Altro
contest???
E
già XD
È
la mia prima fic sulla vecchia generazione per cui non prometto grandi
risultati, però nel complesso sono soddisfatta!! In pratica
sono spaccati di
vita di James e Lily, della loro storia, e ovviamente ci sono anche
altri
personaggi marginali. Spero vivamente che vi piaccia.
Bè
buona lettura!!!
Ciara
<3<3<3
I
personaggi di questa storia appartengono quasi tutti a J. K. Rowling. I
fatti
narrati di seguito non sono mai accaduti nella saga di Harry Potter.
Questa
storia è stata scritta senza nessun’intenzione di
lucro, si ritiene, quindi,
che nessun diritto di copyright sia stato violato.
Out
where the dreams all hide
The Dustland Fairytale begins
With just another white trash county kiss in '61.
Long brown hair, and foolish eyes.
He'd look just like you'd want him to
Some kind of slick chrome American prince.
Blue Jean serenade
Moon river what you do to me.
I
don't believe you.
Era ottobre inoltrato eppure
il freddo
pungente che caratterizzava la stagione, almeno per quella settimana,
aveva
lasciato spazio a una leggera brezza.
Lanciò un
sassolino nel Lago Nero e lo vide
rimbalzare tre volte sulla superficie prima di immergersi
nell’acqua scura.
Si
voltò per guardare il ragazzo alle sue spalle. Non poteva
vedere i suoi occhi
nascosti dal riflesso degli occhiali, i capelli disordinati gli
ricadevano scomposti
sulla fronte.
In
effetti a
guardarlo bene Potter aveva il suo fascino.
Nessuno
dei due aveva proferito parola da quando erano usciti dal castello.
-
Credo di doverti ringraziare.
Aveva
utilizzato un tono asciutto. Stare vicino a lui le faceva un certo
effetto e se
ne era resa conto solo quado Severus gliel’aveva fatto notare.
Era
solo un ragazzino borioso e pieno di sé. Un bambino immaturo
che la faceva
arrossire con un semplice sguardo.
Sapeva
solo che quell’anno erano cambiate tante cose, compreso il
suo rapporto con
James. L’aveva etichettato con troppa facilità,
senza sforzarsi di conoscerlo
meglio, senza dargli una possibilità.
Era
stata ottusa.
Con
lo sguardo seguì rapita la moneta che il ragazzo stava
lanciando in aria,
osservò la sua caduta nella mano di James già
pronta a rilanciarla.
Aveva
delle
belle mani.
Distolse
lo sguardo, era certa di avere il viso in fiamme.
Una
folata di vento le gonfiò la gonna della divisa e le
scompigliò i capelli; li
rimise in ordine con un gesto stizzito della mano.
James si ostinava a non
rispondere e
continuava a lanciare il suo galeone in aria.
-
Perché continui a darti tanta pena per lui?
La
sua domanda l’aveva colpita come una doccia ghiacciata. Il
suo rapporto con
Severus non era affar suo. In effetti niente che la riguardava era
affar suo.
-
Potter, è complicato…lascia stare. –
voleva troncare il discorso sul nascere.
-
Già! Complicato…- il suo tono era beffardo, le
dava fastidio che parlasse così
di Sev – Non c’è nulla di complicato nel
diventare un Mangiamorte. Ha fatto la
sua scelta… Lascialo perdere!
Il fatto che lui stesse
dando forma a tutti i
suoi pensieri era incredibile. Non voleva lasciar perdere, non voleva
lasciare
andar il suo migliore amico senza lottare. Non voleva ma si stava
rendendo conto
che era proprio Severus che le stava facendo la guerra e questo non lo
poteva
sopportare.
Non
poteva sopportare che l’unico che l’aveva accettata
per quello che era le
stesse chiedendo di reprimere i suoi sentimenti.
Era totalmente spossata da
quella situazione.
Contesa tra l’amicizia e qualcosa di nuovo che le faceva
palpitare il cuore
così forte da credere che potesse scoppiare.
-
James, per favore… Lascia stare. – Aveva la voce
spezzata.
-
Tutta questa situazione non ha senso! Basta che vi incontriate per i
corridoi e
cominciate a discutere, praticamente non c’è
nemmeno più un rapporto civile tra
voi… Eppure… Ti guarda come se…- le si
era avvicinato mentre parlava e non
aveva intenzione di smettere di delineare i contorni di una situazione
che
aveva contribuito a creare.
-
Ti prego, basta…- le tremavano le mani.
