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Autore: Marins    01/07/2011    4 recensioni
Rin e Len, ormai quindicenni, affrontano i tipici problemi della adolescenza, come cambiamenti e trasgressioni ... ma hanno anche un altro problema da affrontare, un problema che i loro coetanei non hanno. Questa situazione li porterà ad avere molti litigi e incomprensioni : L'incesto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rin fissava la candida luna che splendeva nel cielo sorseggiando una cioccolata calda. Al contatto con la tazza le mani le si scaldavano e le coperte che le aveva portato Len erano mordide e accoglienti. Il fratello si avvicinò al letto della sorella e le si sedette accanto fissando un punto nel vuoto.Rin lo guardava di sottecchi mentre continuava a sorseggiare la cioccolata ancora bollente. Beveva piano per non scottarsi la lingua ma c'era un altro motivo : non voleva parlare con Len.Le avrebbe fatto domande, ne era sicura ma purtroppo per lei la cioccolata non era infinita e dopo poco appoggiò la tazza vuota sul comodino con un sospiro. << Va meglio? >> chiese il ragazzo. Rin annuì e Len si alzò dal letto per dirigersi verso la porta. << Bene, allora posso anche andare a letto … >> disse con un tono gelido e senza emozioni riservandole uno sguardo tagliente e pieno di disapprovazione. Rin rimase basita dal comportamento del fratello e ci mise un po’ a capire, ma non poteva crederci.  No, ti prego, tutto ma non questo … non questo, ti scongiuro Len … . Rin aveva pensato ad ogni reazione possibile ed immaginabile da parte del fratello , che l’avrebbe sgridata o che l’avrebbe tempestata di domande o addirittura che l’avrebbe perdonata, ma mai avrebbe pensato che Len le tenesse il muso. Possibile che si sia davvero arrabbiato?Len, ti prego … ho bisogno di te ora più che mai ! Non mi abbandonare … La figura di Len varcò la soglia della porta. … Non mi abbandonare … La mano del ragazzo si appoggiò sulla maniglia per tirarla a sé. << NON MI LASCIARE!! >> Urlò Rin con tutto il fiato che aveva in gola mentre calde lacrime iniziavano a sgorgare dai suoi occhi blu. Il ragazzo si fermò sulla soglia come impietrito al richiamo della sorella ma poi senza voltarsi uscì dalla camera richiudendo la porta dietro di sé.  Rin avvertì una sensazione di vuoto nel petto così dolorosa che le mancò il fiato. Gli occhi le pizzicarono e il respiro si fece affannoso mentre le scappò qualche singhiozzo. …Len, mi dispiace.

 
Rin, perché mi hai fatto questo? Questa domanda continuava a riaffiorare nella mente di Len non facendogli prendere sonno. Perché lo hai fatto? Volevi solo fare nuove esperienze? Lo hai fatto perché lo facevano tutti? Lo hai fatto perché non eri felice? … non eri felice con me? . Sentirla singhiozzare e piangere nell’altra stanza era doloroso. Sentirla urlare era doloroso. Prima, quando Rin gli aveva urlato di non lasciarla, era stato doloroso. Perché mi hai fatto questo Rin …  Si mise il cuscino sulla faccia e  si avvolse nella coperta nella speranza di non sentire il pianto di sua sorella. … perché hai fatto la troia con quelli là … perché hai rubato nei negozi … perché ti sei drogata!!!  Pure sul viso di Len iniziarono a scendere lacrime di dolore. Strinse i denti deciso a non far uscire nessun gemito dalla sua bocca … dal suo petto … dal suo cuore. Io non ti bastavo?! Ti sono sempre stato accanto! Eppure tu … tu ..  Si lasciò sfuggire un gemito e gli altri che vennero cercò di soffocarli mordendosi il pugno , lacerandosi la pelle. Passarono minuti … forse ore, Rin smise di piangere e anche Len potè finalmente addormentarsi , ringraziando le palpebre che si facevano man mano sempre più pesanti fino a farlo raggiungere la tranquillità che tanto agognava.


