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Autore: Stella76    13/02/2004    4 recensioni
Azione e sentimenti si intrecciano in questa fanfic ispirata ad un personaggio di Dark Angel che mi è sempre piaciuto molto: Alec. Il suo incontro con Rory cambierà la vita ad entrambi.
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Documento senza titolo Capitolo 1
Pedalare velocemente a quell’ora di mattino quando la strada era ancora deserta e la gente dormiva, la metteva di ottimo umore. Le dava una sensazione di libertà incredibile, come se tutta la strada fosse a sua disposizione. Peccato però che tra pochi minuti il traffico cittadino avrebbe preso il sopravvento su quella quiete. Girò in una piccola via laterale senza rallentare e per poco non si schiantò contro un’altra bicicletta che per evitarla scartò di lato andando a finire contro i cassonetti dell’immondizia.
“Ma che cavolo.... ti sembra il modo di andare in giro questo? Stai per caso attentando alla mia vita?”
Il ragazzo biondo era riverso sull’asfalto in mezzo al contenuto del cassonetto che gli si era rovesciato addosso. Un smorfia alterò i bei lineamenti del suo viso. “Che puzza... ti degneresti almeno di aiutarmi ad alzarmi dopo il danno che hai fatto?”
Rory voleva scusarsi ma la scena era così comica che le parole le uscirono tremolanti a causa del sorriso che stava cercando di reprimere “Scusami, forse andavo un po’ troppo forte”
“No...ma che dici. Siamo fortunati che Normal non ti faccia fare il corriere ma lo smistamento dei pacchi qui in centrale altrimenti la percentuale di incidenti e feriti avrebbe subito una notevole crescita da quando sei arrivata in città”, il tono era canzonatorio “Allora questa mano per rialzarmi me la dai o no?”
“Certo, certo. Scusa ancora”, allungò la mano con un po’ di disagio e afferrò quella del ragazzo. Per lei era sempre molto difficile toccare altre persone con le mani a causa del suo dono. Aveva sempre paura di combinare inavvertitamente qualche guaio ma con un po’ di fortuna, se il contatto era sufficientemente breve, nessuno si accorgeva di nulla.

Alec stava guardando di sottecchi Rory che da quando aveva afferrato la sua mano per aiutarlo a rimettersi in piedi era diventata stranamente sfuggente. Non riuscì ad incontrarne lo sguardo che vagava oltre la sua spalla. Ad Alec piaceva molto Rory e spesso la prendeva in giro per litigare con lei. Di solito era così calma e posata che una scossettina di vita ogni tanto non le faceva male. Ricordava benissimo il giorno in cui si era presentata alla Jem Pony per ottenere un lavoro. Appena Normal l’aveva vista era rimasto incantato dalla dolcezza che traspariva dai suoi occhi e dal suo portamento e l’aveva assunta al volo. Ma non aveva voluto fare di lei un corriere...la trovava troppo delicata per questo ed aveva deciso di metterla dietro il bancone assieme a lui. Lo avrebbe aiutato nel distribuire i pacchi da consegnare ai ragazzi.
Il ragazzo sorrise al ricordo del loro primo incontro, “Un pesce lesso” mormorò tra se.
La voce dell’arrivo di una nuova ragazza si era sparsa immediatamente e lui si era subito lanciato all’attacco della nuova “preda”. Nessuna rappresentante del sesso femminile che lavorava alla Jem Pony, tranne Max e Original Cindy, aveva mai resistito al suo fascino. Si era accostato al bancone appoggiandovisi aspettando che Rory alzasse lo sguardo e lo notasse e doveva ammettere che la cosa era successa subito, ma non esattamente come lui avrebbe voluto. Lo sguardo della ragazza si era posto sul suo avambraccio appoggiato sul bancone e dopodichè era risalito sino ad incrociare i suoi occhi. Il sorriso e lo sguardo da conquistatore di Alec avevano subito un duro colpo quando lei gli aveva fatto notare che era mollemente appoggiato su un sacchettino che conteneva il suo pranzo, con ogni probabilità ormai immangiabile. Alec era così passato dalla sua posa di macho a quella di imbarazzo più totale e con un scusa borbottata a fior di labbra si era poi presentato “Comunque, io sono Alec”. Lei gli aveva stretto la mano un po’ imbarazzata. “Piacere, io sono Rory”. Solo allora aveva notato il colore dei suoi occhi, un blu così scuro che non ne aveva mia visti di simili. Erano bellissimi ed il loro sguardo molto dolce. La mano era calda sotto la sua e tremava un poco. La ritirò quasi subito, un contatto molto fugace.