-
Sembra quasi che sia geloso. Geloso di cosa poi… Eravate
amici, no? È lui che
ti ha trattata male, è lui che dovrebbe chiederti scusa! Tu
non dovresti fare
nulla, ne tanto meno stare come stai. – Il suo tono tenero
non faceva che
aumentare la stretta all’altezza del cuore – E poi
perché diavolo…
-
Per te.
Non
si era neanche resa conto di aver parlato. Solo le era sfuggito quel
sussurro
che aveva fermato il ragazzo davanti a lei. Si era fermato a poco
più di un
passo da lei.
-
Come? – aveva sussurrato anche lui.
-
È di te che è geloso ed è a causa tua
che discutiamo.
Non
lo guardava in faccia, si stava torturando le mani.
Non
riusciva a credere di averlo detto veramente.
Non
si era aspettata che l’ennesima discussione con Severus
potesse essere
interrotta dall’arrivo di James che prontamente
l’aveva portata via. Non si era
aspettata che le sue dita attorno al suo polso potessero farla fremere
in quel
modo. E decisamente non aveva previsto di dover spiegare tutte quelle
cose al
diretto interessato.
-
Continuo a non capire.
Aveva
fatto un passo verso di lei annullando la distanza che li separava. La
sua mano
le stava sfiorando il collo. Chiuse istintivamente gli occhi.
-
A me sembra che tu abbia capito benissimo…
-
Evans, non credi che dopo una tale confessione la tua presunzione sia
fuori
luogo? – percepì le sue dita insinuarsi tra i suoi
capelli, la stretta salda
dell’altra mano sul suo fianco. Serrò maggiormente
le palpebre quando le lasciò
una scia di baci lungo la mandibola.
Deglutì il vuoto
quando il suo respiro le
sfiorò le labbra, in attesa di quello che desiderava facesse
con tutto il cuore,
cercò le sue dita tra i suoi capelli e le strinse
convulsamente.
Alla
ricerca di
un appiglio alla realtà.
I
loro nasi si sfiorarono.
-
Guardami.
Obbedì
a quella richiesta, giusto il tempo di aprire gli occhi e le labbra di
James si
posarono sulle sue. Il battito accelerato del suo cure le pulsava nelle
orecchie.
Cosa
le aveva
fatto per farla sentire in quel modo?
Change
came in disguise of revelation, set his soul on fire.
She said she always knew he'd come around.
And the decades disappear
Like sinking ships but we persevere.
God gives us hope but we still fear, we don't know.
La
stava osservando da una decina di minuti.
Era
in piedi accanto ai suoi genitori, sorrideva come una bambina.
Un
sorriso che coinvolgeva ogni centimetro del suo viso e quegli occhi
così
luminosi.
Era
semplicemente magnifica. Nel suo abito bianco che contrastava quasi
eccessivamente con il colore dei sui capelli.
Eppure
era
stupenda.
Sentì
una mano poggiarsi sulla sua spalla. Distolse lo sguardo dalla giovane
donna
per portarlo sulla figura del suo migliore amico.
Sorrideva
anche lui.
-
Vai da lei!
Arrossì
leggermente e sbatté più volte le palpebre.
Sembrava che qualcuno gli avesse
lanciato un incantesimo e lui si fosse risvegliato solo in quel momento.
Tentò
di mettere insieme una frase di senso compiuto.
-
Si… Bè io…
-
Hai aspettato così tanto tempo ed ora che l’hai
sposata continui a guardarla?
Il
sorriso di Sirius era beffardo. Si passò una mano trai i
capelli
scompigliandoli ancora di più. Gli sorrise prima di alzarsi.
Quel giorno tutto rasentava
la perfezione.
Erano tutti felici, chiunque guardasse aveva stampato in faccia un
sorriso
sincero e contagioso.
Non
poteva farne a meno.
Non
poteva fare a meno che il suo cuore si gonfiasse ad ogni passo verso di
lei.
Come
non era riuscito a non arrossire quando l’aveva vista
percorrere la navata.
Aveva
davvero passato tutto quel tempo ad osservarla?
Perché
se ogni ora, ogni minuto era servito ad arrivare a quel punto, allora
ne era
davvero valsa la pena.
Aspettare
di essere abbastanza maturo per poter godere appieno di quella
felicità.
Quando
la raggiunse era ancora intenta a parlare con i suoi genitori.
-
Signori Evans, tutto bene?
I
due gli rivolsero un sorriso affettuoso. Parlarono per alcuni minuti
poi si
congedarono lasciandoli finalmente soli.
