- mi spieghi perchè mi hai fatta venire da te a cena? -
jenna era davanti ai fornelli che si divertiva a cucinare cose immangiabili, alla fine avremmo ordinato una pizza, ne ero ormai certa.
- perchè, non posso invitare un'amica a cena? -
- si, ma se questa di dice che è stanca, e tu la obblighi la cosa cambia -
mi alzai dal bancone mezzo apparecchiato mezzo no, avevo sempre adorato le cucine con il bancone tipo bar in mezzo a fare da tavolo che dividevano la cucina dal salottino.
- che cosa ti sei messa in testa? - mi domandò abbandonando il guanto da cucina sul lavandino per afferrare poi il telefono di casa.
- oh, per me normale - dissi nel vederla comporre un numero. avvicinò il telefono all'orecchio ed ordinò due margherite.
- volevo vederla per capire cosa provassi, tutto qui - dissi innocente, usando un'espressione tanto da brittany.
- oh no, nono, non mi farai gli occhietti dolci per farmi cambiare discorso - affermò la ragazza coprendosi gli occhi. io scoppiai a ridere e mi avvicinai a lei iniziando a farle il solletico, così si mise a ridere con me.
- no, dai hemo, basta - sapevo bene quanto soffrisse il solletico, la faceva completamente impazzire, praticamente rideva urlando.
quando fui dell'idea di averla torturata abbastanza la lasciai spostandomi.
tirò qualche sospiro poi si rimise dritta in piedi iniziando ad osservarmi.
- bene, ora torniamo a naya -
- oh ma dai, e poi a te cosa importa? -
- mi importa da quando sono caduta da quel condotto -
- me lo ripeterai ogni volta adesso? -
- certo che si -
- fantastico - mi misi a braccia conserte appoggiandomi comoda al bancone, non sapevo il motivo per cui non desiderassi parlare di naya, forse non ero pronta, avrei dovuto riflettere, in fondo quel bacio non mi era affatto dispiaciuto, avrei voluto rivederla, prima in albergo avrei anche voluto che le nostre labbra si ritrovassero.
dopo qualche secondo di riflessione mi ripresi, quando alzai lo sguardo mi ritrovai jenna davanti ad agitare una mano.
- scusa -
- stavi pensando a lei -
- no, no -
jenna si sedette al mio fianco cingendomi il collo con un braccio, così io mi appoggiai alla sua spalla.
- sei innamorata di lei -
- no, cioè non ne sono sicura -
- oh no, nono, non era una domanda la mia, ma un'affermazione -
risi un istante per poi abbracciarla.
- mi spieghi perchè hai paura? -
- non ho detto di avere paura -
- no, tu no, ma la tua espressione si -
- da quando capisci il linguaggio del corpo? -
- da quando ho visto come la guardi, e come ti guarda lei - rimasi in silenzio, per la prima volta potevo considerarmi senza alcuna risposta.
jenna sciolse l'abbraccio e si alzò, poi afferrò il telefono e sparì in camera sua.
la guardai con un'espressione interrogativa per tutto il tempo, non compresi cosa volesse fare, ne tantomento a cosa stesse pensando.

- forza, preparati -
la guardai sgranando gli occhi, dovevo prepararmi per cosa? mise il telefono in carica e si fece rapida una coda per poi andare alla porta che aprì.
- dai che dobbiamo andare -
- dove? -
- a casa tua -
- perchè? -
l'attrice alzò e riabbassò le spalle indifferente per trovarsi poi il tizio delle pizze davanti. gli diede i soldi e prese i due cartoni.
- ti muovi che se no le pizze si raffreddano! -
- okay okay, arrivo -
afferrai la borsa e mi diressi anche io alla porta, per poi andare verso la sua macchina.

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okay, oggi aggiorno due volte, suvvia, ma dopo esser tornata a casa dal centro non sapevo che fare, quindi mi sono messa a scrivere.
non penso sia un problema per voi se evito le foto, ma in questo modo la cosa mi risulta più veloce evitando il passaggio "photoshop"
spero comunque che questo capitolo diciamo "aiutiamo hemo a svegliarsi" possa piacere.
grazie ai lettori, e soprattutto a chi recensisce, che sono simpaticissimi ♡ :D