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Autore: HeartBreath    03/07/2011    2 recensioni
L'esitazione sparì come una nebbia di passaggio, quando Chris incontrò gli occhi di Darren. La disarmante bellezza di quello sguardo così dolce, così pieno di speranze, spazzò via qualunque accenno di paura.
Sì. Per quegli occhi, Chris Colfer avrebbe potuto affrontare qualunque insidia.
Persino le ossessive manie di potere di una madre.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per il ritardo con cui questo capitolo arriva, ma di recente sono stata abbastanza impegnata.
A proposito: non so se è contro qualche regola del sito, ma penso di no... Posso pubblicizzare un'altra mia fan fiction, che dite? Sto scrivendo una storia insieme al... emh... mio ragazzo ^^ Stiamo mettendo insieme i capitoli ed effettivamente sta diventando una sorta di libro e pensiamo di pubblicarlo qui non appena finito. Sta venendo davvero bene e se volete info o altro chiedetemi pure, non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate!
Basta con gli annunci, vi lascio alla lettura del capitolo.
Bacioni!
V.







Chris camminava nel corridoio del Mckinley dal lato opposto rispetto a Max. Prese il telefono dalla tasca e trovò la schermata dei messaggi ricevuti.
 
COURAGE --- Blaine.
 
Come aveva detto Keira, non smise di guardarlo, sorridendo, finché non fu Max ad interromperlo, sbattendolo contro un armadietto.
“Voglio che tu sia violento, Max” aveva detto Keira all’attore, forse con una piccola punta di piacere personale nel dirlo. “Voglio che tu gli faccia male, deve sembrare vero”
L’impatto della schiena di Chris contro gli armadietti, infatti, non fu piacevole. Trattenne il lamento di dolore e continuò nella performance: Kurt doveva rendersi conto che quello era il momento giusto, il momento di essere coraggioso. Così, con il respiro sempre più in accelerazione e l’adrenalina che saliva, Chris si preparò a urlare contro Max. Gridando “EHI!” lo seguì.
Riuscì ad entrare negli spogliatoi dando la perfetta impressione che avesse corso fin lì.
“Sto parlando con te!” strepitò.
“Lo spogliatoio delle femmine è di là” fece Max indifferente, intendo a prendere delle cose dall’armadietto dei giocatori di football.
“Qual è il tuo problema?” Chris si avvicinò a grandi passi.
“Come?” lo sfidò l’altro, guardandolo. Max non era un tipo violento, ben che meno un bullo, ma dava l’idea di esserlo se si giocava un po’ col suo aspetto, ed è questo che Ryan pensò al suo provino. Max doveva solo ricordarsi che se qualcuno provocava anche solo di sfuggita Dave Karofsky, ne pagava le conseguenze.
“Cos’è che ti fa tanta paura?” uscì a Chris.
“A parte te che arrivi qui per spiarmi l’uccello?”
“Certo, è il terrore di tutti voi etero che ogni gay voglia molestarvi e convertirvi!” iniziò a fare la paternale. “Senti un po’ salamone, guarda che non sei il mio tipo!”
Max, intento ad armeggiare con delle scarpe da ginnastica, lo guardò negli occhi. “Davvero?” disse, con lo stesso tono di sfida di prima.
“Sì!” Chris quasi si sgolò per rispondere prontamente. “Non mi piacciono i grassoni sudaticci che saranno pelati a trent’anni!”
“Non provocarmi, Hummel” ringhiò Max alzando il pugno.
Il più piccolo guardò quella mano. “Mi vuoi colpire? Avanti”
“Non provocarmi!” ripeté, facendo rumore come per spaventarlo, chiudendo di scatto l’armadietto. Questo Keira non gliel’aveva detto, lo fece d’istinto, e se la regista non aveva fermato la ripresa, stava a significare che l’iniziativa le piaceva.
“Colpisci, tanto non puoi cambiarmi. I pugni non cancelleranno né la mia omosessualità né la tua ignoranza!”
“Non farti più vedere!!” questo fu un vero e proprio urlo.
Chris gli tenne testa, puntandogli il dito contro: “Sei solo un bambino terrorizzato che non sa quanto è speciale essere sé stessi!”
