Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: _hurricane    30/06/2011    11 recensioni
C’era una volta un giovane fanciullo dalla pelle chiara, così chiara che tutti lo chiamavano Porcellana. La sua matrigna, la regina Sue Sylvester, lo costringeva a vestirsi di stracci e lavare i pavimenti del suo palazzo. Porcellana aveva un grande sogno: incontrare un bellissimo principe che lo avrebbe salvato per portarlo al suo castello e sposarlo, proprio come nelle favole che leggeva da piccolo. Ma si sa, i sogni non sempre si avverano: certe volte, la vita è anche meglio.
-
“No, non devi scusarti,” – disse Porcellana, tirando su con il naso, - “io voglio farlo. Voglio che tu sappia tutto di me, Blaine. Tu…”. Alzò il viso e lo guardò. Ormai doveva dirlo. “Tu sei il mio principe” concluse, arrossendo lievemente.
“Il tuo principe?” chiese l’altro, incuriosito ma in fondo vagamente affascinato dal modo in cui suonava quella frase.
“Sì, proprio come quelli dei libri. Lo so che io non sono una principessa, però… ho sempre aspettato. E alla fine sei arrivato. Non ti sei nemmeno preoccupato del fatto che fossi soltanto un servo, mi hai salvato e basta, come nelle favole. Tu sei il mio principe, Blaine”.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sue Sylvester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

VII – Once upon a time, where I belong

 

Dwarflers! Al rapporto!” gridò Blaine per farsi sentire dai ragazzi ancora seduti in cucina, intenti a concludere la loro pigra e assonnata colazione. Nessuno rispose.

“Dwarf-“ – “BLAINE! Se ci chiami ancora così, te lo puoi scordare!”

“Ok…” – disse allora il principe a bassa voce con un’aria tra il mortificato e il divertito, - “Warblers, al rapporto!”

Passarono alcuni minuti e questa volta, anche se ugualmente riluttanti, i sette uscirono in fila dalla piccola porta di legno. Alcuni si stavano ancora sistemando il berretto in testa, tenendo fermo il piccone nell’incavo tra il collo e la spalla per non farlo cadere. Si aprirono a ventaglio come se l’avessero provato, disponendosi in una fila orizzontale davanti a Porcellana e Blaine. Thad stava a braccia conserte con il piccone in mano, come se volesse lanciarlo da un momento all’altro, mentre Jeff picchettava il terreno con il piede come in attesa di qualcosa. In generale, non sembravano particolarmente entusiasti della chiamata del principe.

“Allora!” – esordì lui, ignorando palesemente le reazioni poco convinte dei suoi piccoli amici, - “Caro Porcellana, oggi avrai l’onore, nonché il privilegio, di cantare insieme a me e i Dwarflers!”

“Vorrai dire cantare con te mentre i Warblers vi fanno da sottofondo musicale!” rispose Flint roteando gli occhi. Tutti gli altri annuirono con vigore e iniziarono a commentare con voce sommessa, ma Wes li interruppe dicendo: “Andiamo ragazzi, facciamolo per Porcellana!”

A quanto pare quel ragazzo orientale godeva di una buona credibilità tra gli altri, perché a poco a poco si tranquillizzarono e alla fine acconsentirono, specialmente dopo aver constatato quanto potesse essere convincente uno sguardo rattristato proveniente dagli occhi chiarissimi di Porcellana.

“Conosci Animal dei Neon Trees?” gli chiese il principe, con un sorriso vagamente soddisfatto per la riuscita – nonostante il merito non fosse suo bensì dell’aria angelica dell’altro.

“Si!” rispose lui, con le mani dietro la schiena come se fosse stato interrogato. Ripassò a mente i versi della canzone, e all’improvviso si ricordò di quanto fosse… leggermente equivoca. Impallidì immaginando Blaine volteggiare intorno a lui, proprio come aveva fatto vicino al pozzo, il suo profumo espandersi in una nuvola avvolgente alla quale sarebbe stato impossibile sfuggire, e per giunta davanti ad altre sette persone.

“Blaine, non credo di poterlo fare” disse sottovoce, mentre i Dwarflers si schiarivano la voce e si accordavano tra loro sull’attacco e su una semplice e ritmica coreografia coordinata da eseguire.

Lui lo guardò preoccupato, poi lo prese per il gomito e lo sollecitò a fare qualche passo per allontanarsi abbastanza da non essere sentiti.

“Che succede?” - chiese una volta che si furono fermati, - “Pensavo ti piacesse cantare!”

“Certo che mi piace… ma ricordi? Ieri ti ho detto che non avevo mai cantato con qualcuno… e questa volta siamo addirittura in nove!”

“E tu ricordi? Ti ho detto che c’è una prima volta per tutto. Porcellana… anzi, Kurt, tu hai un dono. Non lasciare che la paura o l’imbarazzo ti impediscano di esprimerlo. E poi,” - fece una pausa e lo prese delicatamente per mano, - “ci sono io con te!”

