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Autore: Mils    02/07/2011    2 recensioni
Miley e Demi non si sono viste molto in questo periodo: troppo lavoro. Ma un'amicizia come la loro non può finire così: hanno bisogno l'una dell'altra, sopratutto ora che sembra che tutto vada così male. Demi ha ancora in testa Joe e Miley deve combattere con i fantasmi del passato, perché sembra proprio che Selena sia di nuovo sulle tracce di Nick.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Era già il quinto bicchiere che mandavo giù.. o forse era il sesto? Non lo ricordavo più ormai. Non aveva neanche più tanta importanza.
Volevo dimenticarmi di tutto e di tutti e stava funzionando, volevo dimenticarmi persino di me stesso.
Joe Jonas doveva sparire dalla circolazione almeno per un paio di ore.
<< Ehi, giovanotte, sicuro di volere il decimo bicchiere? >> mi domandò il barista. 
<< Ffffffaaatttiii gli affari tuoi, oookaaayy? >>. Non riuscivo neanche più a parlare in modo decente, ma non mi importava neanche di questo. Anzi, era meglio, magari non avrebbrero riconosciuto la mia voce. 
Il barista fece spallucce mi servì il - a quanto pare decimo - drink.
Facevo fatica a tenere in mano il bicchiere, riuscii a centrare la bocca solo al terzo tentativo.
C'era un baccano terribile in quel pub, ma la voce che sentii poco dopo mi arrivò forte e chiare come se nella stanza ci fossimo solo noi due. << Mi scusi, sto cercando un ragazza. Alto, moro, barba appena accennata.. >>. Mi alzai in piedi, cercandola con lo sguardo. Era all'entrata, chiedendo informazioni al butta fuori e sembrava davvero agitata. Incrociò il mio sguardo per sbaglio e restò a fissarmi un'eternità; anche se le avevo detto di non venire a cercarmi e che volevo restare da solo speravo che venisse, speravo che le importasse ancora qualcosa di me..
Mi avvicinai a lei, inciampando. Demi mi aiutò a rialzarmi, aveva gli occhi lucidi, lo notai solo in quel momento. << Joe..cosa ci fai qui? Perché sei venuto in un posto come questo? Guardati, sei ubriaco fradicio.. >>.
Mi sedetti su uno sgabbello, mi vergognavo di me stesso in quel momento. << Non lo so.. >> ammisi, << ..volevo solo andarmene. Poi ho trovato questo posto, l'ho riconosciuto e ho pensato 'perché no?' e mi sono messo a bere, perdendo la cognizione del tempo.. mi dispiace, Dems >>.
Lei mi ascoltò il silenzio, poi annuì e mi appoggiò una mano sulla spalla. << Va bene.. ho capito. Però ora dobbiamo andare via di qui prima che.. >>.
Non fece neanche in tempo a finire la frase, il buttafuori ci venne incontro, interrompendola. << Ci sono dei fotografi qua fuori, vogliono voi due. Uscite subito, non voglio casini >>.
Demi mi lanciò uno sguardo terrorizzato. Ma quando si rivolse al buttafuori sembrò quasi glaciale. << Si, subito. Ci scusi >>.
Mi aiutò ad alzarsi, mi accompagnò in bagno e mi sciacquò la faccia. << Demi, questo è il bagno dei masssschi.. >> le dissi, mentre mi asciugava il viso con la carta assorbente, certando di fare attenzione. Il suo viso era così vicino al mio... 
<< E' l'ultimo dei nostri problemi ora. Non capisci, Joe? Se ci vedono insieme.. e se vedono te ubriaco!? No no, che disastro.. merda, Joe! Siamo nei casini, Joe! Proprio nei casini! >> strillò. 
<< Giààà.. è vero.. >>.
Demi mi fece uscire dal bagno, e il buttafuori ci spinse praticamente fuori a calci; all'esterno del locale c'erano qualcosa come una cinquantina di fotografi, tutti con le macchine fotografiche alla mano. Assomigliavano tutti a dei grandi squali affammati. E io avevo un enorme, gigantesco, stressante mal di testa. Mi muovevo a scatti e Demi era costretta a sorreggermi, rispondendo alle domande dei paparazzi al posto mio.
<< Demi! Demi! Ti stai di nuovo frequentando con Joe? >>.
<< Siamo amici. >>
<< Cos'ha Joe? E' ubriaco? >>.
<< No! Sta male. Ha mangiato troppo >>.
<< Demi, e tu hai mangiato qualcosa o digiuni di nuovo!? >>.
<< Io mangio regolarmente ormai... >>.
Ma c'era qualcosa nella sua voce che non mi convinceva. Aveva tentennato nell'ultima domanda. Ma Demi era guarita, giusto? O, come l'ultima volta, ero stato così preso dalle mie paranoie da non accorgermi di un bel niente? 
Demi mi spinse dentro un taxi e chiuse lo sportello.
<< Demi..? >> le chiesi, una volta che partimmo.
<< Che c'è, Joe? >>, sembrava esausta.
<< Hai mangiato? >>.
Lei mi fulminò con uno sguardo. << Si! Certo che ho mangiato! E poi.. >> sbuffò, << .. da quando ti interessi di me? >>.
Fu come se mi desse uno schiaffo. << Demi.. io .. io non so come dimostrarti che mi importa di te.. >>.
Il taxi si fermò davanti a casa mia. 
Demi non mi diede il tempo di aggiungere altro, uscì e pagò il taxista. 
<< Demi, aspetta.. >> la pregai, incespicando sul vialetto di casa.
Lei si girò di scatto, talmente tanto velocemente che mi fece girare la testa, letteralmente. << Cosa vuoi? Joe, davvero, dimmi cosa accidenti vuoi da me. Non mi va di litigare, non mi va di sentirmi così, non voglio ascoltarti mentre mi urli contro. Non voglio, okay? >>.
<< Urlare contro? Non ti ho mai urlato contro! >> mi difesi, ma sapevo di aver torto. Litigavo per principio.
<< Ah no? E tutte le volte che mi hai trascinata in camerino per urlarmi chi era il tipo che avevo salutato!? Smettila di fare il finto tonto! >>.
<< Hai ragione.. >>.
<< Smettila tu sei un cre.. eh, cosa? Mi dai ragione?! Sul serio!? >>.
Demi era incredibilmente bella al chiaro di luna. 
Non so perché lo feci, forse fu colpa dell'alcol o dei suoi lunghi capelli neri che avrei tanto voluto accarezzare, o forse l'accento latino che le era sfuggito mentre urlava, fatto sta che mi avvicinai pericolosamente a lei e Demi non si scostò, ma ricambiò il mio sguardo. << Si, hai ragione. La gelosia è sempre stato il mio punto debole >>.
<< Si.. si, lo è sempre stato .. >> si avvicinò un po di più, riuscivo a sentire il suo profumo. 
Le accarezzai una guancia con la mano, era morbida e delicata. << Mi dispiace. Mi perdoni? >>.
<< Si.. >>.
Stava tremando, così le accarezzai un braccio cercando di riscaldarla. << E' meglio se rientriamo, fa freddo .. >> le circondai la vita con un braccio e la condussi dentro. Per la prima volta da settimane non si ritrasse al mio contatto, ma si appoggiò a me come se stesse cercando il mio conforto. 




   
 
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