Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    03/07/2011    1 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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How I met his mother

< Rob? > mugugnai appena sveglia e allungai la mano su tutto il materasso per cercarlo, ma ogni volta questa rimbalzava.
Mi misi a sedere e mi grattai la testa, intontita come non mai e ad un certo punto vidi Tom girare con uno sguardo distrutto come il mio e in boxer.
< Tom? Dov'è Robert? >
< Sotto la doccia > replicò guardandomi < e se si desse una mossa andrei in bagno anche io! >
Risi e mi tirai su dal letto, raggiungendo quello che ormai potevo definire anche un mio amico: Tom era davvero simpatico e mi divertivo con sua compagnia.
< Si è chiuso a chiave? >
< Boh, che ne so > replicò Tom sbadigliando < cavolo, che si muova! Devo pisciare! >
< Come sei fine, Tom > gli dissi con un finto sguardo di disapprovazione e dopo essermi accostata alla porta girai la maniglia, constatando che non si era chiuso a chiave, così aprii la porta < vatti a vestire, io tanto vado in bagno > continuai ridendo e gli chiusi la porta in faccia.
< Stronza! > esclamò Tom dall'altra parte della porta.
< Buongiorno, Rob > dissi tutta pimpante.
< 'Giorno, Mitchie > rispose da sotto la doccia < hai dormito bene? >
< Molto > replicai sbadigliando < ma da quanto sei sveglio? >
< Da non molto >
Feci la pipì e tirai l'acqua, mi lavai le mani, mi sciacquai la faccia e scostai la tenda della doccia, trovandomi davanti agli occhi quella meraviglia di Robert.
< Buongiorno >
< Cosa fai? > chiese sorridendo.
< Volevo un bacio > risposi sorridendo a mia volta e mi accontentò.
< Mi fai compagnia? > domandò guardandomi malizioso e mi porse la mano.
< Scusa, ma sto per uscire >
< Dove vai? >
< Starbucks. Vado a prendere la colazione per tutti. Cosa vuoi? >
< Prendo quello che prendi tu >
< Topi morti? >
< Con una spruzzata di panna sopra >
< Sarà fatto >
Rise e lo lasciai tornare alla sua doccia, nel frattempo io ero tornata in camera a scegliere cosa mettere. Per prima cosa aprii la finestra e constatai che era nuvoloso fuori, ma non era tempo da pioggia, così tirai fuori dalla valigia una minigonna bianca e una camicetta a righe blu e bianca, mi infilai un paio di sandali e mi truccai.
< Dove vai così bella? >
< Nello stesso posto dove dovevo andare prima > replicai mentre mi passavo il lucidalabbra.
< Hai bisogno di soldi? >
Mi voltai a guardarlo e ci pensai su: effettivamente non avevo ancora cambiato i dollari con le sterline.
< Sì, grazie. Più tardi vado a prendere un po' di sterline e ti rendo tutto >
< Non essere ridicola > ribatté prendendo in mano il suo portafoglio e mi porse tre banconote da dieci sterline < ti potresti fermare in edicola a prendere il Time? >
< Sicuro > dissi sorridendo e lo baciai.
Uscii dalla camera da letto e andai da Tom, gli chiesi cosa volesse e infine mi incamminai verso Starbucks.
Una volta entrata dentro mi avvicinai al bancone, ordinai tre frappuccini, un muffin al mirtillo e due al cioccolato. Quando la ragazza mi consegnò l'ultimo frappuccino, questo mi cadde dalle mani e finì per terra, sporcando le mie scarpe e quelle di una donna accanto a me.
< Cavolo! Mi scusi, mi dispiace un sacco! >
< Non preoccuparti, non è la fine del mondo > replicò la signora mentre si puliva l'orlo dei jeans.
< Sono…sono desolata > dissi imbarazzata e la guardai negli occhi: era una donna di bell'aspetto, abbastanza alta e con i capelli tendenti al rossiccio, mentre gli occhi erano verdi brillanti, come quelli di Robert alla luce del sole, oltretutto.
Ordinai un altro frappuccino, mi scusai una seconda volta con la signora e rientrai a casa, raccontando quello che era successo ai due ragazzi, che non fecero altro che prendermi in giro. E mi ero pure dimenticata la rivista.
< Piantatela > li ripresi imbronciandomi.
< Coraggio, Michelle, stiamo scherzando >
Li fulminai con lo sguardo e mi misi a sedere sul divano in mezzo a loro.
