Era una giornata di pioggia ad Hogwarts.
Pioggia
incessante, violenta. Un lieve freddo.
Gli studenti erano chiusi nelle loro
Sale Comuni, seduti comodamente nelle loro poltrone, a scherzare con gli amici,
davanti a un fuoco scoppiettante. Caldo. Rassicurante.
Tutti. O
quasi.
Una ragazza dai folti capelli scuri, molto mossi, occhi nocciola,
bellissimi, aveva deciso di uscire.
Le piaceva la pioggia, le piaceva
sentirla addosso, a bagnarle i vestiti.
Le dava un senso di... Pace.
Come
una lenta carezza che attraversava tutto il suo corpo.
Per purificare. Lavare
via tutta quella rabbia, la delusione, la tristezza.
Cercare di dimenticare
quel graffio al cuore.
Con Ron era
finita.
Ron, il primo ragazzo che le
aveva fatto girare la testa, battere il cuore più veloce, Ron, per cui aveva
passato ore davanti allo specchio, Ron, che l’aveva fatta sentire amata,
desiderata, bella.
Speciale, insomma.
Un rapporto che ci aveva messo
del tempo a sbocciare, per splendere al massimo della sua bellezza. All’inizio
non era che un timido, pallido bocciolo, che chiamavano Amicizia.
Poi si era
schiuso, piccolo, splendido miracolo. Un nuovo fiore, fresco, delicato.
Bellissimo. Dal profumo inebriante.
Un rapporto che era finito in un
istante. Quel fiore era improvvisamente appassito, morto. Tutto quel profumo era
diventato un tanfo disgustoso. La bellezza era svanita in un attimo.
Marcio.
Questo era tutto quello che vedeva pensando a lei e a
Ron.
Marcio.
Poi i ricordi. Si riversavano nella sua mente come quella
pioggia che scendeva incessante sul suo corpo, a bagnarle i vestirli.
Solo
che quella pioggia sottile che le stava invadendo la mente era più simile ad una
cascata di spilli che le trafiggevano il cervello.
Rivide in un attimo
tutti i bei momenti, la tenerezza del loro rapporto, i sorrisi, le occhiate, le
mani di lui sul suo corpo... La voglia che aveva di toccarlo, di sentirlo. La
pelle di Ron, calda sotto il suo tocco.
Un altro ricordo le si affacciò
alla mente, insistente, doloroso. Quel ricordo ossessionava le sue giornate, era
nei suoi sogni. Era dovunque, tormento quotidiano.
L’entusiasmo con cui
stava andando a trovarlo. Si sentiva bella quel giorno. Voleva vederlo. Sentiva
il bisogno di lui. Della sua pelle, delle sue mani, dei suoi capelli rossi,
delle lentiggini che aveva sul volto, di quel sorriso, di quell'aria un po’
goffa, della sua voce, del suo profumo...
Poi, il cuore che mancava un
battito.
Era lì, appena uscito da un allenamento di Quidditch. E stava
baciando Calì Patil in un modo così... diverso.
Come non aveva mai
fatto con lei.
I loro baci erano morbidi, teneri, dolci, lievi.
Quel bacio
era forte, passionale, quasi violento.
Pieno di un desiderio che lei non
aveva mai conosciuto.
E poi, la prima di tante lacrime. Di troppe
lacrime.
Bruciante e salata, le aveva solcato la guancia destra.
Un
sussulto. Improvvisamente quel viso che si voltava. Quel viso che aveva amato,
accarezzato.
Che la guardava con occhi diversi.
Colpevoli, cercando inutilmente di nascondere quel desiderio ancora acceso.
Tutto è confuso,
nella mente di Hermione, quel ricordo è annebbiato dal dolore, dalle
lacrime.
Il rossore sulle guance di lui.
Calì che fa una risatina
isterica.
E poi poche parole.
"Hermione, credimi, io...
lei..."
Ma non gli aveva dato il tempo di finire. Aveva troncato
quelle inutili scuse, aveva assunto un’espressione gelida. Aveva costretto la
voce a non tradirla, cacciato indietro le lacrime, vinto quel nodo che le
stringeva la gola, parlando con voce ferma, che non ammetteva repliche.
"No, Ron, non ci sono scuse. Non c’è più niente. Addio. "
Dopo aveva corso, mentre le lacrime le solcavano le guance.
Le gambe
si erano fatte improvvisamente pesanti. Sentiva la testa girare, pulsare.
Si era trovata comunque dentro Hogwarts, era corsa davanti alla Signora
Grassa, mormorando la parola d’ordine, aveva corso fino ai dormitori femminili e
poi si era gettata sul letto.
Aveva lasciato scorrere altre lacrime,
copiose, lungo le guance, a bruciarle il viso.
Aveva dimenticato cos’era il
tempo. Aveva dimenticato tutto, se non quell’immagine, di Ron che baciava una
ragazza con passione, con desiderio, con voglia. Un bacio bellissimo.
Solo che la ragazza non era lei.
E poi era arrivato Harry. Non aveva detto
niente. Le si era semplicemente avvicinato. Si era seduto sul letto. Lentamente.
Movimenti perfetti e delicati. Aveva preso ad accarezzarle i capelli, un gesto
lento, colmo d’affetto. Hermione aveva provato a dire qualcosa, ma lui l’aveva
tranquillizzata, dicendole semplicemente: “Ssshhh. Adesso ci sono io. Sono
qui.”
Ed erano rimasti lì, lui a passarle la mano tra i folti capelli,
lei con gli occhi gonfi di lacrime ed il cuore di un dolore
sconosciuto.
Era questo che Hermione pensava, mentre le sue lacrime
salate si univano alla pioggia, mentre era fuori a lasciarsi accarezzare dal
freddo.
Un ragazzo la osservava da una finestra. Capelli biondi, occhi di
ghiaccio, pelle candida e perfetta.
Draco
Malfoy.