A svegliarlo fu la fastidiosa luce del mattino che entrava dalla finestra. Si alzò su a sedere appoggiando la schiena alla soffice testata del letto e rimase qualche minuto buono imbambolato a fissare la sua scrivania poi si riscosse e  guardo l’ora sulla sveglia. Erano le dieci e un quarto ma stranamente si sentiva stanchissimo. Sospirò e si passò una mano trai i capelli disordinati<< Sarà il caso che io vada a svegliare Rin … >> Si bloccò di colpo nel nominare il nome della sorella, ricordando gi avvenimenti della sera precedente. Le sue mani tremavano di rabbia repressa e con un colpo colpì il materasso. << Porca puttana! >> sbraitò tra i denti. Si alzò di malavoglia e col morale a terra, uscì dalla stanza e percorse il breve corridoio finchè non fu davanti alla stanza di Rin. Esitò qualche istante e poi busso ma non ottenne risposta. Non provò a ribussare, se gli stava tenendo il muso erano affari suoi e lui non avrebbe chiesto scusa. No, non si sarebbe scusato per averle tenuto il muso. Aveva tutte le ragioni di farlo! Come osava Rin farlo preoccupare così tanto?! << Rin, perché? Perchè mi fai questo? >> Si ritrovò a pensare per l’ennesima volta. Sbuffò : << Inizio a essere ripetitivo … fantastico >> Scese in cucina e notò guardando dalla finestra che nevicava , ma davvero tanto. Rimase a contemplare quello spettacolo : i fiocchi che sembravano scendere verso di lui così lentamente  per poi attaccarsi al suolo ricongiungendosi con altri fiocchi precipitati in precedenza, come un bambino che si ricongiunge alla madre o come un fratello che si ricongiunge alla sorella. Non riesco a non pensare a lei. I due gemellini non avevano mai litigato prima , era sempre rimasti vicini e si volevano davvero bene. Tutte le volte che da bambini avevano dormito insieme abbracciati … tutte le loro marachelle … quando si erano difesi a vicenda per evitare di finire nei guai … o la volta in cui Len era stato preso di mira da dei bulli e Rin per proteggerlo aveva preso il secchio d’acqua sporca del bidello e l’aveva versato addosso al “capo gruppo”. Sul viso di Len spuntò un sorriso triste. All’età di undici anni erano morti i loro genitori e da allora non fu più lo stesso. Len e Rin iniziarono a dormire in letti separati anche se inizialmente Rin si oppose … per qualche ragione aveva paura di restare sola e … in quel momento Len capì che la sua vita non sarebbe stata possibile senza di lei … la amava, ma non come si ama una sorella … era amore vero. Desiderava stare con lei più di ogni altra cosa ma non potevano. Era incesto, era proibito. Gli era proibito amare la sua dolce sorellina. In prima superiore cerco di innamorarsi di altre ragazze : uscì con Miku e poi con Luka e infine con Meiko … ma nessuna gli faceva provare le emozioni che provava per Rin. D’altro canto pure Rin era uscita con degli altri ragazzi e nonostante Len fosse veramente geloso non fece niente ne disse nulla : Rin aveva tutto il diritto di vivere una vita normale. La bionda ragazza usciva la sera e rincasava tardi. Len non sapeva dove andasse ne con chi fosse e quando lo chiese a Rin lei si rifiutò di dirlo al fratello urlandogli che non doveva impicciarsi nella sua vita privata. Len aveva pensato più volte che essendo suo fratello avrebbe dovuto saperlo ma come aveva promesso non si impicciò. Finchè Rin all’età di quindici anni non iniziò ad ammalarsi frequentemente … tanto che dovette saltare la scuola per un certo periodo. Poi ieri sera la sua gemella era uscita fuori con gli amici come tutti i sabati sera e Len aveva deciso di seguirla per togliersi lo sfizio di sapere che combinava la ragazza … non l’avesse mai fatto.

