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Autore: TheWhiteFool    30/06/2011    1 recensioni
Quando un affascinante sconosciuto si presenta alla porta di Glenn Brennan dicendole che è una strega, lei lo prende per matto. Peccato solo che sia tutto vero, e che la realista Glenn si ritrovi catapultata nel bel mezzo di una lotta millenaria fra i maghi del Sole e maghi della Luna... e non è detto che lei stia dalla parte dei buoni.
E, come se non bastasse, ci si mettono anche il misterioso Nathan e il dolce Anthon a confonderle le idee...
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: ho pubblicato questo episodio molto prima del solito, e quindi è possibile che vi siate persi la scorsa puntata se avete cliccato “vai all'ultimo capitolo”. Date un occhiata per essere sicuri ;)

 

 

Il sabato mattina dopo la partenza di Nathan sono seduta ad un tavolino appartato dal “White Frog”, il bar dove lavora Dotty. Fortunatamente oggi ci sono troppi clienti, il che tiene la mia amica occupata e mi evita di rispondere alle sue domande sull' “operazione pantaloni”. È una fortuna, inoltre, perchè mi da il tempo di concentrarmi sul libro di pozioni che mi ha dato Nathan, che sto sfogliando distrattamente mentre sorseggio il mio capuccino all'orzo. È un vecchio tomo dalle pagine ingiallite, proprio adatto per un libro di stregoneria.

Il brusio di sottofondo del bar e la calda aria di sole che filtra dalle tende di pizzo rosa delle finestre contribuiscono a rendermi di umore allegro. Intendo, ieri sono riuscita ad eseguire il mio primo incantesimo (al solo pensiero sento una fitta d'orgoglio), oggi non lavoro e, sopratutto, non mi dovrò sorbire Nathan per due giorni.

Cioè, non è che non voglio averlo fra i piedi, è solo che è stancante passare del tempo con lui. Non facciamo altro che battibeccare e devo stare continuamente all'erta se voglio avere l'ultima parola in una discussione. Anche se, d'accordo, ogni tanto stare con lui può anche essere divertente...

Ma non è che mi manca. No. Assolutamente... cioè...

-Oh, insomma!- sbuffo spazientita e colpisco il tavolo con una mano.

Ecco, lo vedete che Nathan non mi manca? Il suo solo pensiero mi fa imbestialire.

-Qualcosa non va, cara?-

Alzo gli occhi e vedo una vecchietta che mi fissa con sguardo preoccupato. Mi sento le guance in fiamme: di sicuro mi ha vista imprecare da sola e colpire il tavolo. Dannato Nathan, è tutta colpa sua! Ma possibile che anche quando non c'è riesce a complicarmi la giornata?

-Oh, no, sto bene- le rispondo con un sorriso smagliante, del tipo “sono perfettamente normale, grazie e ora se ne torni pure a bere il suo caffelatte.”

Le vecchietta mi fissa sorridendo, mentre Dotty mi ficca sul tavolo la mia ordinazione (brioche con crema di ciliege), talmente affannata che non ha neanche il tempo di salutarmi prima di fiondarsi da un altro cliente che la chiama a gran voce.

-Sa, mia nipote spesso ha un espressione simile a quella che aveva lei un attimo fa...- continua la vecchietta, sorridendo -... sempre quando pensa al suo ragazzo lontano.-

La brioche mi va di traverso.

Comincio a tossicchiare, e la signora gentile mi dà dei colpetti sulla schiena:

-su, su. Non dovrebbe mangiare così in fretta. Fa male allo stomaco, sa? Lo dico anche a mia nipote, ma lei non mi scolta mai...-

-Grazie- le dico quando mi sento meglio. Mi accorgo che la vecchietta sta fissando il libro di magia con aria interessata.

-Oh, che bello! Lei fa per caso parte della compagnia teatrale cittadina?-

La guardo senza capire. Teatro? Cioè, cosa sembro, un clown?