< Michelle, la mia rivista? >
Voltai la testa di novanta gradi, anche se mi parve di fare un giro di quattrocentocinquanta gradi contati e assottigliai lo sguardo. Davvero voleva disturbare il can che dorme?
< Prego? >
< Io, ehm… > rispose deglutendo < hey, perché non vieni a vedere la sorpresa? >
Sorrisi e mi alzai piena di energia.
< Ci sto! > corsi in camera trascinandolo con me e mi sedetti sul letto, aspettando il regalo come un bambino aspetta la mattina di Natale.
< Ecco, tieni. Spero ti piacciano >
Presi il pacco dalle sue mani e lo aprii: dentro vi trovai una canotta bianca, quasi trasparente, un paio di jeans bianchi e un gilè beige, che si allacciava sotto il seno con dei fili.
< Ma…è tutto stupendo! Dove l'hai preso? >
< Nel tuo negozio preferito >
< Scherzi? >
< Affatto. Due giorni fa, quando tu eri a scuola. Ero in giro con Emma e siamo passati davanti al negozio per caso, mentre uscivo da Radio Sunshine. Ho visto questo completo e mi sei venuta subito in mente >
< Grazie tesoro! > esclamai appoggiando il tutto sul letto e lo abbracciai.
< Li indosserai per il pranzo? >
< Assolutamente >
< Okay, vatti a vestire che poi andiamo >
Sorrisi ancora una volta e mi cambiai di corsa, indossai un paio di stivali bianchi, una cintura marrone e dopo essermi truccata fui pronta per uscire.
< Che visione > dissi divertita mentre guardavo Robert sgranocchiare delle noccioline e Tom, in boxer come questa mattina, che tentava di rubargliele ed entrambi erano rapiti dallo schermo.
< Mai quanto quella che stiamo vedendo noi > ribatté Tom mentre prendeva le ultime noccioline di Robert e se le portava in bocca.
< Parli di me, vero? > domandai mettendomi davanti a loro e coprendo lo schermo.
< A dire il vero mi stavo riferendo alle modelle >
< Non dargli ascolto > disse Robert alzandosi in piedi e sorridendomi < sei pronta? >
< Certamente > risposi sorridendogli < sai, Tom, è un vero peccato. Mi avrebbe fatto veramente piacere essere una visione per te >
< Prometto di darti un'altra chance questa sera, quando il piccolo Robertino sarà andato a dormire >
< Replichiamo il sesso selvaggio di ieri sera? >
< Ci sto > disse sorridendo malignamente.
< Mi sto pentendo di avervi presentato! > esclamò Robert mettendo su un adorabile broncio.
Sorrisi e posai una mano sulla guancia.
< Avanti, Rob, ci divertiamo a farti arrabbiare >
< Ha ragione, amico > intervenne Tom mentre gli tirava una pacca sulla spalla egli fregò il piattino per riempirselo ancora di noccioline < divertitevi, ci vediamo più tardi >
< Direttamente da Susy? >
< Sì, come ti pare > ci liquidò Tom, tornando a concentrarsi sulla televisione.
< Va bene, andiamo > disse Robert mentre prendeva la chiavi della Range Rover < prendo la tua macchina >
< Okay > rispose Tom senza degnarlo di uno sguardo.
< Davvero ti lascia prendere la macchina? > domandai prendendo la giacca.
< Non ha ancora realizzato quello che ho detto. Vedrai quanto si incazzerà dopo >
< Non vedo l'ora > ribattei sghignazzando mentre mi accingevo a chiudere la porta.



< Dunque è questa la tua casa… > dissi mentre scrutavo nel dettaglio la casa che avevo davanti a me: i mattoni erano in pietra-vista, era a due piani e ricca di finestre; insomma, tipo di mattone a parte era una tipica casa inglese < mi piace la pietra-vista > aggiunsi senza distogliere lo sguardo dalla casa.
< Anche a mamma piaceva, infatti da piccolo mi raccontava sempre che ha discusso parecchio con papà per prenderla: essendo una delle poche case della zona ad essere state costruite così costava parecchio, ma non voleva sentir ragioni. E papà l'ha acquistata >
< Mi piace tua madre > dissi ridendo e scendemmo dalla macchina.
Incrociai le braccia e camminammo fino alla porta di casa.
< Sei pronta? > domandò.
< Stranamente sì. Sono curiosa di conoscere i tuoi genitori e quelle sante sorelle che ti hanno sopportato per tutti questi anni >
< Molto spiritosa > ribatté mentre suonava il campanello.
Sentii dei rumori provenire dall'interno della casa e la porta si aprì all'improvviso.