Dopo l’inizio, non proprio idilliaco, del loro primo incontro lui non era più riuscito a mettere in atto le sue mire di conquista. Non era la ragazza idele per quello che lui aveva in testa e aveva preso la decisione, se pur un po’ sofferta, di trattarla così come trattava Max, cioè come un’amica e nulla di più. Era un ragazzo “ama e fuggi” e le ragazze come Rory doveva proprio scordarsele.
Un vero peccato però, pensò tra se mentre si alzava aiutato dall’amica, il suo corpicino snello non è niente male.

Rory lasciò la mano di Alec prima possibile e lo sguardo stupito di lui le fece ricordare che doveva imparare a gestire meglio le sue emozioni. Non doveva sempre essere così spaventata. Ma era più facile a dirsi che a farsi. Le venne in mente il loro primo incontro e sorrise al pensiero di quanto era cambiato l’atteggiamento del ragazzo nei suoi confronti dopo quel piccolo incidente che era avvenuto. Ricordava in modo molto preciso il momento in cui aveva dovuto stringere la sua mano quando si erano presentati. Come suo solito aveva cercato di rendere il contatto il più breve possibile ma quando la sua mano era scomparsa in quella grande e forte di Alec aveva avuto una sorpresa stupefacente. Il suo palmo era asciutto e gradevole ma soprattutto era caldo, la temperatura corporea era almeno di un grado superiore alla norma. Nessuno se ne sarebbe accorto stringendo una mano, tranne lei. Un X5, era stato il suo pensiero immediato che riemergeva da vecchi ricordi, ormai assopiti, della sua infanzia. Aveva poi ritirato velocemente la mano come se fosse rimasta scottata da quel contatto sfuggendo lo sguardo di Alec. Lui non sapeva di essere stato riconosciuto e Rory non aveva la minima intenzione di rivelarglielo altrimenti avrebbe dovuto spiegare troppe cose su se stessa e sul suo passato.
Era rimasta sorpresa di scoprire che anche Max era un X5 ed anche Sanny e Bill. Alla Jen Pony lavoravano un sacco di X5 in incognito e Rory sperava che il segreto rimanesse tale per il loro bene.
“Ti sei fatto male?” sapeva benissimo che la costituzione di Alec era mille anni luce geneticamente migliore della sua, ma non potè ugualmente impedirsi di chiedeglielo con un tono preoccupato.
“Se mi dai un bacino qui passa tutto” gli occhi del ragazzo avevano assunto un’espressione biricchina e scintillavano ilari mentre indicava con il dito la guancia destra. Rory decise di stare al gioco. “Oh povero piccolino” si avvicinò fino a sfiorarlo. Alec la guardò sconvolto: mai avrebbe pensato che lei avesse il coraggio di fare una cosa simile. Lo stava volontariamente mettendo in imbarazzo. La loro vicinanza fisica gli faceva strani effetti ed il suo profumo delicato gli stava facendo perdere la ragione.
Del tutto ignara di quanto fosse provocante il suo gesto Rory gli diede un piccolo fuggevole bacino sulla punta del naso “Ora sei guarito ed io perdonata.... corri al lavoro pelandrone!” scappò ridendo all’interno dell’edificio della JP lasciandolo solo.
