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Autore: FairyCleo    01/07/2011    10 recensioni
"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                           Il duello


Artù continuava a guardare la pergamena.
Non si sarebbe mai tirato indietro.
Sarebbe stato un disonore, una macchia indelebile sullo stemma rosso e oro dei Pendragon.
Camelot si sarebbe mostrata debole e prostrata completamente al volere di Miraz, e questo non poteva accadere assolutamente.
Il suo popolo stava vivendo solo un momento di passaggio sotto l' ombra malvagia del re di Telmar, e costui aveva già seminato troppo panico e troppo dolore.
Per questo, nonostante fosse certo che ci fosse dell' altro sotto, aveva deciso di accettare la sua proposta.

Aveva preso una piccola pergamena e vi aveva scarabocchiato velocemente poche righe, porgendola poi a Merlino.
Non era riuscito a non guardarlo negli occhi per un istante lunghissimo, mentre portava a termine quel piccolo gesto.
Aveva potuto leggervi il dubbio, e un pizzico di paura.
Quell' idiota non avrebbe mai smesso di preoccuparsi per lui: era più che palese, ormai.
E lui non avrebbe mai smesso di preoccuparsi per Merlino.
Non finchè ci sarebbe stato Miraz nei paraggi, almeno.

Così, Merlino aveva preso il piccolo rotolo di pergamena, aveva salutato Artù con un lungo e profondo inchino, e l' aveva guardato per un' ultima volta prima di chiudersi la porta alle spalle, per dirigersi dal suo nuovo signore che di certo avrebbe gradito la lieta notizia.

                                                                                                            *

L' arrivo del torneo (se così poteva definirsi) non si era fatto attendere.
Gli spalti erano gremiti da spettatori di ogni genere, ma, principalmente, si trattava di cavalieri di Camelot che occupavano gli spalti sulla destra, e di cavalieri di Telmar, che occupavano rispettivamente gli spalti di sinistra.
Al centro, nella tribuna reale, sedevano Uther, Miraz Gaius, Lord Sopespian e Lady Morgana.
Merlino e Gwen attendevano in piedi, dietro i rispettivi signori, che lo scontro avesse inizio.
Stranamente, anche la giovane mulatta era piuttosto agitata.
Continuava a torcersi le dita delle mani e ad aggrottare le sopracciglia con fare isterico.
Merlino non era il solo, evidetemente, a cui quello scontro puzzava di marcio.
Uther, dal canto suo, sembrava ben felice di ciò che presto si sarebbe palesato davanti ai loro occhi: Artù avrebbe sicuramente vinto il fatidico scontro, e Camelot avrebbe dimostrato di avere un valoroso principe e, di conseguenza, un valoroso esercito, capace di tenere testa agli uomini di Miraz.
Si, era certo che quella sarebbe stata un' occasione d' oro per loro.
Un' occasione che non si sarebbero lasciati sfuggire.

"Ti vedo sereno, Uther!".
"Puoi ben dirlo Miraz! Artù è un guerriero straordinario! Hai già avuto modo di verificare con i tuoi occhi la veridicità delle mie parole, ed oggi non sarà da meno!".
Il re di Telmar lo guardava con uno strano ghigno in volto.
"E' divertente questa tua estrema sicurezza!".
"Cosa intendi?".
"Intendo solo che sarà uno spettacolo a dir poco... indimenticabile!".
Il tono con cui aveva pronunicato quelle parole non faceva presagire nulla di buono.

I due cavalieri, dopo essere stati preparati di tutto punto, erano finalmente uno di fronte all' altro.
Artù indossava la sua solita armatura, bello e fiero come sempre.
Lord Glozelle, al contrario, aveva addosso una pesante armatura nera, e questo lo rendeva particolarmente minaccioso.
Ma Artù non si sarebbe fatto di certo spaventare: lui puntava alla vittoria, e niente l' avrebbe ostacolato.

Lo scontro aveva finalmente avuto inizio.
La folla incitava a gran voce i cavalieri, ansiosa di vedere uno spettacolo che difficilmente avrebbe rivisto.
Artù era stato il primo ad attaccare, scagliandosi contro il proprio avversario con estrema forza.
Quest' ultimo, dal canto suo, era stato pronto ad incassare, rispondendo con un fendente ancora più potente di quello ricevuto.

Lord Glozelle era più anziano rispetto al principe di Camelot, e l' esperienza, in questi casi, poteva fare la differenza.
Ma Artù non era da meno: era molto giovane, ma nello stesso tempo attento e capace.
Era stato addestrato all' arte del duellare sin da piccolo, e questo aveva fatto si che fosse il caposaldo dell' esercito di Camelot non tanto per titolo nobiliare, ma per merito.

