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Autore: nalu    04/07/2011    1 recensioni
Salve! Eccomi qui con una nuova One-shot! Come si capisce vagamente dal titolo, parla della vita di Jared prima e dopo essere diventato lincantropo....cioè proprio quel momento. Ho provato ad immaginare la situazione in cui è diventato licantropo e alla fine il suo incontro con Kim. Buona lettura!
Tratto dal capitolo:
"E in quel momento capii che niente contava più di lei.
Sentii che per lei ero disposto a fare di tutto.
Che per lei potevo essere tutto.
Avvertii che il centro del mio mondo era lei, adesso.
Le sorrisi e compresi all'istante di aver avuto anch'io l'imprinting."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quileute
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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JARED... BEFORE KIM

 

Driiiiin.

Scoccò l’ora dell’intervallo.

Mi alzai velocemente per raggiungere i miei amici.

Ma, prima che potessi arrivare alla mia meta, fui bloccato da una ragazza. Una mia compagna di classe, più precisamente.

Era una tipetta corta, con dei capelli neri e lisci molto lunghi. Se ne stava lì davanti a me, torturandosi nervosamente le mani e tenendo costantemente lo sguardo fisso a terra.

Aveva l’aria di essere molto impacciata.

Ma non ne capivo il motivo.

<< Scusa, ti serve qualcosa? >> le chiesi io, spiccio.

L’intervallo non durava poi molto, e non mi andava di perdere tempo con…. Com’è che si chiamava? Qualcosa come Tin, Brin, Bree.

Lei, intanto, aveva alzato gli occhi da terra. Essi erano un po’ piccoli rispetto agli zigomi pieni, e al naso e alla bocca grandi.

Mi rivolse la parola. << P-piacere, io sono Kim. >>

Ah! Ecco come si chiamava: Kim.

Poi guardai confuso la sua mano tesa verso di me. Che voleva che facessi? Che gliela stringessi?

Comunque era passato abbastanza tempo da farle capire che io non avrei ricambiato il gesto. Almeno credo che pensò così, perché arrossi tutto d’un botto e ritrasse la mano tremante.

<< Beh, lo so che s-siamo nella stes-stessa classe. >> Vedevo solo i suoi capelli, tanto che aveva rivolto gli occhi al pavimento. << P-però non ci eravamo mai p-presentati, ecco. >>

<< Jared, vieni qui. Datti una mossa! >> la voce di un mio amico mi giunse da lontano.

Guardai nella loro direzione. Poi mi rivolsi alla ragazza. << Beh, io vado. Ci vediamo >> e la piantai lì.

Andai dal gruppetto di ragazzi in fondo l’aula. << Jared, finalmente! >> il ragazzo che mi aveva chiamato prima, Brian. << Che fai, ci provi con la Walker? È un’impresa impossibile: quella non parla mai. Le avranno tagliato la lingua >> Scoppiammo a ridere tutti.

 

Uscii di scuola qualche ora dopo. Notai, vicino ai cancelli, Sam Uley e Leah Clearwater, fidanzati ormai da 3 anni.

Non li conoscevo personalmente, ma comunque non potevo fare a meno di vederli trai i corridoi. Stavano sempre insieme –tanto che la maggior parte degli studenti credeva che fossero destinati a sposarsi-, ma ultimamente non andavano bene le cose tra loro.

Si vedeva da come Sam, in quel periodo, apparisse distratto e distaccato, non facendo nemmeno attenzione alla sua ragazza; e alla delusione di quest’ultima che gli restava, dopotutto, sempre vicino.

Che si fosse stancato di lei? Beh, non gli davo assolutamente torto. Impegnarsi così seriamente… io non ce l'avrei fatta.

Ma, comunque, non erano problemi miei.

Continuai a camminare dritto, diretto verso casa.

 

Quella mattina mi svegliai presto.

Comunque, non avevo chiuso occhio tutta la notte.

