Ivan e Daniel seduti su un tronco ammiravano il panorama circostante, mentre Gilda cercava di disincagliare la loro scialuppa dagli scogli.
- Credo sia meglio lasciarla fare, e rimanere seduti, -mormorò Ivan.
-Già. E poi, non è affatto male, - disse Daniel guardando davanti a sé.
-Parli del panorama o della ragazza? - chiese il giovane. Daniel non rispose e voltò il collo in un’altra direzione, mentre il volto si era un po’ arrossato.
Poi però qualcosa sembrò fargli dimenticare l’imbarazzo. Si sistemò meglio gli occhiali per verificare di aver visto bene. No, non si stava sbagliando.
-Sì, l’ho vista anch’io, - mormorò Ivan, diventando serio.
Gilda alzò lo sguardo dal suo lavoro e vide la sagoma di una nave in lontananza, che si stava avvicinando. Non era di grandi dimensioni ma aveva un profilo stranamente cupo. Ed era priva di bandiere.
Tornò a riva velocemente.
- Quella nave.. - iniziò Gilda.
- Sì, lo sappiamo, - disse Ivan, - credo si tratti proprio dei pirati di cui ti abbiamo parlato. Probabilmente dovranno rimpolpare le scorte di cibo e acqua, poi ripartiranno. Se ce ne stiamo nascosti..
-Quanti sono?- chiese la ragazza, interrompendolo a sua volta.
-Non vorrai mica..- fece il ragazzo, incredulo.
-Una ventina, più o meno, - interruppe anche Daniel.
- Bene.
- Daniel, ti ci metti anche tu, adesso?
- Scusi, signore. Lei, signorina…cosa vuole fare?
Gilda serrò strettamente i pugni.
-Questa è la mia isola. Non lascerò che quegli sporchi maiali facciano i loro comodi. E poi, anche voi avete bisogno di una nave, no?