasciò intimorire da quell’arroganza, socchiudendo le mani e portandosele al petto.
 
- Ma… Io… -
 
Aveva cercato di scusarsi il piccolo indifeso quando il ragazzo dalla parte opposta si infuriò brutalmente: il bimbo dagli occhi puri e misteriosi restò ancora più impaurito da quello sguardo e atteggiamento così aggressivo e quasi cattivo nei suoi confronti, senza che lui potesse fare nulla per rimediare o modificare quel maledetto destino ormai scritto per lui.
 
- Tu sei un mostro, non devi stare qui!! -
 
E dette quelle parole con maggior impeto gli aveva lanciato due kunai dritti in viso, come avesse voluto davvero ucciderlo e mentre gli occhi del piccolo tremavano e si riempivano di terrore, una barriera di sabbia si alzò dinnanzi a lui proteggendolo da quel gesto mortale.
 
Il ragazzo allontanò i bambini da quella piazza e con uno sguardo stupito e prese a correre nella direzione opposta, mentre il piccolo rossiccio restava immobile nella sua posizione: un’ombra del sole lo invadeva mentre la sabbia che lo aveva appena salvato pian piano si diradava, permettendogli di vedere ancora una volta la sua solitudine più infima.
 
Mentre a stento tratteneva le lacrime e sul suo viso si dipingeva la tristezza più totale, il bambino si avvicinò al centro della piazzettina e si chinò leggermente per raccogliere un oggetto colorato e rotondo: i bambini, nel fuggire da lui, si erano dimenticati della loro palla e l’avevano abbandonata lì.
La guardò come fosse parte di lui, come gli assomigliasse: entrambi soli, entrambi abbandonati per paura e timore insensati.
 
Percorse altre vie di quel villaggio sino a raggiungere una piccola collinetta di sabbia dalla quale vedeva tutta Suna, quasi dall’alto, come se potesse controllarla, come se potesse decidere cosa fare di quel paese che non sembrava capire i suoi sentimenti ma piuttosto rifiutarli.
I suoi occhi si riempirono di lacrime ed un pianto incessante lo pervase, mentre la tristezza e la disperazione lo costrinsero a gettare quella pallina che vanamente sembrava potergli donare un po’ di felicità lontano il più possibile da lui, come volesse allontanare quell’oppressione da sé.
 
Mentre piangeva, sentì una mano piccola e calda appoggiarsi alla sua spalla con fare delicato.
 
- Ehi, Gaara, che ci fai qui tutto solo? -
 
Il bambino si voltò verso quella voce infantile ma fraterna e scorse la figura snella e solare di sua sorella: i suoi quattro codini si muovevano leggermente sospinti dal vento fresco mentre i suoi occhi di un verde brillante sembravano illuminare l’oscurità che lo invadeva.
Gli sorrideva con fare materno e lui non poté che sopprimere il pianto, mentre ancora qualche lacrima gli solcava il volto.
 
- Nessuno mi vuole, sorellona… -
 
Aveva detto piagnucolando, mentre il suo cuore aveva deciso di calmarsi lentamente ed abbandonarsi a quella pace tanto attesa.
La ragazza rimase stupita di quelle parole, ma dopo qualche attimo si sedette dietro il fratello minore e lo abbracciò con amorevolezza, trasmettendogli tutto il calore e l’affetto che provava per lui, come a cercare di consolarlo in quella situazione che lei conosceva bene.
 
- Non è vero Gaara! Noi ti vogliamo bene! -
 
Gli disse con un sorriso ampio sul viso luminoso mentre dietro di lei si faceva avanti la figura del fratello marionettista, ovvero Kankuro, il quale aveva un sorriso beffardo sul viso che tuttavia voleva trasmettere soltanto amore verso quel fratellino emarginato senza pietà.
 
- Ehi stai piagnucolando ancora, fratellino? Guarda che se continui così finirò per diventare io l’emarginato sociale di casa! -
 
Aveva scherzato con fare beffardo e per quanto tutti e tre sapessero che quella battuta contenesse in realtà molte verità, Gaara lasciò che un leggero sorriso gli comparisse in viso, come una speranza di un futuro più sereno e amorevole.
Guardò i visi sorridenti dei suoi fratelli e per una volta nella sua vita si sentì… Caldo. Provò un senso di armonia verso quel mondo che non aveva mai sentito prima: sentiva l’affetto dei suoi fratelli e la loro vicinanza, dopo tanto tempo, non lo faceva più sentire solo, ma quasi a casa.
 
Kankuro gli si sedette affianco, osservando insieme a lui il magnifico tramonto prematuro che si stava manifestando nel cielo rossastro, mentre la luce pian piano calava sul Villaggio della Sabbia.
Anche Temari aveva lo sguardo fisso su quel magnifico spettacolo che la natura gli aveva donato ed i suoi occhi brillavano di un affetto sincero e puro, mentre le sue esili mani stringevano ancora il corpo del fratellino davanti a lei, come a volergli far capire che non fosse solo, che loro c’erano.
 
