Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Segui la storia  |       
Autore: harinezumi    30/06/2011    4 recensioni
La stanzetta era semibuia, soltanto un debole raggio di luce autunnale riusciva a passare attraverso le persiane abbassate. Era davvero disordinata, c’erano vestiti ovunque sul pavimento, e l’armadio era aperto, come se il suo proprietario fosse sempre di fretta, e non avesse il tempo nemmeno di chiudere l’anta. L’unica cosa in ordine religioso erano le file di manga sugli scaffali di un’ampia libreria. Su un comodino, quello accanto alla figura dormiente tra le coperte di un letto a due piazze, stava una foto incorniciata.
Raffigurava due ragazzi al lunapark: uno, che doveva aver scattato tenendo la macchina fotografica, dai capelli biondi leggermente lunghi e magrolino, con enormi ed allegri occhi azzurri e un sorriso stampato sul volto; l’altro, con un’espressione cupa negli occhi cremisi e una smorfia sul volto, più alto e con i capelli neri e corti, eccetto per dei ciuffetti ribelli sulla fronte.
{il seguito di "Do you want to know a secret" :D non tiratemelo dietro ^^'}
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Cap 13

The Night Before

[Track 2 – Help!]

 

Were you telling lies?
Was I so unwise

«Che ci fai lì?» domandò all’improvviso la voce profonda di Kurogane, facendolo sobbalzare.

Fay arrossì, risvegliandosi improvvisamente, ma non riuscì comunque a capire come Kurogane avesse notato la sua presenza nella penombra, dato che aveva ancora gli occhi chiusi; li riaprì in quel momento, voltandosi verso di lui. Fortunatamente, era troppo buio perché leggesse l’espressione del biondo.

«Ah, ehm… io… stavo andando in bagno»  balbettò, ritraendosi velocemente dalla porta della camera dal letto e maledicendosi a bassa voce.

«Vieni» gli intimò però Kurogane con uno sbuffo, scivolando da una parte del letto e alzando un braccio, invitandolo con uno stanco gesto a mezz’aria ad avvicinarsi. «L’ho capito che stai scomodo sul divano, ti sento rigirarti da qui. Vorrei dormire, però, domani dobbiamo lavorare».

«Come? Vuoi che dormiamo insieme?» chiese Fay, con una risatina nervosa.

«Se non è un problema per te. Le regole le conosci» sospirò Kurogane, richiudendo gli occhi con aria stanca. Sembrò essersi reso conto che quella era una di quelle cose che diceva quando stavano insieme, perché aggiunse in fretta: «Non mi toccare perché sei freddo, e ovviamente evita di avere i tuoi episodi di sonnambulismo».

Fay si era seduto sul bordo del letto, il volto in fiamme. Ma era ben intenzionato a fare finta di nulla. «Va bene. Buonanotte, Kurogane».

«Ti sveglio io domani, ora però dormi» mormorò quello, piano.

Stettero stesi l’uno a fianco all’altro, ma anche se Fay ora era immobile continuava a tenere gli occhi aperti, e fissava Kurogane accanto a lui. Il moro sembrava essersi veramente addormentato, stavolta, così anche Fay si decise a dormire, e serrò le palpebre, cercando di non pensare al fatto che si trovava dentro il loro letto, quello su cui tante volte avevano fatto l’amore.

Ovviamente, non riuscì minimamente ad addormentarsi.

«Ehi, la smetti di pensare?» gli mormorò all’improvviso la voce di Kurogane all’orecchio. Il corpo del moro si era spostato silenziosamente a fianco al suo, e Fay con un brivido sentì il respiro dell’altro su una guancia.

Kurogane gliela baciò con dolcezza, cingendolo con le braccia e portandoselo più vicino; il biondo, del resto, non fece nemmeno mezza mossa per impedirglielo.

«Vedi di dormire adesso».

