Cavolo, devo pensare che la mia storia fa proprio schifo, dato le ZERO recensionixD Vabbeeeh spero di avere più successo con questo capitolo, il bello arriverà, lo prometto, ma se nessuno mi aiuta (recensisce) non so se la continuerò, perché non è per nulla gratificante. Buona letturaaaa!xD
Si sentì bussare alla porta, con poca leggerezza. Era Marta, la bidella, che….che chiedeva di me. Mi alzai dalla sedia così scomoda che mi stiracchiai facendo un piccolo gemito, così mi sveltii per uscire dalla classe e vedere il motivo per cui ero stata chiamata.
- Spero sia importante, Lamberti – dissi già stufa di lui, ancora prima che potesse aprir bocca.
- Beh..Si Eva – Disse fissandomi negli occhi, wow, strano – Dopo ho il compito d’inglese, e ho bisogno del tuo aiuto, ho saputo che hai l’ otto abbondante-
- Si ma… Ehi, perché dovrei aiutarti?! – sorrisi sfidandolo
- Mmmh… Perché io e te abbiamo un segretuccio no? – mi sussurrò quasi, avvicinandosi a me, pericolosamente, sentivo il suo respiro, che sapeva unicamente di fumo, sulle mie labbra. Poi, oh cazzo, c’era Daniele, stava per salire le scale, non ci avrebbe visti, ma si girò di colpo verso di noi, il viso cominciò a mostrare impazienza, mentre si muoveva a grandi passi verso di noi.
- Che succede qui?! – Disse incazzato al massimo, come mai lo avevo visto, tranne proprio parlando con Lamberti, due mesi prima circa. Mise una mano sulla spalla di Lamberti portandolo direttamente di fronte a se stesso, per ricevere una risposta.
- Ah..Nulla nulla.. – Gli rispose lui fissandomi, interrogativamente – Giusto Eva?! Dopo hai inglese no?! – disse riferendosi al suo compito.
- Si! Esatto. – Risposi prontamente, poi mi avvicinai a Daniele, lo baciai, salutai entrambi, pregando con lo sguardo Lamberti di fare il bravo e tacere. E rientrai in classe. La campanella suonò. Dopo circa un quarto d’ora di storia noiosa, chiesi di poter uscire al bagno, ma quel coglione di Bertusi non mi lasciò. Pensai a come fare, ma non mi vennero idee, quando suonò la campanella dell’ intervallo, andai in cerca di Lamberti, ma il primo a trovarmi fu Daniele. Che senza dirmi una parola mi portò al bagno maschile, una volta chiusi a chiave, mi avvicinai per baciarlo, ma mi diede una spinta e mi addossai alle piastrelle azzurre, ghiacciate. Che male.
- Ti sembra questo il modo ah? Sai che lo odio, sai che non lo sopporto, e tu gli fai ripetizioni??! – mi urlò il mio ragazzo, sentivo gli occhi umidi, deficiente di un Lamberti. Ricacciai le lacrime dentro, e gli risposi relativamente calma.
- No, ok hai ragione, però caspita, ho bisogno di quei soldi, e quello è l’unico modo. Dai, Dani – Dissi facendo gli occhi dolci avvicinandomi per calmarlo, mi diede un bacio sulla guancia, e mi sorrise, non resisteva.
- Okok Eva però, giurami, che non lo guardi nemmeno, che non ti interessa, e che non lo baceresti neanche morta – Sorrisi, e lo baciai a lungo, che dolce.. circa.
- Adesso vado ok? Devo trovare.. – Finì al posto mio la frase
- Quello sfigato… ah?-
- Mmh – Annuii, e cercai di uscire dalla porta del bagno cui ero intrappolata.
- Porca puttana Eva! Stagli lontana! – Sbottò lui, prima di lasciarmi passare.
E che cavolo! Non era mio padre, potevo fare quello che volevo. Quando me lo trovai di fronte, in effetti, feci quello che volevo, per la seconda volta gli tirai uno schiaffo.
- Complimenti – Gli urlai – Sei riuscito a farti odiare ancora di più da Daniele, e guarda un po’, anche da me!-
- Non sei venuta, dovevi aiutarmi in inglese stronza! – Dissi apparentemente tranquillo.
- Ah beh scusa se non mi hanno fatta uscire, sai?! E comunque potevi risparmiarti di dire delle ripetizioni, cretino! – sorrise, e si riavvicinò a me, indietreggiai ma mi trovai con la schiena appoggiata al muro, misi una mano in avanti, ma non lo fermò. La sua bocca era a meno di cinque centimetri dalla mia, stava fissando il mio gilet, con desiderio evidente. Presi coraggio, lo spinsi con forza e mi allontanai da quell’ angolo nascosto, lui mi prese un braccio, e mi disse, turbato.
- Sei proprio un ragazzina! – e mi lasciò andare salendo le scale per tornarsene nel suo piano.
Mentre mi allontanai, pensai, si una ragazzina. Però quel gilet, evidenziava ancora di più quel ben di dio. Ma anche il suo culetto non scherza, puttana! Basta. Non dovevo più pensare a quella bimba, si quella bimba. Cercai di concentrarmi sull’ora di educazione fisica, non feci nemmeno un goal, mi immaginai cose spropositate su Eva. Cazzo finiscila! Ok, ce la potevo fare. Basta pensare.
- Ehi – dissi in un modo da finto felice
- Ehi – ripeté lei a stesso modo, senza nemmeno guardarmi, era bella anche quando faceva l’indifferente.
- Pomeriggio, ripetizioni? –
- Direi di si, la Leonardi mi ha detto dei tuoi…3 – disse guardandomi finalmente negli occhi, in modo ridicolo, che stronza.
- Bene, quindi matematica? – Chiesi guardando le sue unghie color sangue
- No guarda, meccanica. Deficiente – Disse allontanandosi, verso la porta, dove Daniele la aspettava voltato verso il parco.
- Ok, a dopo allora, Eva! – Quando Daniele collegò la frase alla realtà, mi fissò, con odio, le mie urla erano servite a qualcosa, mi diressi veloce in fondo alle scale passandogli davanti. Come mi aspettavo mi segui per qualche gradino, poi mi superò e mi bloccò con un pugno rivolto al mio petto.
- Senti, sfigato che non sei altro, stalle lontano, lei sta con me. Non hai nessuna possibilità, anche se vorresti. Ok? Quindi tanto vale che vieni segato, così almeno non rompi il cazzo a me e alla mia ragazza. – Mi disse tutto d’un fiato.
- Senti bello, non usare certi aggettivi con me. E comunque nessuno mi dice quello che devo fare, sai tesorino? Faresti meglio a non tirartela tanto, perché sai quanto me, che se voglio.. – Venimmo interrotti però da Eva, che mi guardava di un male, prese per un braccio il suo Dani e si allontanarono, guardai di nuovo quella mini gonna sventolare a quel vento leggero, niente male davvero. Misi le mani in tasca e mi allontanai verso casa.
RECENSITE! Daidai.. Non ci vuole nulla! Baci