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Autore: frankensshtein    04/07/2011    2 recensioni
Sam Ducons, intenzionata a passare un periodo tranquillo, ormai tornata dalla sua famiglia dall'università, si ritroverà ostacolata dalla sorella, nel bel mezzo del suo arduo periodo adolescenziale, ossessionatamente interessata al nuovo vicino di casa, che però, sembrerebbe nascondere qualcosa.
[Colin Farrell - Jerry Dandridge]
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Helena teneva il naso schiacciato sul vetro della finestra col lo sguardo attento. Erano le sette e mezza, e a casa Dandridge nessun movimento mattutino.
Passò qualche minuto, quando la tenda a rullo di una delle finestre parallela a quella di Helena si alzò improvvisamente. Fu inevitabile che in quel preciso istante la ragazza e l'uomo si soffermarono a guardarsi.
Dopo qualche secondo di terribile imbarazzo Helena più veloce della luce schiodò il naso dal vetro nascondendosi dietro il muro.
"Che stai facendo?" mormorò Sam che si stava svegliando in quel momento.
"Niente!" rispose con un finto sorriso la sorella, che senza aggiungere altro chiuse per bene le tende.

Quello stesso pomeriggio, Sonny, cara amica di Helena, si presentò a casa.
Sam era sicura che si trattava della stessa con cui Helena la sera precedente era al telefono. Immaginava quale fosse l'argomento del giorno.
Le due ragazze si rinchiusero in camera e ne uscì solo ogni tanto Helena per prendere da mangiare.
Per Sam comunque, la tentazione era grande.
"Cosa fai?" chiese Albert.
Sam scostò subito l'orecchio dalla porta della camera.
"Stavi origliando" la accusò.
"Stavo... controllando" si giustificò.
"Che problema c'è?" continuò a chiedere Albert mentre indossava il cappotto per uscire.
"No, nessun problema.. solo che mi annoio.. e sai com'è.." disse schiarendosi la voce cercando di trovare una buona scusa. "Esci quindi?" domandò poi trovando così una via d'uscita.
"Si, manca il formaggio." la informò Albert. "Vado a comprarlo, nonostante piova"
"Per il formaggio questo e altro papà" concluse poco prima che uscisse.
Velocemente tornò alla sua postazione.
Non si riusciva a sentire un granchè stranamente.
"Del resto che sto facendo? Io alla sua età facevo di peggio, anzi, lei non sta facendo proprio niente" pensò Sam.
Pentita si allontano dalla porta.
Fuori il tempo stava degenerando. La pioggia era abbondante e si aggiunserò anche i tuoni. Niente da sorprendersi essendo marzo. Un Marzo psicopatico più che pazzerello.
Probabilmente quello fu il pomeriggio più noioso che Sam passò da quando era arrivata. Non aveva nessuno a cui dar fastidio con la sorella impegnata, e
la luce veniva a mancare circa ogni due minuti per via dei fulmini e tutto. Quindi niente tv.
Anche Sam d'un tratto, girovagando annoiata per la casa, si ritrovò a sbirciare ,senza rendersene conto, dalla finestra della cucina che puntava sulla casa del vicino.
Del resto, era abbastanza curiosa di vedere quest'uomo che a sua sorella piaceva tanto.
Comunque, sembrava non esserci nessuno a casa. D'un tratto un rumore improvviso, come il suono di un vetro rotto, attirò la sua attenzione.
Proveniva dalla camera di Helena.
Irrompendo nella stanza preoccupata trovò le due ragazze in piedi con lo sguardo spaventato.
"Che è successo?" chiese.
"La lampadina" indicò Helena "è scoppiata improvvisamente!"
Sam assunse un'espressione confusa.
"Come cazzo fa a scoppiare in questo modo una lampadina? Vi ha colpito negli occhi? Siete ferite?" aggiunse Sam afferrando il viso della sorella analizzandolo per bene.
"Sto bene, si. Che cazzo Sam lasciami la faccia" si innervosì Helena.
"Comunque, non è una cosa che succede tutti i giorni che una lampadina esplode come l'uccellino col canto di Fiona in Shrek. Bisogna chiamare un elettricista." affermò Samantha.
D'un tratto lo sguardo di Helena si illuminò.
"Un elettricista dici?" disse con uno sguardo malizioso. "Sai chi è un elettricista? Jerry Dandridge."
Sam alzò un sopracciglio.
"E chi sarebbe questo Jerry?" domandò nonostante avendo capito già tutto.
"Il vostro nuovo vicino!" affermò sorridente Sonny.
"Aspetteremo papà." disse seria Samantha.
Fu in quel momento che squillò il cellulare di Sam. Era proprio Albert, che le avvisava della lieta notizia che proprio al reparto formaggi aveva incontrato un vecchio amico di liceo che lo aveva invitato a cena quella sera, e persino Albert, venuto a sapere dell'incidente con la lampadina, consigliò di chiamare Jerry.
"Ottimo" pensò nuovamente Sam.