Fay però fissava ancora il soffitto, aveva spalancato gli occhi dopo quel gesto. Si riempirono presto di lacrime, sentiva il cuore scoppiargli. «Non mi va di dormire».

L’altro non gli rispose immediatamente, ma lo sentì sospirare di rassegnazione. «Dovresti farlo, perché stai male. E sei così stupido che domani vuoi andare lo stesso al negozio».

«Se non ci sono io la mattina resta chiuso» spiegò Fay in un mormorio. Ma non era quello che voleva dire. Non era quello di cui voleva parlare; non voleva parlare affatto. «Kurogane… ti prego, vorresti…».

«No» lo interruppe il moro, bruscamente. «Voglio dormire».

«Non mi hai nemmeno lasciato finire la frase».

«So benissimo quello che volevi chiedermi» ribatté Kurogane. «E la risposta è no. Con te ci posso anche dormire, ma nient’altro, e sai benissimo perché».

«Se ti senti così ferito potrai farmi tutto quello che vuoi» rispose Fay, ricacciando indietro le lacrime. Del resto cosa si era aspettato, in quel patetico tentativo di convincere l’altro a fare sesso con lui? La risposta gli avrebbe dovuto essere ovvia fin dall’inizio.

«Mi credi il tipo di persona che ti farebbe del male fisico per vendetta?» domandò però Kurogane, facendogli intendere di aver peggiorato le cose. La sua presa comunque non si era allentata, né aveva accennato ad allontanarsi; probabilmente, nemmeno aveva aperto gli occhi.

«N-no… volevo solo…» balbettò Fay, zittendosi quasi subito. Avrebbe voluto sotterrarsi per la vergogna, ma tutti i suoi buoni propositi svanivano in una situazione del genere.

«È meglio che tu dorma» lo invitò nuovamente Kurogane, in tutta tranquillità. Non aveva intenzione di agitarlo di nuovo, non era il caso se voleva sperare di dormire davvero. Fay, ovviamente, non gli obbedì.

«Kurogane… sei sicuro?»

***

«Sveglia» sbottò Kurogane, dandogli uno scossone alle spalle e allontanandosi, chiudendo la porta del bagno dietro di sé. Il suo tono era senza dubbio seccato, perché probabilmente era già in ritardo per il lavoro.

Fay aprì lentamente gli occhi. Si sentiva distrutto, i fianchi gli dolevano come non mai; ma gli ci volle molto tempo per rendersi conto del perché. Quando capì, sentì all’istante che il volto aveva preso a bruciargli, e lo nascose in fretta dentro il cuscino, trattenendo così le urla che gli erano rimaste bloccate in gola.

«Non ti sei ancora alzato? Guarda che sono quasi le otto».

Fay sbirciò Kurogane mentre rientrava nella camera, osservandolo infilarsi la felpa della tuta e afferrare la sacca già pronta e buttata a terra. «Non torno per pranzo, ho lezione dopo le prime ore di scuola. Ma lo saprai sicuramente, visto che conosci i miei orari meglio di me». Sembrava ancora seccato, mentre lo diceva, nonostante quello che era successo la notte precedente.

«Kurogane, cosa… facciamo?» domandò Fay, in un mormorio.

Il moro non lo guardò neanche, ma si passò la tracolla sulle spalle, prima di rispondergli. Il suo tono era di nuovo gelido. «Se sentivi il bisogno di farlo, non vedo perché non accontentarti. Voglio che tu stia bene» disse infine, lasciando la stanza. Le ultime parole che Fay sentì fu quelle che il moro rivolse a Ryu, poi la porta d’ingresso si richiuse alle sue spalle.

«E tu credi che questo sia il modo migliore per farmi stare bene?» prese a singhiozzare, una volta che Kurogane ebbe lasciato l’appartamento, nascondendo il volto di nuovo nel cuscino. Quand’è che Kurogane era diventato così, cinico, insensibile? Probabilmente era tutta colpa sua, ma non aveva il coraggio di ammetterlo a sé stesso.

