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Autore: Ciara    30/06/2011    3 recensioni
- A volte non credi di essere troppo felice?
Lo vide annuire. Strizzava leggermente gli occhi per metterla a fuoco.
Fuori il vento frusciava tra le foglie degli alberi.
Gli prese la mano tra le sue e se la portò alle labbra.
Aveva proprio delle belle mani.
Posò un bacio sulla fede che portava al dito.
- James…
- Si.
- Ti amo.
[Storia classificatasi ottava allo "Scacchi magici contest" indetto da Lyla Baudelaire, settima a parimerito al "25 hours contest" indetto da Wynne_Sabia e settima al "Lily&James Stories- Flash contest"indetto da GiulsGryffindor tutti sul fourm di EFP]
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Altro contest???

E già XD

È la mia prima fic sulla vecchia generazione per cui non prometto grandi risultati, però nel complesso sono soddisfatta!! In pratica sono spaccati di vita di James e Lily, della loro storia, e ovviamente ci sono anche altri personaggi marginali. Spero vivamente che vi piaccia.

Bè buona lettura!!!

Ciara <3<3<3

 

I personaggi di questa storia appartengono quasi tutti a J. K. Rowling. I fatti narrati di seguito non sono mai accaduti nella saga di Harry Potter. Questa storia è stata scritta senza nessun’intenzione di lucro, si ritiene, quindi, che nessun diritto di copyright sia stato violato.

 

 

Out where the dreams all hide

The Dustland Fairytale begins
With just another white trash county kiss in '61.
Long brown hair, and foolish eyes.
He'd look just like you'd want him to
Some kind of slick chrome American prince.

Blue Jean serenade
Moon river what you do to me.
I don't believe you.

 Era ottobre inoltrato eppure il freddo pungente che caratterizzava la stagione, almeno per quella settimana, aveva lasciato spazio a una leggera brezza.

 Lanciò un sassolino nel Lago Nero e lo vide rimbalzare tre volte sulla superficie prima di immergersi nell’acqua scura.

Si voltò per guardare il ragazzo alle sue spalle. Non poteva vedere i suoi occhi nascosti dal riflesso degli occhiali, i capelli disordinati gli ricadevano scomposti sulla fronte.

In effetti a guardarlo bene Potter aveva il suo fascino.

Nessuno dei due aveva proferito parola da quando erano usciti dal castello.

- Credo di doverti ringraziare.

Aveva utilizzato un tono asciutto. Stare vicino a lui le faceva un certo effetto e se ne era resa conto solo quado Severus gliel’aveva fatto notare.

Era solo un ragazzino borioso e pieno di sé. Un bambino immaturo che la faceva arrossire con un semplice sguardo.

Sapeva solo che quell’anno erano cambiate tante cose, compreso il suo rapporto con James. L’aveva etichettato con troppa facilità, senza sforzarsi di conoscerlo meglio, senza dargli una possibilità.

Era stata ottusa.

Con lo sguardo seguì rapita la moneta che il ragazzo stava lanciando in aria, osservò la sua caduta nella mano di James già pronta a rilanciarla.

Aveva delle belle mani.

Distolse lo sguardo, era certa di avere il viso in fiamme.

Una folata di vento le gonfiò la gonna della divisa e le scompigliò i capelli; li rimise in ordine con un gesto stizzito della mano.

 James si ostinava a non rispondere e continuava a lanciare il suo galeone in aria.

- Perché continui a darti tanta pena per lui?

La sua domanda l’aveva colpita come una doccia ghiacciata. Il suo rapporto con Severus non era affar suo. In effetti niente che la riguardava era affar suo.

- Potter, è complicato…lascia stare. – voleva troncare il discorso sul nascere.

- Già! Complicato…- il suo tono era beffardo, le dava fastidio che parlasse così di Sev – Non c’è nulla di complicato nel diventare un Mangiamorte. Ha fatto la sua scelta… Lascialo perdere!

 Il fatto che lui stesse dando forma a tutti i suoi pensieri era incredibile. Non voleva lasciar perdere, non voleva lasciare andar il suo migliore amico senza lottare. Non voleva ma si stava rendendo conto che era proprio Severus che le stava facendo la guerra e questo non lo poteva sopportare.

Non poteva sopportare che l’unico che l’aveva accettata per quello che era le stesse chiedendo di reprimere i suoi sentimenti.