Merda fu il mio primo e unico pensiero. Non poteva essere, non potevo crederci. Mi stavo sbagliando, vero?
< Mamma! > esclamò Robert abbracciando sua madre.
< Robert, mi sei mancato da morire > rispose la donna mentre si teneva stretto suo figlio.
< Anche tu >
Sua madre lo guardò sorridente e quando voltò il suo sguardo verso di me, il suo sorriso dolce si trasformò in uno divertito.
< Salve di nuovo >
E invece dovevo crederci. Porca miseria.
< Vi conoscete? > chiese Robert stralunato, mentre io diventavo più rossa di un pomodoro.
< È la donna di questa mattina di Starbucks > risposi mentre diventavo sempre più rossa.
Robert sgranò gli occhi e alternò lo sguardo tra me e sua madre, finché non scoppiò a ridere, con tanto di lacrime. Il mio ragazzo era davvero un gran bastardo.
< Cosa succede qui fuori? > domandò un uomo, il padre di Robert presumibilmente, affacciandosi, mentre Robert non la finiva più di ridere ed io di arrossire.
Dio, come l'avrei strangolato una volta rimasti soli!
< Ehm…niente, lascia stare, papà… > disse Robert senza smettere di ridere < mamma, papà, lei è Michelle >
< Claire > rispose sua madre tendendomi la mano e sorridendomi.
< Salve, Claire > risposi stringendole la mano e ricambiai il sorriso, stessa cosa che feci con suo padre.
< Coraggio, entrate in casa! Starete sicuramente morendo di freddo…e di fame >
< Sì, io di fame > intervenni alzando un poco la mano e facendoli ridere.
Entrammo in casa e mi guardai intorno: era bella, c'erano appese un sacco di foto che le dava un aspetto da casa vissuta.
< Mitchie, vieni > disse Robert tendendomi la mano e li raggiunsi in sala.
< Ha davvero una bellissima casa, signora Pattinson >
< Ti ringrazio, Michelle >
Robert si sedette sul divano e mi invitò a sedermi accanto a lui, mentre sua madre mi offriva una tartina al salmone.
< E queste? > domandai indicandole.
< Beh, avremmo avuto un ospite speciale, dovevo fare bella figura > rispose sua madre sorridendo.
< Ma dai! Non doveva disturbarsi così tanto >
< Oh, sciocchezze > ribatté appoggiando il vassoio sul tavolino mobile e sedendosi difronte a me < devi sapere poi che Rob non ci porta mai qualcuno a casa, quindi questo è un grandissimo avvenimento >
Sorrisi e guardai amorevolmente Robert, il quale mi fece l'occhiolino.
< Mamma, quelle depravate delle mie sorelle dove sono? >
< Bada bene a come parli, babbione che non sei altro! > esclamò una voce che proveniva da dietro di noi e quando mi voltai vidi una ragazza bionda venire verso di me < tu devi essere la sua fidanzata, vero? >
< Ehm…sì, sono Michelle >
< Ciao, io sono Victoria, ma tu chiamami Vic > mi disse sorridendomi.
< È un piacere >
< Sei molto più carina che in foto, lo sai? >
< Grazie >
< Mamma, abbiamo incontrato Grace dal pasticciere! Mi ha detto che… > disse una seconda ragazza entrando in salotto e poi si bloccò guardandomi < ma lei non è la ragazza che ti ha rovesciato il frappuccino sui piedi questa mattina? >
In quel momento forse ero più rossa di quanto non lo fossi stata prima, mentre Robert aveva ricominciato a ridere come un matto.
< Mitchie, tu sai sempre come farti riconoscere! > esclamò Robert ridendo, mentre io non sapevo cosa dire.
La ragazza si portò la mano davanti alla bocca e mi guardò.
< Sei Michelle? >
< Già, piacere >
Ci stringemmo la mano e subito dopo Claire ci disse di accomodarci a tavola. Prima di raggiungere la sala da pranzo mi scusai con lei una seconda volta per l'incidente del frappuccino e la pregai di poterle pagare il saldo della lavanderia o di ricomprarglieli nuovi nel caso in cui fossero stati da buttar via, ma mi rispose di non essere sciocca e di tornare a sedere.
Presi posto tra Robert e sua madre e mi ritrovai davanti le sue sorelle.
< Come va la vita, Vichy? >
< Fottiti > rispose sua sorella squadrandolo malissimo.
