Teoricamente
ciò che mi accingo a presentarvi non meriterebbe di stare sul
fandom, non è davvero niente di che e soprattutto è una cosa così
minuscola in confronto a tutto il resto. Ora vi starete chiedendo: e
perchè caspita pubblichi allora? La seguente flash fic è stata
scritta poche ore fa pensando ad una grande persona che mi mancherà
un mondo, in questi sei mesi in cui è dall'altra parte del mondo,
pensando ad Ixia
che
ho conosciuto da solo un mese a questa parte ma già è entrata nel
mio cuore. Okey, perdonate la mia vena sdolcinata e melodrammatica,
però ragazzi, ci tenevo a scrivere qualcosa per lei che oggi parte
per tornare solo fra sei mesi, perchè so che mi mancherà.
Probabilmente passerà molto tempo prima che lei legga questa
fanfic, probabilmente ora starà volando sopra chissà quale parte di
mondo, ma intanto c'è.
Perdonate l'IC di Ino e Shikamaru, gente,
mi rendo conto che sono un po' troppo seri
e presi,
ma ho voluto calarlo in una situazione reale ispiratami dalla mia
piccola Ixia e...ecco “Do It All Again”, il cui titolo non so
cosa c'entri xD (semplicemente mi piaceva) ma le cui parole spero vi
piacciano. ^^
La situazione di fono è questa: Ino Yamanaka ha
deciso di effettuare uno scambio culturale, indi per cui andrà sei
mesi in Australia, da sola. Lasciando due vite: la sua e quella di
Shikamaru.
Buona Lettura pazienti lettori!
A
Ixia.
Perchè mi mancherà.
Do It All Again
[ShikaIno]
“Sei
mesi, sono solo sei mesi di cui io ho dannatamente bisogno”
“Non
mi devi dimostrare nulla, Ino”
“Lo so, ma devo dimostrare
tutto a me stessa. Voglio avere la mia avventura, costruire la mia
storia. E comincio da una nuova vita in Australia”
“Sei
assurda. Un'assurda seccatura...com'è che siamo finiti
assieme?”
“Quella volta che mi dicesti che ci doveva essere
qualcuno a prendersi cura di me”
“E chi si prenderà cura di
te in Australia?”
“Io, Shikamaru”
Gli
occhi azzurri lasciavano intravedere un'imminente tempesta e lui
sentiva di non possedere né l'ombrello né la forza necessari per
poterne uscire indenne.
- Va', avanti – disse indicando la linea
che separava chi resta da chi va, quella linea che lei presto avrebbe
superato e che l'avrebbe indirizzata verso il cielo.
- Non hai
nient'altro da dirmi? -
Udì una voce acuta che s'incrinò sulle
ultime parole, le spalle della donna ormai fremevano, gli occhi
s'erano oscurati.
Già poteva sentire le prime gocce cadergli
addosso, lui.
Prese un profondo respiro e avvicinò la bocca ad un
orecchio di lei.
- Rendi tutto più complicato, così. Lo sai? -
bisbigliò e inspirò forte profumo di shampoo e menta che
capriccioso gli annebbiò la mente.
Perchè doveva essere
tutto così dannatamente difficile?
Sentì
le mani della ragazza circondargli la vita, il naso premere contro il
torace, lacrime bagnargli la camicia mezza aperta.
- Scusami
-
Una semplice parola che lui
aveva già sentito, che gli rimbalzò addosso, si allontanò veloce,
lo stranì.
Nonostante la mente gli dicesse di allontanare da sé
la ragazza, prima che fosse troppo tardi, le braccia scattarono in
avanti, circondarono quelle spalle magre, strinsero quella ragazza
dagli occhi in tempesta.
Desiderò che alla fine di
quell'abbraccio straziante ci fosse un cielo sereno, ad
aspettarlo.
Doveva rimanere quell'immagine, impressa nella mente,
e non scure nubi e fulmini.
- Non ti smentisci mai, eh seccatura?
Le tue scuse io non le voglio -
Il corpo caldo di Ino, il suo
profumo pungente, il suo respiro profondo. Doveva memorizzare tutto
ciò.
- Mi spieghi come farai sei mesi senza una onnipresente come
me? - mormorò Ino soffocando qualche parola contro il suo torace,
tirando forte i lembi della camicia. L'avrebbe spezzata non avesse
deciso di staccarsi con un gesto secco da lui.
Shikamaru aveva
chiuso gli occhi, aspettò qualche secondo per riaprirli.
-
Sbrigati a partire, che prima parti prima torni – disse d'un fiato
mentre lentamente riapriva la visuale e, come in un sogno, si
ritrovava a specchiarsi in iridi purissime.
Gli sorrise, lei, con
quella fossetta sulla guancia sinistra e la testa leggermente
reclinata.
- Ti conviene smettere di guardarmi così, potrei
saltarti addosso, Shika, e non lasciarti respirare per sei mesi!! -
Ino rise leggera e gli diede le spalle.
Il momento era
arrivato, la donna se ne andava.
- Arrivederci, seccatura –
disse tra sé e sé e mise le mani in tasca, non la salutò che con
un cenno del capo quando la vide sbracciarsi ormai lontana, al di là
della zona riservata a chi resta. La vide camminare a testa alta
verso l'ultimo check-in, la coda che sferzava sulle spalle,
l'andatura sicura, portarsi dietro una valigia di venti chili con
nonchalance.
Pensò che non aveva nulla da temere, Ino. Che se la
sarebbe cavata alla grande.
Forse, quello che non se la sarebbe
cavata tanto bene, a discapito delle previsioni, probabilmente
sarebbe stato lui.
Sospirò profondamente e uscì dall'areoporto
mentre si diceva che no, non sarebbe stato così.
C'era una cosa
che non volle confessare a se stesso: già sentiva la mancanza del
rumore dei tacchi e della risata di Ino al suo fianco.