Il rossore sulle sue guance era di un colore molto acceso “Mi ha baciato??” sussurrò portandosi la mano dove fino ad un momento prima c’erano state le labbra di Rory. E chi la capisce?? Ha un’aspetto da angelo, così calme e tranquilla, ma quando vuole diventa una peste. Con questi pensieri inforcò la bicicletta iniziando le sue consegne della giornata con un sorriso allegro sul volto.

Forse sono stata un po’ troppo sfacciata ma...via se l’è anche cercata! I pensieri di Rory correvano ancora al bacio che aveva dato ad Alec quella mattina. Sapeva che tra loro c’era solo un’amicizia, oltre tutto iniziata solo un mese prima per cui, nemmeno così profonda. Ma quel ragazzo le piaceva davvero. Sotto la dura scorza che si era costruito attorno c’era un animo dolce e sensibile, anche se lui faceva di tutto per non farlo emergere. Era un X5 e sicuramente aveva avuto delle esperienze durissime nell’arco della sua vita. Per quanto le piacesse sapeva che doveva mantenere i loro rapporti su un piano amichevole e nulla più; lui era un supersoldato e lei una semplice ragazza. Era meglio che non si illudesse: le attenzioni che le dedicava non erano altro che camerateschi episodi di amicizia
Era ormai ora di pranzo ed era stufa di stare dietro al bancone, voleva fare una pausa. Normal arrivò in quel momento a darle il cambio e Rory ne approfittò per svignarsela fuori in tutta fretta. Addentò il panino che si era portata da casa e si appoggiò al muro del vecchio edificio. In quell’istante venne raggiunta da Max “Rory, stasera si va al Crash, sei dei nostri?” Il Crash era il locale dove ci si incontrava alla sera, dopo il lavoro, per fare due chiacchere e vedere Max e Alec sfidarsi a bigliardo. Il più delle volte veniva anche Logan che sembrava essere il ragazzo di Max. Il loro rapporto le risultava parecchio strano. I loro occhi esprimevano amore...ma i loro gesti erano così cauti. Sembrava che stessero sempre ben attenti a non toccarsi. Strano per due che sembrano amarsi. Sbuffò, in fondo non erano affari suoi.
“Certo che vengo! Almeno sto un po’ in compagnia e non sola nella mia casa!”, rispose. Max sorrise alla mia esclamazione. Proprio in quel momento rientrò Alec per la pausa “Buongiorno signore!” ci sfrecciò accanto senza neanche guardarci.
“Hai già chiesto ad Alec se viene anche lui stasera?”
“No” sospirò con lo sguardo rivolto verso il cielo “vado ad avvertire anche Casa Nova” e scomparve all’interno degli uffici.
Pochi istanti più tardi, mentre stava per raggiungere il suo bancone dopo aver finito il pranzo la tv mandò in onda un messaggio di Solo Occhi. Ancora una volta stava mettendo a nudo una cruda verità di ingiustizia perpetuata dal governo.
Quegli occhi azzurri la tormentavano da 6 settimane, quando per la prima volta dopo 15 anni avevano dato un senso alla mia vita.
Prima di trasferirsi a Seattle viveva insieme a sua madre in una casetta sperduta per le colline di un piccolo paesino della provincia Americana. E qui aveva atteso il segnale di suo padre per tutti questi anni, finchè 6 settimane fa non era giunto tramite Solo Occhi. “E’ giunto il momento che la mia stella risplenda a Seattle” questa era la parola d’ordine decisa. Le forniva il luogo di partenza da dove avrebbe dovuto iniziare le sue ricerche per ritrovare il padre. L’unica cosa da fare era stata partire per Seattle per cercare il famigerato uomo che si nascondeva dietro quello sguardo azzurro in modo da poter avere accesso alle altre informazioni che avrebbero permesso lo svolgersi della sua “missione”.