 Era totalmente spossata da quella situazione. Contesa tra l’amicizia e qualcosa di nuovo che le faceva palpitare il cuore così forte da credere che potesse scoppiare.

- James, per favore… Lascia stare. – Aveva la voce spezzata.

- Tutta questa situazione non ha senso! Basta che vi incontriate per i corridoi e cominciate a discutere, praticamente non c’è nemmeno più un rapporto civile tra voi… Eppure… Ti guarda come se…- le si era avvicinato mentre parlava e non aveva intenzione di smettere di delineare i contorni di una situazione che aveva contribuito a creare.

- Ti prego, basta…- le tremavano le mani.

- Sembra quasi che sia geloso. Geloso di cosa poi… Eravate amici, no? È lui che ti ha trattata male, è lui che dovrebbe chiederti scusa! Tu non dovresti fare nulla, ne tanto meno stare come stai. – Il suo tono tenero non faceva che aumentare la stretta all’altezza del cuore – E poi perché diavolo…

- Per te.

Non si era neanche resa conto di aver parlato. Solo le era sfuggito quel sussurro che aveva fermato il ragazzo davanti a lei. Si era fermato a poco più di un passo da lei.

- Come? – aveva sussurrato anche lui.

- È di te che è geloso ed è a causa tua che discutiamo.  

Non lo guardava in faccia, si stava torturando le mani.

Non riusciva a credere di averlo detto veramente.

Non si era aspettata che l’ennesima discussione con Severus potesse essere interrotta dall’arrivo di James che prontamente l’aveva portata via. Non si era aspettata che le sue dita attorno al suo polso potessero farla fremere in quel modo. E decisamente non aveva previsto di dover spiegare tutte quelle cose al diretto interessato.

- Continuo a non capire.

Aveva fatto un passo verso di lei annullando la distanza che li separava. La sua mano le stava sfiorando il collo. Chiuse istintivamente gli occhi.

- A me sembra che tu abbia capito benissimo…

- Evans, non credi che dopo una tale confessione la tua presunzione sia fuori luogo? – percepì le sue dita insinuarsi tra i suoi capelli, la stretta salda dell’altra mano sul suo fianco. Serrò maggiormente le palpebre quando le lasciò una scia di baci lungo la mandibola.

 Deglutì il vuoto quando il suo respiro le sfiorò le labbra, in attesa di quello che desiderava facesse con tutto il cuore, cercò le sue dita tra i suoi capelli e le strinse convulsamente.

Alla ricerca di un appiglio alla realtà.

I loro nasi si sfiorarono.

- Guardami.

Obbedì a quella richiesta, giusto il tempo di aprire gli occhi e le labbra di James si posarono sulle sue. Il battito accelerato del suo cure le pulsava nelle orecchie.

Cosa le aveva fatto per farla sentire in quel modo?

Change came in disguise of revelation, set his soul on fire.
She said she always knew he'd come around.
And the decades disappear
Like sinking ships but we persevere.
God gives us hope but we still fear, we don't know.

 

 La stava osservando da una decina di minuti.

Era in piedi accanto ai suoi genitori, sorrideva come una bambina.

Un sorriso che coinvolgeva ogni centimetro del suo viso e quegli occhi così luminosi.

Era semplicemente magnifica. Nel suo abito bianco che contrastava quasi eccessivamente con il colore dei sui capelli.

Eppure era stupenda.

Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla. Distolse lo sguardo dalla giovane donna per portarlo sulla figura del suo migliore amico.

Sorrideva anche lui.

- Vai da lei!

Arrossì leggermente e sbatté più volte le palpebre. Sembrava che qualcuno gli avesse lanciato un incantesimo e lui si fosse risvegliato solo in quel momento.

Tentò di mettere insieme una frase di senso compiuto.

- Si… Bè io…

- Hai aspettato così tanto tempo ed ora che l’hai sposata continui a guardarla?

Il sorriso di Sirius era beffardo. Si passò una mano trai i capelli scompigliandoli ancora di più. Gli sorrise prima di alzarsi.

 Quel giorno tutto rasentava la perfezione. Erano tutti felici, chiunque guardasse aveva stampato in faccia un sorriso sincero e contagioso.

Non poteva farne a meno.

Non poteva fare a meno che il suo cuore si gonfiasse ad ogni passo verso di lei.

Come non era riuscito a non arrossire quando l’aveva vista percorrere la navata.

Aveva davvero passato tutto quel tempo ad osservarla?

Perché se ogni ora, ogni minuto era servito ad arrivare a quel punto, allora ne era davvero valsa la pena.

