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Autore: zenzero    03/07/2011    1 recensioni
La storia inizia come in tante altre storie: due giovani uomini si ritrovano su di un'isola. Ma essa non è affatto deserta. Oltre ad un grosso cane, infatti, vi abita anche una ragazza decisamente diversa dalle altre...
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Due Parole Avevo sentito tutto. L’acustica della grotta era molto buona, e si udivano bene i rumori all’interno di essa. E anche le voci, anche se con il rimbombo.
Il signorino Ivan era davvero uno stupido orgoglioso, mentre Daniel sembrava più gentile. Ma è bene non fidarsi delle apparenze. Quando poi quello scemotto di Ivan si decise ad uscire dalla grotta, io mi ricordai che non avevo fatto quel che dovevo fare e mi diressi verso la fonte.
 -Ehi, aspetta!- gridò questi, rincorrendomi.
Io mi girai appena, come se avessi notato solo in quel momento la sua presenza, e poi tornai a camminare. Ero ancora arrabbiata con lui. Il ragazzo mi seguì, ed io velocizzai il passo. Fu spassoso vederlo mettersi a correre e sbuffare per raggiungermi. Comunque alla fine arrivammo alla sorgente di ieri. Mi chinai e immersi la brocca nell’acqua.
Ivan mi si sedette accanto, ansimando.
 - Uff... finalmente... - disse, e bevette un po’ d’acqua, - uhh, Che corsa!
Io mi lavai le mani e me le passai sui capelli per proteggermi dalla calura.
Ivan si schiarì la gola.
 -Ecco, senti…- incominciò.
 -Sì?
  - Volevo dire che.. forse..ecco..non avrei dovuto comportarmi così. Dirti quelle cose, insomma.
Mi sedetti e infilai i piedi nudi nell’acqua, per lavarli e rinfrescarli, senza prestargli attenzione.
- E’ che noi non ci aspettavamo..cioè..io..non mi aspettavo..che qualcuno si comportasse così..con noi..
Ne abbiamo passate di tutti i colori e alcuni individui non sono stati poi così gentili nei nostri confronti.
 Quindi ci aspettavamo che anche una ragazza con..un’altezza particolare come la tua..volesse approfittare della nostra debolezza.
Credo potesse bastare. Per lui doveva essere stato uno sforzo notevole. Mancava solamente una cosa.
 -Basterebbe che tu mi dicessi due sole paroline.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi.
- “Ti aiuto”..a portare l’acqua, intendo.
Sbattei i piedi velocemente, e casualmente gli schizzi lo bagnarono.
- Ti andrà meglio la prossima volta, - dissi, delusa, e mi alzai in piedi reggendo la brocca. Camminai via.
- Mi dispiace.
Mi fermai, stupita.
- Non dovevo fare così, scusami-  disse un po’ affranto.
Wow. Lo aveva capito. Mi avvicinai a lui, e sorrisi.
 -Va bene. E poiché lo hai chiesto espressamente, l’acqua la porti tu.
Gli affibbiai la brocca alta la metà di lui, e me tornai a casa.

   
 
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