Cataclisma

La primavera era ormai giunta al suo culmine: la natura era rinata, rispolverando la bellezza che mesi prima aveva lasciato il posto al grigiore dell’autunno.

Un alito di vento si era insinuato tra le pagine del libro che stava leggendo seduta sotto la possente quercia al limitare della Foresta Proibita, e qualche granello di polline le aveva solleticato dispettoso il naso.

Cercò di trattenersi il più possibile, ma, come le aveva spiegato suo padre quand’era piccola, fare una cosa del genere non era l’ideale. Così, dopo svariati secondi in cui il suo viso era passato da una tonalità all’altra, aveva emesso uno starnuto da record.

«Per la sottana di Morgana», Ron si svegliò di soprassalto, bacchetta alla mano. «Cos’è stato?»

«Non farla così tragica», iniziò guardandolo con sufficienza. «Ho solo starnutito».

«Da quando con uno starnuto provochi dei cataclismi?» chiese ancora il ragazzo incredulo.

«Da quando svegliarti è un cataclisma?» domandò di rimando sorpresa.

«Da sempre», rispose serafico Ron, stendendosi di nuovo sull’erba e chiudendo gli occhi. «La prossima volta usa un fazzoletto per attutire il rumore, così non spaventi nessuno nel raggio di mille miglia».

Nell’aria si diffuse uno schiocco sonoro e cinque dita si disegnarono sulla guancia di Ron.