< Victoria! > esclamò sua madre < Ti sembra il modo! >
< Ha cominciato lui! > ribatté Victoria sgranando gli occhi < Lo sa benissimo che odio quel nomignolo >
< Accipicchia, come siamo suscettibili oggi > ribatté Robert ridendo < anzi, ti sta solo bene che la mamma ti abbia sgridato. Devi imparare ad essere più educata, specialmente quando abbiamo degli ospiti >
< Piantala di fare l'idiota mammone e passami il piatto > lo rimbeccò sua madre ridendo.
< È proprio vero quello che hai detto nell'intervista, allora > sussurrai verso Robert, in modo che solo lui potesse sentire.
< E cioè? >
< Che nonostante la tua popolarità tua madre continua ancora a chiamarti idiota… >
< Ne dubitavi, forse? > rispose sarcastico.
< Cosa avete da confabulare, voi due? > domandò Lizzy, guardando sua sorella complice.
< Niente, fatevi gli affaracci vostri >
< Robert! >
< Mamma, hanno cominciato loro >
< Ma fa sempre così anche in America? > chiese Richard sporgendosi verso di me.
< Ecco, vede, signor Pattinson…c'è il rischio che questa sera possa dormire fuori dalla porta di casa, quindi è meglio se non le rispondo > risposi facendo ridere tutti, Robert compreso.
< Vedo che hai capito come va il mondo > disse Robert cercando la mia mano sotto il tavolo e stringendola.
< Ti piace la pasta al ragù, Michelle? > domandò Claire mentre mi porgeva il piatto.
< Sì, molto. Spesso, quando vado a casa della mia amica Jenny, alla sera lo cuciniamo >
< Io ho imparato questa ricetta da una mia compagna di college italiana >
< Ed è una sua specialità > intervenne Robert, guardando sua madre fiero.
< Lecchino > disse Victoria, camuffando la voce e tossendo.
< Victoria… > la riprese suo padre, ma lei rispose alzando gli occhi al cielo.
Per tutto il pranzo Robert e Victoria non fecero altro che punzecchiarsi e mi divertii come non mai.
< Victoria, piantala subito o niente dolce! Stiamo facendo una pessima figura con la nostra ospite! > esclamò Claire tutta rossa.
< Sta scherzando?! Mi sto divertendo come non mai. Siete fantastici! È così bello vedere una famiglia così unita. Non se ne vedono più di tanto al giorno d'oggi > risposi sorridendo.
< I tuoi sono separati, Michelle? > domandò Victoria, mentre mi porgeva una fetta di torta.
< Sì >
< Ma quanti anni hai? > chiese Lizzy curiosa.
< Diciannove >
< Li porti molto bene >
< Grazie > risposi sorridendo < oh, signora Pattinson, è stato tutto squisito >
< Ti ringrazio, sono contenta che ti sia piaciuto >
Dopo aver terminato il pranzo con il caffè, Robert mi propose di fare il giro della casa.
< Qui c'è la camera dei miei genitori, qui la camera di Lizzy, qui quella di Victoria, e qui… >  disse fermandosi davanti ad una porta bianca < la mia vecchia camera >
< Non vedo l'ora di vederla > sussurrai eccitata.
Robert mi sorrise e aprì la porta, facendomi entrare per prima.
< Non fare caso ai poster e a tutto il resto, ci ho vissuto fino a diciotto anni >
< È bellissimo > sussurrai estasiata mentre mi guardavo intorno. Attaccati alle pareti c'erano un sacco di poster: Il Signore degli Anelli, Fast and Furios, Il Silenzio degli Innocenti…c'era addirittura un poster dei Nickelback e, accanto al letto, una seria di foto di attrici e modelle nude. < L'angoletto porno? > domandai divertita.
< Oh dio… > sussurrò mentre si precipitava a staccare le immagini.
< No, lascia! > esclamai ridendo < Fanno parte del tuo passato >
Lo presi per mano e mi avvicinai verso la libreria, notando tra i vari scaffali i suoi vecchi libri di scuola e i fumetti dei Simpson.
< Geniali > dissi mentre ne tiravo fuori uno.
< Sono meglio i cartoni, però >
< Concordo > risposi, riponendo il giornale al proprio posto.
Voltai lo sguardo verso il letto e vidi sul comodino due quadretti: il primo raffigurava lui e Tom il giorno del diploma e lo stavano mostrando entusiasti mentre si stavano abbracciando. La seconda, invece, ritraeva lui e il suo vecchio cane Patty.
< La mia Patty > sospirò mentre appoggiava il mento sulla mia spalla e guardava la foto.