Aspettare di essere abbastanza maturo per poter godere appieno di quella felicità.

Quando la raggiunse era ancora intenta a parlare con i suoi genitori.

- Signori Evans, tutto bene?

I due gli rivolsero un sorriso affettuoso. Parlarono per alcuni minuti poi si congedarono lasciandoli finalmente soli.

Finalmente.

 La guardò mentre gli si avvicinava impercettibilmente fino a trovarsi di fronte a lui. Erano vicinissimi eppure non si toccavano. Lo stava guardando negli occhi come solo lei sapeva fare, con un intensità indescrivibile che gli toglieva il respiro ogni volta.

Deglutì il vuoto.

Una ciocca di capelli rosso scuro era sfuggita all’acconciatura. La riportò al suo posto con un movimento lentissimo e accarezzandole la guancia con le nocche. Lily si abbandonò completamente a quel gesto piegando lievemente il capo per approfondire il contatto, poi gli baciò il palmo della mano.

- Sai, dovremmo aprire le danze. – Aveva la mano ancora vicino alla sua guancia. Lei si limitò ad annuire e ad afferrargli la mano per trascinarlo al centro della pista da ballo.

- Alla fine devo fare sempre tutto io, Potter! – gli prese la sinistra e se la portò all’altezza della vita.

- Piano con le offese, signora Potter! E vedi di non pestarmi i piedi come l’ultima volta.

 Lily scoppiò in una risata cristallina e contagiosa. L’attirò più vicino a se, fecero alcuni giri su loro stessi prima di riprendere ondeggiare lentamente.

 Vide seduti ad un tavolino vicino alla pista da ballo i suoi amici. Remus aveva gli occhi cerchiati da occhiaie profonde ma stava parlando allegramente con Sirius. Peter li stava guardando con i suoi occhi acquosi, era sovrappensiero. Gli sorrise e lui si riscosse da quello stato di trance rispondendogli con un largo sorriso.

 Riportò il suo sguardo negli occhi della moglie, lo stava fissando dal basso con intensità.

Lily sciolse l’intreccio delle loro mani un attimo, quel tanto che bastava per risistemargli gli occhiali sul naso.

- Non abbiamo corso troppo, vero? – la domanda suonava strana alle sue orecchie, si limitò a guardarla e aspettare che continuasse da sola.

- Voglio dire ci siamo appena diplomati e incombe la guerra… Forse…- le posò un lieve bacio sulle labbra. Lei lo guardò interrogativa.

- Ti sei pentita di avermi sposato, Evans?

- Oh, certo che no! – aveva corrugato la fronte, la trovava adorabile quando si mettevano in discussione le sue opinioni.

- E allora dove sta il problema? – la vide aprire la bocca nell’intento di rispondere e richiuderla non trovando le parole adatte. La conosceva abbastanza da credere che quelle idee gliele avesse messe in testa qualcun altro.

- È solo che ho sentito Molly mentre diceva che forse… Cioè la situazione… Siamo in guerra, ogni giorno muore qualcuno e forse siamo stati spinti ad affrettare i tempi per questo, così…- si stava mordendo il labbro inferiore nervosa.

- Mi devi spiegare perché ascolti Molly Weasley, colei che sta tirando su una squadra di Quiddich al completo!

- James! – aveva anche il coraggio di rimproverarlo.

- Lily, ti amo da così tanto tempo da non credere affatto di aver bruciato le tappe, anzi…- sapeva perfettamente di essere arrossito, non era da lui esporsi in quel modo.

Avvicinò il volto al suo, tanto che i suoi occhiali le sfiorarono la fronte – Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo e questo è quanto basta. Non mi importa di quello che dicono gli altri, tantomeno di Voldemort… - le stava guardando insistentemente le labbra.

 Annullò la distanza tra i loro visi e la baciò come non aveva osato fare per tutto il giorno.

Oltre al suo cuore gonfio di gioia e le mani di Lily sul suo petto riuscì a percepire l’applauso fragoroso degli invitati.

Era quella la felicità?

   
Your mind is poisoned.
Castles in the sky, sit stranded, vandalized.
The drawbridge is closing.

  La Tana quel pomeriggio era più affollata del solito. Amici e parenti erano andati a portare il loro saluto al nuovo arrivato.

Il piccolo Ron Weasley era l’argomento principe quel giorno. Non si parlava d’altro.

