Libera Uscita
dormivo già da un po quando sentì qualcosa picchiare contro la finestra, inizialmente pensai fosse la pioggia e lo
ignorai però era fastidioso così mi girai per capire se fosse la pioggia o il vento.
mi voltai verso la finestra e quel che vidi mi lasciò a bocca aperta. Sulla mia finestra, arrampicato sul tetto c'era
Jackson.
- Jackson?- mi alzai dal letto senza preoccuparmi di coprirmi, mi aveva visto nuda un sacco di volte vedermi in pigiama
non era di certo un problema.
aprì la finestra e gli domandai che cosa ci facesse la sopra - volevo parlarti - dice con tono supplichevole ma non
volevo stare ad ascoltare altre sue balle così cercai di chiudere la finestra ma mi bloccò prima che ci riusci - ti giuro
Jennifer non l'ho piu vista - disse tutto d'un fiato per paura che non mi ascoltassi ma ero stanca di perdonarlo ogni
volta - e quella volta nel parco?- domandai con una nota di gelosia nella voce - non lo sapevo che ci stava seguendo,
lo giuro - lo guardai diritta negli occhi e mi sembrava sincero -Jay io..- - ti giuro Ash, non l'ho piu vista - disse
sbracciando ma nel farlo perse l'equilibrio e cadde giu dal tetto cadendo rovinosamente a terra - Jackson - urlai
preoccupata.
mi allontanai dalla finestra e corsi giu in giardino dove era disteso a terra.
corsi al suo fianco - o mio di Jay come ti senti? - gli domandai aiutandolo ad alzarsi - sono stato meglio - disse
massaggiandosi la schiena - perchè sei così stupido - gli domandai arrabbiata e spaventata, sarebbe potuto morire.
- le persone fanno sempre cose stupide - mi guardò - quando sono innamorate- mi sentì terribilmente in colpa e gli
accarezzai una guancia - allora ci tieni a me - disse stringendo la mia mano son la sua trattenendo il contatto con la
guancia.
la sfilai via lasciandolo male - non montarti la testa - dissi acida, ero stufa di essere presa in giro da lui - Jay - urlai ad
una sua smorfia di dolore, era inutile continuare a mentire però, ci tenevo a lui e lo sapeva.
- devi andare all'ospedale- dissi vedendo che a stento sopportava il dolore - forse è meglio - disse cercando di
alzarsi, lo aiuto e lo porto alla macchina parcheggiata la davanti - rimani qua - lo lasciai e tornai in casa per mettermi
qualcosa a dosso e per prendere le chiavi della macchina, in cinque minuti fui di nuovo da lui.
lo aiutai a salire in macchina e misi in moto, durante il tragitto non riuscì a trattenermi dal chiedergli se veramente non
aveva piu visto Jennifer.
mi guardò rimanendo in silenzio per qualche minuto prima di parlare - te lo giuro Ashley - volevo credergli.
arrivammo all'ospedale dove chiamai i medici che lo portarono dentro con una sedia a rotelle e sparirono per qualche
ora.
rimasi da sola fino alle prime ore della mattina, alle cinque di mattina uscì il dottore -può entrare ora - disse
indicandomi la stanza.
lo ringraziai ed entrai - Jay come ti senti?- gli domandai sedendomi accanto a lui - ho avuto giorni migliori - mi rispose
sorridendomi ma mi rattristai, se ci pensavo bene era qua dentro grazie a me - dai non è successo niente - - se ti
avessi fatto entrare dalla porta..- - se mi avessi fatto entrare dalla porta a quest'ora non sarei con te - - in questo
splendido posto - aggiunsi rivolta ad un barbone seduto accanto a noi. ci guardava o meglio mi guardava con
insistenza e la cosa mi fece rabbrividire e anche a Jackson sembrava non piacere la cosa, piu volte lo guardò
sperando che capisse di smettere di fissare, arrivò persino a folgorarlo con lo sguardo ma continuava a guardarmi
assatanato fino a quando non vidi Jackson fare appello a tutte le sue forze e venire nell'altra poltroncina
oscurandomi alla vista del barbone.
- Signor Rathbone? - un medico uscì dallo studio con i risultati e venne verso di noi ci alzammo per sapere i risultati
- i suoi risultati. è fortunato, con una caduta come quella poteva rimetterci le gambe ma se la è cavata con una
semplice incrinazione - disse leggendo la cartella medica - è grave? - gli domandai preoccupata - nono, è solo
fastidiosa per il dolore ma basta un semplice cura a base di anti-dolorofico per un mese e tutto si sistemerà- spiegò
il medico e poi si congedò lasciandoci soli, piu o meno visto che il barbone non aveva smesso di osservarci.
mi girai io stavolta sperando che capisse che non era gradito ma invece otteni un invito a limonare, che schifo
pensai.
-andiamo via è meglio - disse e insieme uscimmo dall'ospedale dirigendoci alla macchina. mi sentivo
tremendamente in colpa - sicuro di stare bene? - gli domandai prendendogli la mano e fermandomi davanti a lui
- sto bene piccola -mi rispose facendomi scontrare contro il suo petto - per un po non farò babbo natale e non
mi calerò dal camino ma sto bene -disse sorridendomi per rassicurarmi e poi mi venne in mente che forse quello era
il momento miglio per confessare quel grande segreto che da quasi un mese ormai mi stavo trascinando dietro,
sospirai e presi coraggio, gli sorrisi - vedi di riuscirci entro nove mesi -
allontanai da lui e avvicinai alla macchina lasciandolo ponderare su quelle parole.
mi sentì chiamare piu di una volta -nove mesi? - cominciai a ridere sotto i baffi - Ashley?-.
un ora piu tardi eravamo sdraiati nel mio letto a coccolarci, Jackson si era ripreso dallo shock iniziale e adesso
sembrava contento ma anche preoccupato.
mi accarezzava la schiena nuda assente -Jay - lo chiamai preoccupata che avesse cambiato idea, abbassò lo
sguardo e mi guardò negli occhi - ho paura - disse continuando ad accarezzarmi la schiena -ho paura che Jennifer
riesca a rovinare tutto - Jay - mi allungai fino ad appoggiare la testa sulla sua spalla -non ci voglio pensare - dissi
guardando la sua mano sul mio ventre ancora piatto -da quanto tempo lo sai? - mi domandò sdraiandosi accanto a
me e appoggiando la fronte alla mia - non da molto, da quando sono venuta a vivere qua piu o meno - spiegai
alzando le spalle.
cominciò ad accarezzarmi il braccio - potevi chiamarmi - disse un po triste - ero arrabbiata con te - dissi
vergognandomene -capisco, me lo merito - abbassò lo sguardo allora gli passai una mano sul volto e avvicinandomi a
lui lo baciai dolcemente per fargli capire che era tutto passato.
-è carina la casa - disse per smorzare la tensione che si era creata prima, risi appoggiando la fronte contro il suo
petto - che c'è? - cominciò a ridere senza capire bene perchè stessi ridendo - è la stessa casa di prima - feci
notare - solo senza Nikky - continuai guardandolo e ridendo, si guardò in torno - è gia, è vero - finì di accertarsi che
fosse la stessa casa di prima - e Nikky dove l'hai spedita? - - ha incontrato l'amore e si sono trasferiti da lui - risposi
mentre sbadigliavo -è meglio se dormi - mi disse guardando fuori, il sole stava sorgendo e noi dovevamo ancora
dormire.
mi accoccolai contro di lui e chiusi gli occhi sperando che questa volta durasse quella sensazione di casa che
provavo quando ero con lui.