La nutrita folla osservava lo spettacolo rapita.
Le incitazioni per l' uno o per l' altro cavaliere toccavano l' osceno, in alcuni punti, facendo quasi dubitare della nobiltà dei presenti.
Ma, dopotutto, erano uomini: uomini tirati su per combattere ed uccidere, non di certo per ricamare o sorseggiare tisane in compagnia delle proprie dame.

Artù continuava a colpire, con sempre maggiore forza.
Sembrava quasi che le energie, invece che scemare, accrescessero man mano, spremute da ogni più remoto anfratto del proprio corpo.
E lord Glozelle schivava e affondava a sua volta, costringendo il giovane erede al trono a compiere manovre a dir poco impossibili per evitare quei possenti colpi.

"Andiamo Artù! So che puoi farcela!".
Gli occhi di Uther brillavano, mentre sbraitava con fare poco reale per spronare il figlio a dare il meglio di se.
Non che Artù non lo stesse già facendo, ma avrebbe preferito che quello scontro finisse dopo pochi affondi, con un  ' nemico ' sdraiato al suolo disarmato, e un Artù che gli puntava la spada alla gola, per poi risparmiarlo ed essere proclamato vincitore.

"Uther! Quanta foga!".
Miraz lo guardava soddisfatto: era evidente che il sovrano di Camelot non si aspettasse una tale bravura da parte di lord Glozelle, e forse, anzi, sicuramente, cominciava a temere per l' esito del duello.
Lui, dal canto suo, non aveva bisogno di spronare né Glozelle, né nessun altro dei suoi uomini.
Erano vere e proprie macchine da guerra, e la semplice vista di una lama li mandava in fibrillazione.
Si riducevano quasi allo stato di animali: alcuni, come Glozelle o Sopespian, con una mentalità da fine predatore.
Altri, impetuosi come tori imbizzarriti.
Eh si!
Aveva proprio fatto un buon lavoro con quegli uomini, doveva ammetterlo!

Merlino continuava a spostare il proprio sguardo da Artù a Miraz.
Nonostante questo gli causasse dolore e apprensione, quest' ultima era aggravata dal constatare che il suo presentimento era fondato.
Miraz aveva in mente qualcosa di grosso.
Poteva leggerglielo negli occhi.
Solo che non riusciva poprio a capire che cosa!
In momenti come quelli, in cui si sentiva impotente nonostante il dono della magia, avrebbe tanto desiderato poter leggere nelle menti altrui.
Questo avrebbe potuto risolvere una serie di spiacevoli inconvenienti, ma, purtroppo, la Religione Antica non gli aveva concesso un simile potere.
Avrebbe dovuto accontentarsi del suo dono, nonostante fosse a dir poco inutilizzabile.
Almeno davanti a tutta quella gente capeggiata da due uomini che avevano giurato morte a chiunque la praticasse.
Davvero una grande fortuna!
Per questo, non poteva fare altro che stare sull' attenti e aspettare la prossima mossa di quel mostro, sperando, in cuor suo, che non arrivasse mai.

"AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!".

Un urlo spaventoso si era levato dal centro dell' arena, facendo gelare immediatamente il sangue a tutti i presenti.
Lord Glozelle era a terra, supino, che si contorceva per il dolore di una ferita piuttosto profonda e sanguinante provocatagli da Artù.
Il principe continuava a puntargli contro l' arma, valutando la situazione.
Non credeva che il proprio avversario sarebbe stato capace di rialzarsi.
Il taglio era profondo, doveva ammetterlo, ma il comportamento di Glozelle lo aveva insospettito.
Sembrava che si fosse distratto di proposito per permettere al principe di colpirlo.
Artù ne era quasi certo.
Ma perché commettere una simile stoltezza?

Uther si era levato in piedi, pronto a proclamare suo figlio vincitore.
Lady Morgana, Gwen, Gaius e Merlino erano al culmine della gioia.
Sapevano che Artù non li avrebbe delusi.
Lo scontro era stato eccitante fino all' ultimo colpo, ma il ragazzo era stato superiore, soprattutto durante gli ultimi istanti.
Era degno di quella vittoria.
Miraz, al contrario, era rimasto impassibile.
Possibile che quell' uomo non avesse un briciolo di cuore?
Che l' organo dell' amore e della vita fosse solo un' enorme pozza nera priva di qualunque sentimento?
Dopotutto, era uno dei suoi uomini quello steso al suolo, sanguinante.