<< Ma dove stai andando a quest’ora? >> chiese Len distogliendo lo sguardo dalla televisione e fissando Rin. La giovane indossava il solito cappotto rosa ,che usava per uscire d’inverno, e un capello con i pon pon. Niente in lei lasciava presagire ciò che Len avrebbe scoperto di lì a poche ore.
<< Non sono affari tuoi >> ecco, sempre la solita storia .
<< Invece sì che sono affari miei! Sono tuo fratello e ho tutto il diritto di sapere dove sei, con chi sei e cosa fai!>> Rin lo guardò con rabbia. << E chi l’ha deciso questo?!>>
<< Io! >> La ragazza sorrise gentilmente e puntò alla porta << Arrangiati >> disse con disprezzo, infine. Len rimase interdetto qualche istante. “ Lo vedremo “ disse tra sé e sé infilandosi il cappotto e gli scarponi. Uscì di casa facendo attenzione a non farsi vedere da Rin, che era già alla fine della via. La ragazza svoltò a sinistra e Len si mise a seguirla. Camminarono per un po’ e Len stava a debita distanza per non farsi scoprire. Rin si fermò di fronte a una porta che sembrava quella di un magazzino e bussò tre volte velocemente e due a distanza di circa cinque secondi. La porta si aprì e Rin entrò. Len sentì subito un gran vociare e accostò l’orecchio alla porta per riuscire a sentire le voci all’interno della stanza, e magari anche a riconoscerle. << Rin-chan! Allora ce l’hai fatta a venire! Perché così in ritardo? >>  
<< Mio fratello che rompe le scatole, ovviamente! >> 
<< Povera piccola Rin-chan! >> disse qualcun altro .    
<< Oii, aspetta, aspetta! Prima il ganja dopo puoi fare tutto quello che vuoi ! >> esclamò la ragazza con decisione.
<< Agli ordini!>> Len raddrizzò le orecchie: aveva sentito bene?! Aveva detto “Ganja”??! Sentì degli oggetti spostarsi e Rin disse tutta contenta :  << Finalmente! Non so se sarei riuscita a resistere fino a domani! >> 
<<  Approposito Rin! >> un'altra voce maschile. << Sei riuscita a rubare quello che ti avevo chiesto? >>
<< Certo che sì! Per chi mi hai presa!? … ammetto che è stato difficile insomma, Game Stop è sempre Game Stop! Comunque eccolo qua. Un vero successo! >>
<< Ok, ok. Se avete finito con tutti questi convenevoli passiamo al sodo … >>  
<< Sì, ma uno alla volta per favore …  >>
<< Certo bellezza! >> 
 
<< Ti spiace se intanto fumo? >> 
<< Non c'è problema, adoro l'erba .. >> Len non ce la fece più. “ Ma che sta combinando quella!” Bussò tre volte velocemente e due lentamente a distanza di cinque secondo tra un colpo e l’altro. Un ragazzo venne ad aprire : era alto e muscoloso.  << E tu chi sei? Che vuoi …? Ehi! Aspetta! >> Len scansò il bracciò del ragazzo ed entrò. La scena che gli si presentò davanti fu orribile : Rin era in mezzo ad un gruppo di ragazzi e fumava. Era vestita con una gonna cortissima a pieghe e portava delle calze a rete nere. Indossava una maglietta sbrindellata che arrivava all’ombelico –dove c’era un piercing da Len mai visto-  e i ragazzi attorno a lei si divertivano a tirarle giù lo spallino del reggiseno. Rin sembrava calmissima. << Rin!! >> Chiamò Len incredulo. Rin i voltò verso di lui con un’espressione di puro orrore. Si alzò in piedi di scatto e rimase immobile al centro della stanza.  Len si avvicinò con passo deciso alla sorella e l’afferrò per un polso trascinandola all’uscita. Nessuno dei ragazzi disse nulla ne fece nulla, solo Rin gli urlava di lasciarla andare.  Ma len fece finta di nulla e la trascinò per tutta la via. Rin si guardava intorno imbarazzata da come era vestita e Len non le aveva neanche permesso di riprendere il suo cappotto prima di uscire. << Len, lasciami andare! >> Len si voltò verso Rin con un espressione rabbiosa e strattonandola verso di sé disse tra i denti : << Per favore, per una volta fai come ti dico io! >> “ l’ho fatta grossa “ Pensò Rin<< Len, ho davvero freddo … >> disse.