Finalmente.
La guardò mentre
gli si avvicinava
impercettibilmente fino a trovarsi di fronte a lui. Erano vicinissimi
eppure
non si toccavano. Lo stava guardando negli occhi come solo lei sapeva
fare, con
un intensità indescrivibile che gli toglieva il respiro ogni
volta.
Deglutì
il vuoto.
Una
ciocca di capelli rosso scuro era sfuggita all’acconciatura.
La riportò al suo
posto con un movimento lentissimo e accarezzandole la guancia con le
nocche.
Lily si abbandonò completamente a quel gesto piegando
lievemente il capo per
approfondire il contatto, poi gli baciò il palmo della mano.
-
Sai, dovremmo aprire le danze. – Aveva la mano ancora vicino
alla sua guancia.
Lei si limitò ad annuire e ad afferrargli la mano per
trascinarlo al centro della
pista da ballo.
-
Alla fine devo fare sempre tutto io, Potter! – gli prese la
sinistra e se la
portò all’altezza della vita.
-
Piano con le offese, signora Potter! E vedi di non pestarmi i piedi
come
l’ultima volta.
Lily scoppiò in
una risata cristallina e
contagiosa. L’attirò più vicino a se,
fecero alcuni giri su loro stessi prima
di riprendere ondeggiare lentamente.
Vide seduti ad un tavolino
vicino alla pista
da ballo i suoi amici. Remus aveva gli occhi cerchiati da occhiaie
profonde ma
stava parlando allegramente con Sirius. Peter li stava guardando con i
suoi
occhi acquosi, era sovrappensiero. Gli sorrise e lui si riscosse da
quello
stato di trance rispondendogli con un largo sorriso.
Riportò il suo
sguardo negli occhi della
moglie, lo stava fissando dal basso con intensità.
Lily
sciolse l’intreccio delle loro mani un attimo, quel tanto che
bastava per
risistemargli gli occhiali sul naso.
-
Non abbiamo corso troppo, vero? – la domanda suonava strana
alle sue orecchie,
si limitò a guardarla e aspettare che continuasse da sola.
-
Voglio dire ci siamo appena diplomati e incombe la guerra…
Forse…- le posò un
lieve bacio sulle labbra. Lei lo guardò interrogativa.
-
Ti sei pentita di avermi sposato, Evans?
-
Oh, certo che no! – aveva corrugato la fronte, la trovava
adorabile quando si
mettevano in discussione le sue opinioni.
-
E allora dove sta il problema? – la vide aprire la bocca
nell’intento di
rispondere e richiuderla non trovando le parole adatte. La conosceva
abbastanza
da credere che quelle idee gliele avesse messe in testa qualcun altro.
-
È solo che ho sentito Molly mentre diceva che
forse… Cioè la situazione… Siamo
in guerra, ogni giorno muore qualcuno e forse siamo stati spinti ad
affrettare
i tempi per questo, così…- si stava mordendo il
labbro inferiore nervosa.
-
Mi devi spiegare perché ascolti Molly Weasley, colei che sta
tirando su una
squadra di Quiddich al completo!
-
James! – aveva anche il coraggio di rimproverarlo.
-
Lily, ti amo da così tanto tempo da non credere affatto di
aver bruciato le
tappe, anzi…- sapeva perfettamente di essere arrossito, non
era da lui esporsi
in quel modo.
Avvicinò
il volto al suo, tanto che i suoi occhiali le sfiorarono la fronte
– Ti amo più
di qualsiasi altra cosa al mondo e questo è quanto basta.
Non mi importa di
quello che dicono gli altri, tantomeno di Voldemort… - le
stava guardando
insistentemente le labbra.
Annullò la
distanza tra i loro visi e la baciò
come non aveva osato fare per tutto il giorno.
Oltre
al suo cuore gonfio di gioia e le mani di Lily sul suo petto
riuscì a percepire
l’applauso fragoroso degli invitati.
Era
quella la
felicità?
Your mind is poisoned.
Castles in the sky, sit stranded, vandalized.
The
drawbridge is closing.
La
Tana
quel pomeriggio era più affollata del solito. Amici e
parenti erano andati a
portare il loro saluto al nuovo arrivato.
Il
piccolo Ron Weasley era l’argomento principe quel giorno. Non
si parlava
d’altro.
Ragazze,
zie, nonne e amiche erano tutte assiepate attorno alla culla dove il
piccolino
si dilettava ad attirare l’attenzione con strette alle dita
delle più
coraggiose e occhiate vacue.