Il motivo? Avevo un caldo pazzesco e non riuscivo a trovare pace.

Mi giravo e rigiravo nel letto in attesa che quel calore passasse. Ma non era tanto la temperatura atmosferica a farmi sudare – eravamo nel pieno dell’inverno-.

No. Io sentivo caldo….dall’interno.

La mia pelle era bollente.

E non mi sentivo affatto bene.

Avevo preso di sicuro la febbre, non c’era altra spiegazione.

Chiamai mia madre, che entrò piano nella mia stanza.

<< Che c’è Jared? >>

<< Oggi non vado a scuola. Non mi sento bene >>

<< Che hai tesoro? Fammi vedere. >> sentii i suoi passi avvicinarsi al letto.

<< No mamma, stai lì. Ho detto che non sto bene. Non ti basta come spiegazione?! >> sbottai un po’ irritato e un po’ arrabbiato.

Che diavolo mi succedeva? Da quando urlavo contro mia madre?

Lei, sorpresa fece un passo indietro.

<< Scusa, mamma.>> dissi calmandomi << Puoi avvisare tu la scuola? >>.

<< Certo >> disse lei ancora un po’ scossa.

Si richiuse la porta alle spalle.

Affondai la testa nel cuscino, frustrato.

 

Quella giornata sembrava non passare mai.

Restavo disteso nel letto, in balia di quel caldo atroce che non mi dava tregua.

Non chiamai nemmeno una volta mia madre, per non farla preoccupare inutilmente.

Ad un certo punto mi arrivò una chiamata.

Guardai il display del cellulare: Brian.

<< Ehi amico, come ti senti? >> mi disse lui, appena risposi.

<< Una merda. >>

<< Cavolo, sembri distrutto. Non è che ieri sei andato ad una festa senza di me? >> la sua voce era maliziosa.

<< No, Brian. Per niente. >>

<< E dai, ammettilo! Stai da schifo perché hai bevuto troppo…. Ah, amico>> sospirò << dovevi chiamarmi! >> scoppiò a ridere.

<< Brian, ti ho detto che non è niente del genere. >> mi stava facendo arrabbiare. Come osava insinuare certe cose?

Lui non mi sentì nemmeno. << A chi ti sei fatto? Alla Walker, per caso? Naah, lei non andrebbe mai in un locale >> In un locale? Ma cosa stava dicendo? << O forse….aspetta non dirmi che sei stato con la Wilkinson? Wow, amico, quella è uno schianto…. O con la Mills…>>

Adesso stava esagerando.<< Ti ho detto che non ho fatto niente del genere, dannazione! Cos’è, non senti? Se ti dico una cosa, allora devi starmi a sentire capito? >> stavo perdendo il controllo. << Stupido idiota! >>

<< Ehi ehi, stai calmo. Io stavo scherzando. Non scaldarti troppo, così mi fai pensare che è tutto vero.. >>

<< Và al diavolo!>> e scaraventai il cellulare in un angolo della stanza, rompendolo in mille pezzi.

Cominciai a sentire un tremore alle mani. Strinsi i pugni.

Cosa mi succedeva?

Presi al volo una felpa – anche se avevo ancora indicibilmente caldo, non volevo farlo notare alla mamma- e mi precipitai fuori dalla stanza.

Spalancai la porta d'ingresso. << Io esco! >> urlai alla cucina, dove probabilmente si trovava.

<< Jared, ti senti meglio? >> mi rispose, infatti, lei.

<< Sto bene >>

<< Torni per cena? >>

Mi chiusi la porta alle spalle, senza risponderla.

Mi guardai le mani: tremavano ancora.

La cosa peggiore era che adesso il tremore, si stava estendendo a tutto il corpo.

Mi inoltrai velocemente nella foresta, senza un evidente motivo.

Sapevo solo che ero strano, che non sapevo cosa mi stava succedendo, che ero spaventato e che volevo nascondermi.

Vagai tra gli alberi.