 E poi eccola: la prima lite della loro vita.   Len smise di guardare la neve che scendeva, depresso. Prese un vassoio dove vi appoggiò una tazza di cereali con del latte da portare alla sorella. Ce l’aveva con lei ma non poteva lasciarla morire di fame. Anche se ciò mi semplificherebbe la vita. Si ritrovò a pensare malignamente, scosse la testa come per cancellare quell’ultimo pensiero. Uscì dalla cucina e risalì le scale con passo trascinato. Davanti alla porta di Rin si fermò e disse:<< Rin, io entro, ok? >> Non sentendo nessuna risposta entrò e rimase bloccato sulla soglia mentre gli si chiudeva lo stomaco : Rin non era lì. La stanza era sottosopra: per terra c’erano la sua sedia ,spezzata , un sacco di vestiti sparsi e vecchi quaderni e foto. A Len cedettero le ginocchia e si ritrovò a carponi, nello specchio di fronte vedeva la sua immagine : Il volto bianco dove il sangue era completamente defluito, i capelli disordinati nel solito codino e le mani stringevano convulsamente un lembo della propria maglietta. Il suo sguardo scorse ai suoi piedi una foto che rappresentava loro due da bambini. Erano sorridenti e facevano le boccacce. La foto … era strappata.

<< RIN!! DOVE SEII!!? >> Tutte le stanze erano state controllate. << Rin! Ti prego perdonami! Vieni da me .. Ti prego!! >> … ma niente da fare la casa era completamente vuota. Prese il cappotto e si infilò gli scarponi uscendo nella neve, dove il vento soffiava forte facendo perdere la sensibilità del viso. Len correva faticosamente nella neve e il vento gli turbinava nelle orecchie. Nonostante gli scarponi si sentiva le calze bagnate e le punte dei suoi capelli erano giacciate. Rin … dove sei? Con riluttanza si avventò nella foresta di fronte alla loro casa. Non può essere andata lontana con questo vento … . Ma per Len era quasi impossibile capire dove potesse essere Rin , col vento che gli soffiava in faccia gli era difficile vedere.  <<  Rin! >> Chiamò per l’ennesima volta senza ancora ottenere risposta. Si sentiva completamente intorpidito e faticava a camminare … ma da quanto tempo era in quella foresta? Gli sembravano giorni ma erano solo poche ore. Più avanzava più la neve diventava alta e più lui sprofondava con le gambe. Prese ad avanzare ancora più faticosamente e i denti gli battevano all’impazzata. Dio, aiutami a trovarla in fretta! Ti prego …  Pensando questo il suo sguardo venne attirato da una macchia di colore che spiccava in mezzo a tutto quel bianco : Una macchia vermiglia. Si avvicinò e si guardò attorno. Con tutta quella neve e vento si faceva fatica a distinguere gli oggetti ma come non riconoscere quella chioma bionda che aveva accarezzato tante volte? << Rin!! >> La ragazza era seduta appoggiata ad un tronco circondata da neve macchiata di rosso. Non indossava la giacca, che aveva abbandonato qualche metro più in là. Len corse verso di lei, per quanto fosse possibile correre con tutta quella neve, e quando fu a circa un metro di distanza rimase immobile, orripilato dalla vista di ciò che aveva davanti. Un coltello sporco di sangue, un polso reciso e la cosa che più orripilò Len fu che a tagliarsi le vene … era Rin.  Rin, perché?  Non riusciva a muoversi era come se il suo corpo non gli appartenesse più. Rin, perché? << Sai … >> incominciò Rin.<< … Ho sempre pensato che noi due non ci saremmo mai separati … che saremmo sempre rimasti insieme … che avremmo ancora danzato insieme >> La giovane posò il coltello sul suo braccio e con un colpo secco e veloce si segnò un lungo e profondo taglio sulla pelle lattea. Uno schizzo di sangue colpì il volto di Len , ma lui quasi non se ne accorse.  Rin, perché?