Le tornò alla mente l’ultima volta che aveva visto il suo genitore. Aveva otto anni e suo padre l’aveva presa in braccio e le aveva spiegato la situazione come se fosse stata un’adulta, sicuro che lei avrebbe comunque compreso la gravità di ciò che stava accadendo e la relativa soluzione che era stata presa. “Tesoro, sai che il tuo papà vuole tanto bene a te e alla mamma, vero? Nonostante questo dovete andare via di qua, altrimenti potrebbe accadere qualcosa di brutto e io non voglio. Tu e la mamma andrete in un’altra città e non dovrai mai dire che vieni da Manticore, promesso? Un giorno ci rincontreremo.” Poi i suoi ricordi si fecero confusi, la fuga, la nuova casa, la nuova vita....
Solo più avanti sua madre le raccontò la vera motivazione per quella fuga improvvisa...le sue mani. I capi di suo padre che dirigevano Manticore stavano iniziando a comprendere che in Rory c’era qualcosa di particolare e lui non voleva che la sua adorata figlioletta finisse come una cavia da laboratorio. Troppi bambini avevano già subito quella sorte. Decise così di fare sparire entrambe nel modo più indolore possibile. Lui era rimasto a Manticore, dove lavorava come esperto della genetica. Il suo lavoro lì era indispensabile e non potevano permettersi di perderlo, ne tantomeno di rischiare che i segreti dell’Istituto Militare venissero divulgati. Lui non sarebbe mai potuto scappare. Ma non si era arreso. Insieme a Lara, sua moglie, avevano deciso che prima o poi si sarebbero rimessi in contatto e finalmente era giunto quel momento. Perchè suo padre avesse scelto Solo Occhi come intermediario era facile da comprendere...quale modo più semplice, sicuro ed ad alta diffusione avrebbe potuto preferire? Era stato perfetto.
Ora però a lei toccava il compito di mettersi in contatto con lui...ma non sapeva minimamente come fare. Doveva comunque riuscirci per poter venire in possesso del resto del messaggio, altrimenti non avrebbe potuto fare nulla. Si sentiva così frustrata. Scacciò questi scomodi pensieri e riprese a lavorare.

Erano passate da poco le 19 quando Alec ritornò dall’ultima consegna. Il suo sguardo vagò falsamente indifferente verso il bancone e vide che Sketchy parlava con Rory. Il suo fare lascivo gli diede un po’ fastidio e si avvicinò ai due. “Allora, siete pronti per una seratina al Crash di puro divertimento?” il suo sorriso canzonato era di nuovo presente.
“Prontissima! Stavamo solo aspettando Max e Original Cindy.”
“Ma ci sono io che ti accompagno, bambina. Non aver timore ti difenderò con il mio caldo corpo da qualsiasi transgenico o mutante che incontreremo per strada!”, l’uscita di Sketchy non fu delle più felici. Eppure erano settimane che il ragazzo leggeva quei giornalacci spazzatura che incoraggiavano la gente comune credere che i “diversi” fossero mostri assetati di sangue. Rory vide il volto di Alec che andava rabbuiandosi. Cercò di alleviare la tensione e uscì da dietro il bancone invitando i ragazzi a seguirla fuori “Sketchy, veramente io sono in grado di badare a me stessa! Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno.”
“Ma bambina, tu non sai cosa sono in grado di fare quelle mostruose creature...” la ragazza lo interruppe improvvisamente con tono scocciato “Smettila di parlare di cose che non sai”, un sorriso appena accennato fece capolino tra le sue labbra “Inoltre dubito che se ti trovassi davanti un soldato potenziato riusciresti anche solo a toccarlo con un dito ..figuriamoci a metterlo a ko!”
La voce di Max li chiamò dall’incrocio della via che immetteva alla JP, interrompendo la loro conversazione “Venite che andiamo al Crash! ”
Alec guardava ancora con uno sguardo stupito Rory. Inconsciamente lo aveva difeso dagli attacchi del suo amico che spesso e volentieri si comportava come un idiota senza cervello. Non era abituato a sentirsi difendere, ma era una bella sensazione. Come se al mondo non fosse poi così tristemente solo, come se qualcuno fosse disposto a dargli il suo aiuto nel momento del bisogno. Fu quello il momento in cui capì che la ragazza era in grado di accettare il suo vero io. Anche conoscendo quello che lui teneva nascosto dentro di se lei lo avrebbe tratto nello stesso modo senza aver paura di lui, senza scappare quando le si avvicinava, senza guardarlo come se fosse stato un mostro.

