CAPITOLO 2:
"SURPRISE"
Alexa,ancora
sorpresa dall’atteggiamento di
Jared,stava ripensando all’accaduto. Non si rendeva conto di aver soccorso il cantante
dei 30 Seconds To
Mars,ma era sicura che se ci fosse stata un'altra ragazza al suo
posto,a
quest’ora sarebbe stata già nel mondo dei
sogni,magari a fantasticare su un
futuro amore tra loro. Ovviamente senza percepire la differenza tra
sogno e
realtà. Era seduta sulla sedia appena fuori dal
capanno,quando i primi colpi di
batteria risuonarono per tutto l’Ippodromo,era il segno che
il concerto stava
avendo inizio. Lei si ritrovò a guardare
l’orario,e constatò che cominciavano
con più di mezzora di ritardo. Dopo circa un minuto
dall’inizio,la voce di
Jared si mescolò al suono della batteria e della
chitarra,suscitando un effetto
meraviglioso. Scoprì che li aveva già sentiti
molte volte,e che li aveva anche
apprezzati. Mentre socchiudeva gli occhi per godersi il momento un coro
si
elevò dal pubblico. Sembravano gridare “This is
War”,ma non ne fu poi così
sicura,l’unica cosa di cui era certa era che le piaceva anche
quello,riusciva a
percepire l’unità che c’era tra i loro
fan. Erano fortunati come gruppo. Nel
frattempo Claudio uscì dalla sede e si sedette accanto a lei.
-“Allora,come
ti sembrano?” le chiese.
-“Mi
piacciono,li avevo già sentiti altre volte,ma
non sapevo che fossero loro. Hanno fatto anche “The
Kill”,giusto?” In risposta
lui annuì con un cenno.
-“Effettivamente
non sono male. Ma c’è di meglio.”
Alexa lo guardò interrogativa, chiedendosi quale gruppo
avesse colpito così
tanto Cla. Quest’ultimo intuì la domanda non
pronunciata,così disse:
-“Il
mio gruppo preferito sono i Linkin Park.”
-“Ah,capisco…
Loro li conosco,lui c’era fissato.”
Replicò con un velo di amarezza nella voce.
-“Lui
chi…?” le domandò,ma poi fece un
sospiro di
comprensione,quando giunse da solo alla conclusione di quella risposta
non
detta. “Allora,che
ne dici di andarci a
fare un giro al concerto?”
-“Ma…non
penso che si possa,io prima stavo
scherzando. Non vorrei finire nei casini.”
-“Certo
che si può. Con la scusa che vogliamo
controllare che tutti stiano bene si può fare
tutto.” Le fece l’occhiolino e
qualche istante dopo erano già tra la folla agitata.
Inizialmente Alexa fu
spaventata da quella marea di persone che si dimenavamo a ritmo di
musica come
degli scalmanati,ma alla fine ci prese gusto. L’unica cosa
che la faceva
rimanere imbarazzata era la sua divisa da volontariato,infatti non
erano in
pochi ad osservarla,probabilmente controllavano che non ci fossero
feriti o
robe varie. Stettero lì,ad ascoltare la band per una ventina
di minuti,poi
bastò uno sguardo per stabilire che era l’ora di
rientrare nelle loro
postazioni. Durante l’intero concerto ci furono si e no tre
svenimenti
soli,fortunatamente,e un solo caso un po’ più
grave. C’era una ragazza,in prima
fila ,già debole,che era stata spinta più
volte,poi le aveva cominciato a
girare la testa e non capiva più niente,quando era arrivata
al capanno
l’avevano subito sdraiata,con Claudio che le teneva su le
gambe,ma non era
servito a molto. Infatti la ragazza svenne,e quando si
risvegliò ebbe un paio
di conati. A parte quello,si era mostrata una serata generalmente
tranquilla.
Ma solo fino a quel momento. Alexa era di nuovo fuori,quando Jared
giunse alla
sede,ancora una volta, mentre respirava a fatica. Ma non
c’era nessuno con lui.
Ale chiamò Claudio in aiuto,e lo andarono a prendere da
sotto i bracci,per
portarlo all’interno.
-“Giorgio,vieni
qua! Il cantante sta di nuovo male!”
urlò il ragazzo,mentre la aiutava a depositare Jared su di
una branda. Il
medico li raggiunse subito,con il sopracciglio destro inarcato
leggermente,che
stava ad indicare la sua preoccupazione. Cercò di aiutarlo a
respirare più
lentamente,come di solito si faceva dopo tanta attività
fisica,sperando in
qualche miglioramento. Per fortuna lo videro riacquistare un
po’ di
colorito,anche se le sue condizioni non erano delle migliori. Allo
stesso tempo
entrò un'altra ragazza che aveva perso i sensi.
Così il dottore fu costretto ad
assegnare il compito ad Alexa e Claudio. Quest’ultimo le
andò a prendere
l’occorrente per ascoltare il battito del cuore e per
misurare la pressione.
Dopo un doppio controllo la giovane donna annunciò che anche
stavolta non c’era
niente che non era al suo posto. Ma Jared non si fidò molto
dei suoi esami.