<< Ma poi mamma e papà se ne sono andati e … tu sei cambiato >> Alzò la gonna cortissima , e solo ora Len notò che era vestita come la sera precedente: come una puttana, e tracciò col coltello un segno rosso sulla gamba sinistra. Rin, perché? << Anche io sono cambiata ed ho perso tutto … la mia dignità, la mia vita … >> sospirò e poi con un colpo deciso si strappò il piercing dall’ombelico. Len rimase col fiato sospeso. Rin urlò di dolore e rimase qualche istante piangendo in silenzio e mordendosi con forza il labbro per non urlare ancora, anche quello prese a sanguinare. Len si portò le mani alla bocca mentre gli veniva l’impulso di vomitare << HO PERSO TE!! >> Urlò la giovane tra le lacrime.Si strinse nella gambe piangendo in silenzio. Il ragazzo avrebbe voluto consolarla ma non sapeva come, era un dolore che probabilmente comprendeva solo Rin. << Sarebbe stato meglio morire con i nostri genitori … >> sussurrò poco dopo ma Len la sentì ugualmente. Si avvicinò ancora di più alla sorella abbassandosi alla sua altezza per poterla guardare negli occhi. << Rin >> La chiamò. Il rumore dello schiaffo che le diede si disperse nell’infausto vento e nel turbinio di neve. La ragazza si posò una mano sulla guancia ferita fissando Len sbalordita mentre le lacrime continuavano a caderle sulla pelle senza che lei potesse controllarle. Ma non era l’unica che piangeva. Grandi gocce sgorgavano dagli occhi blu del fratello e ricadevano nella neve disperdendosi.
<< Rin >> disse ancora ma stavolta la abbracciò, stringendola a sé come non aveva mai fatto prima. Rin rimase immobile fingendosi indifferente a quell’abbraccio ma poco dopo venne tradita dai suoi stessi singhiozzi. Len la strinse ancora di più e Rin posò le mani sulla schiena del gemello aggrappandosi al suo cappotto. Len è così caldo … pensò stringendolo a sé.             
<< Rin … perché non mi hai detto tutte queste cose prima ? >> Chiese il ragazzo con voce rauca staccandosi dalla sorella per guardarla in viso: aveva gli occhi arrossati ma era sicuro che anche i suoi lo erano.<< Non lo so … >> Ammise lei. << Pensavo di essere solo una scocciatura per te ...>>
<< Sei una sciocca … sei la cosa a me più preziosa!>>                                                                                                                                                        << Ma allora perché ti sei comportato così freddamente con me? >> sospirò lei. Eccolo, il momento della verità che Len temeva tanto, non poteva mentirle. Semplicemente non poteva. Chissà se avrebbe avuto schifo di lui, molto probabile, ma non gliene importava : voleva dirglielo, doveva dirglielo! Non riusciva più a tenersi dentro i sentimenti che accumulava da anni. Rin davanti a lui lo guardava con uno sguardo indecifrabile mentre continuava a piangere. Lo devo dire, per il suo bene … io … io non sono più un bugiardo! Prese le dita sottili della giovane tra le proprie e parlò guardandola negli occhi. 
<< Rin … io ero indifferente con te perché … lo dirò senza troppi giri di parole, va bene? >> La ragazza annuì. Len prese il fiato e lo trattenne << … Perché ti amo >> Rin continuava a fissarlo come se aspettasse ancora una risposta ma poi si riscosse e sgranò gli occhi per poi rilassarsi. << Oh >> disse semplicemente. Adesso capiva tutto : perché Len la trattava come una sconosciuta, perché a Len sembrava non importare niente di lei, perché Len volesse dormire in letti separati …  Il ragazzo non aveva la forza di guardarla in faccia così abbassò lo sguardo, si vergognava. << Len, ascoltami >> Rin gli prese il viso tra le mani per costringerlo a guardarla. << Voglio che tu mi giuri che questa non è una bugia >>      
<< No, che non lo è! >> Gli uscì una voce stridula e si sentì le guancie avvampare. Rin lo fissò in silenzio e poi fece un sorriso tremulo. Len notò che aveva le labbra viola dal freddo. 
