2.
Molly Bohan
sentì squillare il campanello di casa
all’improvviso: erano le sei del pomeriggio, Dylan era a
studiare in camera
sua, chi poteva mai essere? Andò ad aprire la porta e la
sorpresa di trovarsi
quella persona davanti fu davvero grande:
«Vicky!»
«Ciao Molly, come
sta…» Vicky non fece
in tempo a finire la
frase, che fu invasa dall’abbraccio della donna:
cercò di rilassarsi il più
possibile per non offenderla, ma odiava essere abbracciata, e sperava
che la
donna la lasciasse andare il prima possibile.
«Oh scusami,
dimenticavo che a te non piacciono troppo
queste manifestazioni d’affetto» e con un
sorriso davvero felice, la fece accomodare.
Molly Celluci
era la piccola della famiglia: sorella minore
di Mike, con un amore per la vita e per tutto ciò che
è passionale e istintivo,
ma anche una bontà di cuore ancora così
ingenuamente fanciullesca, che
spesso aveva scatenato le ansie
protettive del fratello maggiore che aveva sempre sentito il dovere di
proteggerla.
Il loro non era stato un padre modello, Mike aveva fatto di tutto per
non
assomigliargli minimamente, a cominciare dal prendersi presto delle
responsabilità, che nemmeno gli erano dovute. Durante gli
anni di accademia
lavorava part-time la sera per mantenere la madre e la sorella, si era
fatto in
quattro per la sua famiglia, per dare loro quello che un padre assente
e
ubriacone non aveva mai cercato
di dare.
Poi Molly conobbe Fred, e fu un amore travolgente a prima vista proprio
come lo
sognava lei, e in breve decise che quello sarebbe stato
l’uomo della sua vita .
Mike non approvava tutta quella fretta, voleva saperla al sicuro,
voleva
conoscere bene l’uomo con cui la sua sorellina stava per
legare la sua vita.
Ma Molly fu
irremovibile: non le interessava una cerimonia
lussuosa, né un ricevimento
sfarzoso,
non voleva che suo fratello si spaccasse ulteriormente la schiena per
lei: ce
l’avrebbe fatta da sola a costruire la sua vita. Il
matrimonio di Molly era
felice, e dopo qualche anno fu benedetto dall’arrivo di
Dylan; lei avrebbe
voluto dargli subito un fratello o una sorella, ma sembrava che il buon
Dio non
avesse in serbo per lei un’altra gravidanza, e
così dopo qualche anno di
tentativi, decise che si sarebbe concentrata
semplicemente sul suo piccolo miracolo… Il suo
bambino che stava
crescendo alla svelta, il suo bambino che aveva già
raggiunto l’età di undici
anni.
Molly era
felice, e desiderava tanto che lo fosse anche suo
fratello. Quando le portò a conoscere la sua collega Vicky
Nelson, capì subito
che erano molto più che partners di lavoro: era tangibile
l’attrazione che li
legava e anche il loro discutere continuo era tipico di coppie
destinate a
vivere assieme.
Era
così felice che Mike avesse trovato la donna giusta per
lui! Finalmente avrebbe potuto gioire anche lui, dopo tante sofferenze
e
privazioni. Quando all’improvviso Vicky lo aveva lasciato,
Mike minimizzò,
dicendo che era un momento di confusione, perché le era
stata diagnosticata la
retinite pigmentosa che l’avrebbe resa cieca, e che doveva
solo accettare il
suo nuovo stato e tutto sarebbe
tornato alla normalità. Infatti dopo qualche mese, Mike le
disse che era
tornato a frequentare Vicky. Anche Dylan le voleva bene, chiedeva
spesso perché
la zia Vicky non venisse più a trovarlo , e Molly desiderava
davvero dirgli che
un giorno sarebbe venuta. E in quel momento era
lì!
«Che piacere
vederti, cara, sapessi quante volte ho
sperato di rivederti, e a Dylan manchi tanto. Ora lo chiamo,
sarà felicissimo
di…»
«No, aspetta Molly» la interruppe
Vicky. Non voleva incontrare Dylan, non
finché non avesse prima parlato con Molly della persona che
l’aveva spinta ad
andare in quella casa. «Devo parlarti,
si tratta di...»
«... di Mike» Molly
completò la frase senza battere ciglio; sentiva
che c’era qualcosa che non andava in Mike da qualche giorno,
e forse la visita
di Vicky finalmente gliel’avrebbe rivelato.
«Sì,
si tratta di Mike… da quanto tempo non lo senti?» chiese Vicky
«È
successo
qualcosa a Mike, vero? Avete
litigato più del solito? Oddio si è ferito? Sta
male?»
«No, calmati
Molly, Mike sta bene (per quanto gli possa
essere concesso) ... È che… Ecco ho combinato un
casino e…» Vicky si
alzò all’improvviso dal
divano del salotto e cominciò a girovagare per la stanza, in
preda all’ansia e
al senso di colpa: «In questi ultimi
tempi ha rischiato molto per me, l’ho coinvolto in casi
che non erano di sua attinenza, Crowley è andata su tutte le
furie ma io non ci
ho badato, credevo che bluffasse… Invece, la settimana
scorsa… Mike ha perso il
lavoro al dipartimento… A causa mia!»
Oh,
l’aveva finalmente detto, si era tolta di dosso quel
terribile peso, ora era pronta a sentire l’ira di Molly su di
sé: aveva bisogno
di una lavata di capo, voleva sprofondare nella vergogna e nel senso di
colpa
per aver distrutto la vita di Mike, per
poi reagire con tutte le energie necessarie a
rimettergliela in sesto!
Ma Molly non si
scompose: le brillavano gli occhi
e disse: «Ti ama davvero
tanto Vicky, il suo lavoro era il
caposaldo della sua vita prima di conoscerti, e l’ha
sacrificato per te…»
Quelle parole,
la colpirono più di una sfuriata: furono una
coltellata che le fece perdere la terra da sotto i piedi, si
sentì venir meno: “Ancora
peggio Vicky, quanti danni hai fatto
a quest’uomo?”
Molly la vide
impallidire e la prese in tempo per la vita,
evitando di farla cadere a terra.
«Vicky
è tutto ok? Vuoi un po’ di tè caldo?»
«Molly hai
sentito cosa ti ho detto, vero? E
tu stessa mi hai confermato quanto lui ci
tenesse al suo lavoro. Tu dici che mi ama, ma io gli ho solo rovinato
la vita!»
«Su Vicky, non
essere così drastica. Certo dev’essere
stato un duro colpo per lui, però credo che con te accanto
avrà la forza di
ricominciare…»
«Molly,
è una settimana che non ho notizie di Mike;
sono venuta qui per chiederti se sai dov’è, non
riesco a rintracciarlo.»