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Autore: plateau_    30/06/2011    8 recensioni
Era pallido, sporco di sangue, ma sorrideva.
‘Tipico di Fred.’ Pensò, mentre rabbrividiva al tocco con la mano fredda del gemello, che aveva preso fra le sue, prima di scoppiare in un pianto disperato.
In quel momento sentì che una parte di lui l’aveva abbandonato per sempre.
‘Sono niente senza te, Fred!’
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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No, non poteva essere vero.
Aveva sentito male, sicuramente: d'altronde gli mancava un orecchio. Oppure era stato Dean Thomas a sbagliare, forse aveva capito male lui. Sì, era impossibile.
Fatto sta che ora stava correndo verso la Sala Grande, con il cuore palpitante, il volto imperlato dal sudore e le gambe che tremavano, forse dallo sforzo, o semplicemente dalla paura.
‘Va tutto bene George, non è successo niente, calmati.’
Eppure, in cuor suo, sentiva che qualcosa non andava bene, sentiva che... mancava qualcosa d’importante.
Si fermò un secondo per riprendere fiato, appoggiandosi con una mano al muro freddo del corridoio, e si guardò intorno; Hogwarts era messa davvero male: c’erano grandi buchi nelle pareti, cumuli di macerie, macchie di sangue e… cadaveri.
Osservando i corpi degli studenti per terra, inermi e quasi violacei, George provò una stretta allo stomaco, così decise che era meglio andare in Sala Grande, ricordando cosa gli aveva detto Dean.
‘George, devi correre in Sala Grande, è… è successa una cosa.’
‘Cosa?’
‘E’ morto.’
‘Ma chi?’
‘Vai in Sala Grande!’

Riprese a correre, fino a quando non raggiunse finalmente la Sala Grande.
Entrò, provando un’improvvisa ondata di terrore misto ad ansia, e iniziò a camminare nella Sala. Al centro della Sala, dove un tempo c’erano i tavoli delle Case, erano allineati decine e decine di cadaveri.
George strinse impercettibilmente i pugni, abbassando di scatto il capo. Poi si fece coraggio e, alzando lentamente la testa e costringendosi a staccare lo sguardo dal pavimento, scrutò la gente attorno a sé. E fu così che notò un gruppetto di persone con dei capelli di un familiare color rosso.
‘Non sei un codardo George Wesley, affronta tutto a testa alta, con coraggio.’
Si avvicinò piano: sua madre era china sul petto di un corpo, mentre suo padre le accarezzava la testa; Ginny, in piedi lì vicino, aveva il volto nascosto dalle mani, Bill abbracciava Fleur e Percy piangeva in silenzio, con le braccia inerti lungo il corpo e un profondo taglio sulla guancia, che sanguinava copiosamente.
George si sentì mancare: non c’erano Ron e Fred; questo voleva dire che…
In quel momento suo padre si scostò, e George poté vedere chi era il ragazzo steso per terra.
Non se l’aspettava una cosa simile, George Weasley.
Non era pronto.
Urlò un disperato ‘No!’, ma sapeva che non sarebbe servito a molto.
Si lasciò cadere accanto al cadavere, e fissò suo fratello.
Era pallido, sporco di sangue, ma sorrideva.
‘Tipico di Fred.’ Pensò, mentre rabbrividiva al tocco con la mano fredda del gemello, che aveva preso fra le sue, prima di scoppiare in un pianto disperato.
In quel momento sentì che una parte di lui l’aveva abbandonato per sempre.
‘Sono niente senza te, Fred!’
 
 
‘Papà?’ George si girò verso la figlia.
‘Dimmi, Roxanne.’
‘Sai, nell’ultima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure abbiamo studiato i Mollicci!’
‘Davvero?’
 Chiese, con un sorriso.
‘Sì!’  annuì divertita la bambina; ‘il mio Molliccio è un ragno, come zio Ron! Il tuo qual è?’
George smise di sorridere; dopo poco rispose. ‘Il mio Molliccio sono io; io che dormo.’
Roxanne lo fissò stupita, poi alzò le spalle e tornò a dedicarsi al suo disegno.
Angelina lo fissò mordendosi un labbro; lei sapeva benissimo che il Molliccio di George si trasformava in Fred, proprio come George l’aveva visto nella Sala Grande il 2 maggio del 1998. 

  
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