Indica il libro -è un perfetto oggetto di scena! Ho sentito che metterete in scena una commedia di streghe, vero?-

Alla parola “streghe”, il mio stomaco sembra fare un doppio salto mortale. Ma poi capisco e mi rilasso: deve aver pensato che il libro fosse un qualche oggetto di scena.

-Ehm... proprio così!- dico, richiudendo il libro con un gesto secco e rimmettendolo nella borsa -quest'anno metteremo in scena... ehm... una riedizione della “Spada nella Roccia”!-

Cavolo, devo stare più attenta. Ok che è un vecchio libraccio polveroso, ma è comunque di magia e lasciarlo aperto sul tavolino di un bar forse non è stata una grande idea.

-Ohh- la vecchietta spalanca gli occhi interessata, mentre io mi afretto a lasciare i soldi sul tavolino e ad alzarmi in piedi -lei che parte farà?-

-Maga Morgana- borbotto, dicendo il primo personaggio che mi viene in mente. Prendo la brioche in mano e mi afretto ad uscire dal bar, facendo un cenno di saluto a Dotty, che sta scrivendo febbrilmente le ordinazioni di un cliente indeciso.

Uscendo dalla porta, riesco a sentire un brandello di conversazione:

-Come sono le brioche alla nutella?- chiede il cliente sopra pensiero.

-Beh, molto buone. E con la nutella- risponde Dorry stancamente.

-Uhm... non saprei. C'è ne tanta, di nutella? Riempie più o meno della metà dell'interno della brioche?-

-Credo... più- risponde Dotty confusa. Mi lancia uno sguardo disperato mentre esco dalla porta del bar. Chiudendomela alle spalle, sento il cliente interrogarla sulla consistenza della pasta delle brioche.

Anche se starò per morire di fame, giuro che non farò mai la cameriera.

*

Non sapendo cosa fare, comincio a bighellonare sulla riva del lago. È una bellissima giornata di sole, e le acque del lago Diven ne riflettono la luce, come se fossero attraversate da innumerevoli gemme cristalline. Tira un leggero vento che diffonde l'odore di abeti, fiori ed alghe, così tipici della mia città.

Mi siedo su uno masso e, mangiucchiando la bioche alle ciliegie, do un occhiata al libro di magia.

Vado a pagina sedici, dove c'è il filtro che Nathan mi ha detto di provare a comporre mentre lui non c'è. Il titolo, scritto a sottili caratteri svolazzanti, è “ pozione di morte apparente”; ah beh, niente di strano insomma. C'è una descrizione seguita dalla lista degli ingredienti:

Questa pozione, scoperta dalla strega della Luna Ingrid D'onnerlien nel 1643, è un sonnifero molto blando che permette a chi lo beve di dormire profondamente per almeno sei ore. Se eseguita correttamente, colui o colei che la berrà non potrà essere svegliato nemmeno da urla o scossoni, il che ha dato il soprannome “pozione di morte apparente”. Una versione dell'opera shakespiriana “Giulietta e Romeo”, rivista da alcuni storici del Circolo del Sole, prevede proprio che sia stata questa la pozione che Giulietta bevve nell'ultimo atto della commedia. Le controindicazioni...”

Un momento. Agrotto le sopracciglia: questa cosa della pozione-sonnifero mi fa scattare un campanello in testa. Mi metto le mani sulle tempie, come se volessi letteralmente spremermi le meningi, e ricordo: quando Nathan mi ha portata per la prima volta a Distan Spring, devo avergli accennato che spesso soffro d'insonnia.

Oh.

No, cioè, non sarà sicuramente per quello che mi ha indicato questa pozione. Probabilmente non se lo ricordava neanche. Non essere ridicola, Glenn Brennan.

Certo, se funzionasse, potrei finalmente dormire senza svegliarmi almeno una volta per notte.

Eccitata, scorro con gli occhi la lista degli ingredienti: 2 bianchi d'uovo, miele di ginepro, (ma cos'è, una pozione o una torta?!), cera d'api, due foglie d'edera appassita, acqua bollente e tre radici di ginseng.

Ginseng. Cosa diavolo è il ginseng?