Rory era contenta di essersi tolta da quella orribile situazione che si era venuta a creare a causa di Sketchy. A volte quel ragazzo prima di aprir bocca avrebbe dovuto riflettere un po’ più a lungo. Fortuna che Max era arrivata a toglierla da quell’impiccio. Alec la stava ancora fissano.
Forse avrei dovuto tenere la bocca chiusa, ma stava dicendo talmente tante cavolate per pavoneggiarsi che non ho potuto fare a meno di rimetterlo al suo posto. Speriamo che Alec non trovi la mia reazione un po’ strana.
Si incamminarono verso il locale in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.

Al Crash mancavano solo loro e vennero allegramente accolti dai loro amici. Fino a poche settimane prima Rory viveva assieme a sua madre e non aveva nessun amico. Ora invece la sua vita era veramente cambiata ed era grata a suo padre anche di questo. Certamente non si fidava di tutte le persone che ora erano li con lei, ma su altre non aveva dubbi.
“Ragazzi ordinate quello che volete, il primo giro lo offro io”, la voce di Logan si sovrappose alle altre. Tutti furono estremamente entusiasti della sua offerta.
“Facciamo un torneo di bigliardo” l’idea fu di Alec “ci dividiamo a squadre e quella che vince paga da bere!”
“Io sono d’accordo! Ma le squadre come le facciamo?” la voce era quella Sally, una biondina dai capelli corti e gli occhi azzurro ghiaccio.
“Io e Max facciamo i capi gruppo e a turno scegliamo un partecipante per la nostra squadra”
“Per me va bene, chi inizia?” chiese Max
“Prima le donne” Alec quella sera si sentì stranamente cavaliere e lasciò a Max la prima scelta che ovviamente ricadde su Logan, ottimo giocatore.
“Allora io prendo Original Cindy”
Sanny fece una smorfia per la scelta di Alec; avrebbe preferito essere lei la prima.
“Bill”
“Sketchy”
“Ehi, ci sono anche io o lo avete dimenticato”, la ragazza bionda stava fissando Alec con uno sguardo imbronciato.
“Mi dispiace tesoro, ma questa è una partita seria e sto cercando di aggiudicarmi i giocatori migliori” sorrise furbescamente.
“Rory” disse Max
“Io no...non so giocare. Vi guardo e basta!” disse timidamente.
“Ma non è giusto! devono giocare tutti e poi è così facile! Vedrai che impari subito.” Alec voleva farla giocare a tutti i costi.
“Non voglio far perdere nessuno! Davvero no! ” il ragazzo la stava fissando deciso
“Devi imparare, ti insegno io”
“Si va bene, ma non in una gara!”
Alla fine Rory l’ebbe vinta e al suo posto venne chiamata Rosi, un’altra ragazza della JP che si trovava nel locale e Sanny riuscì a farsi mettere nel gruppo di Alec come tanto desiderava.
La gara ebbe inizio e fu molto equilibrata sin dalle prime mosse. Rory faceva il tifo per entrambi e cercava di capire come funzionasse il gioco.
“Rory, guarda e impara!” Alec, con un colpo da maestro, aveva mandato 3 palle in buca portando la sua squadra in netto vantaggio. Il suo sguardo era così compiaciuto che lei non potè fare a meno di sorridere. “Si, ho visto, ho visto”
Il termine giunse tra grida di giubilio a favore della squadra di Max che con l’aiuto di Logan era riuscita a superare gli avversari, anche se di pochi punti.
“Ok, paghiamo da bere gente! Ma la prossima volta vinceremo noi!” il ragazzo si incamminò al bancone del bar per prendere le consumazioni per il gruppo e Rory lo seguì per aiutarlo.