Porcellana accolse le dita del principe tra le sue con sorpresa, anche se era già rimasto impietrito alla parola “Kurt”. Nessuno lo chiamava più così da anni ormai, e si era abituato così tanto che sentire nuovamente quel nome, per quanto fosse il suo nome, gli fece una strana sensazione. Come se il principe avesse voluto specificare che quello era il nome con cui preferiva chiamarlo, come se “Porcellana” fosse troppo banale perché tutti lo chiamavano così. Forse, il principe voleva dare a Porcellana un nome che potesse usare solo lui. Si lasciò trainare da Blaine senza opporre ulteriore resistenza, ancora intento a rimuginare.

“Siamo pronti!” annunciò il moro alzando la mano di Kurt con la sua, per sottolineare che parlava di entrambi. Porcellana sorrise appena, in ansia per la performance. E non per paura di stonare, naturalmente. Sentiva lo stomaco in subbuglio, ripensando ancora a cosa volesse dire avere le labbra di Blaine così vicine per poi vederle allontanarsi. E non sapeva se desiderare che accadesse, giusto per poterne inspirare il profumo ancora una volta, o se desiderare il contrario, perché probabilmente non avrebbe sopportato di non poterle assaporare davvero. Fece un respiro profondo, imponendosi di pensare esclusivamente alla canzone.

Bastò un cenno del principe e i Dwarflers iniziarono a cantare, creando un bellissimo sottofondo musicale che fece subito rilassare Porcellana. Era come se la sua voce fosse avvolta da mille altre, pronte a sorreggerla e supportarla in caso di errore. All’improvviso, non essere solo gli sembrò meraviglioso. I sette ragazzi erano in fila dietro di loro, mentre Kurt e Blaine stavano uno di fronte all’altro, a pochi centimetri di distanza. Il principe gli scoccò un sorriso malizioso e cominciò:

“Here we go again,
I kinda wanna be more than friends,
so take it easy on me,
I’m afraid you’re never satisfied!”

Porcellana deglutì, ma non aveva tempo per pensare al possibile senso nascosto di quel sorriso. Rispose ondeggiando a ritmo, con la sua voce candida:

“Here we go again,
we’re sick like animals,
we play pretend!
You’re just a cannibal
and I’m afraid I won’t get out alive.
No I won’t sleep tonight!”

E poi tutti insieme:

“Oh, oh
I want some more
Oh, oh
What are you waitin’ for?
Say goodbye to my heart tonight.
Oh oh
I want some more
Oh oh
What are you waitin’ for?
What are you waitin’ for?
Say goodbye to my heart tonight!”

Dopo la seconda strofa, arrivò la parte del duetto. Blaine e Porcellana iniziarono a girare in tondo, guardandosi incessantemente negli occhi, cantando:

“Hush hush the world is quiet
Hush hush we both can’t fight it
It’s us that made this mess,
why can’t you understand?
Woah I won’t sleep tonight!”

Porcellana pensò che quella canzone fosse più calzante del previsto. Difficilmente avrebbe dormito quella notte: una folata di profumo di fiori freschi lo aveva investito in pieno viso. Scosse la testa, cercando di liberarsene, ma non potè fare a meno di respirare almeno per un secondo. Passò il resto della canzone a seguire il principe con lo sguardo, con aria vagamente sognante. Gli sembrava quasi di vedere petali rosa fluttuare intorno alla sua testa, e una luce più brillante di quella del sole illuminava il viso di Blaine… almeno, era così per i suoi occhi.

Conclusero il brano con un sonoro applauso, e persino i Dwarflers sembravano felici, nonostante l’inizio un po’ freddo. Era come se cantare facesse cambiare in meglio il loro umore.

“Siete stati bravissimi come sempre!” disse il principe in tono euforico, rivolgendo un sorriso ad ognuno di loro. Gli animi si erano ormai completamente distesi.

Porcellana rimase ammaliato dal potere che la musica poteva avere su quei ragazzi… e su di lui, naturalmente. Era sempre stato così, sin da quando era nato e sua madre gli cantava ninne nanne inventate sul momento, intonandole con la sua voce angelica, che probabilmente lui aveva ereditato.

Ma in quel momento, tutto fu diverso. Sentì che quello era il suo posto. Ancheggiare a ritmo di quelle voci perfettamente sincroniche con il principe dei suoi sogni accanto a lui, che accompagnava il suo canto con la voce piena e calda, complementare alla sua, gli sembrò la cosa più giusta che avesse mai fatto. Ancora inebriato dal profumo di Blaine, lo guardò e gli sorrise. Lui ricambiò, e avvicinandosi gli chiese: “Allora, com’è andata?”

“E’ stato… è stato bellissimo! Grazie Blaine, ti ringrazio tanto!” disse lui gettandogli le braccia al collo, senza pensare minimamente a quanti occhi li stessero osservando in quel momento.

Sentì il corpo del principe ritrarsi impercettibilmente per la sorpresa, ma poi due possenti braccia gli avvolsero i fianchi e lo strinsero in un caloroso abbraccio. Porcellana ne approfittò per affondare il viso tra i capelli di Blaine, chiuse gli occhi e sorrise tra quei meravigliosi ricci.

Nella sua mente, si corresse. Quello era il suo posto.

 

 

* * *

 

 

Drabble n°2: "You think I'm funny when I tell the punch line wrong"

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=749014

 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: _hurricane