Scuoto la testa e chiudo il libro. Magari Mister “vado-a-Chicago-per-il-weekend” mi ha dato questa pozione proprio per tormentarmi su come trovare del ginseng. Magari si ricordava dei miei problemi di insonnia, e mi ha segnalato un rimedio irrealizzabile. Intendo, non ho la più pallida idea di cosa possa essere il ginseng: un fiore? Una patata? Una famosa marca di mutande?

Mi alzo in piedi, mangiando l'ultimo boccone di brioche.

È ancora presto e la baia è deserta. Se non sbaglio, poco più in là dovrebbe trovarsi quell'insenatura dove sono conservati i motoscafi degli abitanti. Chissà se c'è ancora il motoscafo verde che Nathan ha “preso in prestito” per portarmi a Distan Spring...

Distan Spring. Alzo gli occhi ed eccola là. È una di quelle rare giornate in cui non c'è nebbia sul lago, e riesco quasi a vedere i colori accesi degli intonachi delle case.

Distan Spring è la città degli adepti del Sole, e si trova sulla riva opposta di Roven Lake, la città della Luna.

“Stai lontana da Distan Spring” mi aveva detto Nathan, fissandomi col suo sguardo ombroso. Ma ora Nathan non c'è. È andato a Chicago, ad una riunione magica o qualcosa di simile.

Sempre che non abbia fatto una scappatella dall'amante. Potrebbe anche essere.

E se io facessi una piccola gita a Distan Spring, lui non lo verebbe mai a sapere...

E anche se lo sapesse, vabbè, avremmo solo un argomento in più su cui litigare. Uno in più, uno in meno. Non facciamo altro, insomma cosa vuole che cambi?

Prendo la mia decisione e mi avvio per il sentierino tortuoso che solca le rive del lago, l'unica strada che collega le due città. Immagino che, essendo il Circolo della Luna e quello del Sole rivali, non credo che a nessuno importasse gran che costruire una strada decente verso la casa del nemico.

Ehi, ma queste sono le regole di Nathane dei maghi anziani della Luna, mica le mie. Cioè, cosa diavolo dovrebbe esserci di sbagliato nei maghi del Sole? Insomma, lo so che quindici anni fa hanno sterminato la popolazione magica di Roven Lake, ma non è che noi ci fossimo comportati poi molto bene, almeno secondo quello che dice Nathan.

E poi, a sentire lui, sono tutti giardinieri. Non mi pare poi così male, se ne incontro qualcuno potrei chiedergli dove sbaglio con le orchidee, dopo una settimana mi muoiono sempre...

Dopo un quarto d'ora che ho imboccato il sentiero, un rumore mi fa drizzare le orecchie. Un rumore come un... miagolio?

Spalanco gli occhi: io adoro i gatti! Se c'è ne uno, lo voglio vedere.

-Qui micio, micio micio micio... micio!-

Ed eccolo là: uno splendido gatto bianco e affusolato mi guarda da sotto in su, con un espressione altera, seduto su uno tronco caduto. Mi avvicino cautamente.

-Micio micio... vieni qui, veglio solo accarezzarti un attimo, micetto bello!-

mi guarda sospettoso, mentre mi avvicino a lui. Poi, quando spicco un salto per prenderlo, si scansa ed io finisco per battere la testa sullo scoglio.

Ahia! Stupido gatto.

Mi rialzo, lo vedo che scappa in mezzo ai cespugli, e parto all'inseguimento. Mio padre mi ha sempre detto che quando vedo un gatto, il mio quoziente intellettivo si abbassa di almeno cinquanta punti. Immagino sia vero. E poi c'è qualcosa, nella rincorsa, che mi da i brividi.

come quando bisticcio con Nathan, non sono soddisfatta finchè non riesco ad averla vinta.

Inseguo il gatto in mezzo ai cespugli (Gesù, spero che non siano ortiche), e il suole erboso si fa sempre più ripido: sono arrivata molto vicino alla riva del lago.