Aveva rovinato la bella persona che Kurogane era. O forse il moro si comportava così soltanto perché era arrabbiato con lui.

Fay lo sperava vivamente, perché non avrebbe mai sopportato il nuovo Kurogane; non gli piaceva, quello che faceva sesso con lui e lo trattava così il mattino dopo; non gli piaceva, quello a cui aveva spezzato il cuore. E non importava più quanto follemente lo desiderasse ancora, perché quel Kurogane non sarebbe mai stato suo.

***

Kurogane si stava maledicendo interiormente. Non capiva perché avesse trattato in quel modo Fay quella mattina, sentiva soltanto di essere ancora furioso con lui, anche se non per gli stessi motivi di prima; se il biondo lo voleva ancora tanto da fare sesso con lui e in quel modo, perché si era dato pena a lasciarlo? Non c’era stato nulla di normale nel loro gesto: la notte prima non si erano quasi tolti i vestiti né guardati in faccia, le loro labbra nemmeno si erano toccate. Avevano avuto il bisogno fisico ma soprattutto psicologico di farlo, punto e basta.

Il biondo era proprio bravo a prenderlo in giro, a rigirarselo come voleva, a fare casino con le sue stesse mani e a ritrovarsi completamente sperso senza guida. Ma Kurogane ormai aveva deciso che non avrebbe più accontentato le sue assurde richieste finché l’idiota non avesse avuto le idee chiare su quello che voleva.

Stargli vicino perché guarisse era tutto ciò che aveva intenzione di fare da quel momento in poi; certo che era stato un po’ stupido anche lui, ad abbracciarlo così nel loro letto. Avrebbe dovuto prevedere che poi non sarebbe più riuscito a controllarsi.

Si era appena seduto a uno dei banchi dell’università, in anticipo di ben dieci minuti, che il suo cellulare squillò. Imprecando, si sollevò almeno al fatto che così si sarebbe ricordato di spegnere la suoneria; da quando Fay se n’era andato aveva perso l’abitudine, perché nessuno lo chiamava durante la giornata. Infatti, era proprio il biondo che gli aveva telefonato.

«Cosa c’è, stai bene?» fece Kurogane, rispondendo in fretta. Era assai improbabile, ma forse Fay l’aveva chiamato perché aveva bisogno che lo aiutasse.

«Sto bene… ma la dottoressa Satsuki mi ha chiesto di passare all’ospedale per prendere dei medicinali» rispose Fay, con un tono stanco. «Io sono a casa, ma dovrei fare l’inventario e sono un po’ nei guai… hai un momento per accompagnarmi più tardi, nel pomeriggio? Scusami, forse volevi studiare…».

«Strano che tu me l’abbia chiesto, da quando sei da me ti ostini a fare tutto da solo» osservò Kurogane, sospirando. «Sì, posso accompagnarti».

«Te l’ho chiesto perché altrimenti ti saresti lamentato all’infinito» sbottò Fay, con uno sbuffo.

«Se hai tanto da fare è meglio che vada io, comunque» disse Kurogane, ignorandolo totalmente. «Tanto la dottoressa ora mi conosce, e ci metterei meno di te, che zoppichi ancora».

«Fai come ti pare. Io te l’ho detto». Fay voleva riattaccare, perché ancora si sentiva in subbuglio per quella mattina, ma Kurogane parlò prima che potesse staccare la cornetta dall’orecchio.

«Mi dispiace per stamattina. Ma quello che ho detto è vero, voglio che tu stia bene…» mormorò infatti, interrompendosi. Probabilmente trovava difficile continuare quel discorso, ma aveva capito di dover rimediare in qualche modo alla sua precedente freddezza. «Farei qualsiasi cosa per te».

«Io… come? Non capisco…» balbettò Fay.

«Non fa niente. Ci vediamo stasera, vedi di non lavorare troppo» eluse Kurogane la domanda. «Stanno cominciando la lezione».

