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Autore: willow11    02/07/2011    4 recensioni
questo è una lavoro a quattro mani! mio e di quella matta di Willow11!! speriamo piaccia!!
la vita di santana lopez vista al liceo e al college.Quanto il passato influirà sulle sue scelte future? E Brittany ci sarà ancora?e quinn e rachel faranno ancora parte della sua vita?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Nuovo personaggio, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap6 sospesa tra Santana si gettò tra le braccia della fidanzata.

-Agitata?- chiese la donna che era appena entrata nella stanza della latina.

-Un po’…- rispose la mora stringendo forte la ragazza.

Alex poggiò un bacio sulla fronte dell’ispanica e alzò lo sguardo notando la pila di vestiti già ordinati e scelti per il giorno dopo, ovviamente c’era anche la piccola papera d’acciaio.

-Sembri mia nipote qualche giorno in preda al panico per il primo giorno di medie…- pensò ad alta voce la bruna -e poi perché i vestiti pronti? Quello di domani non è un esame- aggiunse sarcastica indicando la pila di abiti stirati.

L’ispanica vide cosa indicava la fidanzata e si stacco dall’abbraccio per avvicinarsi al suo mac ancora ancora acceso –No, infatti è molto peggio…-

-Perché devi essere così catastrofica, sei stata presa alla specialistica senza esserti ancora laureata… Che vuoi di più?-

La mora alzò le sopracciglia maliziosa.

-Mi stai provocando Lopez?- chiese con fare suadente la ragazza avvicinandosi sempre di più alla latina che si era appena seduta davanti al computer.

-Fammi finire il capitolo e sono da te…- disse seria l’ispanica.

-Ma non l’avevi già consegnata?- chiese la bruna sbirciando nel monitor.

-Si, i primi tre capitoli… mi mancano gli ultimi due…- rispose seria la latina mentre continuava a digitare.

-Sei sexy con gli occhiali- commentò Alex.

L’ispanica sorrise senza distogliere lo sguardo –Sto finendo tranquilla…-

-Di che parla questo capitolo?-

-Delle scoperte fatte recentemente sulle origini dell’iperattivita…-

-E sarebbero?-

-Genetiche…-

-Quindi se io e te avessimo un figlio sarebbe iperattivo…- rispose sarcastica la bruna.

-Idiota!- L’ammonì l’ispanica –Sarebbe irrequieto e non iperattivo...-

-Che differenza fa scusa?- Chiese la ragazza senza capire.

A quel punto la latina mise un punto, si tolse gli occhiali e abbassò il monitor spegnendo il mac –Amore ma non hai capito un cazzo…- l’ammonì nuovamente scherzando.

Intanto Alex passeggiava per la camera ascoltando la mora.

-Tutta la mia tesi parte dalle cause farmaceutiche che speculano sul fatto che si scambiano bambini semplicemente irrequieti per iperattivi-

-Il mio genietto…-disse la bruna prima di scaraventarsi sul letto vuoto di Quinn guardando seriamente la fidanzata.

-Io mi toglierei da li se fossi in te…-

-Perchè ci scopano due donne ogni santo giorno? Nulla che non abbia già provato!- disse con un tono pretenzioso.

-Io ti ho avvisata… l’altro giorno c’erano un paio di manette appese alla tastiera…- rispose ridacchiando la mora mentre si cambiava.

-Secondo me le usa Rachel…- disse la bruna cercando le manette.

-Credici…-rispose ridendo la mora mettendosi a cavalcioni sopra la ragazza.

Era con il sotto del pigiama e il reggiseno.

-Ma stasera siamo proprio selvagge eh? E pensare che al liceo avevi la reputazione di mangiatrice di uomini…- disse Alex con tono ironico e provocante allo stesso tempo.

Santana le lanciò un’occhiata minacciosa e poi si abbassò leggermente baciando il collo bianco della compagna che sussultò appena.

-Non voglio fare tardi però- le sussurrò all’orecchio prima di moderlo.

La bruna chiuse gli occhi godendosi quei baci latini maledettamente sexy.

L’ispanica scese leggermente sulla clavicola e cominciò a sbottonarle la camicia.


Proprio in quel momento squillò il telefono della stanza.


