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Autore: fri rapace    01/07/2011    16 recensioni
“Insomma, io sono una Metamorfomagus e mi basterebbe una strizzata d’occhi per assumere l’aspetto di una ragazza stile ‘fidanzata di Bill Weasley’, o quello delle tipe che mio papà vede alla tv Babbana, ma preferisco di gran lunga che la gente si volti a guardarmi per questi...”
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Mi piaccio così come sono! Stavano passeggiando per Londra diretti a Grimmauld Place e Remus rallentava il passo di continuo: adorava sentire Tonks parlare a ruota libera, tanto da fare di tutto per rimandare il momento del loro arrivo a destinazione.
“Insomma, io sono una Metamorfomagus e mi basterebbe una strizzata d’occhi per assumere l’aspetto di una ragazza stile ‘fidanzata di Bill Weasley’, o quello delle tipe che mio papà vede alla tv Babbana, ma preferisco di gran lunga che la gente si volti a guardarmi per questi,” asserì, scompigliandosi gli spinosi capelli rosa mentre trasformava il proprio naso nel grugno di un maiale. “È decisamente più spassoso e poi io mi piaccio così come sono!”
“Anche a me piaci così come sei,” si lasciò sfuggire lui senza alcun rimpianto: sapeva che era solo un bene che Tonks gli avesse attaccato un po’ della sua spontaneità.
Lei assunse un’espressione solenne: “Per forza, il naso da porcello è irresistibile: conquista sempre.”
“Non potrebbe essere altrimenti,” annuì serissimo, aggiungendo poi con un tono più dolce: “Stare con te è un sorriso continuo. Cosa c’è di più bello di un sorriso?”
Tonks lo prese per mano con disinvoltura, gli occhi innamorati fissi sul suo viso segnato.
Non si era mai vergognato del proprio aspetto fisico, ma il fatto che qualcuno potesse esserne sinceramente attratto senz’ombra di pietà o disgusto, lo sconcertava.
“Cosa c’è di più bello?” le disse nuovamente, pensando che di più bello di un sorriso c’era solo un suo sorriso, e si ritrovò ad immaginarla di lì a vent’anni, ancora più deliziosa con il suo viso aperto, autentico, ogni ruga il racconto di diverse migliaia di sorrisi. Magari, si azzardò a fantasticare, suscitati da lui stesso.
“Cosa c’è di più bello di un tuo sorriso, Remus?” la sentì dire con voce rapita. “Nulla al mondo.”













   
 
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