Ragazze, zie, nonne e amiche erano tutte assiepate attorno alla culla dove il piccolino si dilettava ad attirare l’attenzione con strette alle dita delle più coraggiose e occhiate vacue.

 Fred e George erano seduti a terra davanti al camino e si divertivano a far volteggiare in aria le loro costruzioni di legno.

 Tutti gli altri uomini erano riuniti in veranda ad ascoltare Arthur che, per l’ennesima volta, raccontava quello che gli aveva fatto passare sua moglie prima del parto. Di tanto in tanto giungevano delle risate dall’esterno.

Un paio di volte vide i bambini più grandi avventurarsi in cucina alla ricerca dell’attenzione della madre.

 Il clima che pervadeva quella casa gli era sempre piaciuto. Era sempre così calda ed accogliente che in quel momento stentava a credere che fossero in guerra, che i Mangiamorte dessero la caccia alle persone per il puro piacere di torturarle.

 Lily e Alice erano riuscite a strappare Ron dalle braccia delle zie un po’ troppo soffocanti. Si erano sedute sul divano in salotto e parlavano piano per non svegliare il piccolo.

Guardò la moglie cullare dolcemente il bambino.

Era dolcissima.

Così affettuosa. Così premurosa.

- Sono bellissime, non credi? – non si era nemmeno reso conto che Frank gli si fosse avvicinato. Annuì con il capo.

- Certo in quest’ultimo periodo Alice è stata più nervosa del solito…M a che ci vuoi fare? – quando lo guardò in viso scorse sui suoi tratti la stessa tranquillità che accompagnava anche lui da un po’ di tempo. Si era sentito quasi in colpa per la felicità che gli era stata donata.

Erano estremamente felici, sembrava quasi irreale, un castello costruito in aria.

Aveva una paura tremenda che tutto potesse finire da un momento all’atro.

- Per quando è prevista la data del parto?

- Dopo metà luglio. Anche Alice, giusto? Lily mi aveva accennato qualcosa…

- Bè così dicono i medimaghi. Mia madre è entusiasta! Un piccolo Paciock in giro per casa è il suo sogno – Frank sorrise continuando a guardare la moglie – ci pensi andranno a Hogwarts insieme!

 Alice li raggiunse – Caro, sono un po’ stanca. Che ne dici di tornare a casa?

 Salutò i due amici e andò da Lily. Stava cullando il bambino e lo stava guardando con una tenerezza tale da farlo sorridere spontaneamente.

- Stai bene?

Lei annuì e continuò a guardare il piccolo che aveva tra le braccia.

- Sarai una mamma perfetta! – l’aveva guardato negli occhi e gli aveva accarezzato la guancia.

- E tu un papà magnifico. – le posò una mano sul ventre pronunciato.

Mio figlio.


Saw Cinderella in a party dress, she was looking for a nightgown.
I saw the devil wrapping up his hands, he's getting ready for the showdown.
I saw the ending where they turned the page, I threw my money and I ran away.

 Aprì gli occhi verdi.

La stanza era illuminata dai raggi del sole che filtravano attraverso le tende pesanti. Adorava svegliarsi presto. Poteva restare a guardare James a Harry che dormivano.

 Sistemò meglio le coperte calde addosso al marito e al bambino che dormiva beato tra loro, gli sistemò i capelli in modo tale che non gli dessero fastidio. Lo vide dimenarsi un po’ prima di portarsi la mano alla bocca e cominciare a succhiarsi il pollice.

 Poco dopo si accorse che anche James si era svegliato. La stava guardando.

Si allungò sopra il cuscino per poterlo baciare. Fece per allontanarsi quasi subito ma lui la trattenne per approfondire il bacio.

 Era incredibile come la facesse sentire anche dopo tutto quel tempo.

Si sorprendeva ogni volta per l’effetto che gli suscitava, le sembrava ancora di essere una ragazzina.

In fondo lo era ancora.

In fondo erano troppo giovani.

Però erano estremamente felici.

 Interruppe il bacio malvolentieri e tornò sotto le coperte.

James allungò un braccio per poterle accarezzare la guancia.

Chiuse gli occhi per godere appieno di quel contatto.

- A volte non credi di essere troppo felice?

Lo vide annuire. Strizzava leggermente gli occhi per metterla a fuoco.

Fuori il vento frusciava tra le foglie degli alberi.

Gli prese la mano tra le sue e se la portò alle labbra.

Aveva proprio delle belle mani.

Posò un bacio sulla fede che portava al dito.

