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Autore: _Joan    03/07/2011    1 recensioni
Salve ^^ questa è la mia prima fanfiction e sono un po' nervosa. Ho scelto come soggetti Misaki e Usui perchè mi viene molto spontaneo scrivere su di loro, e anche perchè li adoro ^^. Spero che vi piaccia e...buona lettura :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-U-Usui! Usui, idiota! Che diamine stai facendo?!-
Dopo essere entrata nell’aula del consiglio studentesco, mi ero ritrovata davanti uno stupido Usui, mezzo nudo, seduto alla scrivania del presidente…cioè io.
-Oh…Kaichou! Bentornata.- mi rispose sorridendo con tono amabile.
Lo fissai, stranita per un attimo da quel sorriso così gentile e da quegli occhi così ipnotici. No. Non potevo distrarmi, soprattutto se si trattava di quel pervertito di Usui!
Mi avvicinai a lui e gli diedi uno spintone.
-Usui! Levati dalla mia scrivania! A differenza tua io ho molto da fare, quindi ti pregherei di lasciarmi lavorare. E- aggiunsi squadrandolo e arrossendo appena- c-che cosa ci fai senza camicia?-
All’improvviso sentii una presa sui miei fianchi e mi ritrovai seduta sulle sue gambe con il viso ad un centimetro dal suo. TUM-TUM. Il mio cuore si era fermato per un momento, per poi ricominciare a battere ancora più veloce. 
-Ayuzawa… - TUM-TUM - fa piuttosto caldo oggi. Che ne dici se spogliamo anche te? Noto che sei accaldata anche tu, o sbaglio?-
Avvicinò una mano alla mia guancia e mi accarezzò. TUM-TUM. Mi girava la testa. I suoi occhi, il suo tocco, il tono della sua voce…tutto questo era malsano per me. Quando c’era lui nelle vicinanze non riuscivo a mantenere il controllo su me stessa, finivo sempre per farmi coinvolgere troppo. E questo non andava bene. Non si addiceva a Misaki Ayuzawa. Non si addiceva al presidente del liceo Seika. 
Allontanai la sua mano dal mio viso e mi alzai. 
-Usui, idiota! Piantala! Se hai caldo vai a casa tua e fatti una doccia!- quasi urlai. Possibile che quel ragazzo, con i suoi comportamenti molesti, mi rendeva sempre così irritata e nervosa?!
Lui continuava a fissarmi, divertito, senza dire niente e questo mi faceva imbestialire ancora di più.
Restammo per un minuto buono a fissarci, io non sapendo che dirgli, lui…non riuscivo mai a capire che cosa gli passasse per la mente.
-Fa’ come vuoi…-
Mi girai e feci per uscire dalla stanza, ma sentii la sedia stridere contro il pavimento e una mano che afferrava il mio braccio. TUM-TUM. Ogni contatto diretto con lui era per me un uragano di emozioni, piacevoli ma allo stesso tempo indesiderate, che non facevano altro che confondermi. Non volevo ammetterlo, forse, ma ogni volta che mi sfiorava, desideravo quel tocco ancora più ardentemente. Ma non potevo permettere che tutto ciò scaturisse fuori. Non doveva accadere niente di niente, anche se dubitavo potesse succedere qualcosa, non sapendo neppure che cosa fosse quel qualcosa. 
Sentivo il suo petto contro la mia schiena e il suo respiro sul mio collo.
-Misa-chan…-
TUM-TUM. Basta. Smettila. Fermati! Smettila di farmi così male. Smettila di battere così forte quando si tratta di lui! Smettila di farmi sentire così strana! Smettila di farmi impazzire!
-B-basta…USUI!-
Mi girai verso di lui con il volto rigato di lacrime, forse di rabbia o forse anche a causa di un sentimento che non riuscivo ancora a comprendere al meglio.
-USUI SMETTILA! Ne ho abbastanza! Smettila di prendermi in giro! Non sono il tuo giocattolino!-
Le lacrime cadevano mentre fissavo l’espressione sbigottita sul suo volto. Così bello e così dannato. Ma non lui. Non doveva essere lui. Non doveva essere nessuno. Sono abbastanza forte per non avere bisogno di nessuno. 
Mi voltai e inizia a correre, per fuggire da lui e dalla verità. Faceva male, e non doveva essere così. Io non dovevo essere in quello stato. Dolorante del fatto che ero un divertimento per lui. Cosa mi aspettavo? Non lo sapevo nemmeno io. Era una situazione troppo assurda per me. Era meglio lasciarsi tutto alle spalle, lasciar perdere lui e i suoi stupidi giochetti perversi. Come stavo bene senza di lui prima di conoscerlo, sarei stata bene anche dopo averlo escluso dalla mia vita. Ma…era davvero così facile? Smisi di correre e osservai il cielo che veniva avvolto pian piano dalle scure ombre della sera. Inizia a camminare lentamente verso il Maid Latte. Sarebbe stato davvero così facile fare a meno della presenza di Usui? Ormai era una figura costantemente presente nella mia vita. A scuola, al Maid Latte…ogni volta che avevo bisogno di lui. Lui c’era, sempre. 
Mi rimisi a correre. Non volevo pensarci. Provavo un peso enorme sullo stomaco e sentivo che le lacrime erano pronte a scendere in qualsiasi momento. La mia vista era offuscata, come la mia mente…come l’immagine di Usui che continuava a porsi con prepotenza davanti ai miei occhi. 
Perché lui?…
  
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