Alec si accorse della ragazza che lo seguiva solo quando giunse alla sua destinazione “Ce ci fai tu qui?” Rory lo guardò di sbieco “Ti aiuto, no? O sei talmente bravo da riuscire a portare sette bicchieri tutto da solo? Per cosa pensavi che ti seguissi?” la mia battuta lo fece arrossire di imbarazzo “Nulla, nulla.” Sviò il discorso e si sedette su uno sgabello in attesa delle ordinazioni fatte. Lei gli si sedette accanto.

Alec non sapeva cosa dire. Il profumo delicato della ragazza gli stava dando alla testa. Era così vicina. Si avvicinò Max per dirgli una cosa “Io e Original Cindy dopo andiamo a casa di Logan che mi deve fare vedere una cosa...venite anche vuoi due?” il suo sguardo era serio mentre fissava il ragazzo in attesa di una sua risposta. “Per me va bene”. Rory aveva l’impressione che entrambi avessero avuto uno scambio di informazioni ben più ampio di quello comunicatosi a voce. Sembrava che ci fosse qualcosa di urgente di cui entrambi dovessero discutere in un luogo un po’ più privato. Entrambi si voltarono verso di Rory per avere la sua risposta “Si, per me va bene, se non sono di troppo naturalmente!” il suo sguardo era insicuro e timoroso.

Max guardò Rory. Era incredibile quanto quella ragazza così tranquilla riuscisse a capire gli stati d’animo degli altri. Anche adesso che aveva parlato con Alec era riuscita a capire che c’era qualcosa in più che non era stato esplicitamente detto. Loro avevano molti segreti e pareva che Rory intuisse queste verità nascoste.
I suoi occhi erano limpidi...ci si poteva fidare di lei. Ma fino a che punto? Max sperò ardentemente di non sbagliare nell’averla giudicata e ne volerla portare a casa di Logan. Lei ed Alec si scambiarono uno sguardo ed annuirono.

Circa mezz’ora dopo erano tutti accomodati nel lussuoso salotto di Logan.
“Sai che abitiamo vicino?” questa affermazione calamitò gli sguardi di tutti i presenti su di Rory.
“Abiti qui vicino? E dove per la precisione?” Logan era veramente incuriosito e non era il solo.
Lei si avvicinò alla finestra del salotto ed indicò l’edificio poco più avanti nella stessa via “Lì, all’ultimo piano”
Alec la guardò sconvolto “Ma questo è un quartiere di gente ricca! Com’è che hai un’ appartamento qui?”
“E’ una proprietà di famiglia da anni ma non l’avevamo mai usata prima che io mi trasferissi a Seattle”
“I tuoi genitori sono ricchi?” chiese Max
“Ricchi? No, ma benestanti si. ”
“E allora perchè lavori alla JP?” Questa conversazione sembrava aver assunto i toni di un interrogatorio e questo innervosì parecchi la ragazza. “Non posso fare la mantenuta per tutta la vita! Ho bisogno di una mia indipendenza!” il tono della sua voce si stava pericolosamente alzando di un tono.
Original Cindy prese la parola “Ok, ok, nessuno ti sta accusando di niente. Eravamo solo curiosi, tutto qua!”
“Scusatemi, mi sono scaldata per nulla. Vado un attimo in bagno per rinfrescarmi il viso.”

Rory si diresse verso la stanza da bagno dandosi della sciocca. Non era il caso di infervorarsi per così poco. Poi lei, che di solito era così pacata. Si sciacquò con l’acqua fresca e si sistemò una ciocca di capelli bruni dietro l’orecchio. Non fare la stupida e comportati bene.
Tornò in salotto dove gli altri la stavano aspettando e prima di entrare sentì una parte del discorso che stavano facendo in sua assenza. La voce era quella di Max “Non possiamo chiedere sempre l’aiuto di Solo Occhi, Alec. Lo sai benissimo quanto è rischioso per lui.”