-“Ne
sei sicura?” le domandò,con espressione
corrucciata.
-“No,non
sicura,ma sicurissima!” rispose lei di
sbieco. “Vedi che riesci anche a parlare e ora
respiri?”
-“Si,è
vero.” Replicò lui,tastandosi il petto
all’altezza del cuore,come ad assicurarsi di essere ancora
vivo. A quel punto
la ragazza si ritrovò a ridere sommessamente.
-“Cosa
c’è da ridere?” sbottò
Jared,incredulo.
-“Ma
ti sei visto? Sembra che con ci credi di essere
tra noi. Tranquillo,non sei ancora morto.”
-“Ma
tra poco…Vedrai che è questione di qualche
minuto.” Aggiunse Claudio,menomale che anche lui sapeva
l’inglese. Alle sue
parole il cantante spalancò gli occhi,ansioso.
-“No,ma
io sono troppo giovane per morire…e…e poi i
miei fan…Poverini!” cominciò a parlare
a raffica,ripetendo che non poteva
morire di lì a qualche minuto. Inutile dire che
scatenò due risate. Alexa aveva
le lacrime agli occhi da tanto che rideva.
-“Jay…Caro
Jay…” cominciò lei,a mò di
presa in giro
“Stavamo scherzando!”
-“Ma
siete matti!!!!!!!!!!” urlò,guadagnandosi
l’attenzione di tutti i volontari.
-“Vedi
come stai bene ora?! Puoi anche
andartene,probabilmente si trattava di un attacco di panico,o era lo
stress.”
Disse Ale. Lui la fissò stupito,nel mentre fecero irruzione
nel capanno anche
Shannon e Tomo. Il primo si precipitò vicino al
fratello,dicendo:
-“Lo
sapevo che eri di nuovo qui. Ci hai fatto
spaventare,cretino! Sei sparito senza dire nulla.”
-“Come
facevo a dirti qualcosa quando non riuscivo
nemmeno a respirare? La prima cosa possibile che mi è venuta
in mente era
quella di venire qui.” Alexa interruppe il loro breve
scambio,insinuandosi
nella conversazione.
-“Shannon,potrei
parlarti?” l’interpellato
la guardò circospetto,ma poi
accettò. Lei lo prese da parte,assicurandosi di non essere a
portata d’orecchio
di Jared.
-“Tuo
fratello…quante altre volte si è sentito male
in questo modo?”
-“Ora
che ci penso non è la prima volta…è da
circa
due mesi che ogni tanto gli prendono questi attacchi.”
-“Sapresti
dirmi in quali circostanze?”
-“Mmmmm…a
volte prima dei concerti,come in questo
caso...A volte quando dobbiamo fare qualcosa di importante per la
band.”
L’impressione della ragazza si rivelò
così giusta.
-“Come
temevo. Ho paura che Jared soffra di attacchi
di panico.”
-“Ma
non ne ha mai avuti prima d’ora!”
esclamò
Shannon.
-“Quello
non vuol dire niente. Si vede che è un
periodo in cui siete molto sotto stress, forse ha bisogno di una pausa
,secondo
me lo aiuterebbe. È capace che abbia paura di commettere
degli errori durante
il concerto,allora prima si sente male,a volte capita. Non so se mi
sono
spiegata.”
-“Si,si…Forse
hai ragione,in fondo è quasi due anni
che siamo in tour…”
-“Due
anni?! Ma siete matti!” sbottò Ale “Ci
credo
che quel povero cristo stia male!”. Non appena la
conversazione fu troncata
lì,tornarono dagli altri. Alexa cercò di tirare
fuori uno dei suoi sorrisi
migliori,come era solita fare alla fine di ogni cura. La band
ricambiò un
sorriso di gratitudine,e dopo ulteriori ringraziamenti e saluti
uscirono dal
capanno. La ragazza tirò un sospiro di sollievo,che stava a
rappresentare per
lei la conclusione del suo lavoro. Ma si sbagliava,e anche di grosso.
Nel giro
di un quarto d’ora ,Tomo fece “irruzione”
nella sede. Alexa si stava
cambiando,quando Claudio l’andò a
chiamare,dicendole che era richiesta dal
chitarrista. Si vestì in fretta e lo raggiunse.
-“Ehi!”
le uscì dalle labbra sorridenti,e sfinite allo
stesso tempo.
-“Dovrei
farti una proposta da tutto il gruppo,per
mostrarti la nostra gratitudine,dato che stasera ti sei occupata di uno
degli
uomini più irritanti del mondo, probabilmente.”
Disse lui,ricambiandole il
sorriso.
-“Sono
tutta orecchie…” cominciò lei.
-“L’idea
è stata di Jared,ovviamente…” si
interruppe
,alzando gli occhi al cielo. “Ti andrebbe di venire a
cena,ora? Offriamo tutto
noi. Sempre che tu non abbia già mangiato.”
Sull’ultima frase alzò un
sopracciglio,indagatore.
-“Accetto
volentieri. Effettivamente ho un po’ di
fame.” Acconsentì,sorprendendosi di averlo fatto.
