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Autore: plateau_    30/06/2011    3 recensioni
'Un altro lampo di luce venne fuori dalla bacchetta della donna dai capelli scuri, e questa volta Felpato capì che non sarebbe stato fortunato come poco prima, quando aveva schivato una delle tanti maledizioni di Bellatrix.
E si ritrovò a pensare, a pochi secondi da morte certa, a cos’era stata la sua vita.
Una serie di fallimenti, vero, ma ne andava fiero.'
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"Avanti, puoi fare di meglio!" urlò Sirius, mentre un ghigno si allargava sul suo volto, i suoi occhi brillanti fissi in quelli di sua cugina.
Un altro lampo di luce venne fuori dalla bacchetta della donna dai capelli scuri, e questa volta Felpato capì che non sarebbe stato fortunato come poco prima, quando aveva schivato una delle tanti maledizioni di Bellatrix.
E si ritrovò a pensare, a pochi secondi da morte certa, a cos’era stata la sua vita.
Una serie di fallimenti, vero, ma ne andava fiero.
Subito pensò ai ‘Malandrini’, a quanto erano stati importanti nella sua infanzia, ma anche oltre: ricordò le sere di luna piena, quando Lupin si trasformava in un lupo mannaro, passate prima nella Stamberga Strillante, poi nel parco di Hogwarts o a Hogsmeade; ripensò a quando aveva lasciato casa sua a 16 anni, finalmente lontano dai suoi genitori e dalla sua famiglia, con quelle idee maledettamente sbagliate.
Altri ricordi amari si fecero largo nella sua mente, come la sera del 31 ottobre del lontano 1981, quando Lily e James vennero uccisi, traditi da Peter Minus, o dei dodici lunghi anni passati ad Azkaban, dove riuscì a non impazzire solo al pensiero di essere innocente.
"James."  Sussurò l’uomo, a labbra strette.
James era la cosa più vicina a un fratello che Sirius avesse mai avuto. Non aveva mai perdonato Minus per averglielo portato via, e non l’avrebbe mai fatto, anche perché non ne aveva più la possibilità, con la luce verde si avvicinava sempre di più.
Tornò momentaneamente alla realtà, e spostò velocemente lo sguardo, vedendo così Harry, che lo fissava a sua volta con gli occhi sbarrati, e con la faccia contratta in una smorfia che esprimeva terrore puro.
Cosa avrebbe fatto Harry?
Harry aveva bisogno del suo padrino, per lui era come un genitore.
Sirius, invece, aveva sempre paragonato Harry a James; risultava semplice, alla fine: stesso fisico, stesso carattere, stesso comportamento.
Ora Sirius aveva finalmente capito: Harry desiderava un padre, non un amico. E quasi si vergognò di se stesso, ricordando quanto avesse sperato affinché Harry non passasse l’Udienza del Ministero della Magia, perché così il ragazzo sarebbe diventato un reietto, come lui.
‘Perdonami Harry. James, arrivo.’
E fu l’ultimo pensiero, prima che la luce verde colpisse in pieno petto Sirius, prima che Bellatrix urlasse trionfante, prima che qualcuno potesse fare qualcosa, prima che Harry potesse reagire, prima che il corpo inerme di Sirius Black, sul cui volto si poteva leggere ancora un’espressione a metà fra lo stupito e l’impaurito, cadesse oltre il velo, il velo che divideva la terra dei vivi dalla terra dei morti. 
  
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