<< Tu …tu lo sai che è incesto, vero? >>  Si fissarono in silenzio e poi Len abbassò lo sguardo.
<< Sì, lo so … io credimi, ho provato a dimenticarti, ad uscire con altre ragazze … ma non ci sono riuscito >> Rin lo fissava con un espressione indecifrabile.        
<< Me lo ridici ancora una volta … quello che hai detto prima? >> Adesso era Rin che non lo guardava negli occhi : il suo sguardo era rivolto verso il basso e le sue guancie erano rosse. Len rimase qualche istante in silenzio ma poi lo disse con sicurezza : << Ti amo >>                         
<< Dillo ancora >>
<< Ti amo >>
<< Ancora … >>
<< Rin, io ti amo >> Mi sta facendo impazzire ...
<< Dillo anc … >> Ma non riuscì a finire : Len, le prese la testa tra le mani e la baciò con forza come avrebbe voluto fare da tanto tempo. Rin rispose quasi subito e non cercò di allontanarsi da lui. Era quello che anche lei desiderava. Il mio amato fratellino … incrociò le mani tra i capelli di lui , sciogliendogli il codino e Len fece scorrere le sue sulla schiena di lei, accarezzandola dolcemente. Era come se tutto quello che era appena accaduto non fosse mai esistito, non sentivano neanche più il freddo o il rumore del vento, c’erano solo loro due e il loro amore, la loro voglia di vivere. Le labbra si schiusero le lingue si incrociarono accarezzandosi dolcemente, fondendosi in un unico elemento. Len aveva sempre pensato al bacio con la lingua come a qualcosa di schifoso e sporco ma in realtà era bellissimo. Era bellissimo sentire la persona che amava così vicina senza più esitazioni. Len sentì Rin mugugnare e si ricordò che era ferita. Si staccò e con piacere vide che la ragazza aveva le guancie arrossate un aria un po’ dispiaciuta.
<< Adesso andiamo a casa e curiamo queste >> Disse alzandole e il polso e baciandoglielo, sporcandosi le labbra di sangue.  Si alzò e raccolse la giacca di Rin, aiutandola a mettersela. Rin faticava a stare in piedi così Len la caricò sulle spalle. Si incamminarono verso casa e Len si sentiva così felice e leggero che anche trasportare Rin con quella bufera gli sembrava una bazzecola.
<< Len … >> Chiamò la sorella.           
<< Sì? >>
<< Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare … >>
<< Noi … insieme lo supereremo sicuramente! Ne sono certo ! >> La ragazza accoccolò il viso tra l’incavo della spalla e il collo del fratello e si sentì intorpidita.<< Io dormo >> affermò.   Len sorrise << Ok. >>
<< Len? Non te l’ho detto prima … >> sussurrò con voce impastata dal sonno.
<< Ma … ti amo pure io … >> Le ultime parole erano state sussurrate lievemente ma Len le sentì forti e chiare. Voltò leggermente la testa per baciare la testolina bionda della sua adorata gemella e sorrise e disse dolcemente: << Oyasumi nasai, boku no hime >> 
 
Commento della autrice : Allora, allora … io adoro i gemelli Kagamine! Sono così tenerucci *-*. Ho voluto mischiare insieme i tipici comportamenti adolescenziali con problemi maggiori come l’incesto per rendere questa fan fiction un po’ attuale. Inoltre avevo bisogno di un motivo che spingesse Len a dichiarare il suo amore per Rin **. Non c’è niente di meglio di una storia strappalacrime e romantica ( sono le mia preferite ^^). Non so se lo farò un seguito, magari lo deciderò in futuro ( anche perché non avrei idea di cosa scrivere! xD)Chiedo umilmente perdono per possibili errori ddell'impostazione del testo ma ho tribulato un sacco con html! ( si sono una mongola col computer!) vabòn, auguro a tutti buona giornata!                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      
  
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