Non avevano mai provato questo dettaglio. Ma nella prova generale della scena, andava fatto tutto alla perfezione.
Con un gesto svelto, Max prese il viso di Chris tra le mani e lo baciò con una passione non ricambiata. Chris restò immobile, immaginando che al posto di Kurt si sarebbe paralizzato ad un’azione simile.
Il suo gemito fu involontario ma convincente, quando Max si separò. Come una verginella fragile e violata, strinse il pugno davanti a sé con un’espressione scioccata.
Max si avvicinò di nuovo, e nella paura di Kurt che Karofsky volesse riprovare a baciarlo, lo spinse via, col risultato di indietreggiare lui stesso. Con le dita sulle labbra, lo guardò atterrito.
Ferito e sul punto di piangere, per Karofsky era un gesto istintivo scaricare la rabbia colpendo qualcosa: gli armadietti. Max uscì di scena, e l’immagine della telecamera strinse sul viso sconcertato di Chris.
“Stop!” gridò Keira, fuori dalla scena. “Questa era perfetta. Basta con i baci gay, devo andare a pranzo”
“Molto divertente” disse sarcastico Chris, uscendo anche lui dagli spogliatoi del set.
“Che caldo” sentì dire Max appena fuori, che usava una rivista come ventaglio.
“Dove l’hai presa quella?”
“Oh, è il tuo Play Girl” ridacchiò Max.
“Dai qua!” esclamò allora Chris, cercando di afferrare la rivista.
“Prendilo, nanetto” rise l’altro, alzandola sopra la testa. Irraggiungibile per Chris.
“E dai, non voglio che la vedano gli altri!”
“Perché?”
“E’… spinto
“Ah, sei anche perverso ora, Chris?” rise ancora Max.
Il ragazzo diventò ancora più rosso di quanto non fosse, quando vide Darren, dietro le spalle di Max, prendere la rivista.
“Perché perverso?” s’intromise, sfogliando le pagine.
“Darren, no!” protestò Chris cercando di prendere quella dannata rivista, ma l’altro si voltò dall’altra parte per impedirglielo. “I dieci modi per usare in modo furbo il tuo vibratore!?” rise, sconvolto. “Io ne saprei dire massimo tre!”
“Ma Chris è peggio, è un pervertito tale che potrebbe averlo scritto lui quest’articolo” lo prese in giro Max, aggregandosi a leggere con Darren.
“Che stai dicendo!?” stridette Chris, rosso di rabbia e di vergogna.
“Non ne dubito, si vede subito dalla faccia che è un depravato mentale” rise il ragazzo bruno.
“Scommetto che li conosce tutti questi dieci modi, ce li spieghi Chrissie?”
“La smettete di prendermi in giro, cretini?!” berciò il più piccolo.
“Max” tese la mano all’altro, preso dalle risate e da quell’articolo osceno.
Darren gli strinse la mano senza staccare gli occhi dalla rivista, come lui. “Darren”
Chris ne approfittò per sfilargli la rivista dalle mani, passando sotto le braccia, tra Darren e Max.
Noncuranti, i due iniziarono a parlare.
“Com’è che non ci siamo mai presentati?”
Darren alzò le spalle. “Sto parecchio per conto mio o a sbrigare faccende da stagista”
“Sei il figlio della regista?”
“Esatto”
“Ah, allora è con te che Chrissie si fidanza!” rise Max.
Chris avrebbe voluto riempirlo di pugni. Perché era sempre lui la vittima delle battutine inopportune di Max?
“Meno male che sei simpatico, ho visto che gli impedivi di prendere la rivista e pensavo che Chris subisse bullismo anche nella vita reale” confessò Darren.
“Nah” scosse la testa Max. “Almeno non da me, noi due scherziamo sempre”
“Più che altro sei tu a fare scherzi a me” si lamentò Chris con la rivista sottobraccio, alzando un sopracciglio.
“Però con affetto” sorrise furbo l’altro.
“Puoi essere il mio libretto di informazioni per l’uso?” scherzò Darren, rivolgendosi a Max. “Devo baciare Chris fra dieci episodi, come bacia?”
“Pronto?! Io sono qui!”
I due ignorarono volutamente Chris.
“Non so se posso dirtelo, sono stato io a baciare lui, quindi non ne ho idea…”
“Ha labbra così morbide come sembra?”
“Questo sì, si uccide di burro di cacao”
Altre risate alle spalle di Chris. Anzi, peggio: proprio davanti a lui.
 