Istintivamente l’ispanica alzò la testa ma la fidanzata la fermò legando i loro polsi con le manette.

-Trovate!-disse soddisfatta Alex mentre il telefono continuava a squillare.

-Dai fammi andare, e se è per domani?- disse la mora dimenandosi, dopo che la fidanzata l’aveva bloccata con l’altro braccio.

-Quelli del corso ti mandano le mail, su rimani qui…- la supplicò la bruna.


A quel punto il telefono finì di squillare e partì la segreteria telefonica:

Ciao qui è quinntana- disse la bionda dall’aparecchio.

-Quinn!!!!- l’ammonì la voce dell’ispanica registrata.

-Se volete lasciare un messaggio parlate adesso o mai più- concluse Quinn sopra la risata isterica di Santana.


-Ma eravate ubriache quando l’avete registrato?-

-No, questa è la nuova versione, Quinn si era appena messa con Rachel- spiegò l’ispanica.

-Ahhh… Capito-

-Quinn, Ciao sono Finn, non avevo più il tuo numero ma Kurt mi ha detto che potevo chiamarti qui… Sono a NewYork per il weekend volevo sapere se magari potevamo vederci, dillo anche a Rachel, Kurt mi ha detto che siete diventate molto amiche… Vabbe devo andare, fatti sentire ok!-

Ci fu un attimo di silenzio e le due ragazze scoppiarono a ridere.

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-Grazie per il passaggio- disse l’ispanica allungando la mano verso quella massiccia del guidatore posta sul cambio.

Dave girò lo sguardo e sorrise –Ma si figuri… Pensi che lo dirai?-

-Che cosa?- Chiese la mora mentre si controllava il trucco allo specchietto della macchina.

-Che sei una lesbicona?- la provocò l’ex titans.

-Certo, e aggiungo anche che il mio migliore amico è un culattone- trillò la ragazza con un sorrisetto maligno.

-Magari, l’ospedale è pieno d’infermieri carini…- rispose il ragazzo con movenze effemminate.

-Ma non dire idiozie- lo schernì l’ispanica.

-Guarda che è vero…- disse seriamente il ragazzo dopo essersi fermato davanti la gigantesca struttura bianca.

-Ok Karofsky mettiamola così, se un giorno i miei colleghi mi dovessero chiedere se sono fidanzata, io risponderò di si, e se mi dovessero chiedere il nome, dirò semplicemente Alex...- disse la donna dando un bacio sulla guancia al ragazzo e aprendo lo sportello della macchina.

-Ma non vale! Alex è sia da uomo che da donna…-

-Infatti- rispose l’ispanica sfoderando un sorriso a quarantacinque denti.

-Non cambierà mai- replicò tra se e se l’uomo vedendo allontanare l’amica sculettando.




Santana fece un respiro profondo per riprendersi dal cazzeggio col migliore amico ed entrò nell'ospedale.

Cominciò a guardarsi intorno spaesata ma con un certa carica di soddisfazione nelle vene, tanti anni passati sui libbri a studiare erano serviti a ottenere quello che aveva sempre desiderato.

Guardò l’orologio, era in anticipo di mezzora sull’appuntamento col professore e gli altri specializzandi, si avvicinò al pannello con la disposizione dei reparti e cercò quello di pediatria.


Salì la prima rampa di scale guardando lentamente tutte le pareti rigorosamente azzurre e bianche.


Arrivata a secondo piano iniziò a cercare il reparto sperando che fosse sito in uno dei tanti corridoi che circondavano l’ispanica.


Mentre si guardava intorno un bambino con i capelli scuri gli passò accanto correndo verso il corridoio di fronte a lei facendola quasi cadere a terra.

-Fermate quel ragazzino- disse un’infermiera un po’ sovrappeso, che arrivava correndo dal corridoio opposto.

L’ispanica guardò l’infermiera che, con aria stanca, indicava il piccoletto e cominciò a corrergli dietro.

Finito il corridoio l’ispanica si guardò intorno, si era perso il pupo.

Senza farsi sentire cominciò a buttare un occhio nelle varie stanze che aveva appena superato correndo.

Era il reparto di ortopedia e i lettini erano tutti occupati da pazienti con gessi su ogni parte del corpo.

