Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: melamarcia    30/06/2011    0 recensioni
Livia.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Livia in quella festa,non vedeva altro che il pavimento. E la punta delle sue scarpe,certo. Le mattonelle giallastre e scheggiate,a volte il soffitto inumidito e crepato o la vecchia stoffa di un divano. Nella mano un bicchiere di plastica rovinato involontariamente,e alcune ciocche dei capelli ramati che la rendevano tanto felice: erano buffi ciuffi asimmetrici,ma dal momento che li tagliava lei stessa,si sentiva orgogliosa del suo lavoro. La musica era troppo alta per conversare,e Livia si chiedeva che cosa avesse unito due persone che ora ballavano,quando la musica venisse a mancare: capiva la mancanza di dialogo,di una qualsiasi riflessione che potesse in qualche modo unire due ragazzi che in un malinconico suono metallico si trovavano insieme.Quando sarebbe finita la musica,in due si sarebbero ritrovati soli.Si alzò dal divano,solo dopo alzò la testa per guardare lo spettacolo che si apriva dinnanzi a lei; la vecchia casa di Caterina,con  i suoi mobili un po’ troppo kitch. Il salotto era stato sgombrato da tavolini e ora tutti ballavano. Così Livia,buttato bruscamente il bicchiere per terra,si avvicinò al centro della stanza,non tanto per ballare,ma per cadere in una lunga trance che sarebbe durata fino alla fine della festa,non avrebbe sentito né il finire della musica né il portone sbattere,lei vedeva solo il vuoto,adibito a discarica umana. E li si incontravano tutti i suoi sogni,le sue passioni e le idee abbandonate,inermi come cadaveri nell’attesa di poter inghiottire la loro creatrice,che sognava una casa su isola ora,una vecchia casa coloniale,trasportata da un veliero su un isola del mediterraneo. I raggi del sole toccavano il legno esotico,che da solo bastava per poter sentire la sabbia dell’isola natia,un fiore vermiglio si arrampicava lungo la finestra,e dalla collina il mare brillava all’orizzonte. L’uomo libero amerà sempre il mare,diceva Baudelaire,ma per Livia nessun uomo era nato libero. Infatti appena al di sotto dell’idilliaca scena,un buco nel pavimento ligneo,scopriva a Livia la sua voragine. E lei orripilata,sfuggiva da quella balaustra che scendendo la portava in se stessa,dalla bestia bambina che portava in grembo. Era il male e lei lo sapeva,era schiava delle sue paure. Non credeva nemmeno che al mondo esistesse un solo uomo libero,in quanto tutti schiavi della morte e della nascita,e arrivò allora alla conclusione che,solo un nato morto era veramente libero. Ma come poteva un nato morto amare il mare? Mentre impaurita dall’orrido che portava nel suo ventre,una mano le toccò amichevolmente la spalla << Dai,è la nostra ultima notte. >> Ma Livia continuò a vivere sulla sua casa sull’isola ancora per un po’.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: melamarcia