< Ti manca? >
< Da matti, era un cane speciale. Ho vissuto un sacco di momenti magnifici con lei >
Sorrisi e posai la foto.
< Io avevo un pesce rosso, non so se può definirsi la stessa cosa. Ma gli ero molto affezionata >
< Come è morto? >
< Gli ho dato troppo da mangiare > risposi e Robert rise < Robert, avevo nove anni! >
Eppure non accennava a voler smettere di ridere, così mi sedetti sul letto imbronciata.
< Lo sai che scherzo, vero? > chiese prendendo posto accanto a me e avvicinò la bocca al mio orecchio, iniziando a dargli dei leggeri morsi.
< Rob > lo chiamai tentando di allontanarlo, ma mi bloccò i polsi e mi fece stendere sotto di lui, mentre le sue labbra stavano toccando le mie < Rob? >
< Che c'è? > domandò slacciandomi il gilè e alzandomi la canotta.
< C'è la tua famiglia di sotto >
< E quindi? > continuò baciandomi il collo, la mandibola e infine l'ombelico, mentre i miei respiri si facevano sempre più irregolari.
< Robert?! > lo chiamò sua madre < Puoi scendere per piacere, c'è zia Jane al telefono! >
Robert interruppe la piacevole tortura e si alzò, guardandomi con un ghigno.
< E mi lasci così… > insoddisfatta?
< C'è zia Jane al telefono > rispose Robert ridendo < non ti muovere >
Lo guardai allontanarsi e dopo essermi rivestita scesi al piano di sotto, raggiungendo le sue sorelle.
< Cosa fate, ragazze? > chiesi a Victoria e a Lizzy.
< Tu la conosci Claudia? > rispose Victoria guardandomi.
< Prego? > dissi senza capire e mi mostrarono una foto di Robert a dieci anni: Victoria e Lizzy gli avevano fatto indossare una minigonna in jeans e una maglietta a mezza manica bianca e, dal momento che aveva i capelli un po' lunghi, gli avevano fatto i codini.
Presi in mano la foto e la guardavo con occhi sgranati.
< Cosa sta succedendo qui? > chiese Robert affacciandosi alla sala e nel momento in cui i nostri occhi si incrociarono scoppiai a ridere, con tanto di lacrime < Ma che diavolo…? > continuò avvicinandosi a me, mentre io ero piegata in due dal ridere e faticavo a respirare e mi strappò di mano la foto < Voi due siete due grandissime bastarde, lo sapete? >
Cercai di darmi un minimo di contegno mentre lui era ancora accanto a me e di lì a poco ci raggiunsero anche i suoi genitori.
< Io…io… >
< Vorresti dire che ti dispiace di avermi preso in giro, Mitchie? > domandò Robert guardandomi.
< Io non avevo idea che il rossetto ti stesse così bene > risposi e tutti scoppiarono a ridere, mentre il diretto interessato mi guardò offeso.
< Non mi piace che ti coalizzi prima con Tom e poi con le mie sorelle >
Smisi di ridere e lo baciai sulla guancia.
< Rob, solo qualcuno privo di humour rimarrebbe impassibile davanti a questa foto >
< Io non sto ridendo > ribatté.
< Perché tu sei un musone patologico. Lo diceva anche la signora dell'orfanotrofio >
< Ricominci ancora con questa storia, Vic? > disse Robert sbuffando < Okay, ora dobbiamo proprio andare. Tom ed io questa sera suoniamo nel locale di Susy, perché non venite a fare un salto? >
< Mi dispiace, tesoro, questa sera siamo dagli Shelton > rispose sua madre abbracciandolo.
< Va bene, allora verrò a trovarvi prima di tornare in America > disse ricambiando l'abbraccio < e voi, piccole streghe? Verrete? >
< Io ci sarò! > esclamò Lizzy abbracciandolo, stessa cosa che fece Victoria.
< Michelle, tu ci sarai, vero? > chiese Victoria abbracciandomi.
< Certamente > risposi sorridendo < ci vediamo là >
Salutai e abbracciai anche Lizzy, poi mi dedicai ai suoi genitori.
< Grazie per il pranzo, signora Pattinson, è stato fantastico >
< Mi fa piacere e spero di rivederti presto > rispose sorridendomi e anche lei mi abbracciò, mentre con suo padre mi limitai ad una stretta di mano.
< Arrivederci, signor Pattinson >
< Ciao, Michelle > disse sorridendo.
Uscimmo da casa dei suoi genitori e rientrammo in macchina.
< Come è andata? > domandò guardandomi curioso.