Il tremore aumentò a dismisura, il calore mi opprimeva.

Faceva troppo troppo caldo.

Mi accasciai a terra stremato e sofferente.

Sembrava come se stessi bruciando.

Come se fossi avvolto dalle fiamme.

Faceva un male incredibile.

Sentivo fuoco ovunque.

Tremavo in maniera incontrollabile.

Le fiamme si insinuavano fin dentro di me, nelle ossa.

Ad un certo punto esplosi, letteralmente.

Crescevo, crescevo, crescevo.

I miei vestiti si strapparono in milioni di brandelli, finendo sull’erba e sulle foglie sparse sul terreno.

Mi ritrovai su quattro zampe, ricoperto di peli.

Cos’ero diventato?

Ad un certo punto sentii un ululato trapassarmi le orecchie.

Ci misi un po’ a capire che quell’ululato veniva da me.

Terrorizzato cominciai a correre, senza una destinazione precisa.

Che cosa ero?

Un lupo?

Ma un lupo non era così grande....

Un mostro?

Non lo sapevo.

 

 

Corsi per un tempo infinito.

Scese velocemente la sera.

La luna spiccava alta nel cielo.

Trovai una grotta -dovevo nascondermi, non volevo far del male alle persone - e ci entrai.

Mi raggomitolai lì, troppo spaventato per fare alcunchè, mentre i miei pensieri vagano liberi, scossi da questa mostruosa esperienza.

 

Jared Cameron?

Qualche minuto dopo mi arrivò questo pensiero.

Non era il mio.

Era come....se qualcuno stesse comunicando con me.

La luna illuminò l'entrata della grotta, permettendomi di vedere una figura.

Un animale.

Grosso.

A quattro zampe.

Ricoperto da peli neri -un po' argentei alla luce della luna-.

Il mio istinto di protezione animalesco, mi portò a ringhiare all'inatteso ospite, che lentamente si avvicinava sempre di più a me.

Jared, sta calmo. Io sono Sam. Sam Uley, e sono come te.

Ero forse impazzito?

No, non sei pazzo. Calmati e ti spiegherò tutto.

Continuai imperterrito a ringhiare.

Ok. Facciamo così: tu mi lasci spiegare e dopo deciderai se azzannarmi o no, va bene?

Smisi all'istante.

Bene. Sai che tu discendi dalla famiglia Black no? Ah: puoi rispondermi pensando la risposta, io la sentirò, ecco come sto comunicando con te adesso.

Titubante pensai. Sì.

Ma discendi anche da Taha Aki. Penso che hai sentito parlare delle vecchie leggende sui mutaforma: ecco quello che tu -come anche io d'altronde- siamo. O meglio, siamo licantropi. Hai il gene che ti ha permesso di mutare. Ma noi non facciamo del male alle persone, anzi. Le proteggiamo.

Mi sentii un po' più sollevato dopo aver ascoltato l'ultima parte: il resto mi aveva scioccato.

Ah.

è comprensibile che tu sia sorpreso da tutte queste informazioni. Vuoi farmi qualche domanda?

Da chi proteggiamo le persone?

Non so perchè, ma fu la prima domanda che mi venne in mente. Come se la mia mente me la stesse sussurrando costantemente perchè era da quella che avrei scoperto la parte più importante, anche se ancora non sapevo quale.

Sam attese un secondo prima di parlare.

Vampiri.

La rabbia si impossessò di me, al sentire quel nome. Cominciai ad agitarmi.

Vampiri? Esistono davvero quelle creature immonde?

Ehi, Jared, calmati.

Come posso calmarmi?! E poi: rimarrò sempre in questa forma?

Ma immediatamente pensai all'immagine di Sam e Leah a scuola.

Sam umano.

Fatto di carne e ossa.

Come forse hai già capito, non si resta sempre in forma di lupo. Ci si ritorna in forma umana. Ma questo prevede un'abbondante dose di calma. Cosa che è molto difficile dopo la prima trasformazione, dato che uno dei tratti distintivi affinchè si compia la trasformazione è la rabbia, oltre ovviamente alla pelle febbricitante. Ma poi ti spiegherò meglio tutte le nostre caratteristiche. Adesso devi pensare solo a una cosa: calmarti.

Cercai di fare come mi aveva detto, ma mi risultava troppo difficile. Immagini di creature assetate di sangue, con canini affilati come un rasoio, che uccidevano la mia famiglia, i miei amici, mi offuscarono la mente. Ripresi ad agitarmi.

Sarà un duro lavoro. Pensò Sam.

 

Dopo qualche giorno ero di nuovo io.

Jared Cameron, provvisto di braccia e gambe umane.

Come previsto da Sam, fu un duro lavoro.

Ci volle tanto per farmi calmare e altrettanto tempo per riuscire a ritrovare la forma umana.

Sam mi spiegò tutto :ogni particolare di vita, morte e miracoli sui licantropi.

Dopo il primo impatto iniziale, ho dovuto ammettere che essere un licantropo era forte!

Mi dava una vista e un olfatto spettacolari; quando ero in forma di lupo potevo correre ad un velocità pazzesca e comunicare mentalmente con Sam e i futuri membri del branco -lui era sicuro che si sarebbero uniti a noi altri ragazzi-; ero immune al freddo – visto il perenne calore che emanava la mia pelle-; ma la cosa più spettacolare era la rapida guarigione -se mi facevo male,sia che era un piccolo taglio che una grave ferita, il danno si cicatrizzava in maniera velocissima-.

Mi portò dagli anziani della tribù che mi spiegarono accuratamente la storia di noi Quileute e il rapporto che avevamo con i Cullen; mi parlarono poi dell'imprinting, una vecchia leggenda -non data ancora per vera, data l'assenza di persone che l'avevano effettivamente provata-: un tipo di colpo di fulmine che ti faceva legare indissolubilmente ad un essere umano del sesso opposto.

Poi passai alcuni giorni con Sam, che mi chiarì alcune mie domande: mi disse che mi aveva trovato nel bosco grazie a Billy, padre di Jacob Black e anziano della tribù, il quale era stato avvisato da mio padre dopo che non ero tornato la sera.

Diventammo grandi amici: anche perchè ci davamo sempre una mano quando uno dei due perdeva il controllo -cosa che capitava più spesso a me, a dire il vero- e si trasformava.

 

Prima di tornare definitivamente a scuola, successero due cose: Paul si unì a noi -diventò anche lui un licantropo, molto più irascibile di me o Sam- e quest'ultimo ebbe l'imprinting con Emily Young, cugina di secondo grado di Leah Clearwater, nonché fidanzata di Sam. Era un bel casino.

Quindi l'imprinting era vero.

Tutte quelle storie sul colpo di fulmine erano tutte vere.

C'era da aspettarselo: d'altronde anche le leggende sui licantropi non dovrebbero essere vere, e invece lo erano; perchè non doveva essere vera anche questa?

 

 

Arrivò il giorno di tornare a scuola. Mi incontrai fuori con Sam, che aveva l'aria abbattuta.

<< 'Giorno Jared. >>

<< 'Giorno Sam >>

<< Adesso si ricomincia. >> mi disse, riferendosi alle lezioni. Per Paul non era ancora il momento e immaginai che ci volesse ancora un pò – doveva essere in grado di controllare a pieno le mutazioni; di conseguenza doveva ponderare la rabbia, cosa alquanto difficile per uno come lui-.

<< Non me lo ricordare >> sbuffai.

<< Dai entra, non fare tardi. E se hai qualche problema -sai di che tipo- chiamami immediatamente >>

<< Certo. Anche tu >> mi riferivo a Leah ed Emily.

Poi lo salutai ed entrai in classe.

Mi sedetti tra i primi banchi -gli unici liberi, dato che ero un po' in ritardo-.