Era una cosa assurda finire
la serata in quel modo. Nonostante non fosse loro fan,non poteva non
scoprirsi
un po’ emozionata all’idea di cenare con loro.
-“Bene,allora
ti aspettiamo qui fuori.
Fortunatamente i fan non ci sono già più,solo
qualche d’uno all’uscita. Ma non
ci creeranno disturbi,facciamo autografi volentieri.” In
risposta lei gli
sorrise,poi si affrettò a salutare con garbo i suoi colleghi
e raggiunse il
gruppo.
-“Eccomi!
Spero di non avervi fatto aspettare
troppo.” La confidenza con cui lo disse la lasciò
estranea a sé stessa,uno dei
suoi difetti era quello. A volte dava troppa confidenza alle persone.
-“No,no…Tranquilla.”
A rivolgerle la parola fu
Shannon. “Ti va bene una pizza? O preferisci qualcosa di
più sofisticato?”.
Alexa si ritrovò a ridere,poi indicò il suo
completo semplice,un paio di jeans
strappati e una t-shirt monocolore.
-“Vi
sembro il tipo da locale sofisticato?”
aggiunse. Loro si guardarono,e Jared trasse una conclusione:
-“Vada
per la pizza allora!”. Subito dopo stavano
già camminando,diretti all’uscita
dell’Ippodromo,dove trovarono una decina di
fan,con i quali fecero foto e firmarono autografi.
Quest’ultimi la guardarono
sospettosi,chiedendosi chi mai fosse quella ragazza in loro
compagnia,ma poi
fecero finta di niente. Ad aspettargli c’era una macchina.
Shannon aprì con
eleganza lo sportello ad Alexa,la quale arrossì
visibilmente. Non era abituata
a ricevere tutte quelle attenzioni. Il tragitto fu breve,con pochi
minuti arrivarono
a destinazione. Il locale era accogliente e piacevole,e per di
più quasi
vuoto,a causa della tarda ora. Si accomodarono al primo tavolo a
disposizione e
quando furono sistemati un cameriere venne loro incontro. Li
riconobbe,infatti
,dopo aver preso l’ordine,si fece fare un autografo da tutti
e tre,per poi
soffermarsi con lo sguardo sulla ragazza. Le loro pizze furono pronte
dopo una
buona mezz’ora passata a chiacchierare del più e
del meno. Shannon e Jared
trangugiarono letteralmente le loro porzioni,e ,vedendo che Tomo
rallentava ad
ogni trancio, gli proposero il loro aiuto nel portare a termine la
cena. Quando
ebbero finito,stettero ancora un po’ lì,fino
all’assurda proposta di Jared,che
se ne uscì fuori con la frase che cambiò,forse
per sempre,la vita di Alexa.
-“Ale,posso
chiamarti così vero?” lei annuì
impercettibilmente “Ci ho riflettuto parecchio
mangiando…” strano,lei era
sicura che pensasse solo al cibo “…e sono giunto
alla conclusione che forse
dovremmo avere un’infermiera sempre con noi in tour,visto i
miei ultimi “malori”.”
Lei quasi si strozzò con l’acqua che stava
bevendo,e ricevette una pacca sulla
schiena dal batterista,che la causò un lieve bruciore.
-“E…?”
intervenne lei,chiedendo ulteriori conferme a
ciò che pensava.
-“E…insomma…Ti
piacerebbe essere tu la nostra
infermiera personale? Ovviamente ti pagheremo.”
-“C’è
solo un problema. Io non sono un infermiera,ma
una volontaria.”
-“E
cosa farebbe una volontaria?” chiese il
cantante,sforzandosi di capire.
-“Beh…Io
offro gratuitamente,volontariamente,il mio
aiuto alle persone che stanno male. Sai,anche le persone che vanno a
prendere i
pazienti con le ambulanze sono volontari.”
-“Ah…ho
capito. Ma a noi va bene lo stesso.”
Insistette. Poi lei intuì che prima non ne aveva parlato con
gli altri.
-“Accetto,ma
solo a condizione che prima
acconsentano anche Shan e Tomo.” Disse,a mò di
sfida. Di certo non immaginava
che sarebbe stata presa in parola.
-“Fratello?
Tomo?” domandò Jared,girandosi verso
loro.
-“Per
me va bene,in fondo ci vorrebbe una come te.”
Disse Shannon. Mentre il chitarrista indicò
l’ultimo interpellato,concordando a
gesti. Jared tornò a fissare la ragazza,facendole perdere un
battito del
cuore,da tanta che era l’intensità con cui la
guardava. E ora? Cosa avrebbe dovuto
fare?
-“Ma…io…pensavo
fosse uno scherzo. Uffa!” sbuffò
come una bambina “E va bene!” sbottò,in
fondo le sarebbe piaciuto molto poter
viaggiare e girare il mondo,e quella era un ottima scusa per
farlo,gratis. Non
se lo sarebbe potuto permettere altrimenti. “Ma dovete darmi
il tempo di fare
le valige e prendere le mie cose! Quanto durerà il tour
ancora?”