Fred e George erano seduti a
terra davanti al
camino e si divertivano a far volteggiare in aria le loro costruzioni
di legno.
Tutti gli altri uomini erano
riuniti in
veranda ad ascoltare Arthur che, per l’ennesima volta,
raccontava quello che
gli aveva fatto passare sua moglie prima del parto. Di tanto in tanto
giungevano delle risate dall’esterno.
Un
paio di volte vide i bambini più grandi avventurarsi in
cucina alla ricerca
dell’attenzione della madre.
Il clima che pervadeva
quella casa gli era
sempre piaciuto. Era sempre così calda ed accogliente che in
quel momento
stentava a credere che fossero in guerra, che i Mangiamorte dessero la
caccia
alle persone per il puro piacere di torturarle.
Lily e Alice erano riuscite
a strappare Ron
dalle braccia delle zie un po’ troppo soffocanti. Si erano
sedute sul divano in
salotto e parlavano piano per non svegliare il piccolo.
Guardò
la moglie cullare dolcemente il bambino.
Era
dolcissima.
Così
affettuosa. Così premurosa.
-
Sono bellissime, non credi? – non si era nemmeno reso conto
che Frank gli si
fosse avvicinato. Annuì con il capo.
-
Certo in quest’ultimo periodo Alice è stata
più nervosa del solito…M a che ci
vuoi fare? – quando lo guardò in viso scorse sui
suoi tratti la stessa
tranquillità che accompagnava anche lui da un po’
di tempo. Si era sentito
quasi in colpa per la felicità che gli era stata donata.
Erano
estremamente felici, sembrava quasi irreale, un castello costruito in
aria.
Aveva
una paura tremenda che tutto potesse finire da un momento
all’atro.
-
Per quando è prevista la data del parto?
-
Dopo metà luglio. Anche Alice, giusto? Lily mi aveva
accennato qualcosa…
-
Bè così dicono i medimaghi. Mia madre
è entusiasta! Un piccolo Paciock in giro
per casa è il suo sogno – Frank sorrise
continuando a guardare la moglie – ci
pensi andranno a Hogwarts insieme!
Alice li raggiunse
– Caro, sono un po’ stanca.
Che ne dici di tornare a casa?
Salutò i due
amici e andò da Lily. Stava
cullando il bambino e lo stava guardando con una tenerezza tale da
farlo
sorridere spontaneamente.
-
Stai bene?
Lei
annuì e continuò a guardare il piccolo che aveva
tra le braccia.
-
Sarai una mamma perfetta! – l’aveva guardato negli
occhi e gli aveva
accarezzato la guancia.
-
E tu un papà magnifico. – le posò una
mano sul ventre pronunciato.
Mio figlio.
Saw Cinderella in a party dress, she was
looking for a nightgown.
I saw the devil wrapping up his hands, he's getting ready for the
showdown.
I saw the ending where they turned the page, I threw my money and I ran
away.
Aprì
gli occhi verdi.
La
stanza era illuminata dai raggi del sole che filtravano attraverso le
tende
pesanti. Adorava svegliarsi presto. Poteva restare a guardare James a
Harry che
dormivano.
Sistemò meglio le
coperte calde addosso al
marito e al bambino che dormiva beato tra loro, gli sistemò
i capelli in modo
tale che non gli dessero fastidio. Lo vide dimenarsi un po’
prima di portarsi
la mano alla bocca e cominciare a succhiarsi il pollice.
Poco dopo si accorse che
anche James si era
svegliato. La stava guardando.
Si
allungò sopra il cuscino per poterlo baciare. Fece per
allontanarsi quasi
subito ma lui la trattenne per approfondire il bacio.
Era incredibile come la
facesse sentire anche
dopo tutto quel tempo.
Si
sorprendeva ogni volta per l’effetto che gli suscitava, le
sembrava ancora di
essere una ragazzina.
In
fondo lo era ancora.
In
fondo erano troppo giovani.
Però
erano estremamente felici.
Interruppe il bacio
malvolentieri e tornò
sotto le coperte.
James
allungò un braccio per poterle accarezzare la guancia.
Chiuse
gli occhi per godere appieno di quel contatto.
-
A volte non credi di essere troppo felice?
Lo
vide annuire. Strizzava leggermente gli occhi per metterla a fuoco.
Fuori
il vento frusciava tra le foglie degli alberi.
Gli
prese la mano tra le sue e se la portò alle labbra.
Aveva
proprio
delle belle mani.
Posò
un bacio sulla fede che portava al dito.
- James…
- Si.
