GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
In occasione della maratona notturna a base di FANON!
- Allora,
te l’ha chiesto?
- No.
–
rispose secca.
Pansy
sembrò
delusa più di lei, ma si affrettò a far sparire
il broncio dal viso per
sorriderle: - Che imbranato!
- Non
è
imbranato, Pansy, è solo tardo.
–
soffiò fuori Daphne affondando il cucchiaino nello zucchero
quasi come se
volesse accoltellarlo. - Sono settimane che si porta dietro quel
maledetto
cofanetto. Lo so! Cosa aspetta a darmelo? Se l’ha comprato
per me, è giusto che
io lo abbia!
- Magari
sta aspettando il momento adatto.
- Settimane! – ripeté
con voce acuta
mentre girava il thé con impeto, facendolo schizzare da
tutte le parti.
Pansy ebbe
la premura di non farle notare che aveva bagnato anche il quadro della
sua
prozia e si portò la tazza alle labbra.
-
È
normale essere insicuri con una madre del genere. Sette, Daphne, sette
mariti
morti. E nessuna prova ad incolparla. È chiaro che le donne
lo spaventino.
Daphne
posò
la tazza sul piattino con forza e altro thé si
rovesciò sul tavolino e sul
tappeto ai loro piedi.
- Se non
si sbriga, sarò io a fargli sapere
cos’è il terrore.
- Abbi
pazienza e non essere precipitosa. Vedrai che il momento
arriverà presto.
*
Il braccio
di Blaise le cinse un fianco nudo e la sua testa si
posizionò nell’incavo del
suo collo per baciarle un lembo di pelle.
Se avesse
chiuso gli occhi, Daphne avrebbe potuto addormentarsi senza
difficoltà,
accompagnata dal ritmo ancora irregolare del respiro
dell’amante e dal calore
del suo corpo.
Daphne
avrebbe
potuto. Avrebbe dovuto.
- Blaise?
- Mh?
- Blaise,
io non ti ucciderò per ottenere i tuoi soldi. –
disse chiaramente.
Passò
qualche
secondo di assoluto silenzio. Daphne sapeva che l’altro non
dormiva. Avrebbe respirato,
nel caso.
- Cosa?-
bofonchiò infine, più perché spinto
dal bisogno di ossigeno che da una vera e
propria spiegazione.
Lei
cercò
il suo sguardo: - Ti ho detto che non hai nulla da temere. Non ho
nessuna
intenzione di ucciderti.
- Ma io
non…
- Oh
sì
che lo hai pensato, altrimenti non si spiegherebbe perché
non mi hai ancora
chiesto di sposarti.
Lui
tentò
una risatina:- Ma Daphne, è una cosa di cui non abbiamo mai
parlato...
- Bene,
parliamone. Voglio vedere l’anello. – disse
mettendosi seduta sul letto.
- Quale
anello?
Avrebbe perso
la pazienza lo sapeva. Al diavolo Pansy Parkinson, non era lei a dover
sopportare la faccia fintamente interrogativa di Blaise.
- Zabini,
tira fuori l’anello o giuro che io ti ammazzo. –
fece minacciosa.
Ora il
ragazzo rideva della grossa e questo non fece che farla infuriare ancor
di più.
- Non
avevi detto che non l’avresti fatto?
- Per i
tuoi soldi no, per la mia salute sì! –
tuonò battendo i pugni serrati sul
materasso.
Così
finalmente lui prese la bacchetta dal comodino di fianco a letto e
richiamò a
sé un cofanetto quadrato di velluto nero.
Ancora
ridacchiava
quando glielo porse.
- Sono
pazzo a voler passare il resto della mia vita con te.
Sul viso
di Daphne appena colorito si era stampato un morbido sorriso. Lo
rigirò tra le
mani, ne accarezzò la superficie, misurò il suo
peso con la mano.
Le
sembrò
improvvisamente assurdo che in quel cubetto fosse contenuto tutto il
suo
futuro.
-
Allora?- la incitò Blaise – Adesso non vuoi
più aprirlo?
Alzò
gli
occhi su di lui e fu nell’incrociare i suoi occhi ancora
ridenti e un po’
emozionati che capì. Non era il suo futuro. Non lo era
quell’anello, né gli
arazzi, né il maniero.
Solo Blaise
lo sarebbe stato. E per adesso l’importante era che lui
volesse esserlo.
Lo
posò
quindi sul comodino dalla sua parte:- Non ne ho bisogno.
- Dammelo
di nuovo allo...
- No.-
disse lapidaria.