“Hai ragione Max, ma senza di lui in questo caso non potremo gettare l’esca e il nostro pesce non cadrà mai in trappola. Deve fare quell’annuncio per attirare il cattivo in trappola! Sai anche tu che questo è l’unico modo sicuro. Che ne pensi Logan?”
“Mi dispiace Max, ma sono d’accordo con Alec, questa volta. L’aiuto di Solo Occhi è fondamentale”
Rory si nascose nell’ombra del corridoio. Lo conoscono, il cuore le batteva forte, loro conoscono l’uomo che potrà aiutarmi a ritrovare mio padre! Cercò di calmarsi e di ragionare lucidamente, ma già sapeva che il suo carattere impulsivo sarebbe stato difficilmente frenato ora che aveva avuto quella notizia.
Entrò in salotto, il suo sguardo era vivo e gli occhi scintillavo di gioia. Max la guardò stranita “Ma che hai fatto in bagno?” “Nulla, nulla” ci fu una pausa dove gli occhi di tutti erano puntati su di lei in attesa di una spiegazione per il suo repentino cambiamento d’umore.
“Sei andata in bagno che eri praticamente arrabbiata e ora torni con una faccia che sembra tu abbia trovato la felicità eterna” la batuta di OC fu ironica.
Il suo sguardo si fece imbarazzato “Ehm, dovete perdonarmi ma mentre stavo tornando dal bagno ho sentito l’ultima parte della vostra conversazione”. Gli sguardi dei presenti si fecero allarmati. “E cosa avresti sentito di preciso?” Logan era cauto nella sua domanda. Alec e Max si erano irrigiditi sulle poltrone.
“Solo le ultime battute, ma...c’è una cosa che mi ha particolarmente colpita e che ha anche a che fare indirettamente con il mio trasferimento in questa città. Voi sapete come mettervi in contatto con Solo Occhi? Ho capito bene?”
L’aria era immobile. Per qualche secondo nessuno disse nulla. La tensione era palpabile. Alla fine fu ancora Logan a prendere la parola “E se anche fosse? Per cosa ti serve saperlo?”
“Devo assolutamente parlargli! E’ una questione di massima urgenza!” la ragazza si stava agitando temendo di non essere compresa.
“Mi dispiace, con lui non puoi parlare ma se lo dici a me riferirò parola per parola, promesso!”
Alec guardò gli occhi di Rory mutare di espressione, la gioia scomparve e vi fece capolino una tremenda delusione. Gli si strinse il cuore a vederla così abbattuta. Ma che diavolo vado a pensare! Cosa sono questi sentimenti da donnicciola che ogni tanto emergono da dentro di me! Chissà poi perchè voleva incontrare Solo Occhi.
“E va bene, se non posso parlargli di persona riferiscigli questo “La stella risplende a Seattle” lui saprà cosa fare”, si sedette sul divano accanto ad Alec sospirando. Era un po’ delusa, ma in quel modo avrebbe comunque raggiunto il suo obiettivo.
“Ti stavo aspettando stella: ora la tua luce brillerà illuminandomi il cammino”, la voce di Logan pronuncò la frase dopo alcuni istanti di silenzioso stupore. Rory alzò la testa di scatto e lo fissò senza parole. “Sei tu? Solo Occhi sei tu vero?” Solo Lui avrebbe saputo rispondere correttamente alla sua frase. Solo colui che aveva ricevuto indicazioni da suo padre sarebbe stato in grado di fare una cosa simile.
Max iniziava a perdere la pazienza “Volete spiegarci cosa cavolo sta succedendo? Logan?”
“Per quanto mi riguarda il mio compito è quello di un semplice postino. Mi è stato recapitato circa 2 mesi fa un messaggio che dovevo far giungere ad una persona che non si sapeva dove fosse. Per questo hanno contattato Solo Occhi, perchè facesse circolare televisivamente il messaggio in codice che avrebbe portato qui la persona cercata. Ed è arrivata Rory. Questo vuol dire che la lettera che mi è stata consegnata è per te.” La fissò negli occhi come per avere una conferma.