Stava per cominciare la lezione.

<< Mi scusi per il ritardo professore >> un'altro ritardatario varcò la porta della classe.

Portai i miei occhi in quella direzione, per vedere chi era.

Nello stesso istante in cui il professore diceva << Walker, vada a posto. E che non capiti più>> incitando la ragazza a sedersi, incontrai i suoi occhi piccoli e scuri.

Gli occhi di Kim Walker.

Gli occhi della ragazza che, prima che mi trasformassi, mi aveva detto il suo nome, timida e impacciata.

P-piacere, io sono Kim”

E in quel momento capii che niente contava più di lei.

Sentii che per lei ero disposto a fare di tutto.

Che per lei potevo essere tutto.

Avvertii che il centro del mio mondo era lei, adesso.

Le sorrisi e compresi all'istante di aver avuto anch'io l'imprinting.

Lei imbarazzata, rispose al sorriso e si andò a sedere al suo posto.

La lezione cominciò ma io non ascoltai nemmeno una parola.

I miei pensieri erano altrove.

I miei pensieri volavano verso Kim Walker.

 

Il pomeriggio raccontai ai membri del branco e agli anziani cosa mi era accaduto.

Tutti furono felici per me.

Sam inoltre mi disse. << Sei stato fortunato >> e capii subito a cosa si riferiva: io non avevo mai amato un'altra donna prima di avere l'imprinting, lui sì; e questo rendeva le cose più difficili per lui.

 

Dopo un po', come tutti avevano previsto io e Kim ci fidanzammo.

All'oggetto del nostro imprinting potevamo rivelare la nostra vera natura – mi era stato vietato, invece, di riferirlo ai miei -.

Kim prese bene tutte le mie rivelazioni, mi accettò nonostante fossi un licantropo. Questo mi rese davvero felice.

Inoltre, lei era fantastica: era dolce, gentile, affettuosa e altruista; si adattò facilmente alla vita del branco e cercò di passare con me tutto il tempo che poteva.

Non avrei potuto desiderare di meglio.





Ciao a tutti! Se state leggendo questo vuol dire che avete letto dall'inizio alla fine la mia storia -o almeno si spera-.... che ve ne pare? Lo so, questo personaggio -Jared- non è il solito protagonista -infatti non c'è neanche nell'elenco dei personaggi, come Kim- e lo capisco, e un personaggio secondario, dopotutto..... Ma mi intrigava l'idea di scrivere il momento in cui questo giovanotto ha avuto l'imprinting con la sua Kim, compagna di scuola che prima non considerava proprio..... E quindi è uscito questo. Quello che ha dato via all'ispirazione è stato, però, l'ultimo libro della Meyer: "La saga di Twilight. La guida ufficiale illustrata". Ci sono un sacco di curiosità, un sacco di storie non raccontate nel libro e messe a riassunto su questa guida -come appunto la storia di Jared- che mi hanno fatto venire una valanga di idee per altre storie! Quindi come sempre devo ringraziare la Meyer: grazie!
Però vi devo dire una cosa - e forse sarà un pò un paradosso-: questa storia dell'imprinting ancora non la digerisco del tutto. Cioè questo fatto di "obbligare" ad amare una determinata persona, che in circostanze normali non avresti mai scelto. Ecco, è questo che dico. Ma forse sono -solo un pochino però, perchè credo di essere abbastanza obbiettiva- un pò influenzata dall'idea di Jacob e Bella insieme: credo che anche questo contribuisca a non farmi piacere per niente l'imprinting con Renesmee. Per carità, Jacob adesso è felice e tutto....ma è costretto ad amare Renesmee, quando prima affermava di essere l'anima gemella di Bella.....
Vabbè tornando alla One shot: mi farebbe piacere ricevere vostri commenti sul parere della  mia storia..... E mi auguro che sia stata una lettura piacevole! -Ok ho scritto davvero troppo! xD-
Baci, Nalu.

  
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