«Va bene. A dopo, Kuro-chi!» rispose Fay, con una risatina. Non era certo di aver capito le parole dell’altro, ma era comunque divertente vedere come cercava di rimangiarsele. Forse il loro destino era quello di essere buoni amici, era certo che un giorno gli avrebbe ricambiato tutti i favori che l’altro gli stava facendo; e andava bene così.

***

Kurogane camminò fino all’ospedale, avendo lasciato a casa la moto, cercando di non maledirsi troppo per le parole che aveva detto a Fay. Avevano soltanto fatto sesso dopotutto, non c’era ragione di sbilanciarsi tanto sulla loro relazione. Soltanto quello e il biondo l’aveva guardato con quella sua espressione, l’aveva chiamato con quel nome… probabilmente era solo un fastidio passeggero quello che Kurogane sentiva al petto.

Non aveva intenzione di tornare con Fay, non ce l’avrebbe mai fatta ad essere lasciato nuovamente da lui; eppure aveva la strana sensazione che fosse il biondo quello che lo stava accontentando in tutto. Anche se non ne era consapevole, conquistarsi il suo perdono era tutto ciò che lo aveva spinto a tornare a stare da lui.

A questo pensava, mentre si dirigeva verso lo studio della dottoressa, al quale bussò distrattamente. O meno, alzò la mano e non aveva ancora posato le nocche sul legno che la porta si aprì da sola.

Abbassò sorpreso lo sguardo sulla dottoressa, che lo guardò con stupore, prima di fare un piccolo sorriso. Sembrava agitata.

«Stavo andando proprio a chiamare Fay, ho buone notizie per lui» disse infine, rientrando nello studio e facendo cenno a Kurogane di seguirla. Quando entrarono, richiuse la porta. «Se è venuto lei, significa che in quanto a delegato posso riferirle quanto mi hanno appena detto, immagino».

«Sì» rispose Kurogane, guardandola perplesso mentre si risiedeva alla sua scrivania.

«Ho appena sentito un collega con cui ero in contatto. Lavora nel campo dei donatori di organi, e mi ha informato di aver trovato un rene per Fay» spiegò con tranquillità Satsuki, aggiustandosi gli occhiali sul naso. «Prego, si sieda. Avevo inserito Fay in una lista non appena ho saputo della sua malattia… speravo ci fosse un donatore compatibile. Ashura lo sperava» mormorò.

«Esattamente, cosa mi sta dicendo? Che tornerà a stare bene?» chiese Kurogane, lentamente, dopo essersi seduto ed aver preso fiato.

«Non si guarisce così facilmente da una malattia come la sua. Ma con un nuovo rene avrebbe la possibilità di vivere una vita normale, se non vi sono reazioni di rigetto al trapianto» spiegò con gentilezza la dottoressa. «L’organo proviene da una famiglia che ha deciso di praticare l’eutanasia sul padre, in coma irreversibile da tre anni. Potremmo fare l’intervento tra due settimane».

Kurogane era agghiacciato, e il debole sorriso della dottoressa non riusciva a tranquillizzarlo un granché dopo quella notizia.

«Sono contenti di aiutarvi» continuò Satsuki, che pur essendo una persona fredda era in lieve difficoltà all’idea di parlare con un Kurogane in quelle condizioni. «Le consiglio di informare Fay il prima possibile. Queste sono le ricette che è venuto a prendere» aggiunse, prendendo alcuni fogli da un cassetto e passandoglieli.

«D’accordo. La ringrazio» mormorò Kurogane, sentendo la gola terribilmente secca e il cuore martellargli nel petto. La possibilità di passare la vita con Fay era diventata così reale che tutta la paura che aveva provato in quei giorni all’idea di perderlo presto si era dissipata.

Non capì nemmeno di aver preso le ricette dalle mani della dottoressa, di essersi alzato, di essere corso fuori dall’ospedale con tutta la velocità di cui era capace; non sentì nemmeno il grido dell’infermiera di nome Kobato, che gli aveva detto di non correre per i corridoi.