Non c'è un anima a parte il gatto bianco che si è fermato davanti ad una cesta di vimini dall'aria consumata, come se fosse stata gettata via e dimenticata nel tempo.

Ce l'ho in pugno. Mi lancio contro il gatto... e, per la seconda volta in pochi minuti, vado a sbattere contro qualcosa. Un qualcosa che è alto, leggermente abbronzato, molto magro e molto biondo.

Col sedere dolorante a terra, alzo gli occhi, stupefatta -Anthon?-

La cosa, o meglio, il ragazzo contro cui mi sono scontrata è proprio lui, non c'è ombra di dubbio. Anthon Loring. Il cameriere gentile del locale di Distan Spring, con cui ho scambiato qualche parola prima che quell'idiota di Nathan mi trascinasse via.

-Oddio- fa stupefatto lui, guardandomi con occhi sgranati e massaggiandosi il sedere dolorante -Glenn? Ma da dove sei spuntata?-

-Ehm, da quel cespuglio là dietro.- dico con una smorfia. Forse la caduta mi ha rincitrullito il cervello.

Lui mi guarda interdetto per un attimo, con lo stesso sguardo che si rivolge ai malati di mente. Poi scuote la testa e scoppia a ridere:

-Io da quella roccia là dietro- mi indica uno scoglio mentre si rialza in piedi facendomi l'occhiolino -stavo rincorrendo un gatto. E tu che fai da queste parti?- mi dice con una faccia finta-seria mentre mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi -lavoro o vacanza?-

Scoppio a ridere e gli prendo la mano. Ha dita molto lunghe, affusolate, ma la sua stretta è solida e sicura.

-In realtà... anch'io inseguivo un gatto. Un gatto bianco.-

Lui annuisce -Come Alice nel Paese delle Meraviglie. Ah no, lei rincorreva un coniglio... Comunque, credo che stiamo rincorrendo lo stesso gatto.- fa con un alzata di spalle.

Ci giriamo entrambi alla ricerca della dannata bestiaccia, e lo vediamo disteso serafico davanti alla cesta di vimini, che si lecca una zampa e non ci degna di uno sguardo.

-Regina!- le fa Anthon aspro -ti sei fatta rincorrere fin da Distan Spring, gatta degenere che non sei altro!-

Distan Spring! Penso con un sussulto. È vero. Nathan mi aveva avvertito: Anthon vive a Distan Spring ed è un mago del Sole, ed è per questo che Nathan mi ha portata via la prima volta che l'ho incontrato. Ha detto che aveva percepito la sua aurea, ma che probabilmente Anthon non è ancora in grado di percepire quella degli altri, e che per questo non si era accorto che sono un'adepta della Luna.

Neanch'io sono in grado di percepire le auree, se è per questo. Dev'essere una tecnica molto avanzata.

Anthon mi guarda con un sorriso e un espressione divertita negli occhi verde chiaro:

-Allora- inizia, un pò confuso, un pò divertito -perchè inseguivi la mia gatta?-

-Ah- Mi sento avvampare. Cioè, insomma. Cosa posso dirgli, che ho inseguito un gatto giù per una ripida discesa e in mezzo a ortiche e cespugli solo perchè volevo accarezzarlo?

-Beh, tu perchè la inseguivi?- gli chiedo spavalda.

Mi guarda con un sopracciglio inarcato -Beh, è la mia gatta... è da qualche tempo che torna a casa sempre più di rado, e volevo scoprire cosa le fosse sucesso, sai com'è. La mia sorellina non mi avrebbe mai perdonato se non l'avessi fatto- ride -e quindi ho inseguito Regina da quando è uscita dalla porta di casa. Saranno almeno otto chilometri, cristo santo. Per un pò ho temuto che sarebbe andata fino a Roven Lake.- lancia un occhiataccia alla cittadina alle nostre spalle.

È chiaro che Anthon è stato messo in guardia contro la città della Luna: glielo leggo negli occhi da come la guarda.

Ed è altrettanto chiaro che non ha la più pallida idea di chi io sia.