Gaara osservò i visi dei suoi fratelli e mentre un sorriso pieno di gioia e speranza si dipingeva sulle sue labbra, voltò il viso in direzione di quel sole rossastro che sembrava volerlo salutare con un dono magico e sincero, ovvero se stesso.

 

Ancora ricordo quel momento, ancora ricordo di quella mia infanzia bruciata e rapita all’affetto e all’amore.
Io non provavo nulla, non potevo provare nulla e questo mi aveva sempre allontanato dalla realtà, da cosa fosse davvero importante nella vita.
Ero sempre rimasto solo, sempre emarginato, sempre escluso e temuto per qualcosa che non mi apparteneva e di cui non avevo colpa…
Ma a quanto pare non avevo diritto di parola in merito e questo bastava per rendermi un mostro.
 
Ora sono seduto sulla stessa collina, la più alta nei dintorni del villaggio della Sabbia mentre osservo Suna che si lascia trasportare nel sonno della notte, abbandonando quel rossore intenso e tenue allo stesso tempo che ha accompagnato la mia malinconia per così tanto tempo.
 
Sono il Kazekage, sono diventato il capo di questo paese e potrei fare qualsiasi cosa:
potrei decidere di prendermi una rivincita su tutto,
di vendicarmi del male che mi è stato fatto,
di far soccombere tutti coloro che hanno odiato un bambino impuro che non poteva difendersi da se stesso…
 
Ma non l’ho fatto e mai lo farò, perché io ho qualcosa per cui vale la pena di tentare di amare.
 
- Ehi, Gaara, che ci fai qui tutto solo? -
 
Sorrido leggermente mentre quel tiepido calore di una volta mi riscalda nuovamente l’animo, come se nulla fosse cambiato da quel momento.
Mi volto verso il viso limpido di mia sorella: è cresciuta, è diventata una jonin esperta e bellissima, una delle più ammirate e temute, la mia alleata più fedele e amata…
Eppure, ai miei occhi resta ancora quella Temari serena e gioiosa che mi aveva pian piano allontanato dall’oscurità, facendomi sentire meno solo e abbandonato ad un destino ingiusto: lei sì, mi ha insegnato che il fato può essere cambiato, che noi siamo artefici del nostro destino, che possiamo decidere della nostra vita, se solo lasciamo che l’amore la prenda per mano l’accompagni nella sua breve e fugace esistenza.
 
Mi sorride in modo più contenuto rispetto a quella volta, ma nonostante il grande cambiamento avvenuto in noi da quel giorno, come allora lei si siede accanto a me e mi sorride, ammirando il tramonto ed i suoi impareggiabili colori.
 
L’ha visto miliardi di volte, questo sole, eppure continua a venire qui, a starmi vicino, a rivivere con me ciò che eravamo e ciò che siamo…
Prima che io possa parlare, lei si volta verso di me e mi dona un sorriso semplice ma sincero, mentre i suoi occhi brillano di quella luce pura e questa volta anche i miei si lasciano illuminare dai raggi del sole.
 
- Tu non sei solo, Gaara. -
 
Mi dice con voce rilassata e sincera, come se non fossimo più il Kazekage e la sua guardia del corpo più fidata: no, siamo soltanto Gaara e Temari, due fratelli, due animi che insieme hanno lottato e insieme sono cresciuti: insieme hanno conosciuto l’affetto ed il calore dell’amore.
Dietro di noi si erge la figura ormai imponente di Kankuro, il quale fissa il sole calante con la stessa intensità di una volta, mentre il suo sguardo va unendosi a quello di mia sorella in quell’unica e vera direzione.
 
Questa volta non ho bisogno di osservare i loro visi, non ho bisogno di accertarmi che siano uniti e volti ad un unico obbiettivo, ad un'unica via.
Guardo il tramonto con occhi speranzosi mentre i flebili raggi di luce questa volta non esitano a illuminarmi il viso, mettendo in risalto i miei occhi chiari e, questa volta, più puri che mai.
 
Respiro a pieni polmoni quel momento di pace e serenità, mentre il mio animo si quieta e si anima di una calore puro ed intenso: questa volta anch’io posso guardare il tramonto, verso un’unica direzione, verso la mia vera vita, verso l’affetto e l’amore.
 
Temari e Kankuro, i miei fratelli, mi hanno salvato da quell’oscurità, mi hanno trasmesso il loro calore e condotto sino ad una via più vera, dove finalmente solitudine ed oscurità possono tramontare lasciando spazio alla luce limpida della luna che non teme di mostrare il suo colore e la sua luminosità. 

Image and video hosting by TinyPic
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly