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Autore: NikkiLu    03/07/2011    4 recensioni
Non sapevo più come gestire la situazione, era del tutto fuori di sé e non potevo permettermi di contraddirlo o di controbattere perché avrei solo rischiato di farlo arrabbiare ancora di più. Iniziò a vagare per la cucina, senza fermarsi. Improvvisamente tirò un pugno al muro, facendomi sobbalzare.
Kristen, finalmente, trova la forza di lasciare Michael. Cosa accadrà?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So di essere in un incredibile ritardo…mi dispiace molto. Farò di tutto per far si che non accada più! Allora il titolo di questo capitolo è anche il titolo di una canzone davvero bella. La prima volta che l ho sentita ho pensato subito a Rob e Kris.  Vi consiglio di ascoltarla e soprattutto di leggere il testo. Buona lettura!
 
 
Kristen Pov
Ah, yeah, they said we shouldn’t, ah, they said we wouldn’t
Ah look where we are, we’ve done what they thought we couldn’t
As bad as the odds were looking, push yeah, we kept on pushing
And every time I nearly hit the ground, you were my cushion


Ah, sì, hanno detto che non dovremmo, ah, hanno detto che non avremmo
Ah, guardate dove siamo, abbiamo fatto quello che loro pensavano non potevamo
Le probabilità sembravano così scarse, spingere sì, abbiamo continuato a spingere
E ogni volta che ho quasi toccato il suolo, tu eri il mio cuscino
 
Mi distesi sul suo petto, ed allungai il braccio verso il comodino tentando di afferrare il cellulare. Riuscì a prenderlo e risposi gettandomi sul cuscino e distendendomi nuovamente a pancia in su.
“Pronto..” dissi assonnata.
“Kris…sono io” la voce di Ruth mi arrivò ovattata. Intanto Rob aveva lasciato un leggero bacio sulla guancia, per  poi scendere sul collo, le spalle…
“Mmm…dimmi…”
“Tra 20 minuti sono lì…”
Agganciò senza darmi il tempo di rispondere, di obbiettare. Lanciai il cellulare sul tappeto.
“Chi era?” chiese sensuale al mio orecchio
“Era Ruth…sta venendo qui..”
Mi girai di lato, appoggiandomi su un fianco per riuscire a vederlo bene. I suoi occhi azzurri erano bellissimi, anche di prima mattina. Intrecciamo le nostre gambe, e a quel contatto così intimo sussultai. Ci fissammo per qualche minuto, senza dire niente, fino a quando fu lui a parlare:
“A proposito…buongiorno” disse sorridendo.
“Buongiorno anche a te…”
Stranamente ero tranquilla e serena. Quello che era successo la sera prima rimaneva per me solo un ricordo lontano.
“Chissà cosa deve dirti di tanto importante…”
“Credo di averne una vaga idea- dissi, facendo una smorfia- di sicuro qualcuno l’avrà chiamata per farmi la paternale…”
Il silenzio piombò nella stanza.
“Allora…non mi hai ancora detto come hai fatto a venire qua..” dissi ricordandomi quello che era successo la sera prima con i paparazzi.
Sinceramente quando la sera prima mi aveva comunicato di non farcela a raggiungermi ci ero rimasta un po’ male, anzi, abbastanza. Ma poi fortunatamente quel messaggio, che cambiò la situazione.
“ho girato praticamente tutta Los Angeles per seminarli…diciamo che ho visto un sacco di stradine sperdute dei dintorni…”
“sembriamo due criminali” dissi malinconica.
“Già..- disse-Forse è meglio se ci mettiamo qualcosa addosso, non che tu non mi piaccia così ma Ruth sta arrivando e non so quanto possa essere felice di trovarmi nudo nel tuo letto…” disse sorridendo.
“Io fossi in lei, sarei molto felice…” mi alzai coprendomi con il lenzuolo, e lasciando a lui il piumone.
Sorrise. Lo sguardo casualmente mi cadde sul gonfiore che aveva in mezzo alle gambe, e non potei fare a meno di trattenere una risatina di compiacimento.
Mi girai incrociando il suo sguardo perplesso. In un primo mento pensai che si fosse accorto che avevo notato il suo amico sull’attenti già di prima mattina, ma invece era perplesso per un’altra cosa.
“questa è nuova…perché ti copri tutta con il lenzuolo? Che c’è? ti vergogni?” disse alzando un sopracciglio e sorridendo sornione.
“Sai Rob si chiama SENSO DEL PUDORE! ” risposi ridendo
“Certo… come se non ti avessi visto nuda! Ah, aspetta quando è stata l’ultima volta? Mmm…5 minuti fa?”
“Scemo” dissi lanciando i box che avevo trovato ai piedi del letto.
“Vado a farmi una doccia, non ti muovere da qui…” lo avvertì dirigendomi verso il bagno che avevo in camera.
“Sennò?” disse ghignando.
“Oh, anzi se proprio vuoi andare a fare un giro della casa vai pure…se trovi per caso i miei fratelli , i miei fratelli grandi, palestrati e super protettivi , a zonzo, raccontagli perché sei qui e soprattutto cosa abbiamo fatto stanotte!” dissi
Deglutì rumorosamente.
“Sai, credo che ti aspetterò su questo comodissimo letto rosa!”
 
