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Autore: _CrazyWriters_    04/07/2011    1 recensioni
Chi avrebbe mai pensato che la cosa che amavo di più al mondo mi si sarebbe rivolta contro? Chi avrebbe mai pensato ad una cosa simile? Una sola domanda… perché? Forse una risposta non la troverò mai… forse dev’essere così e basta…
E poi… lui è un vampiro. Insomma chi sarebbe tanto scema da mettersi con un vampiro? Ovvio, solo io...
*Ila*
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Ila*

Capitolo 14: Un cuore in disordine

Buio.
Per un istante ebbi la sensazione di essermi persa, di non sapere dove mi trovavo, ma poi riconobbi quel luogo.
Ero nella stanza da letto di Damon ma lui non c’era. Molto probabilmente stava dormendo fuori dalla porta con Stefan.
Non la smettevano di controllarmi e mi trattavano come se fossi pazza.
Dovevo fare piano altrimenti mi avrebbero sentita.
Mi alzai dal letto con cautela poggiando leggermente i piedi sul parquet della stanza.
Mi diressi alla finestra e cercai di aprirla. Mi ci volle un po’, l’avevano chiusa bene, ma questo non mi impedì di sgattaiolare fuori.
Con un salto atterrai sull’erba umida del giardino. Un giochetto da ragazzi. Pensavano davvero che sarebbero riusciti a tenermi rinchiusa in villa tutto il giorno? No mi dispiace, ma non potevano farlo.
Ragionandoci ora con la mente “lucida” Damon e Stefan avevano ragione a volermi tenere in casa. Non so cosa mi spinse a scappare quella notte, sta di fatto che fuggii e non posso certo cambiare quello che è successo.
Mi rialzai e voltai lo sguardo verso la finestra aperta. Con un sorriso sulle labbra iniziai a correre veloce per le strade di Mystic Falls.
 
La luce della sua camera era spenta.
Cosa mi aspettavo? Che fosse ancora sveglio alle 2.17 di notte? Certo che no.
Quell’albero molto vicino al muro di casa sua mi era sempre piaciuto e mi fu utile per raggiungere la finestra accostata.
Entrai cauta e lo osservai mentre dormiva beato.
Il lenzuolo stropicciato gli copriva si e no le gambe e le sue braccia occupavano entrambi i posti del letto. La bocca socchiusa mi fece sorridere. Sembrava felice e sereno.
Mi distesi accanto a lui poggiando la testa sul suo braccio muscoloso e rivolsi il viso verso il suo. Eravamo a qualche centimetro di distanza l’uno dall’altro.
Mi era sempre piaciuto starmene raggomitolata vicino a Jeremy, mi conferiva una sensazione di protezione.
Non so quanto rimasi lì ferma a fissarlo dormire, ma il tempo sembrò infinito.
Ad un tratto aprì gli occhi. Due splendidi occhi castani, i più belli che avessi mai visto.
Quelli azzurri di Damon erano meravigliosi certo, ma Jeremy poteva tenergli testa tranquillamente.
Non parlò subito, rimase fermo a fissarmi e ancora una volta sembrò passare un’eternità.
“Ciao…” bisbiglio ad un tratto.
“Ciao…” sorrisi.
Sentii le guance infiammarsi come la prima volta che l’avevo visto. Era una sensazione strana, da troppo tempo non mi sentivo così con lui.
Mi era mancato. Mi era mancato davvero.
“Sto sognando?” chiese chiudendo di nuovo gli occhi.
“Non lo so… dimmelo tu.” risposi.
“Probabilmente si… Jinny non verrebbe mai qui da me, ora sarà stretta al suo bel vampiro dagli occhi di ghiaccio…” concluse.
Ci rimasi male per quella risposta. Non si era reso conto che io ero lì veramente, che non era un sogno.
“Lei ti piaceva?” chiesi sfruttando il suo momento di confusione a causa della stanchezza.
“Lei mi piace ancora…” rispose poco prima di riaddormentarsi.
“Credo che anche lei sia ancora innamorata di te, solo che non lo vuole ammettere…” sussurrai.
Lo guardai ancora un attimo ma non riuscii a trattenermi.
Avvicinandomi di più al suo viso gli stampai un bacio sulle labbra.
Sorrise nel sonno.
Avrei potuto persuaderlo a mollare Bonnie e tornare da me, i miei poteri avrebbero potuto renderlo mio per sempre… ma non ne fui capace, non potevo, sarebbe stato puro egoismo.
Sospirai e tornai ad osservarlo in silenzio lasciando che la luna illuminasse lievemente la sua stanza.
Per un momento, mentre stavo lì immobile così vicina a Jeremy, mi pentii. Mi pentii di quello che avevo fatto tempo prima. Mi pentii di averlo abbandonato così velocemente per mettermi assieme a Damon.
Cosa mi aveva spinto così ardentemente a lasciare Jer, che amavo moltissimo, per stare assieme a Damon Salvatore?
“Se non l’avessi fatto ora non mi troverei in questa stupidissima situazione. Sono diventata un mostro incontrollabile che ha sete solo di sangue, e per di più, il mio cuore si è incasinato parecchio…” sussurrai guardando Jeremy che mi stava di fronte.
All’improvviso una forte rabbia crebbe dentro di me e sentii il viso mutare.
Mi alzai di scatto dal letto e mi lanciai fuori dalla finestra.
Mentre correvo senza meta, con gli occhi rossi e i denti appuntiti, lacrime di rabbia e dolore mi solcavano il viso.
 
“Amore la luna è bellissima sta sera!” disse la ragazza rivolta verso il giovane dentro la tenda.
Quella serata era illuminata dalla luce candida della luna e nessuna nuvola impediva il suo splendore.
Stavo dietro un albero e osservavo quella donna che ammirava la natura con emozione.
“Tesoro, sei uscita di fretta e non mi dai neanche una mano a sistemare le cose qui, come puoi pretendere che vengo ad ammirare la luna con tutto questo casino da ordinare?” la voce bassa di lui le rispose.
“Vieni dentro, è buio fuori. Ci sono i lupi sai?” aggiunse ridacchiando la voce del ragazzo.
“Ahah, che divertente… Aspetta ancora un attimo.” lo ammonì lei per nulla spaventata.
Tre…
Due…
Uno…
“Aaaaaaaaaaaaaah!!!!” gridò disperata la ragazza mentre le azzannavo il collo con avidità.
“Cosa succede cara?” il ragazzo uscì dalla tenda.
“Oh mio Dio…” sussurrò vedendo il corpo della sua ragazza a terra senza vita e inondato di sangue.
Io ero salita sui rami dell’albero per non farmi vedere.
“Benissimo, altro cibo…” dissi.
Lui alzò il volto nella mia direzione e in quel momento gli piombai addosso.
“Aiuto!!! Qualcuno mi aiuti!!!! Aaaaaaaaah!!” urlò inutilmente.
Il mostro aveva ripreso possesso di me…
Ma non potevo essere davvero io quella… dovevo cambiare, non volevo più essere quella cosa…
Cosa potevo fare?

...continua...

  
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