 
Mark e Cory avevano posto una sola condizione a quella missione: poter mettere degli occhiali da sole anche se era sera. Per toccarsi le orecchie in contemporanea e parlare sottovoce come se avessero degli auricolari non serviva il permesso dell’ideatrice di quel piano – Lea. Ed era un’azione essenziale per sembrare degli agenti dei Servizi Segreti, dei buttafuori o degli scagnozzi – non l’avevano ancora deciso.
Chris cercava di darsi un tono con frasi come “Si può essere più stupidi?”. Ma, anche se non l’avrebbe mai ammesso, avrebbe tanto voluto fare lo stupido con loro. Purtroppo, però, il compito di Mark e Cory stava nella forza fisica, e lui era grosso la metà di loro.
“Il passero sta entrando nel nido” bisbigliò Mark, da un lato della soglia per uscire dal set.
“Perché ‘il passero’? Così sembra una cosa sconcia!”
“Si vede che sei ancora vergine Cory, quella è la passera”
“Ah già. Comunque io non sono vergine, sono sol-“
“Cory! Mark! Dannazione, sta arrivando!” li canzonò Jane, nascosta oltre la soglia dell’uscita.
I due ragazzi ebbero appena il tempo di concentrarsi di nuovo, che il momento arrivò: Matthew, come se non li avesse visti, fece per andare via dal set, ma loro con le spalle lo spinsero di nuovo dentro.
“Ragazzi, ma che fate?” attaccò lui.
“Scusa Matt, ma non possiamo lasciarti andare” disse Mark.
“Non dite sciocchezze, devo tornare a casa…”
“Aspetta” lo pregò Lea, sbucata fuori insieme a Chris, Jane e Amber. “Matt, noi… volevamo solo chiederti scusa”
“Non dovevamo seguirti l’altra sera”
“Avremmo dovuto farci gli affari nostri”
“Ragazzi” li interruppe Matthew. “Non sono arrabbiato, a dire il vero non ci penso più”
“… Allora perché ci hai ignorati tutto il giorno?” chiese Chris.
“Non ero arrabbiato, ero solo… imbarazzato”
I colleghi lo guardarono interrogativi.
“Mi avete colto in un momento delicato, quando ho scoperto che…” si interruppe.
“… Che?” lo incitò Cory.
“Che Keira mi piace” ammise, facendo spalancare gli occhi di tutti gli attori presenti. Allora continuò: “Sì, so che sembra quel che sembra, ma quando ci siamo visti era diversa, più sciolta, era simpatica. Vi ho evitati perché non riuscivo ad ammettere che una donna del genere mi piacesse. Insomma, sapete com’è” rise nervosamente. “Mi vergognavo…”
“Beh, i gusti sono gusti” scrollò le spalle Chris. “Nessuno lo sa meglio di me”
“Ti capiamo” annuì Cory.
Mark lo seguì: “Keira, d’altronde, è proprio un bel bocconcino”
“Ma mi spiegate perché mi avete bloccato come dei bestioni?” chiese Matthew.
“Volevamo essere sicuri che ci lasciassi parlare, non si sa mai” spiegò Lea.
“Sì, ma perché in quel modo?”
Cory e Mark si guardarono reciprocamente. “Faceva scena” risero.
  
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