Scendemmo mano nella mano al piano di sotto, la mia famiglia fortunatamente era già uscita. Non mi andava di fornirgli spiegazioni per il mio comportamento o per il fatto che Rob avesse dormito da me. Non ero in vena: avevo altro a cui pensare, ovvero alla ramanzina che di lì a poco avrei preso. Ruth, quella donna era davvero incredibile, era un fenomeno… mi aveva aiutato sempre molto, consigliandomi e organizzandomi la vita, in un certo senso. Era stata molto di più che una semplice menager, la conoscevo sin da quando avevo 8 anni, ed eravamo davvero legate. Però sapevo che di li a poco si sarebbe dimenticata del legame affettivo che ci univa e avrebbe svolto solamente il suo lavoro. Sapevo che cosa mi avrebbe detto: “Kris, davvero… è l’ora di finirla con tutta questa sciocchezza. Ti sei presa solo una sbandata non mandare a monte la tua storia con Michael non ne vale la pena”. Oppure quello che diceva più spesso: “Vi rovinerete, vi state facendo del male a vicenda e presto ve ne renderete conto!”  Ed io che tentavo ,invano, di convincerla che quello che  provavo per Rob era molto più di una semplice infatuazione; e lei che si ostinava a non capire. Era tutto tremendamente difficile.. Non ero pronta a tutto questo… ma allo stesso tempo mi rifiutavo di seguire i consigli della persona che pagavo per darmeli! Credevo di essere un paradosso vivente… ma in realtà altro non ero che una normale ragazza di 18 anni, che si era trovata a dover gestire una situazione che si era rivelata essere più grande di lei. Ecco qual era il problema. Tutti, a partire dai miei genitori, mi ritenevano matura. Ed è proprio qui che si sbagliavano. Per questo il mio comportamento, anche se non me l’avevano mai detto esplicitamente, li faceva andare in bestia: perché io ormai ero adulta e non potevo permettermi di fare cazzate. Ma non era così, cazzo! In un primo momento anche io credevo di essere più “grande” rispetto alle ragazze della mia età, ma questa si rivelò essere solamente una convinzione, una stupida convinzione! Ed io, posso dire con certezza che ero tutto tranne che matura. E a me andava benissimo così. Perché se avessi seguito le dritte di tutti loro a quest’ora sarei insieme ad un uomo che non mi potrà mai rendere felice, mai.
“Che bel salone…è così luminoso” le parole di Rob mi riportano alla realtà.
“si…mia madre non sopporta gli spazi chiusi”
Lo portai in cucina e lo feci accomodare su uno sgabello dell’isola che si trovava al centro della stanza.  
“Ti va un caffè?” gli chiesi.
“Si, grazie…”
Gli diedi le spalle e cominciai a preparare il caffè.
“Kris, senti ma…sei sicura che Ruth non voglia parlare solo con te…”
“Mmm… non lo so- dissi sicura- ma tanto ormai non ci sono più segreti tra me e te, ed è giusto che lei, così come gli altri imparino ad accettarlo..”
Gli porsi il caffè.
“Se fa schifo sei liberissimo di dirlo…”  lo avvertì. Il caffè non era mai stata la mia specialità.
Mi lanciò un occhiata scettica, per poi iniziare a berlo.
“Non è male…pensavo peggio!”
“Grazie tante eh!”
Il campanello suonò. Ci guardammo negli occhi.
“L’ora della verità…” dissi scherzando, avviandomi verso l’ingresso.
“Come se non la sapessimo già…” commentò con una punta di acidità nella voce. Potevo capirlo benissimo.
Presi un respiro profondo e aprì il portone.
“Dobbiamo parlare…”
“No! davvero??non l’avevo capito…” dissi ironica.
“Kris…finiscila- dissi dirigendosi in cucina- adesso mi devi spiegare cosa ti è saltato in mente…”
“Ciao Ruth!” la salutò Rob con un sorriso.
“E-e tu che ci fai qui?” disse sorpresa lei.
“Lui è arrivato ieri sera…gli ho chiesto io di venire.”
“Ma dico…siete impazziti?- disse nervosa- cioè se qualcuno ti ha visto?? Se hanno fatto qualche foto? Oddio siamo rovin..”