“Si... ho sentito il tuo messaggio 6 settimane fa e sono subito partita per Seattle. Il problema più grosso è stato cercare di capire come contattare Solo Occhi. Quando prima vi ho sentito parlare di lui il mio cuore ha fatto le capriole dalla gioia. Ed ora finalmente potrò scoprire dove si trova mio padre.”
“Il messaggio allora è di tuo padre?” Alec cercava di capire cosa stesse succedendo.
“Si, non lo vedo da quando avevo 8 anni. Ma ora è giunto il momento di riunirsi.” sorrise felice.
“E come mai non lo vedi da così tanto?” il ragazzo era curioso
“E’ una lunga storia...ora prima vorrei leggere la lettera che mi ha lasciato con le sue indicazioni, se non vi dispiace!” si girò verso Logan per avere una conferma. Lo vide annuire ed alzarsi per raggiungere una stanza li accanto. Pochi minuti dopo tornò con una busta nella mano e gliela porse. Le mani presero a tremarle mentre cercava di aprirla. Era così nervosa che rischiava di romperla. Riuscì ad estrarre il foglio. Il suo contenuto era scarno, ma lei se lo aspettava. Nella prima parte del foglio c’era il nome di quella che sembrava essere una località poco conosciuta. Poco sotto lo schema di una piantina disegnato grezzamente a mano. Una delle stanze sotterranee era segnata. Quella era la piantina del luogo in cui suo padre era costretto a lavorare.
La frase scarabocchiata sul fondo del foglio le fece venire le lacrime agli occhi e le diede la conferma che quel messaggio era stato scritto di persona dal padre: Ti voglio bene stellina. Questo era il nomignolo che le aveva dato. La chiamava sempre così. Quanto le era mancato tutto questo.
Ora avrebbe dovuto liberarlo, ma da sola non ci sarebbe mai riuscita. Avrebbe dovuto chiedere aiuto ai suoi amici ma così facendo li avrebbe messi in pericolo. No, avrebbe dovuto sbrigarsela in altro modo. No poteva rischiare le loro vite chiedendogli di andare nuovamente in una base di Manticore. Avevano già sofferto abbastanza nel passato.
“Allora? Che dice quella lettera?” tutti aspettavano una sua risposta alla domanda posta da Alec.
“NUlla di particolare...” il suo sguardo si fece sfuggente “ora è tardi ed è meglio che torni a casa, altrimenti domani dormirò troppo e farò tardi al lavoro. Poi chi lo sente Normal!” Cercò di sviare le domande dei suoi amici. E’ giusto così, meno sanno e meno meglio è. Altrimenti sarebbero troppo coinvolti e questo non è un bene per loro. Io me la sono cavata benissimo da sola fin ora.. continuerò a farlo! “Ciao a tutti, ci si vede domani!” si alzò dal divano e si avviò verso la porta per uscire dall’appartamento. Si infilò velocemente nell’ascensore e quando le porte si chiusero dietro di lei tirò un sospiro di sollievo.

“Questa cosa non mi convince. C’è qualcosa che ci vuol nascondere” Max si mosse irrequieta sulla sua poltrona “Ho paura che si vada a cacciare nei guai, sarebbe meglio capire cosa c’è dietro tutta questa storia. Alec,” si rivolse al ragazzo “seguila e cerca di farla ragionare. Fatti dare quella lettera e leggine il contenuto. Ci vediamo nuovamente qui domani sera per discuterne.”
“Max, hai visto anche tu come ha reagito! Non riuscirò mai a farmi dare quel foglio! Non voleva che noi sapessimo il contenuto altrimenti non sarebbe fuggita via da questa stanza come ha fatto!”
“Non mi interessa Alec! La segui e anche a costo di rubarglielo lo prendi. Non mi sento tranquilla. Ora vai a raggiungerla”

  
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