< Non hai idea di quanto tu sia fortunato > gli dissi sorridendogli < hai una famiglia fantastica che ti adora ed è stata una gioia per me essere qui con te. Io non so più cosa voglia dire avere una famiglia unita e stare qui con i tuoi, anche se solo per qualche ora, mi ha fatto sentire parte di una famiglia. Ti invidio tanto per questo, lo sai? >
< Mi si spezza il cuore sapendo tutto quello che hai passato >
Abbozzai un sorriso e guardai fuori dal finestrino. Quello che sapeva lui era un quarto della mia infanzia difficile. Arrivati davanti a casa uscimmo dalla macchina e rientrammo in casa, trovandoci davanti alla porta Tom incazzato nero.
< Brutto stronzo, mi hai fregato la macchina! >
< Sì, ma sono anche venuto a riprenderti > ribatté sorridendogli.
< Non mi interessa! E guai a te se le hai fatto un solo graffio! >
< No, tranquillo. È ancora immacolata >
< Sarà meglio. Vogliamo andare? >
< Sì > rispose Robert guardandomi e sghignazzammo entrambi.



< Siete in ritardo! > esclamò Susy, mentre ci guardava malissimo.
< Ci siamo fermati a mangiare qualcosa da Nando's prima di venire qui > rispose Tom sorridendole < e in ogni caso non è per colpa mia se abbiamo tardato così tanto >
< Eh, certo! Sta a vedere che è sempre colpa mia! > ribatté Robert mentre seguiva il suo amico.
< Il vostro camerino è infondo alle scale, a destra! > disse Susy, sperando che l'avessero sentita < Uomini >
< Sono sempre zucconi > risposi sorridendole.
< Coraggio, ti faccio accomodare > mi disse e mi fece accomodare nel tavolino più vicino al palco, dove trovai già sedute Lizzy e Victoria.
< Ciao! >
< Finalmente sei arrivata! > esclamò Victoria abbracciandomi.
< Prima di venire qui Tom e Rob mi hanno trascinato a cenare da Nando's. Non ricordavo che fosse così buono! >
Chiacchierammo per un paio di minuti e poi mi alzai per andare a prendere da bere. Quando mi voltai vidi che i tavoli erano praticamente tutti pieni di ragazzine con un sacco di peluche e cartelloni.
Attesi dieci minuti in fila, presi le birre e tornai a sedermi.
< Hai visto quanta gente per nostro fratello e Tom? > disse Lizzy guardandomi.
< Già > risposi guardandomi intorno.
< Michelle, posso essere onesta con te? Ma non offenderti, ti prego >
< Dimmi tutto >
< Tu lo sai di essere troppo per Robert, vero? > domandò e scoppiai a ridere.
< Lo so, ma mi ha conquistata e non posso farci niente >
In quell'esatto momento partirono urla e applausi e vidi Tom e Robert salire sul palco.
< Ehm…buonasera a tutti > disse Robert mentre sistemava la chitarra sulle sue gambe e le urla aumentarono < innanzitutto vi chiediamo scusa. Il mio amico Tom ed io non abbiamo avuto modo di provare le canzoni, per cui non abbiamo la minima idea di cosa suonarvi. Lo so che suona male sentire questo, ma è la pura verità. Quindi se avete voi delle richieste… >
< Ti amo, Robert! > esclamò una voce dal fondo del locale.
< Grazie, chiunque tu sia! La prima canzone è dedicata a te >
Robert confabulò qualcosa con Tom e incominciarono a suonare insieme le prime note di Never Think.
Appoggiai i gomiti sul tavolo e ascoltai la canzone, rapita dalla sua voce. Susy corse sul palco a portare loro una bottiglia d'acqua e nel frattempo qualcuno lanciò un peluche sul palco. La canzone successiva fu To Roam e per i primi quaranta minuti suonarono e cantarono, perché anche Tom cantò, le canzoni che facevano parte del repertorio di Robert.
< Tu e Robert come vi siete innamorati? > domandò Lizzy.
< Non ve l'ha mai detto? > chiesi curiosa.
< Lui non ci racconta mai niente > ribatté Victoria guardandomi.
