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Autore: MusicAddicted    04/07/2011    2 recensioni
Brian Molko è alle prese con un fan innamorato perso di lui, che lo assilla e non gli da tregua. Cosa c’è di strano in tutto questo? Forse, forse che questo fan ossessionato risponde al nome di Matthew Bellamy!!
[Matt/Dom, Bri/Stef, Bri/Matt, Stef/Dom... e si incasinerà ancora di più!!]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Placebo
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Ehmm ebbene sì, sono tornata.
 
Però.. suvvia, a mia discolpa posso dirvi che è  un capitolo lungo lungo lungo e deeeeeeenso di cose, che spero mi faccia perdonare per l’assenza… ma voi non avete idea della crisi assurda in cui ero entrata con questa storia, ero a tanto così dall’abbandonarla, poi ci ho pensato su meglio e ho cambiato idea.
 
A rilento, ma la continuerò e un giorno (per ora lontano) leggerete ‘FINE ‘
 
Detto questo, ci terrei a chiarire un punto:
- A tutte le Mollamy (uff, detesto ‘sta parola) all’ascolto, vi avviso già, non fatevi troppe illusioni , perché questa FF altro non è che una BellDom travestita … una BellDom che fa i conti con le gelosie e *tossisce * i tradimenti *tossisce * … quindi i momenti fra Matt/Bri e di conseguenza Dom/Stef ci saranno ma… non sperateci troppo, tutto qui!
 
-E sempre a questo proposito , considerando che se dovessi mettere su un piatto di una bilancia le scene di Matt, Dom (e quando c’è pure Chris ) che ci sono in questa storia e sull’altro piatto le scene di Bri, Stef (e quando c’è pure Steve) … il peso del primo piatto sarebbe spudoratamente maggiore… mi chiedevo… preferite che sposti questa FF nella sezione Muse o posso lasciarla qui?
 
Non vorrei mai infastidire qualcuno.
 
Ok, detto questo.. grazieeeeeeeeeeeeeeeeee infinitissime alle Lille (ahah , che buffo dire così, cmq poi vi ringrazio pwopewly) .
 
Ma grazie anche a tutte le lettrici che si sono dileguate (Nai, non dico a te, tesowa, lo so che sei immersa negli scatoloni *abbraccia*) e… è un po’ un paradosso ma, anche se controvoglia, ringrazio anche tutte quelle che leggono senza mai dirmi manco mezza parola… che dire? Almeno leggete.
 
Quindi, per chi sta resistendo, ecco il capitolo:
 
 
Disclaimer : il titolo del capitolo è preso dalle lyrics di ‘Brightlights ‘ dei Placebo
 
Capitolo VII : It’s the perfect place to start
 
“Pare che per ora sia tutto tranquillo.” commentò Dominic, dall’alto dell’albero sul quale si era arrampicato con Matthew, su un ramo che dava direttamente sulla villetta di Brian e Stefan, a pochi passi dalla finestra di quella che aveva ogni probabilità di essere la loro camera da letto.
 
“Scusa, ma di preciso cos’è che ti aspettavi? Che fossero nel bel mezzo di un party? Cristo santo, Dom, sono le sei di mattina!” brontolò Matt, stando ben attento a non gesticolare troppo per non sbilanciarsi.
 
“Gli artisti sono degli estrosi. Se mai diventassimo famosi noi, sono certo che io potrei far festa ininterrottamente dal tramonto fino alle otto del mattino!” dichiarò Dom.
 
“Beh, se stanno ancora festeggiando, hanno un modo di farlo molto silenzioso!” commentò spiritosamente Matthew. “Che facciamo? Torniamo a casa?” gli propose subito dopo, con un grosso sbadiglio.
 
“Niente affatto. Che sentinelle saremmo, scusa?” protestò l’ex-biondo, per poi avvicinarsi al compagno. “E poi guarda anche i lati positivi,” mormorò, accarezzandogli i capelli blu. “Non lo cogli il romanticismo di tutto ciò? Tu ed io, soli, soletti, in questa notte stellata.”
 
“Tanto per cominciare, la notte stellata è già bell’è che andata, ormai è l’alba e in ogni caso non era nemmeno stellata, solo molto nuvolosa, potrebbe piovere da un momento all’altro e noi non abbiamo neanche un ombrello. Sono mezzo divorato dalle zanzare, questo coso su cui sono seduto sopra non mi da l’idea di essere molto solido e… non ti dico dove mi sono andate a finire certe schegge!” sproloquiò l’ex-moro, a velocità non propriamente umana, così come non era propriamente umana la capacità di Dom di comprenderlo.
 
“Tu sei un dannatissimo killer assoldato per uccidere il romanticismo!” alzò gli occhi il bel ragazzo dai capelli arancioni, incrociando le braccia al petto, senza alcuna paura di perdere l’equilibrio.
 
“E dài, scherzavo. Se non facciamo nessun movimento inconsulto, qualcosa possiamo fare.” propose Matt, scostandogli una ciocca arancione dal suo bel volto imbronciato, posando le labbra sulle sue.
 
Dominic rispose prontamente a quel bacio, sorridendogli e avvolgendo entrambe le braccia attorno al collo, tirandolo più a sé tenendosi saldamente al ramo, stringendo le cosce.
 
“Questo è stato un movimento inconsulto?” gli domandò, con finta ingenuità.
 
“No, è stato solo un movimento tanto, tanto, tanto bello.” sorrise il ragazzo dai capelli blu, imitando le azioni dell’amato per reggersi più saldamente al ramo, per poi tornare a baciarlo, cingendogli i fianchi.
 
 
Andarono tranquillamente avanti così, separandosi all’incirca venti minuti dopo.
 
“Wow, Dommie, mi fai quasi dimenticare perché siamo qui!” commentò Matthew, appagato, passandosi la lingua sulle labbra, un po’ indolenzite.
 
“Sì, bacio bene, lo so, ma non sei niente male nemmeno tu,” fece spallucce l’altro, tamponandosi le labbra con le dita, per lenirle.
 
“Se non fossimo su questo dannato ramo, appurerei con te un’altra delle cose che tu sai fare benissimo!” ringhiò sensuale l’altro.
 
“Non tentarmi!” ridacchiò Dominic.
 
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Un quarto d’ora più tardi, sentendo dei rumori sospetti, i due amanti rivolsero la loro totale attenzione alla casa vedendo uscire Stefan, in tenuta sportiva, pantaloncini e T-shirt.
 
“Vedi com’è mattiniero lui? Sta andando a fare jogging in spiaggia.” dedusse Dom. “Non è male come idea quasi, quasi seguo il suo esempio.” aggiunse, in procinto di scendere dall’albero, ma Matt la pensava diversamente.
 
“Fermo lì, dove credi di andare?” lo tenne per le spalle. “Oggi siamo qui solo nel ruolo di sentinelle, domani entriamo nel vivo dell’azione. Perciò, caro il mio bel Signorino, starai qui ad aspettare con me che anche Brian dia un qualche segno di vita!” lo obbligò.
 
Dom acconsentì, sbuffando.
 
“Perché ho come la vaga impressione che con Brian ci vorrà più tempo?”
 
“Hai ragione, ma vedrai che un modo per ingannare il tempo lo troviamo.” assicura Matt.
 
“Io un’idea ce l’avrei…”
 
“Dom, non so se è il caso. E’ pericoloso, ci potrebbe vedere qualcuno, ma cosa più importante rischiamo di farci male seriamente…” tentennò Matt, riluttante.
 
Dominic scoppiò a ridere.
 
“No, ma che hai capito? Matteh, ti amo e tutto, ma non farei mai l’amore con te qui, su un ramo da cui potremmo cadere da un momento all’altro!” protestò l’ex-biondo, prendendo lo zaino che aveva quasi sempre con sé. “*Questo* è il modo per ingannare il tempo che intendevo!” chiarì, estraendo un paio di riviste di enigmistica, un quaderno per fare dei classici giochi con biro e foglio di carta e un mazzo di carte.
 
“Ingegnoso, dài, mio adorato piccolo Eta Beta, passami un cruciverba.”lo esortò il ragazzo dai capelli blu.
 
“Hey! A parte che io sono indiscutibilmente più bello di quel mostriciattolo di Eta Beta, lui le cose non le estrae dal suo zaino, ma dal suo grembo.” puntualizzò il suo ragazzo, passandogli quanto da lui richiesto.
 
“Beh, dal tuo grembo puoi estrarre anche tu qualcosa che è sicuramente di mio interesse!” sghignazzò malizioso Matthew, mentre sfogliava la rivista, con un sorrisetto beffardo.
 
“Porco!” arrossì Dom, intento a risolvere un rebus.
 
“Pudico!” ribatté l’altro.
 
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“ ‘Una delle rock band più popolari nel mondo ’. Ha solo due lettere la prima è una U… US!” pensò ad alta voce Matt, scrivendo la definizione.
 
“A parte che semmai sarebbe ‘WE’… accidenti, Matt, siamo un tantino megalomani, eh? Voglio dire, certo che sarebbe la risposta giusta, se solo qualcuno ci conoscesse!” ridacchiò Dom.
 
“Ma sì, quelli sono dettagli!” fece spallucce l’ex-moro.
 
“Credo che la definizione corretta sia ‘U2’ sostenne il biondo.
 
“Lo so, ma non la cambio comunque!” s’intestardì l’altro, ridendo e facendo ridere anche il compagno.
 
“A proposito, ci dobbiamo comprare i biglietti per il loro concerto.” gli ricordò Dominic.
 
“Giusto. Per ora ci limitiamo al mero ruolo di spettatori, ma, fidati, un giorno vedrai che suoneremo con loro, insieme sullo stesso palco.” sognò ad occhi aperti il cantante.
 
“Certo, certo, Matt, sei sempre il solito esagerato!” ridacchiò Dom, scettico, prima di spostare lo sguardo e accorgersi di qualcosa.
 
“Oddio, è lui! E’ tornato!” esclamò , indicando in lontananza Stefan che percorreva il sentiero sabbioso che lo conduceva sul vialetto di casa, per poi entrare e chiudere la porta.
 
“Perfetto. Fuori uno. E sono le otto di mattina. Ora vediamo di scoprire come sono le abitudini del suo bellissimo ragazzo.” asserì Matt, accarezzandosi il mento.
 
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“Acqua!” rispose Matt, quasi ridendo... no, senza il quasi, rise per davvero, spudoratamente in faccia al suo esasperato migliore amico.
 
“No, io ci rinuncio!” sbuffò Dom, quasi adirato… no, senza il quasi, aveva le palle girate per davvero.
Lui non poteva sopportare l’idea di perdere.
 
“Non è possibile, stai barando. mi hai affondato quasi tutte le mie navi e io non sono ancora riuscito nemmeno a trovartene una da un punto!” borbottò.
 
“Ti assicuro che non ho barato, sei tu che non cerchi bene. Tocca a me.” ghignò Matt, concentrandosi. “D8.”
 
Dominic lo guardò quasi coi lacrimoni agli occhi.
 
“Devo proprio rispondere?”
 
“Sì, devi!” ribadì implacabile Matt.
 
“Maledettamente colpita e maledettamente affondata. Era l’ultima da un punto che avevo, dannazione! Ora mi rimane solo quella più grande.” mugolò, depennando la nave dal foglio.
 
“Non per molto. Sta’ pure certo che la troverò.” asserì perfidamente l’ex-moro.
 
“Sai che ti dico? Che alla fine è anche giusto che io stia perdendo.” esclamò l’ex-biondo.
 
“Uh?” lo guardò confuso l’altro.
 
“E’ risaputo. Sfortunato al gioco, fortunato in amore.” gli sorrise languido il ragazzo dai capelli arancioni.
 
Per Matt fu impossibile resistere a quel sorriso.
 
“Dannazione, questo è un colpo basso. Allora non dovrei vincere nemmeno io.” mormorò lui, baciandolo.
 
Mentre si baciavano, reggendosi saldamente al ramo, Dom fece scorrere una mano sul volto di Matt, per poi accarezzargli il lato sinistro del collo, il petto, lo stomaco, intrappolati sotto la maglietta variopinta e la felpa. Proseguì l’esplorazione, fino ad arrivare alla sua mano.
Ne accarezzò ogni dito e non appena sentì le sue dita distendersi e allentare la presa, gli strappò di mano il foglio.
 
“Oh, ma che peccato! Non abbiamo concluso la partita. E’ da considerarsi non valida!” ghignò maligno, facendo il foglio di Matt a brandelli e appallottolando il suo.
 
“Hey! Allora  la tua era tutta una tattica!” sbottò il chitarrista.
 
“Certo che sì, e ha funzionato divinamente!” replicò il batterista, guardandosi le unghie con malcelata fierezza.
 
“Piccolo imbroglione, manipolatore di menti!” borbottò Matthew tra sé e sé.
 
“Hey,  prima di vendicarti spietatamente su di me, da’ un’occhiata alla finestra.” annunciò Dom.
 
Matthew seguì la direzione dell’indice puntato del compagno e notò la finestra aperta, con le griglie separate e in penombra la minuta figura di un ragazzo che si stiracchiava pigramente, prima che sopraggiungesse una figura decisamente più prominente, che lo abbracciava.
 
Per niente demoralizzato, Matt guardò il suo orologio.
 
“Le 10:30 passate. Bene, è un orario che mi piace assai.” ridacchiò.
 
“Perfetto, allora possiamo smetterla di fare le vedette!” propose Dom, scendendo dall’albero, a breve seguito da Matt. “Ma da domani il gioco comincia!”  aggiunse.
 
“Che vinca il migliore, amore!” sussurrò Matthew, scompigliando i vistosi capelli  del suo ragazzo.
 
“E riguardo a stamattina che si fa?” domandò con finta indifferenza l’ex biondo.
 
“Potremmo andare a casa tua, così finisco di… *affondarti la flotta *.” mormorò sensuale l’ex moro, passandogli le dita sulle labbra, accarezzandole e tracciandone il contorno.
 
“Alludi al sesso?” domandò Dominic, baciando le sue dita.
 
“Io alludo sempre al sesso!” ridacchiò il cantante, dandogli un bacio tanto breve quanto intenso.
 
“Mi piace questo di te. Però dobbiamo fare una cosa veloce. A pranzo mi vedo con Paula.” lo avvisò il batterista.
 
“Mi sta bene, tanto anch’io devo uscire con Thyna.” ribatté il ragazzo dai capelli blu, allontanandosi con lui.
 
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Come ogni mattina, di buon’ora, Stefan uscì di casa, pronto a farsi una bella corsetta lungo la riva, apprezzando la quiete che quell’orario ogni giorno puntualmente gli donava.
 
Tuttavia, mentre si avvicinava alla spiaggia, già in lontananza si accorse di qualcuno che aveva avuto la sua stessa idea, qualcuno con dei capelli molto vistosi, che potevano appartenere a un’unica persona di sua conoscenza.. o semi-conoscenza.
 
< Oddio, è lui! Però così la potrei anche approfondire di più questa conoscenza… > pensò, stupendosi da solo per quel proposito, non capendo perché le sue gambe avessero accelerato il passo per poi sfociare in una corsa vera e propria, per raggiungerlo.
 
“Dominic!” esclamò, fermandosi per riprendere fiato.
 
Con tutta la nonchalance possibile, l’interpellato si voltò nella direzione della voce che l’aveva chiamato.
 
“Stefan! Anche tu qui?” esclamò, con un tono e uno sguardo sorpreso, degni del migliore attore candidato al premio Oscar.
 
“Io vengo sempre qui. Cioè.. ci vengo da quando abbiamo preso casa qui.” spiegò lo Svedese.
 
“Ci vengo spesso anch’io, ma.. sai com’è, nelle ultime settimane Matthew mi ha tenuto piuttosto occupato .. se capisci cosa intendo!” commentò allusivo Dom, con una risatina di circostanza.
 
“Sì, sì, lo capisco,” borbottò Stefan, non riuscendo a capire perché il pensiero di quei due insieme lo disturbasse tanto. “Ma adesso Matthew non c’è… “ osservò subito dopo.
 
“No, sai com’è lui non ama granché fare sana attività sportiva all’aria aperta, ce lo devo trascinare a forza. Immagino che anche Brian non vada pazzo per il jogging, vero?” domandò il biondo, stiracchiandosi, di modo che la sua T-shirt grigio chiaro, opportunamente arricciata, si sollevasse, mostrando una striscia di pelle liscia ed abbronzata, che catturò subito l’attenzione del bel bassista.
 
“Uh? Sì,  esatto, Brian è un pigrone di prima categoria, quando non siamo in tour, se dipendesse da lui andrebbe in letargo!” ridacchiò Stefan, prima di essere assalito da un’idea. “Beh, visto che ormai siamo qui, ti andrebbe se ci facessimo una corsetta noi due?”
 
< Il mio piano procede a meraviglia. Passiamo alla prossima mossa. > si disse il bel batterista.
 
“Certo che mi va. Aspetta, prima mi sistemo meglio le scarpe.” e così dicendo si chinò, facendo avere al suo ospite un’ampia panoramica dei suoi glutei sodi, che sembravano scolpiti nella roccia, intrappolati dentro i suoi pantaloncini neri, così attillati da sembrare una seconda pelle.
 
Rialzatosi , si girò verso Stefan, rimasto un po’ inebetito da quella visione.
 
< Ottimo! > sogghignò l’ex biondo, prima di lanciarsi nella corsa insieme a lui.
 
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“Wow, ci voleva proprio!” esclamò Stefan, al rientro, circa un’ora e mezza dopo, raggiungendo le docce messe a disposizione dalla spiaggia.
 
Si tolse la maglietta, con l’intento di darsi una bella rinfrescata.
 
“Però! Dovresti farlo più spesso!” commentò Dominic con un cenno di approvazione, prima di imitare le sue azioni.
 
< Dannazione a lui, c’è una parte del suo corpo che non sembri quella di un dio greco? > si domandò Stefan, frustrato.
 
Purtroppo per lui, sotto il getto della doccia Dominic divenne ancora più irresistibile, così tanto che Stefan dovette regolare il rubinetto della sua doccia su fredda, freddissima, ghiacciata.
 
“Propongo di asciugarci al sole e poi dopo non ci starebbe male nemmeno una passeggiata!” suggerì Dom.
 
“Approvo su tutti i fronti.” annuì Stef, sedendosi su uno scoglio con lui.
 
“Sei una compagnia piacevole, Dominic, e sai perché? Perché tu non ti comporti da fan,” ammise il musicista famoso, in vena di chiacchiere.
 
Non che non ce ne fossero state di chiacchiere in precedenza, solo più a livello generale.
 
“E’ presto detto, io non sono un tuo fan. Voglio dire, sì, mi piacciono le vostre canzoni e vi ammiro come musicisti, ma non tappezzo i miei muri di tue foto, non grido il tuo nome ai concerti, non rischio di svenire quando ti vedo… quello è Matt con Brian!” rise Dom. “Io cerco di gestire il tutto a un livello un po’ più maturo. Non ti vedo come un idolo, ma solo come un ragazzo piacevole ed interessante, con il quale è bello passare del tempo.” gli sorrise il batterista.
 
“Solo che non capisco… tu e Matt non state insieme?” gli domandò Stefan, un po’ confuso.
 
“Sì. E allora? Amo Matthew sopra ogni cosa e lui ama me allo stesso modo,  ma non ci poniamo vincoli di nessun genere e le cose fra noi funzionano a meraviglia.” fece spallucce l’altro. “Ad ogni modo, tu ed io non stiamo facendo nulla di proibito. Stiamo solo passando un po’ di tempo insieme e pare che ci troviamo bene l’uno con l’altro.” aggiunse.
 
“Sì, lo credo anch’io. Il punto è che io sto con Brian!” protestò Stef.
 
“Non qui. Non ora.” gli fece notare Dom.
 
“E va bene. Ti concedo giusto una passeggiatina, anche perché non ne posso già più di far la lucertola al sole, ma dopo devo tornare!” sentenziò l’altro, alzandosi con lui.
 
“Cos’è , hai il coprifuoco?” ridacchiò Dom. “Oh, andiamo, esistono i telefoni, chiama Brian e digli che farai un po’ più tardi.. credo che sopravvivrà una mezza giornata senza di te!”
 
< Anche perché credo proprio che avrà a che fare con qualcuno di mia conoscenza. > pensò, con un ghigno furbetto.
 
“Ma io non so se… “
 
“ E dài, Stef! Dopo una passeggiata non puoi dire di no a un bell’aperitivo, conosco un posto non troppo affollato dove fanno drink da favola… “ persistette Dom.
 
Stefan gli sorrise, perdendosi bell’indefinito colore dei suoi occhi in cui al momento sembrava prevalere il nocciola.
 
“Cos’è? Vai direttamente a lezione da Satana per essere un così bravo tentatore?” si arrese.
 
“Faccio solo del mio meglio. Allora è sì?”
 
Stefan annuì.
 
“Ottimo. E chissà mai che quell’aperitivo non diventi un pranzo…” insinuò l’ex biondo.
 
“Ora stai esagerando.” lo mise in guardia lo Svedese.
 
“Però non hai detto di no.” sogghignò Dom.
 
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Verso le 10:30 Brian riaprì gli occhi, stendendo il braccio verso il lato opposto, senza trovare ciò, o meglio chi bramava.
 
“Non è ancora tornato!” pensò ad alta voce, scocciato, prima di concedersi una fresca e sbrigativa doccia.
 
Circa un quarto d’ora dopo, mentre finiva di fare colazione, qualcuno suonò il campanello.
 
“Se sei il postino, ti avviso che non è giornata e che ho sempre la mia mazza da baseball a portata di mano!” urlò Brian, uscendo dalla porta e andando verso il cancello, senza guardare avanti a sé, ma non appena lo fece, venne travolto da due piccoli cieli limpidi e scintillanti ai quali si stava abituando.
 
“Non sono il postino, vuoi picchiare anche me?” domandò timidamente Matthew, torturandosi la maglietta blu che indossava.
 
Brian sorrise.
 
“No, non so perché, ma nonostante io abbia frequenti attacchi isterici, tu sembri il solo in grado di calmarmi, non lo so, forse è per tutto quel colore rilassante che ti circonda, Baby Blue.” mormorò.
 
“Lusingato di farti questo effetto.” sorrise l’ex moro.
 
“Allora, vuoi entrare?” lo invitò il moro, permeato da un insolito senso di ospitalità.
 
“No, ma… vorrei che uscissi tu!” azzardò il ragazzo dai capelli blu.
 
“Come scusa?” lo guardò stranito il frontman famoso.
 
“Intendevo dire… verresti a casa mia? C’è una cosa che ci terrei tanto a farti vedere.” spiegò l’altro.
 
“Scusa, cosetto, ma tu davvero credi che io vada così liberamente a casa dei miei fan?” gli fece notare Brian, un po’ stizzito.
 
“No, non tutti. Solo quelli che su di te hanno un effetto calmante e sanno chiedertelo così amabilmente da renderti impossibile dir loro di no!” ribatté l’altro.
 
Brian si ritrovò a sorridere per la seconda volta.
 
“Ovvio, se Stefan è d’accordo.” aggiunse Matt, con falsa ingenuità, dato che era fin troppo consapevole di star toccando il tasto giusto.
 
“Ti informo che il caro Stefan s’è dileguato chissà dove, senza farsi troppi problemi, quindi non vedo perché me ne dovrei fare io. Anzi, sai che ti dico? Ero proprio alla ricerca di un diversivo. E sia, andiamo a casa tua!” acconsentì la rockstar. “Un momento, chi mi assicura che non sei uno psicopatico che vuole uccidermi?”
 
“Abito in un quartiere molto affollato, quindi se mi vedi azionare una sega elettrica basta che urli e verranno frotte di persone in tuo soccorso!” assicurò Matt, facendolo ridere.
 
“Okay, lo trovo rassicurante. Allora, dov’è la tua macchina?”
 
Matthew sussultò.
 
“Ehm… niente macchina, mi dispiace, ce la dobbiamo fare a piedi. Vedila così, è salutare, la natura ti è riconoscente perché non inquini e in più conosco una scorciatoia segreta che offre una splendida vista della città. “ rispose Matt, rivolgendogli due occhioni da cucciolo bastonato. “Allora, ti ho convinto?”
 
“Non c’è che dire, cosetto, tu hai la stoffa dell’incantatore di folle !”
 
“E' un sì?” domandò speranzoso Matt.
 
“E' un sì. Fammi strada.” rispose l’altro, chiudendo il cancello.
 
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Non appena arrivarono, Matt aprì la porta principale e Brian lo seguì a breve distanza. Venne loro incontro una donna anziana, dal sorriso gentile.
 
“Matthew, tesoro, Dominic non è con te, oggi?”
 
“No, nonna, lui ha altro da fare.” spiegò frettolosamente Matt.
 
“Questo è un tuo nuovo amico, allora.”
 
“Sì, diciamo così… “
 
“Che bel ragazzo! Però non ti ho mai visto, eri a scuola con il mio Matty?”
 
“No, Signora, non è a scuola che l’ho incontrato.” le sorrise Brian, un po’ imbarazzato. “Mi chiamo Brian, piacere di conoscerla.” aggiunse, con impeccabile aplomb.
 
“Matt ha talmente tante amicizie che mi fa perdere il conto.” commentò la donna, recandosi in cucina.
 
Fece ritorno, fermando Matt sulle scale, intento a portar Brian nella sua stanza.
 
“Brian, caro, ti va un po’ di aranciata coi biscotti? Li ho appena fatti!” sorrise la donna, porgendogli il vassoio.
 
“No, nonna, che fai? Guarda che lui è una rockstar di fama internazionale!” la avvertì Matt.
 
“E allora? Guarda che anche alle rockstar di fama internazionale piacciono aranciata e biscotti!” replicò Brian, accettando di buon grado quell’offerta, prendendo un bicchiere e un paio di biscotti.
 
“Sono ottimi, Signora, complimenti!” proferì a bocca piena.
 
“Mi fa piacere, vi lascio alle vostre faccende.” sorrise la donna.
 
Matt gli fece strada e non appena spinse la maniglia della sua stanza, aprendo la porta, Brian si guardò attorno, esterrefatto.
 
“Ragazzo mio, tu sei fissato!” commentò.
 
In effetti, ovunque posasse lo sguardo , alto, basso, destra, sinistra, non vedeva altro che sue foto o in minor numero dei Placebo in generale.
 
C’erano poster e ritagli di foto ovunque, tranne che sul comodino, vicino al letto. Lì c’erano due cornici, una più grande, rettangolare, classica, con una foto di Matt e Dom intenti a pescare sugli scogli, nonché a darsi un bacio. E vicino c’è ne era un’altra, a forma di cuore, più piccola, col dettaglio dei loro volti nella foto precedente.
 
C’era una bella differenza fra quantità e qualità e Brian lo capiva da solo che aveva molto più peso quella semplice foto di quanto ne avessero le oltre trecento sue immagini che adornavano ogni parete.
 
< E’ normale che sia così, Dom è il suo ragazzo. Allora perché questa cosa mi da così fastidio? > pensò. incapace di darsi la risposta.
 
“Aspetta, non hai visto la mia foto preferita!” lo distolse da suoi pensieri proprio il ragazzo che momentaneamente li occupava, aprendo un armadio.
 
Brian fu intenerito: attaccato alla sponda interna di quell’armadio c’era un fotomontaggio di lui e Matt abbracciati, ma non era frutto di una sapiente abilità grafica, semplicemente Matt aveva tagliato e incollato insieme su uno sfondo nero una foto sua e una di Bri che ben si prestavano a quel genere di accostamento, ma le foto erano state rese sgranate dal troppo ingrandimento.
 
Era questo a intenerire Brian.
 
“Bello, vero?” sorrise Matt.
 
“Senti, Baby Blue, ce l’hai una macchina fotografica a portata di mano?”
 
“Certo, perché?”
 
“Tu prendila.”
 
Matthew obbedì, aprendo un cassetto della scrivania ed estraendone l’oggetto in questione, consegnandolo al suo ospite.
 
Brian si accertò che fosse carica, regolò lo zoom e poi la puntò davanti a loro, passandogli un braccio attorno alle spalle.
 
“Sorridi!” gli ordinò per poi premere l’interruttore, scattando la foto.
 
“Almeno ora ne hai una vera da appendere!” gli sorrise Brian, riguardando la foto con lui: erano usciti entrambi davvero bene.
 
“Grazie, non so che dire. Ma come fanno i media a dipingerti sempre come una star capricciosa e intrattabile? Con me sei così gentile!” borbottò l’altro.
 
“Te l’ho detto, tu sei l’eccezione che conferma la regola.” ribadì l’altro, prima di notare un oggetto appoggiato a una parete.
 
“C’è una chitarra in quella custodia?” gli domandò.
 
“Sì, e se ti avessi mostrato meglio  il piano di sotto avresti visto anche un pianoforte.” rispose Matt.
 
“Li suoni entrambi?”
 
Matthew annuì.
 
“Me lo suoneresti qualcosa con la chitarra? Così, voglio vedere come te la cavi.”
 
“Ci posso provare.” acconsentì il padrone di casa, estraendo la chitarra, collegandola all’amplificatore e predisponendo il tutto.
 
“Ti va se faccio una vostra cover? Magari ‘Every You, Every Me ‘, la amo da impazzire. Però ti avviso, tendo a personalizzarla particolarmente. “ disse Matt, prima di cominciare.
 
Brian credeva che con quel ‘personalizzarla ‘ Matthew intendesse che aveva un modo un po’ goffo e imbranato di suonarla, saltando passaggi che riteneva troppo complessi, ma rimase basito, perché non solo Matthew non saltava alcun passaggio, ma tendeva a complicarli ancora di più con riff velocissimi e varianti al limite dell’impossibile che a Brian davano la netta impressione che quel ragazzo non avesse fatto altro nella sua vita che suonare la chitarra. E qualcosa gli diceva che pure con pianoforte il risultato sarebbe stato affine.
Senza contare la sua bella limpida e potente voce con cui accompagnava la performance, toccando con i suoi gorgheggi note davvero proibitive.
 
“Che dici?” chiese Matthew, alla fine, riponendo lo strumento nella custodia.
 
“Sì, non sei male.. ma sai che c’è? Così finisci per uccidere l’anima di quella canzone.” borbottò lui.
 
Nemmeno sotto tortura gli avrebbe detto che era più bravo di lui.
 
 
“Hai ragione, è anche per questo che preferisco lavorare a cose mie. Sai, ho un gruppo e oltre a suonare canto e scrivo le canzoni.” lo informò.
 
“Sei il leader!” dichiarò Brian.
 
“Più o meno.”
 
“ E fammi indovinare, anche Dom è nel gruppo?”
 
“Certo, lui suona la batteria, è bravissimo. Anzi, sai che ti dico? Dovresti venirci a vedere, così conosci anche Chris, il bassista, nonché nostro migliore amico.” propose lui. “Scusa, non mi ricordavo più, non è che sto parlando con un mio amico qualsiasi, cazzo, tu sei Brian Molko.. e io ho la sfrontatezza di invitarti alle prove della mia band?”
 
“Sì, ok, sarò anche Brian Molko, ma la mia agenda è piuttosto vuota nelle prossime settimane, quindi… perché no? Magari lo dico anche a Stef!” approvò Brian.
 