“Calmati…non c’è da preoccuparsi…”
“Si…i paparazzi non mi hanno seguito. Ne sono sicurissimo…Dean mi ha accompagnato..”
“Come Dean?? Ci mancava solo questo…lui non dovrebbe incoraggiarvi! Ha avuto gli stessi ordini che ho avuto io..”
“Ordini?” dissi.
“Si, …mettiamoci a sedere”
Ci accomodammo intorno all’isola della mia cucina.
“Le cose stanno così- iniziò- voi due non potete anzi non dovete farvi vedere insieme per nessuna ragione….e sapete anche il perché. Mi dispiace ma per ora le cose stanno così…perciò adesso vi diremo cosa faremo. Allora tra pochi giorni partiremo per Vancouver, e almeno per i primi giorni Michael sarà con te…dovrete chiarirvi e parlare e magari se qualche paparazzo vi vede insieme crederà che state insieme…”
“NO!- mi alzai- assolutamente NO! Non dopo quello che mi ha fatto… non ci voglio parlare…”
“Kristen, non fare la bambina! Prima o poi dovrai affrontarlo…”
“Meglio poi…anzi meglio mai!”
La mia agente sbuffò, stava perdendo la pazienza.
“Senti Ruth, lui mi ha insultata, mi ha umiliata, mi ha offeso davanti a tutta la mia famiglia…sinceramente ora come ora non voglio nemmeno vedere la sua faccia, figurati parlarci! Devo sbollire…sono ancora troppo arrabbiata, e credo che anche lui al momento sia alquanto incazzato...vederci ora sarebbe inutile perché ci limiteremmo ad offenderci ed a rinfacciarci cose…e così rischieremmo soltanto di peggiorare la situazione..”
Guardai Rob. aveva gli occhi fissi sul bancone della cucina. Sapevo che l’idea di Ruth non gli era piaciuta per niente…
“Ma almeno provateci…”
“No, è escluso…mi dispiace”
“Rob diglielo anche tu…”
No, non poteva metterlo in mezzo.
“Scusa Ruth…vorresti dirmi che dovrei spingerla verso quell’imbe..”
“Ei! Piano con i termini! Sto solo dicendo che verrà a vancouver che ti piaccia o meno quindi ti conviene abituarti all’idea! Dopotutto che cosa ti costa?? Prendete un caffè e basta!” concluse rivolgendosi a me.
“ragazzi…a me dispiace, davvero…però ci sono delle regole, c’è un contratto che voi avete firmato…e adesso dovete assumervi le vostre responsabilità. Siamo tutti adulti qui. Quello che voglio farvi capire io è che non voglio separarvi…voglio solo che voi rispettiate gli impegni presi. Solo questo ti sto chiedendo Kristen. Non peggiorare la situazione. Se rifiuterai di incontrarlo, di farti vedere con lui…arriveranno a rimedi estremi come mettervi in alberghi a km e km di distanza…”
Le lacrime cominciarono a riempirmi gli occhi. Ero così furiosa. Tutto questo era ingiusto. Non me lo meritavo, non lo meritava lui!
Le lacrime cominciarono a rigarmi il volto.
“kristen…non fare così…”  disse dispiaciuta Ruth.
Sentì subito le braccia di Rob avvolgermi in un caldo abbraccio , ne approfittai per affondare il volto nel suo petto confortante.
Lo strinsi facendo incontrare le mie mani dietro la sua schiena, come a non volerlo lasciar andare. Mi lasciò un tenero bacio tra i capelli. Lascia la presa e asciugandomi le lacrime mi girai verso la mia agente.
“Allora?” chiese Ruth. Voleva una risposta.
Guardai Rob negli occhi prima di rispondere.
“Ho scelta?” dissi alzando un sopracciglio guardando Ruth, dritto negli occhi. Quella era una domanda retorica di cui già conoscevo la risposta: no, non ce l’avevo, non l’avevo mai avuta.
 
 
 
Vorrei ringraziare coloro che hanno recensito e anche i lettori più silenziosi… per è molto importante sapere cosa ne pensate, davvero...perciò lasciate un commentino anche corto! Se poi avete domande, cose che non vi tornano non esitate a chiedere! Un bacio. Volevo dirci che ho già pronto un altro capitolo. Perciò lo postero il prima possibile! Un bacione!!!! 
  
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