Torna a guardare me, e ha di nuovo quel suo sorriso aperto, fiducioso, un pò giocherellone, che è lui a ricordarmi un gatto, adesso.

-Ma tu non hai ancora risposto alla mia domanda, no?-

-è vero. Non l'ho fatto.- non posso fare a meno di restituirgli il sorriso. Poi scrollo le spalle: se non mi ha giudicata matta fin'ora, non lo farà neanche adesso.

-In realtà, volevo accarezzarla. Per questo le sono andata dietro.-

Lo vedo, lo vedo benissimo che cerca di rimanere serio, ma nei suoi occhi verdi passa uno strano luccicchio -Insomma... hai rischiato l'osso del collo per inseguire una gatta non tua.- annuisce, come se questo fosse perfettamente normale. Forse è un pò matto anche lui. Si china a raccorgliermi la borsa, che mi era volata via nella caduta, le dà una spolverata e me la porge.

-Grazie.-

-Ma ti pare. Devo ametterlo, è uno strano modo per reincontrarti. Ti scontri spesso a mezz'aria con padroni di gatti?-

Scoppio a ridere -Ma no!-

-Davvero? Peccato. Sarebbe stato un hobby divertente.-

Ok, forse è adirittura più pazzo di Nathan. Ma non posso fare a meno di sentirmi a mio agio, anche se sono in riva al lago con uno sconosciuto e il suo gatto, e sono anche abbastanza sicura di avere degli steli di erba fra i capelli.

Anche se questo sconoscito, in effetti, è un mago del Sole...

Sospiro. Forse dovrei andarmene. Ma vedo Anthon, di fronte a me, con quel sorriso bonario e lo scintillio divertito negli occhi verde chiaro, e mi sembra impossibile che possa rappresentare un pericolo.

-Allora.- mi fissa -Posso farti una richiesta strana?-

Alzo le spalle -se non è niente di sconcio, allora sì, puoi farla-

-No! Cioè...niente del genere- si volta.

Sbaglio, o è arrossito?

Respira e torna a guardarmi -Dato che volevi tanto accarezzarla, ti propongo un patto: se mi aiuti a prenderla, la puoi coccolare quanto ti va.-

Mi si illuminano gli occhi: è una sfida!

-ma è la tua gatta- osservo, cercando di darmi contegno -non ti basta chiamarla?-

-se bastasse, non mi sarei fatto otto chilometri sotto il sole cocente- sospira affranto. In effetti, ora noto che è sudato, tanto che la camicia leggera e bianca gli si è attaccata alla pelle. Se fosse qui, Dotty noterebbe che ha degli addominali niente male.

Regina ha smesso di leccarsi e ci stà guardando con gialli occhi sospettosi. Mi domando, ma perchè i gatti hanno sempre l'aria di sapere tutto?

-Ok, mettiti a destra- mi fa Anthon, e io eseguo -Io copro la sinistra. Se scappa dalla tua parte, bloccala e prendila. Non ti preoccupare, non graffia: quando la prendi in braccio si agita un pò, ma non ti fa male.-

Annuisco. È una delle situazioni più strane in cui mi sono mai trovata, compresa la storia della strega.

Anthon e io ci muoviamo circospetti attorno a Regina, che adesso ha il pelo dritto ed è pronta a scattare. Ci scambiamo uno sguardo d'intesa, come se fossimo due agenti segreti durante una pericolossisima missione mortale.

Per un attimo, tutto tace, tanto che riesco a sentire il rumore delle onde del lago increspato dal vento. Formiamo un triangolo, io, Anthon e la gatta.

-Ora!- urla Anthon, e ci scagliamo verso Regina, che miagola alterata e si lancia di lato, una nuvola di pelo bianco. Mi schiva ma Anthon si piazza davanti a lei, e per sfuggire al ragazzo deve cambiare direzione verso il lago. Quando mette una zampa in acqua è come se avesse preso una scossa elettrica. Scoppio a ridere e la prendo, proprio mentre stava per scapparmi in mezzo alle gambe.