< L'ho conosciuto più o meno a metà ottobre, lui si era trasferito nella casa accanto alla mia. Sapete, quando l'ho scoperto non potevo crederci, perché ero una sua fan. Anzi, a dire il vero l'ho conosciuto in circostanze piuttosto imbarazzanti e all'inizio non è che mi stesse proprio simpatico, era come se mi fosse cascato un mito. Poi col tempo l'ho conosciuto, ho imparato ad apprezzarlo e siamo diventati amici, ottimi amici. Poche settimane dopo avevo realizzato che per me non era un semplice amico, ma a quel tempo si frequentava con Kristen, per cui avevo deciso di farmi da parte, mi bastava essergli amica. Poi lui mi ha confessato di essersi preso una cotta per me e dopo vari casini abbiamo deciso di frequentarci, arrivando dove siamo arrivati ora >
Finii la mia birra e ascoltammo le ultime canzoni di Robert, poi lui e Tom suonarono alcune cover, come ad esempio Downbound train del mitico Bruce Springsteen, Message in a bottle dei Police, The funeral dei Band of horses, Use somebody e Sex on fire dei Kings of Leon e infine My hero, dei Foo Fighters, con la quale mi commossi.
< Michelle, stai bene? > chiese Lizzy nel vedermi piangere.
< Sì, è solo che…vostro fratello è eccezionale > risposi guardandolo suonare estasiata e in quel momento lo vidi puntare lo sguardo verso di me e mi lanciò uno sguardo interrogativo, al quale risposi sorridendo.
Verso le dieci e mezza smisero di suonare, si fermarono a raccogliere i pupazzi che un sacco di ragazze aveva lanciato sul palco, incluso il reggiseno che Victoria, per scherzo, aveva lanciato, firmarono autografi e fecero un sacco di foto, mentre io mi ero dileguata in bagno per darmi una sistemata. Quando infatti arrivai davanti allo specchio mi presi paura nel vedere il mascara che mi era colato.
Restai in bagno per diverso tempo, giusto per assicurarmi di essermi calmata e di comportarmi come se non mi fosse successo niente e quando tornai a sedermi vidi che il locale si era svuotato abbastanza, fatta eccezione per qualche gruppo di fan di Robert che erano rimasti lì ad osservarlo e che Robert e Tom si erano aggregati al nostro tavolo.
< Ragazzi, complimenti! > esclamai sorridendo mentre li abbracciavo.
< Ti siamo piaciuti, Michelle? > domandò Tom indicandomi la sedia vuota tra lui e Robert.
< Altroché! Siete stati fenomenali >
Susy si complimentò con i due musicisti e ci portò un altro giro di birre.
< Ragazzi, a proposito…dov'è il mio reggiseno? > chiese Victoria con non calanche e Tom la guardò sgranando gli occhi.
< Allora sei tu la pazza del reggiseno! > esclamò ridendo e da quel momento non fecero altro che punzecchiarsi, mentre Lizzy se la rideva.
< Mitchie, stai bene? > chiese Robert parlando a bassa voce.
< Sicuro, perché me lo chiedi? > risposi sorridendo.
< Prima stavi piangendo >
< Non è niente, mi sono commossa nel sentire My hero. L'hai cantata divinamente >
Robert mi sorrise e mi baciò sulle labbra.
< Sono contento che ti sia piaciuta >
< Poche effusioni, ragazzi, siamo in un luogo pubblico > disse Tom prendendoci in giro.
< Io sono stanco morto > disse Robert sbadigliando.
< Ma se sono solo le undici! > esclamò il suo amico < La notte è ancora giovane >
Risi e scossi la testa.
< Torniamo a casa? > domandai mentre gli accarezzavo una guancia.
< Se la scusa della stanchezza è perché volete fare sesso, siete pregati chiudete la porta della stanza > ci punzecchiò Tom.
< Oppure tu potresti sempre evitare di affacciarti alla porta della mia camera > rispose Robert a tono.
< Senti, quella è casa mia! >
< Ma era anche la mia >
< Sì, ma ora ci vivo io >
< È lo stesso, io pagavo l'affitto >
< E io lo pago ancora >
< Ma piantatela, bambini! > esclamò Lizzy < Rob, prendi la macchina di Tom, noi lo teniamo ancora un po' qui, così ognuno farà quello che vuole >
< No, la mia macchina no >
< Tom, nessuno ha chiesto il tuo parere > disse Victoria mentre gli tirava uno scappellotto in testa, gesto al quale scoppiammo tutti a ridere.
Salutai Lizzy, Victoria e Tom con un abbraccio e poi Robert ed io rientrammo in macchina.
< Finalmente un po' da soli… > mi disse Robert mentre mi baciava il collo una volta arrivati sotto casa.
< Oggi è stata una giornata a dir poco movimentata > replicai ridendo < ma è stata splendida >
< Ne sono felice > ribatté mentre mi appiccicava al vetro della macchina.
