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Autore: kasumi    30/06/2011    1 recensioni
Cosa succederebbe se Kaori, dopo essere stata licenziata da Ryo nel vol. 18, se ne andasse e iniziasse una nuova vita? Riuscirà a star fuori dal mondo di City Hunter? E Ryo, come reagirebbe?
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Reika Nogami, Ryo Saeba/Hunter, Saeko Nogami/Selene, Umibozu/Falco
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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--- Sayonara ---

 

Fan-Fiction su City Hunter scritta da Kasumi-chan ( momieale@libero.it ).
Tutti i personaggi di City Hunter sono proprietà di Tsukasa Hojo, Sunrise, Shueisha e di tutti gli altri aventi diritto. Yumiko e Katoshi sono personaggi di mia invenzione.

Qualcuno avrà notato che questa storia era stata pubblicata incompiuta nel 2003 e poi è stata ritirata. Volevo precisare che questa versione iniziata nel 2009 è definitiva ed è totalmente diversa dalla precedente.

Nel corso della lettura, potrete trovare le mie note, accompagnate dalla sigla 'NdK' (che sta per “Nota di Kasumi”), e le note della mia beta-reader Annalisa, indicate con ‘NdA’.

Buona lettura! ^__^
 

NB: A marzo 2012 ho diviso i capitoli per facilitare la lettura, senza apportare modifiche.

 

PREFAZIONE

 

Questa storia si colloca dopo che Volpe Argentata ha minacciato Kaori nel manga N. 18 di City Hunter. Il titolo della storia è un chiaro riferimento al titolo del capitolo dal quale trae spunto.

La mia storia è un Universo Alternativo in cui Kaori è stata licenziata da Ryo fuori dal locale come nel manga, ma non è andata dal Doc, né ha sfidato Volpe Argentata con le trappole che le ha insegnato a costruire Umibozu. Kaori ha fatto fagotto e se n’è andata, umiliata dalla poca fiducia che Ryo aveva riposto in lei.

Ho pensato che immaginare Ryo e Kaori lontani l’uno dall’altra fosse uno spunto interessante per una storia. All’inizio farete fatica a riconoscere Kaori, che apparirà triste e poco determinata. Si tratta di un passaggio fondamentale che la ragazza affronta per capire cosa vuole veramente e per ritrovare se stessa. Tutta la storia è improntata sulla sua evoluzione.

 

PROLOGO

 

Yumiko strattonò Kaori per una manica.

«Aspettami qui! Il mio stomaco ha appena reclamato del cibo! Mi fermo un secondo a quel chiosco e compro qualcosa da mangiare in treno!»

Kaori guardò perplessa la ragazza, chiedendosi come potesse mangiare a quel modo e restare magra come un grissino. In ogni modo, l’aveva piantata da sola all’ingresso della stazione.

Gli occhi le caddero automaticamente sulla bacheca. Con uno sforzo, cercò di distoglierli da essa e di pensare ad altro. La stazione le ricordava quando fino a sei mesi prima, controllava tutte le mattine la lavagna che era il mezzo per contattare City Hunter.

Negli ultimi mesi la sua vita era stata caratterizzata da grandi cambiamenti e la ragazza era alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi per riedificare la sua vita. Quando Ryo l’aveva licenziata in seguito agli attentati del killer Volpe Argentata, aveva pensato che potesse essere un’ottima occasione per allontanarsi da quel mondo pericoloso. Era una ragazza piena di risorse e con molta forza di volontà, perciò aveva trovato facilmente un nuovo impiego e nuove amicizie. Tuttavia, l’abbandono di Ryo le aveva lasciato addosso un senso di vuoto e inadeguatezza.

La sua mente ormai viaggiava come i treni della stazione, senza un attimo di pace e in mille direzioni diverse. Aveva analizzato la faccenda da un sacco di angolazioni e c’era un interrogativo che la faceva impazzire. Qual era il vero motivo del licenziamento?

Era lei ad essere talmente sciocca e imbranata per non poter fare l’assistente di City Hunter? La prima possibilità era la più ovvia ma anche la più mortificante.

Forse Ryo l’aveva allontanata per proteggerla come un fratello maggiore? Questa possibilità la lasciava perplessa, perché Ryo aveva sempre saputo i rischi che correva nel tenerla come sua collega. Se pensava che era troppo rischioso per lei, non avrebbe mai dovuto assumerla.

Si era accorto di essere innamorato di lei e quindi non poteva più continuare a fare quel lavoro con lei al suo fianco? Questa era molto affascinate e romantica, ma era ora di finire di fantasticare.. Se non ci aveva provato mentre vivevano sotto lo stesso tetto per anni, era ovvio che lei non lo interessava sotto quel punto di vista. Ci aveva provato solo all’inizio, ma più per gioco che per altro.