-Vittoria!- urlo, alzando la gatta in aria. Regina, conscia del suo destino, ha smesso di dimenarsi, ma mi guarda con un espressione furiosa. Probabilmente questa gatta pensa che sono stupida, ma non mi importa.

Non mi divertivo così da settimane.

-Grande!- Anthon si scosta una ciocca dorata dagli occhi e mi lancia un sorrisone.

-Bravissima, d'ora in poi ti eleggerò ad accalappia-gatte ufficiale!-

Alzo gli occhi al cielo, sbuffando divertita -wow, onorata.-

Coccolo Regina dietro l'orecchio. Dio, se è bella e altera.

-Sai, “Regina” gli sta a pennello.- dico al mago del Sole, che intanto si è avvicinato a me.

Lui alza le spalle -è la stessa cosa che ho detto a mia sorella quando le ha scelto il nome. Peccato che ultimamente si sia inselvatichita.-

Lancia alla gatta un occhiataccia e incrocia le braccia sul petto -cosa devo fare con te, disgraziata?-

D'improvviso, un suono acuto ci blocca. Un miagolio. Guardiamo entrambi Regina, che se ne è restata in silenzio da quando l'ho presa in braccio, ma ora si divincola e si protende verso la cesta di vimini.

E di nuovo, si sente quel miagolio, acuto e disperato.

-Oddio!- facciamo io e Anthon in coro, e corriamo verso la sbrindellata cesta di vimini.

Un musetto fa capolineo e mi guarda con occhioni impauriti.

-Oh, cavoli!- mi porto le mani alla bocca, lasciando cadere Regina che biomba a terra con un miagolio oltraggiato.

Il mio primo fidanzato, Jeoffrey, si lamentava sempre che passavo molto più tempo col suo gatto che con lui. In effetti, aveva ragione. Sono sempre andata in brodo di giuggiole per i gatti, molto di più che per i fidanzati. E in particolari per i cuccioli.

Il gattino, una palla di pelo grigio striato, ma con gli stessi occhioni giallo-verdi di Regina, fa un passetto incerto e inciampa fuori dalla cesta.

-è un amore!- esclamo, tutta uno zucchero.

Se Nathan mi vedesse in questo momento, direbbe che sono rincoglionita.

-Questo non l'avevo previsto- Anthon si passa una mano fra i capelli, interdetto. Prende Regina in braccio, e la guarda dritto negli occhi:

-Ma cosa mi hai combinato, eh?-

Io non ci bado più: sto coccolando il gattino e credo di essermi innamorata.

-Bene- sospira il mio compagno, passandosi una mano fra gli arruffati capelli dorati, come se stesse riflettendo sul da farsi.

-Senti, non so se riesco a tenerli in braccio tutti e due. Mi aiuteresti a riportarli a casa? Cioè- è adorabile quando arrosisce -lo so che è una richiesta maleducata, e se non puoi non c'è problema, chiamerò qualcuno...-

Ci rifletto: un altro pò di tempo per coccolare il cucciolo striato?

-Ma certo che sì!-

Non mi è neanche passato per la testa che per “casa” intende Distan Spring, covo e rifugio degli adepti del Sole che quindici anni fa hanno massacrato tutti i miei maghi compaesani.

 

 

Oh beh, per una volta ho scritto di una Glenn un pò più allegra. Cioè, ogni tanto anche lei è capace di essere di buon umore!

Comunque è probabile che ci siano errori di battitura, perchè ho riletto molto velocemente.

Grazie a tutti quelli che hanno seguito la fanfic! ** Spero che continui a piacervi, non sono sempre sicura di quello che scrivo. e come sempre un abbraccio stritolatore va alle mie recensitrici! <3 brida, cupidina4ever, Miss_Slytherin, Dark Eys, sophia90. Vi adoro ragazze!

Se per caso avete dei suggerimenti o consigli, sarò felice di sentirli! =)

Alla prossima! Baci bacioni! ^^

 

PS: l'immagine dovrebbe essere Glenn che legge il libro di pozioni davanti al lago... =3

 

 

   
 
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