"Non preoccuparti, lo vado a chiamare io!" Helena era già all'ingresso intenta a indossare il cappotto. "Io vengo con te!" la raggiunse entusiasta Sonny.
"Non se ne parla neanche!" Disse alterata Sam. "Andrò io e basta."
"Ma tu non lo conosci neanche! Io si invece!" urlò quasi Helena quando i suoi sogni vennero infranti.
"Non devo farci un bambino! Devo chiedergli di venire a controllare una fottuta lampadina!" Aggiunse Sam infine rossa in faccia, e senza dire altro, uscì all'esterno, dove la pioggia sembrava interminabile.

Sam attraversò velocemente il vialetto. Fu quando arrivò alla porta che ebbe una strana sensazione di debolezza.
Titubante bussò alla porta. Quattro secondi esatti, e di nuovo, lo stesso uomo dai capelli scuri e gli occhi penetranti aprì la porta.
Sam deglutì. "Cara Helena, non avevi tutti i torti."
"S..salve." cominciò balbettando.
"Sono, sono Sam Ducons, la figlia di.. di Albert Ducons.. i vicini"
L'uomo non mosse un muscolo.
L'imbarazzo di Sam crebbe ulteriolmente. Quella strana sensazione, standogli di fronte la percepì maggiormente; si sentiva incredibilmente minuscola agli occhi di Jerry Dandrige.
Si schiarì nuovamente la voce. "Bene ecco, lei è un elettricista no?" Jerry annuì mostrando un lieve sorriso.
"E' successo qualcosa?" domandò con una voce suadente e profonda.
"Esatto! Una lampadina, è scoppiata. Nel vero senso della parola, e ..se potesse venire a dare un occhiata, per vedere se è a causa dei fulmini o.. non so.." Sam in quel momento si rese conto che quando era imbarazzata cominciava a gesticolare eccessivamente, e se non si fosse cavata un occhio da sola sarebbe stato strano.
L'uomo la osservò inclinando lievemente la testa. Sam abbassò lo sguardo. Stava cominciando a sudare e attendeva con ansia che quell'incontro finisse.
"Allora andiamo" concluse l'uomo assumendo un sorriso gentile.

Per tutto il tempo, Helena e Sonny non fecero altro che stargli dietro come cagne in calore. Il comportamento di Jerry nonostante tutto era abbastanza indifferente.
"Ci sai fare con le lampadine" disse a un certo punto Helena mentre Jerry ne cambiava una.
Jerry la ricambiò con uno sguardo veloce, indecifrabile. Uno sguardo che poteva andare da un innocente "Grazie" a "Si, lascia che lavoro anche con le tue di lampadine"
Appena finì, Sam si rese conto che l'inervento di un elettricista era del tutto inutile, e che poteva cambiarla anche lei quella lampadina.
Stava per andarsene e Sam sentiva già quella strana sensazione svanire.
Fu Helena a fare la tipica domanda proprio mentre Sam teneva la porta aperta."Perchè non resti a cena con noi Jerry?"
La reazione di Sam fu quello di uno sguardo pietrificante alla sorella.
"Meglio di no" rispose subito Jerry. "Non vorrei disturbare." disse infine volgendo un ultimo (fottutissimamente attraente) sguardo a Sam, per poi scomparire nel buio di quella serata infernale. 

  
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