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Autore: Rhoy    03/07/2011    3 recensioni
"Sua zia diede uno strattone al ragazzo che teneva saldamente, da dietro, conficcandogli l'estremità della bacchetta nella pelle del collo. Le sue labbra scurite dal rossetto si mossero, probabilmente in un incoraggiamento, prima di piegarsi in una curva innaturalmente pregna d'aspettativa."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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« Draco... osserva bene, figliolo... Se saremo noi a consegnare Potter al Signore Oscuro... tutto verrà... perdonato, tutto sarà come prima, capisci? »

Un paio di occhi grigi fissi sulla sua tempia destra, imploranti e perforanti, disperati ed aggressivi al tempo stesso. Quelle fibre color platino che si appiccicavano alle labbra dischiuse ed inumidite, affamate di pietà. Il fiato di suo padre che si infrangeva contro la sua mandibola.

Accontentalo.

Gli occhi di Draco Malfoy saettavano da un dettaglio all'altro della stanza, evitando il volto del prigioniero, eppure sfiorandolo senza volerlo. Il volto giovane e scarno disegnato di pura indecisione, di terrore. Il terrore dell'inconsapevolezza. Il terrore di un bambino, messo davanti alla scelta di ciò che vorrà essere quando sarà grande: un avventuriero o un principino.
Il petto si alzava, sotto al vestito nero, mentre la mano del padre gli stringeva una spalla con malcelata disperazione.

Finiscila qui.

Sua zia diede uno strattone al ragazzo che teneva saldamente, da dietro, conficcandogli l'estremità della bacchetta nella pelle del collo. Le sue labbra scurite dal rossetto si mossero, probabilmente in un incoraggiamento, prima di piegarsi in una curva innaturalmente pregna d'aspettativa.

Stronca.

Abbassò lo sguardo sul viso del ragazzo, inginocchiato sul pavimento, con il capo rivolto verso l'alto, ben in vista. Il riflesso argenteo lunare creava giochi di luce ed ombra sul suo viso gonfio e difforme, evidenziando le labbra turgide e disarmoniche, il naso storto e privo di carattere, la linea irregolare ed imprecisa degli zigomi bitorzoluti, la sagoma oscena degli occhi socchiusi e rigonfi come quelli di un animale sofferente. Carne che sembrava modellata dalle mani di un pazzo, le curve turpi di un errore mai perdonato.

Annienta.

La stretta della mano di Lucius si fece ferrea, appena prima di tremare e mollare la spalla del figlio, che si curvò in avanti, accovacciandosi. Il volto poco più in alto, ad una decina di centimetri da quello del prigioniero. Le iridi color antracite che vacillavano, incontrando quelle smeraldine del ragazzo che fronteggiava. Talento, coraggio, forza, altruismo. Odio profondo per tutto questo.

Concludi.

Chiuse gli occhi di scatto, prima di riaprirli sulla fronte del prigioniero. Prima di studiare quella forma indistinta che la sfregiava, incisiva e distorta. Quella cicatrice che si tracciava da sola in maniera plastica, nei punti in cui la pelle tirava, sopra i muscoli facciali contratti e gonfi. Un curva senza una particolare storia, una ferita senza significato.

Uccidi.

Le narici di Draco si dilatarono per un solo, brevissimo istante. Si rialzò, mentre le mani lottavano per non mostrare alcun genere di tremore. Lo stomaco, costretto nello spazio angusto del suo busto troppo magro, si contrasse.

Fallisci.

Scosse il capo, dandosi un attimo per trovare la voce. « No » fu il sussurro che echeggiò nella fredda stanza del maniero. Ogni singolo membro presente in essa rimase in silenzio, con lo sguardo fisso su di lui. Le labbra rimaste dischiuse, a lasciare che le sue stesse parole sussurrate e tremanti vibrassero nell'aria, gli spaccassero i timpani « Non è lui ».

Fallisci. Con onore.

Il sorriso di Bellatrix andò a spegnersi con lentezza, colmo di delusione, mentre Draco poteva quasi percepire le spalle di suo padre, dietro di lui, incurvarsi nuovamente, il suo viso ingrigirsi di nuovo odio e smarrimento. Tenne lo sguardo inchiodato a quello di Harry Potter: il volto deformato rimasto impassibile, le iridi verdi piene di gratitudine ed incomprensione.
Mosse un paio di passi indietro, distogliendo lo sguardo da quello del nemico che aveva salvato.
Da quello che era un nemico per lui, ma non per il mondo che avrebbe voluto.

Svanisci nel nulla.
Smentisciti. Salva il mondo. Uccidi te stesso.
Cresci. E muori.

   
 
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