< Rob? Che ne dici di spostarci di sopra? > chiesi mentre guardavo una signora che ci guardava disgustata e quando glielo feci presente si mise a ridere.
< Agli ordini > rispose scendendo dalla macchina e quando entrammo in casa andai a vedere il mio cellulare, che avevo lasciato a casa per farlo caricare, e vidi che Bianca mi aveva lasciato un messaggio in segreteria: stranamente mi aveva detto di divertirmi, ma mi cadde di nuovo in basso quando mi raccomandò di fare bella figura con i suoi futuri suoceri, di mangiare cibi sani per non ingrassare ulteriormente e nell'ultima parte del suo breve monologo, la mia preferita in assoluto, mi disse di tornare a casa con qualche capo firmato e di non comprare i soliti stracci, specialmente perché ora poteva permettersi di tutto, visto che era tornata a lavorare.
< Non vedo l'ora di aver dato gli esami e di partire per il college solo per essere lontana miglia e miglia da lei >
< Tu…te ne vuoi andare? > domandò guardandomi pietrificato.
< Ho il college, Robert >
< E dove vorresti andare? >
< A Yale > risposi senza esitazione.
< Yale è parecchio lontana da Los Angeles >
< Ma è uno dei college migliori d'America in campo medico >
Si sfilò la giacca e la appese sull'appendiabiti.
< Non avevo mai pensato al discorso college > ribatté piano, ma udii benissimo la sua risposta, ciò nonostante non dissi niente per timore di iniziare una futile discussione, futile perché io sarei andata al college, che gli piacesse o meno, e tra noi due calò un silenzio piuttosto imbarazzante < hai fatto qualche altra domanda da qualche altra parte? >
< Sì, alla Brown e a Pinceton >
< E…hai già avuto qualche risposta? >
< Non ancora > risposi mentre mi mettevo le mani in tasca e poi mi avvicinai a lui < sappi che nonostante la distanza tra noi non cambierà niente >
Sospirò e mi afferrò per i fianchi.
< Ciononostante sono terrorizzato all'idea di saperti lontana >
< E perché mai? > domandai accennando un sorriso < Anche tu quando hai qualche film parti e stai via per dei mesi. E comunque dopo tutta questa fatica io non ho intenzione di mollarti, quindi non ti libererai di me, nonostante la distanza >
< Beh, questo mi rassicura >
Risi e appoggiai le labbra sulle sue, mentre mi prendeva in braccio e di lì a poco il nostro bacio si fece appassionato.
< Rob? > lo chiamai mentre lo tenevo per i capelli.
< Sì, Mitchie? >
< Questa volta la chiudiamo a chiave la porta, vero? >
Robert rise e mi strinse a sé.
< Sì, questa volta la chiudiamo > rispose facendo scattare la serratura.


Dalla scrivania di Charlie: “Buongiorno angeli!” Come state, care mie ragazze? Vi state divertendo in vacanza? State andando al mare? Vi siete abbronzate? Siete diventate nere come il carbone? Sì? Bene, sono contenta! (Sappiate che sono sarcastica) Beh, le mie vacanze inizieranno venerdì (5 giorni a Londra, poi al ritorno inizio a studiare per l'università. Ma che bello! Altro sarcasmo)
Mi sono ritagliata qualche minuto per postare, mi spiace non averlo fatto prima. Spero che il capitolo vi piaccia, è uno dei miei preferiti perché mi sono divertita un sacco nel scriverlo. Il titolo è palesemente copiato dalla sitcom How I met your mother, ho solamente cambiato una parola. Però ci stava, dai!
Ora mi ritiro, una certa tesina sta aspettando che io la finisca!
Grazie a tutte voi che leggete la storia, mi riempite il cuore di gioia. Spero di riuscire a postare prima di partire per Londra, ma non ne sono molto sicura. Sapete, faccio l'orale e il giorno dopo parto, quindi la valigia ha la precedenza.
A presto, ragazze!

Giulls

P.S. No, seriamente, come state passando le vacanze? Mi sento estraniata e…sono talmente pallida da far invidia a un vampiro sbrilluccicoso, perché anche io brillo di luce propria!
P.P.S. Io non vi obbligo a farlo, ma vi consiglio di aprire un'altra pagina internet, digitare www.youtube.com e di cercare i titoli delle canzoni che ho citato, perché meritano!
Downbound train - Bruce Springsteen
Message in a bottle - Police
The funeral - Band of horses
Use somebody e Sex on fire - Kings of Leon
My hero - dei Foo Fighters (la canzone acustica è bellissima)
   
 
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