Spesso, però, le cose non sono quelle che sembrano.
Proprio mentre il giovane principe levava un braccio al cielo in segno di vittoria, era accaduto l' impensabile.
Lord Glozelle aveva agganciato una gamba di Artù con il proprio piede, tirando indietro quanto bastava per farlo cadere violentemente al suolo, e aveva stretto la mano, nonostante fosse quella del braccio ferito, attorno all' elsa, colpendo il principe con violenza.
"ARTU'!"- Morgana era scattata in piedi, portandosi le mani davanti la bocca per lo shock, temendo il peggio.
Fortunatamente, però, il principe era sclatro ed era riuscito a sfuggirgli rotolando su se stesso, rimettendosi in piedi.
Il suo avversario sembrava come posseduto da un' entità dalla forza immane.
Gli occhi erano come iniettati di sangue.
Il giovane principe sembrava seriamente in difficoltà.

Merlino aveva stretto forte i pugni.
Doveva assolutamente fare qualcosa, o Artù avrebbe potuto farsi male sul serio.
Ma restava sempre il problema della folla.
Qualcuno, tra tutta quella gente, avrebbe sicuramente notato che ' la spada stretta saldamente tra le mani di Lord Sopespian era improvvisamente sbalzata lontano, come attirata da una forza invisibile '.
Che cosa doveva fare?
Scegliere la salvezza della propria vita o la salvezza della vita di Artù?
Il giovane mago non sapeva che non avrebbe mai fatto in tempo a decidere.

Lord Glozelle aveva colpito Artù sulla coscia destra, facendo penetrare la lama tra le sue carni.
Un fiotto di sangue bollente aveva preso a sgorgare violentemente, mischiandosi al sangue di Glozelle caduto in precedenza sul terreno.
Il giovane principe era caduto in ginocchio, prima di stramazzare al suolo, su di un fianco, stringendosi la ferita.
 
"NOOOOOOOOO!".
Non poteva essere.
Non poteva davvero essere accaduto ciò che si presentava davanti ai loro occhi.
Artù non poteva essere stato ferito in modo talmente grave.
Era solo un incubo.
Un bruttissimo, orrendo, incubo.

"LARGO AL VINCITORE!".
Sta volta era stato il re di Telmar a levarsi in piedi, radioso più che mai, seguito dal Lord Spespian.
I cavalieri di Miraz gioivano per la vittoria del loro generale, incuranti delle condizioni del ragazzo che giaceva al suolo agonizzante.
Miraz c' era riuscito: aveva portato a termine il suo oscuro proposito, e nessuno era stato in grado di fermarlo.

Uther, seguito da Gaius, da Morgana e da Gwen era corso al centro dell' arena, per prestare soccorso ad Artù.
Merlino aveva cercato di seguirli, ma Miraz lo aveva afferrato per la casacca, strappandone una manica per la foga con cui l' aveva trattenuto.
La piccola e nivea spalla del mago era rimasta scoperta.
Il re, con una luce sinistra negli occhi, l' aveva osservata a lungo, prima di posarvi sopra una mano, tenedolo stretto.
Il poverino aveva cominciato a tremare.
"Perché perdersi lo spettacolo? Da qui c'è una vista magnifica".
"Mio re... vi prego... io...".
"Tu resti qui. Con me".
E aveva lasciato la presa sul ragazzo.
Merlino era scoppiato in lacrime, nascondendosi il viso tra le mani, mentre Miraz tornava al suo posto accanto a Lord Spespian.
Non aveva potuto fare niente, niente per aiutare Artù.
Aveva esitato, e il suo principe era stato ferito gravemente.
Stava male, forse rischiava la vita, e Merlino non poteva neppure stargli accanto, fargli sentire che era lì, con lui, per lui.

Aveva potuto solo vedere i suoi uomini, Sir Leon in testa, portare Artù in spalla all' interno del castello, seguiti da Uther che teneva stretta tra le braccia una Morgana inconsolabile, mentre la folla festante di Telmar acclamava il proprio campione.

Continua...

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Merliniani: salute a voi!!!
Chiedo venia!
Ho dovuto preparare un esame, e non ho proprio avuto tempo di scrivere, neppure la notte!!! E sono arrivata all' epilogo di una delle storie che ho scritto a cui sono più legata in assoluto: "L' Angelo caduto". Ho il cuore infranto! =(
Ma (perdonate il mio continuo divagare) eccoci di nuovo qui, con il tredicesimo, direi shockante, capitolo.
Il mostro è sempre più mostruoso, non c'è che dire.
Non ha avuto neppure il coraggio di sfidare egli stesso Artù!
Oltre che malvagio, anche codardo!
Non so voi, ma lo sopporto sempre meno. >=(
Cosa vorrà fare adesso che Artù è stato ferito a morte?
Lo scopriremo presto...
Un bacione ENORME! E GRAZIE DI TUTTO!
Un bacione!
Cleo
   
 
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