- Ti amo.
Sent to the valley of the great divide
Out where the dreams all hide.
Out where the wind don't blow,
Out where the good girls die.
And the sky moves slow
I hear the bird don't sing
I hear the field don't blow
I hear the bell don't ring
I hear the bell don't ring
Out here the good girls die
Il
cielo quella sera prometteva pioggia.
I
ragazzini mascherati continuavano imperterriti, nonostante il vento e i
richiami della madri, a fare il loro consueto giro annuale in cerca di
dolcetti
e caramelle.
Dalle
loro risate intuì che gli abitanti di Godric’s
Hollow erano stati generosi.
Si nascose meglio dietro il
vecchio albero
dalla parte opposta della strada. I babbani passavano dinanzi alla casa
senza
rendersi conto di niente, per loro quella era solo una vecchia
palazzina che
cadeva a pezzi. Niente di troppo interessante.
Osservò
una foglia gialla staccarsi da un ramo e volteggiare lentamente a
terra.
Quasi
al rallentatore.
Ogni
minuto era così carico di significato.
Non
avrebbe dovuto
trovarsi lì.
Poteva ancora avvertirli.
Salvarli.
Sarebbe
bastato materializzarsi in salotto e dirgli di fuggire, non sarebbe
successo
niente e il suo gesto forse non sarebbe mai venuto a galla.
Ma lui era sempre
l’ultimo.
Il
più piccolo.
Il
più insignificante.
Il
meno intelligente.
Lontano
anni luce dall’essere popolare.
Il
più debole.
Non
ci si poteva aspettare nulla di diverso.
Abbassò
gli occhi acquosi quando vide la figura incappucciata percorrere il
viale.
La
morsa che gli attanagliava in cuore si acuì in un modo che
non credeva
possibile.
Dov’era
finito il coraggio che i suoi amici avevano tanto declamato?
Non
esisteva.
Era
stato solo l’ombra di quei magnifici ragazzi che aveva
accompagnato per sette
anni.
Anni
in cui credeva che l’impossibile non esistesse. Anni in cui
si era guadagnato
la loro fiducia.
Fiducia
malriposta.
L’udito era
ovattato, non sentiva più nulla. Niente
più risate, il fruscio del vento era scomparso.
La
porta della casa era caduta a terra sotto il colpo
dell’Oscuro Signore.
Non
aveva più nulla da fare lì.
Il
suo destino era stato segnato con due sole parole.
Godric’s Hollow.
Vide
James all’ingresso.
L’ombra
di Lily percorrere le scale e barricarsi in camera.
Le
sue urla straziate.
Non
Harry.
Prendi
me, ma
non Harry!
Era
quello il coraggio?
Il
coraggio che portava una ragazza a morire per un bambino?
Eppure
quel bambino l’aveva stretto anche lui tra le braccia.
Come
era possibile?
Si
allontanò dall’albero mentre le foglie
continuavano a cadere sotto i colpi
incessanti del vento.
Il cielo quella sera
prometteva pioggia, ma le
nuvole continuavano a muoversi piano.
Forse
la pioggia non sarebbe arrivata a lavare via tutto quel dolore.
Now Cinderella don't you go to sleep,
it's such a bitter form of refuge.
Why don't you know the kingdoms under siege and everyone needs you
Is there still magic in the midnight sun, or did you leave it back in
'61?
In the cadence of a young man's eyes.
Out where the dreams all hide
Il
cuore le martellava nel petto, come
se non potesse essere più vivo che in quel momento.
La
porta aveva ceduto sotto l’effetto della magia rivelando
quella figura
incappucciata.
Riusciva
solo a pensare di dover salvare Harry, suo figlio.
Nostro
figlio.
Chiuse
gli occhi. La luce verde le aveva offuscato la vista.
Ogni
battito del suo cuore era il conto alla rovescia che aveva tanto temuto.
La
mente correva ai ricordi quasi fosse la pellicola di un vecchio film.
Bum.
James
giaceva morto ai piedi della scale.
Bum.
Ora
stringevano tra le braccia Harry appena nato.
Bum.
Lei
e James ballavano il giorno del loro matrimonio.
Bum.
James
la baciava in riva al Lago Nero.
Quel
bacio tanto desiderato.
Quei
mesi vissuti in maniera irreale.
Dov’è
che si
nascondono i sogni?
***
Oh,
bene
ringrazio tutti quelli che sono arrivati fin qui! Ovviamente sono
graditi
commenti, sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Alla
prossima
Ciara<3<3<3