Dopo aver passato in rassegna tutte le stanze, riscontrando anche un certo imbarazzo, notò che il banco informazioni del reparto era sprovvisto di personale.

Si avvicinò lentamente e si affacciò guardando all’interno del bancone ovale.

Il moretto la guardò con gli occhioni azzurri e si mise l’indice sul naso facendo segno alla donna di non dire nulla.

-L’ha trovato?- disse l’infermiera completamente disperata.

-No… Qui non c’è- rispose l’ispanica dopo aver fatto l’occhiolino alla donna.

L’infermiera guardò la latina, sgranò gli occhi, e tirò un respiro di sollievo –Se lo trova, gli dica che tra poco verrà sua sorella a prenderlo… E che quindi dovrebbe farsi trovare!!- disse poi alzando un po’ il tono di voce.

La mora annuì e dopo qualche secondo camminò verso l’interno del bancone per farsi notare dal bambino, poi si abbassò e cominciò a guardarlo negli occhi.

Il bambino girava gli occhietti vispi a destra e a sinistra come per essere sicuro che oltre a quella ragazza, che non aveva fatto la spia, non ci fosse nessun’altro.

Santana lo guardò per un attimo, cercando di capire il perché quel bambino gli ricordasse qualcuno, avrà avuto si e no sette anni, e aveva lo sguardo intelligente, troppo intelligente, in più voleva capire perché quella piccola peste apparentemente sanissima fosse lì, ma poi si rispose da sola.


-Siamo soli- disse l’ispanica con un tono da agente 007.

-Bene…-disse il bambino rispondendo a tono.

-Io sono l’agente Santana tu sei?- chiese la mora porgendogli la mano.

-Agente Ben- disse il ragazzino dopo avergli stretto la mano –Qual è la missione agente Santana?-

-Dobbiamo tornare alla base senza farci vedere- disse seria la mora guardando il bambino con aria concentrata.

-Ok…- disse il bambino facendo uno scatto alla punta del bancone per spiare il corridoio.

-Andiamo…- disse la ragazza rimettendosi in piedi e passando a lato del ragazzino –Ti dico io se puoi passare…- disse dopo averlo guardato da un’altra prospettiva.

-Mi raccomando Ben quando ti do il segnale dritto alla base…-

-Ok agente Santana…- rispose serio il ragazzino.

-Allora uno, due… Vai Ben… Veloce-

il ragazzino cominciò a correre verso il reparto pediatria mentre l’ispanica guardava sorridendo i pazienti di ortopedia colpiti dal suo modo di fare.

La ragazza arrivò al reparto pediatria che era, per fortuna, completamente diverso dagl’altri.

Le pareti erano colorate e nelle varie stanze c'erano appesi dei disegni di bambini.

Continuò a camminare per il corridoio del reparto quando vide l'infermiera sovrappeso in una delle stanze, che stava parlando con varie persone, tra cui con una donna magra con i capelli biondi legati, a quel punto la latina si avvicinò e sorrise all'infermiera.

-Grazie mille signorina… Ma lei è?- chiese l’infermiera.

-Lei è l’agente Santana- disse il ragazzino trascinando con forza la sorella che era appena arrivata a recuperarlo.

L’ispanica sbarrò per un attimo gli occhi dopo che la ragazza bionda si girò per conoscerla.

-Brittany?-



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stranamente questo capitolo mi piace molto, e poi mi sento legata affettivamente a queste piccole pesti...
Piccola premessa: non so una cippa di medicina ma mi sto documentando per scrivere ed essere un minimo realistica, in tal caso le critiche sono ben accette, ma siate clementi...
Mi piacerebbe riuscire a trattare bene il discorso sull'iperattività, vediamo cosa si potrà fare.
Altra nota:
per forza di cosa stiamo seguendo la struttura scoltastica italiana, so che è sbagliato, ma per non incasinarci troppo (visto che già la storia è incasinata) ci siamo adeguate!

Come sempre ringrazio tutti i lettori, e i recensori... che tanto ci fanno emozionare *_*
tutti i suggerimenti sono ben accetti

adesso vi saluto.
un abbraccio

Chiara

ps.
cara Bia io non do di matto, sono solo pazza e calcolatrice... non mi piace lasciare i "nostri" lettori a secco per tanto tempo  U.U




  
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