Ogni tanto la sua mente si fermava a osservare i passanti o qualche insegna pubblicitaria e poi ripartiva.

La soluzione preferita di Yumiko, a cui aveva raccontato tutta la storia spacciando Ryo per un detective privato e lei per la sua segretaria che occasionalmente lo aiutava negli incarichi di spionaggio, era quella del nuovo personaggio in scena. La soluzione perfetta per mettersi il cuore in pace, quella preferita dalle donne abbandonate dai fidanzati: Ryo aveva trovato un’altra partner, sicuramente più attraente e in gamba di lei. Kaori era stata quasi convinta dal fervore che Yumiko metteva per difendere la sua tesi, provata sulla sua pelle diverse volte, ma una vocina le diceva che non si trattava di questo.

La risposta che si era data, e di cui era più convinta che mai, era che Ryo semplicemente si era stufato di averla tra i piedi. Si era scocciato di avere un'assistente che lo prendeva a martellate, che lo svegliava presto la mattina, che selezionava i clienti al posto suo (scartando in primis le belle donne formose) e che gli rovinava costantemente i piani di conquista. Ryo era un’anima libera, un’anima selvaggia. Tutto quello che lei aveva fatto per renderlo un uomo migliore, si ripercuoteva contro di lei.

Il leone si era stufato di stare in gabbia e aveva licenziato il suo guardiano. Probabilmente si svegliava tutte le mattine con il sorriso sulle labbra, libero di vagare e cacciare nella giungla urbana, il suo territorio. Al contrario di Kaori, che passava i giorni a cercare di guarire le ferite del suo cuore. La luce che aveva negli occhi aveva perso d’intensità e una parte del suo cuore era rimasta a Shinjuku, incatenata a quella vita di pericolo ed avventura. Le giornate le sembravano tutte uguali e le uniche cose che la facevano sentire viva erano le uscite con l’amica, in cui poteva svagarsi e dimenticare per qualche ora il suo tormento interiore.

Per la prima volta, si sentiva veramente un’orfana. Una parte di lei voleva che Yumiko fosse la sua nuova famiglia, ma l’altra parte non voleva perché l’amica prima o poi avrebbe trovato un fidanzato e lei si sarebbe trovata di nuovo in strada. Kaori viveva nell’appartamento di Yumiko, dividendone le spese, ma naturalmente non poteva starci per sempre. Inoltre, ogni volta che si era affezionata a qualcuno.. beh.. o era morto o l’aveva abbandonata.

Cosa doveva fare, accidenti? Non lo sapeva più!

Precedentemente non aveva mai avuto dubbi su quale fosse stato il significato della sua esistenza. Ora invece era come se si fosse persa in mezzo ad una nebbia densa.

Yumiko riapparve con un sacchetto pieno di cibarie.

«Accidenti a te! Sei sempre persa nei tuoi pensieri!»

«Ah..» Kaori tornò con fatica alla realtà, mantenendo un aspetto sognante.

«Vorrei tanto sapere cosa ti passa per quella testolina!»

«E’ come se stessi aspettando una svolta. Ed è strano, perché non è da me. Non mi sono mai affidata ciecamente al destino. Sono una persona che crede di costruirsi il futuro attraverso le proprie scelte, giorno per giorno. Ho sempre creduto di fare la cosa giusta, ho sempre seguito il mio cuore, eppure ho perso il controllo della mia vita. Sono in balia della corrente...»

«Kaori.. Io so sempre cosa voglio e lotto per averlo. Due minuti fa ho quasi fatto a pugni con un tizio che cercava di superarmi nella fila davanti al chiosco!»

«Ahahahah! Sei insuperabile!»

Yumiko sapeva sempre come farle tornare il sorriso. Le mise una mano sulla spalla.

«Hai solo bisogno di mettere una pietra sul passato e di ricominciare.»

«Hai ragione, ma è più facile a dirsi che a farsi.»

«Questa gita ti farà bene, vedrai! Godiamocela fino al midollo, perché sai che fra qualche giorno parto per l'Italia e starò via tre settimane da mia sorella, e tu te ne starai sola soletta.»

«Ma va! Andrò via tutte le sere a divertirmi e porterò a casa un sacco di uomini!»

Kaori concluse con un occhiolino ed una risata, ma entrambe sapevano che l’aveva detto senza convinzione. Per la verità, Kaori aveva programmato di scavarsi una buca e sotterrarvici la testa per tre settimane come uno struzzo!

  
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