< Ecco, bravo, Bri, ricordati di Stef, il * tuo ragazzo * Stef! > si rimproverò.
 
“Allora, perché non mi parli un po’ del tuo gruppo?” chiese a Matt.
 
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Matthew parlò concitato per oltre un’ora, intervallando i suoi aneddoti anche a digressioni musicali di tutto rispetto, difatti Brian e lui intavolarono piacevoli discussioni su argomenti che poi finivano per spaziare in altri generi.
 
Furono interrotti da un bussare alla porta a cui seguì il suo aprirsi.
 
Brian si ritrovò faccia a faccia con un’altra signora, stavolta d’aspetto più giovanile.
 
“Nonna me l’aveva detto che avevi un ospite. Ciao.. “ incalzò la donna, ma poi si bloccò. “Ma.. tu sei quello che sta appeso ovunque!”
 
Brian rise.
 
“Sa com’è, Signora, mi sa che suo figlio ha espresso il suo desiderio con così tanta convinzione che l’ha tramutato in realtà.” spiegò, per poi presentarsi.
 
“Allora, Brian, ti fermi a pranzo da noi? Sarà pronto in tavola tra poco.” lo invitò la donna.
 
“Dovresti, mamma ha fatto il pollo arrosto con le patate ed è il migliore della città!” esclamò Matt.
 
“Oh, cavolo, è già ora di pranzo? Io me ne devo andare.. Stef mi starà aspettando… “ borbottò Brian, alzandosi dal letto su cui si era seduto, prima che gli suonasse il telefono.
 
“Ecco.. appunto, parli del diavolo e.. con permesso?” disse Brian, uscendo sul corridoio.
 
“Hey!”
 
“Oh, ma guarda chi si degna di rispondere!” borbottò Stef, stizzito.
 
“Semmai sono io che mi dovrei incazzare. Tu sei sparito da stamattina!” lo rimproverò Brian, cambiando decisamente tono.
 
“Cosa?! Ma se ti ho anche mandato un messaggio, sei tu che non hai nemmeno risposto.” protestò Stefan.
 
“Guarda che qui non è arrivato niente!” sbottò Brian.
 
Stefan osservò per un attimo Dominic, seduto al tavolo con lui, ma scacciò subito di mente quell’assurda idea.
 
< No, non è possibile che questo ragazzo controlli il campo di ricezione dei telefonini! >
 
“Sarà ora che cambi quel catorcio di cellulare, se non riceve nemmeno più i messaggi. Fatto sta che te l’ho mandato circa due ore fa e ti dicevo che avrei tardato un po’ … come ora ti dico che tarderò ulteriormente.. ci vedremo nel pomeriggio.” lo avvertì Stefan.
 
“Perché? Con chi sei?” si ingelosì Brian.
 
“Un amico… “ cincischiò l’altro.
 
“Qui non abbiamo amici.. a meno che… tu sei con Dominic!” urlò il moro.
 
< E bravo Dom! > sorrise Matt, che lo aveva sentito dall’altra stanza.
 
“Beh, sì, ma ti giuro che non è successo niente, stiamo solo pranzando insieme… voglio dire, Bri, è bene che ci facciamo degli amici qui, no?” si giustificò Stefan.
 
“Certo, non vedo perché non dovremmo, tant’è che io sto approfondendo la mia amicizia con il ragazzo del tuo nuovo amico!” asserì Brian.
 
“Tu sei con Matthew!” ripeté sbalordito lo Svedese.
 
< E bravo Matt! > sorrise fra sé e sé Dom.
 
“Sì, e probabilmente continuerò a stare d lui, ci vediamo nel pomeriggio!” gli riattaccò bruscamente il telefono Brian, per poi far ritorno nella stanza di Matt.
 
“Sono ancora in tempo per provare quel superbo pollo arrosto?”
 
TBC
 
Lo so.. forse Brian è più raddolcito del suo solito, ma è una cosa voluta.. per dar l’idea di come Matt riesca a rasserenarlo.
 
Per quanto riguarda il momento della battaglia navale fra Matt e Dom, beh.. devo ringraziare Lilla W. per avermelo ispirato, durante una delle nostre tante serate su msn.. ti voglio bene, topinaaaaaa!! *abbraccia forteee*
 
Come sempre, liberi di dirmi qualunque cosa!
Però davvero fosse anche una parola o fosse anche un insulto, ma QUALCOSA ditemelo!!!!!!  
Visto che per il prossimo capitolo ci vorrà un bel po’ di tempo, a tutte quelle che seguono solo questa storia auguro di cuore una BUONISSSSSSSSSSSSIMA ESTATEEEEEEEEEEEE!!!!!!
   
 
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