Rallentò, cercando di respirare in maniera regolare, di prestare attenzione a dove metteva i piedi, ma era del tutto inutile cercare di controllare la voglia di precipitarsi da Fay. Non sarebbe stato costretto a lasciarlo mai più, ora sarebbe guarito.

Se lo voleva davvero, potevano stare insieme, e si sarebbe impegnato come non mai per restare al suo fianco; sperava soltanto che Fay lo capisse, che si rendesse conto che quell’incubo era finito. Mentre allungava il passo ed iniziava a tremare, non accorse nemmeno conto che aveva cominciato a nevicare leggermente, ma il tempo era decisamente l’ultima cosa che gli interessava in quel momento.

Passati pochi secondi ancora, Kurogane cominciò a correre di nuovo. Nessun tipo di sentimento che avesse mai provato era forte quanto quello che sentiva in quel momento.
 
 
 
 
 
 
 

 
____________________


già, ci ho messo una vita ad aggiornare. preferisco non contare i giorni esatti, perché altrimenti andrei a sotterrarmi.. a parte le mie numerose preoccupazioni in questo periodo non ho molte scuse =_= soltanto che la storia non mi convince più, specie in questi ultimi capitoli. penso di essere andata pure OOC xD però ho deciso di aggiornare, se non altro per senso di completezza. comunque, mancano due capitoli (che dovrò rivedere) alla fine perciò ce la posso fare x°D

grazie a tutti ^^ per chi ancora legge e per chi ha recensito, siete adorabili <3 <3 vi mando un abbraccio pieno di coccolosità *^*
 

to Julia_Urahara: in effetti la parte dei giochi non ha nessun senso xD avevo un’idea molto più divertente che non era adatta ai toni della storia e quindi l’ho scartata, ficcando comunque la cosa nella fic u.u’ sono una persona seria io. comunque, grazie mille mon amour <3 <3

to ___Di: hai sproloquiato un sacco x°) in senso buono, è ovvio!! la tua recensione però l’ho letta ere fa quindi se c’erano domande dovrai rifarmele perché al momento fatico anche a pensare xD purtroppo qui la storia comincia a vacillare, me ne sono accorta subito dopo aver parlato con te sulle possibili malattie di Fay =_= ma ormai è passato così tanto tempo da quando l’ho scritta che non riesco a cambiare troppi particolari senza cambiare magari lo stile ecc ç_ç quindi vi beccate questa schifezza senza senso. comunque sei stato carinissimo a supportarmi finora e a scrivermi una recensione così bella (lo sai che io mi diverto moltissimo a leggere quello che mi scrivi) <3 spero che ti vada tutto bene :3 io e i miei esami universitari arranchiamo ma non ce la caviamo male xD graaaaaazie!!! (ah un giorno leggerò gli ultimi capitoli che hai pubblicato TU, o essere malefico u.u)

to yua: come ho detto al maleficoDì lì sopra ho letto le recensioni troppo tempo fa purtroppo xD però non sono sicura che tu ti sia allontanata dal mondo delle fanfic schifosamente orripilanti, perché ho perso tutta la fiducia di riuscire a scrivere una storia decente con questo finale xD posso solo dire che almeno il cane è perfettamente IC fino alla fine ed avrà pure un ruolo preponderante (?) nei prossimi due capitoli u.u apprezzo un sacco la tua recensione ç^ç potresti scrivere anche due pagine in cirillico dicendo che la storia fa schifo, apprezzo lo stesso xD quindi grazie mille ^^

to Pentacosiomedimni: grazie mille della recensione :D sono contentissima che la storia ti sia piaciuta e mi scuso per l’attesa, ma ho avuto proprio problemi a rassegnarmi a pubblicare gli ultimi capitoli, che non mi sono piaciuti per nulla ^^’’ comunque spero che la leggerai tutta lo stesso perlomeno!! :D
 


harinezumi

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: harinezumi