- James…

- Si.

- Ti amo.

 

Sent to the valley of the great divide
Out where the dreams all hide.
Out where the wind don't blow,
Out where the good girls die.
And the sky moves slow
I hear the bird don't sing
I hear the field don't blow
I hear the bell don't ring
I hear the bell don't ring
Out here the good girls die

 

 Il cielo quella sera prometteva pioggia.

I ragazzini mascherati continuavano imperterriti, nonostante il vento e i richiami della madri, a fare il loro consueto giro annuale in cerca di dolcetti e caramelle.

Dalle loro risate intuì che gli abitanti di Godric’s Hollow erano stati generosi.

 Si nascose meglio dietro il vecchio albero dalla parte opposta della strada. I babbani passavano dinanzi alla casa senza rendersi conto di niente, per loro quella era solo una vecchia palazzina che cadeva a pezzi. Niente di troppo interessante.

Osservò una foglia gialla staccarsi da un ramo e volteggiare lentamente a terra.

Quasi al rallentatore.

Ogni minuto era così carico di significato.

Non avrebbe dovuto trovarsi lì.

 Poteva ancora avvertirli.

Salvarli.

Sarebbe bastato materializzarsi in salotto e dirgli di fuggire, non sarebbe successo niente e il suo gesto forse non sarebbe mai venuto a galla.

 Ma lui era sempre l’ultimo.

Il più piccolo.

Il più insignificante.

Il meno intelligente.

Lontano anni luce dall’essere popolare.

Il più debole.

Non ci si poteva aspettare nulla di diverso.

Abbassò gli occhi acquosi quando vide la figura incappucciata percorrere il viale.

La morsa che gli attanagliava in cuore si acuì in un modo che non credeva possibile.

Dov’era finito il coraggio che i suoi amici avevano tanto declamato?

Non esisteva.

Era stato solo l’ombra di quei magnifici ragazzi che aveva accompagnato per sette anni.

Anni in cui credeva che l’impossibile non esistesse. Anni in cui si era guadagnato la loro fiducia.

Fiducia malriposta.

 L’udito era ovattato, non sentiva più nulla. Niente più risate, il fruscio del vento era scomparso.

La porta della casa era caduta a terra sotto il colpo dell’Oscuro Signore.

Non aveva più nulla da fare lì.

Il suo destino era stato segnato con due sole parole.

Godric’s Hollow.

 Vide James all’ingresso.

L’ombra di Lily percorrere le scale e barricarsi in camera.

Le sue urla straziate.

Non Harry.

Prendi me, ma non Harry!

Era quello il coraggio?

Il coraggio che portava una ragazza a morire per un bambino?

Eppure quel bambino l’aveva stretto anche lui tra le braccia.

Come era possibile?

Si allontanò dall’albero mentre le foglie continuavano a cadere sotto i colpi incessanti del vento.

 Il cielo quella sera prometteva pioggia, ma le nuvole continuavano a muoversi piano.

Forse la pioggia non sarebbe arrivata a lavare via tutto quel dolore.


Now Cinderella don't you go to sleep, it's such a bitter form of refuge.
Why don't you know the kingdoms under siege and everyone needs you
Is there still magic in the midnight sun, or did you leave it back in '61?
In the cadence of a young man's eyes.
Out where the dreams all hide

 

 Il cuore le martellava nel petto, come se non potesse essere più vivo che in quel momento.

La porta aveva ceduto sotto l’effetto della magia rivelando quella figura incappucciata.

Riusciva solo a pensare di dover salvare Harry, suo figlio.

Nostro figlio.

Chiuse gli occhi. La luce verde le aveva offuscato la vista.

Ogni battito del suo cuore era il conto alla rovescia che aveva tanto temuto.

La mente correva ai ricordi quasi fosse la pellicola di un vecchio film.  

Bum.

James giaceva morto ai piedi della scale.

Bum.

Ora stringevano tra le braccia Harry appena nato.

Bum.

Lei e James ballavano il giorno del loro matrimonio.

Bum.

James la baciava in riva al Lago Nero.

Quel bacio tanto desiderato.

Quei mesi vissuti in maniera irreale.

Dov’è che si nascondono i sogni?

The Killers “A dustland fairytale”

***

Oh, bene ringrazio tutti quelli che sono arrivati fin qui! Ovviamente sono graditi commenti, sono curiosa di sapere cosa ne pensate!

Alla prossima

Ciara<3<3<3

  
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